Ride al cielo e al solleone,
lieto il premier Berluscone,
mentre allÂ’ombra se ne stanno
i ministri senza scranno.
Dietro a un tavolo quadrato,
son seduti da ogni lato
e seriosi, scarso il fuoco,
hanno parte in questo gioco.
Prende Valter la parola,
come se si fosse a scuola
detta il compito da fare,
ma però senza copiare,
che con sferza e rude piglio,
del governo il neo consiglio
sotto esame, niente sconto,
sarà all’alba ed al tramonto.
C’è agli Esteri Fassino,
la sua è l’ombra di un crissino,
non c’è quella di Fioroni,
che ripassa le lezioni,
a Settembre è rimandato,
come gli altri fu bocciato.
Il Bersan, bravo figliolo,
ripiegato ha il suo lenzuolo
ed Enrico, detto Letta,
nuova, dice, ha la ricetta
perché quella del passato
il paese ha stramazzato.
Maria Pia stallÂ’istruzione,
Linda allÂ’amministrazione,
Ermete del verde si cura:
tutti con la faccia scura!
Nel loft ora l’ombra si è spenta,
pure Dario sÂ’addormenta;
sogni spuntano e chimere,
ma al pensier del cavaliere,
si ridestano pieni dÂ’affanni
“e se l’ombra durasse vent’anni!?”
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fabio ciampo
Passa il tempo, passa svelto, e disvela il suo tormento che dell’ombra si figura tristemente non fa paura