La stabilità finanziaria è un bene pubblico e nei casi di crisi governi o banche centrali devono poter intervenire. Ma con un intervento di breve termine, teso a ristabilire la fiducia nel sistema. La soluzione della nazionalizzazione solleva molti dubbi proprio per i vincoli comunitari sugli aiuti di Stato. Meglio un sistema di regole su misurazione del rischio, gestione dei prodotti strutturati e operazioni fuori bilancio, supervisione degli intermediari, cooperazione e scambio di informazioni tra autorità e attori del mercato. Rafforzando la tutela dei risparmiatori.

Il Financial Stability Forum ha presentato un rapporto nel quale si propongono le misure per migliorare l’affidabilità del sistema finanziario e delle istituzioni che lo governano.

I SUGGERIMENTI DEL RAPPORTO

Viene innanzitutto sottolineata la necessità di intervenire sui requisiti minimi di capitale, stabiliti dall’accordo di Basilea II, suggerendo di tenere in particolare considerazione i prodotti strutturati e le esposizioni fuori bilancio e di elaborare un sistema di analisi del rischio dei titoli detenuti nel trading book accompagnato da un costante adattamento dei parametri di rischio e della valutazione di conformità degli istituti di credito a tali norme. (1)
Alle banche viene richiesta maggiore trasparenza nei rapporti con le società veicolo, un’analisi più severa e trasparente dei rischi di liquidità e di credito e un comportamento sano e prudente quando operano sui mercati non regolamentati.
Le istituzioni devono, invece, impegnarsi per una convergenza sui metodi di valutazione delle informazioni finanziarie, rafforzare i controlli prudenziali sulla gestione di capitale, liquidità e rischio, concentrandosi su prove di stress, operazioni cross border, correlate, valori strutturati e società veicolo, cooperando di più e scambiandosi maggiori informazioni. Si ritiene anche necessario un intervento di revisione degli standard contabili da parte degli organismi a questo deputati:a che servirebbe altrimenti avere requisiti di capitale più stringenti se i principi di riferimento sono ambigui?
Alle agenzie di rating viene richiesto di differenziare e ponderare le proprie analisi di merito del credito – che in linea di massima si basano su serie storiche riferite a periodi di economia stabile e che quindi tenderanno a essere procicliche – e di fare in modo che queste ultime siano più trasparenti e non siano influenzate dal conflitto di interessi, particolarmente acuto nel caso di prodotti strutturati “built to rate”.
Da ultimo, si suggeriscono vari interventi da porre in essere quando la crisi è in corso. Le banche centrali dovrebbero avere a disposizione meccanismi che permettano di intervenire fornendo liquidità, anche ricevendo in cambio garanzie di vario tipo e dovrebbero pensare alla possibilità di avere linee di credito in altre monete (per esempio, la Federal Reserve americana riceve euro).  
Inoltre si richiede una maggior chiarezza regolamentare quanto alle competenze e alle responsabilità dei diversi organi nazionali in caso di crisi e un miglioramento del sistema di protezione dei depositi, che andrebbe armonizzato, nonchél’istituzione di tavoli di consultazione a livello transnazionale.

LE CRITICHE

 

Accolto in modo sostanzialmente positivo dalle istituzioni americane ed europee, il rapporto del Fsf ha suscitato in Italia le critiche di chi non lo ritiene in grado di rispondere adeguatamente ai nuovi problemi della finanza e di essere reticente nel parlare di “nazionalizzazioni” e “della parola chiave aiuti di Stato” citando esplicitamente il caso della Northern Rock. (2)
La soluzione della nazionalizzazione solleva molti dubbi, e non solo per le tradizionali ragioni di moral hazard derivanti dal fatto che i manager avrebbero scarsi incentivi a “comportarsi bene” sapendo che ci sarà poi comunque lo Stato che interviene, ma proprio in rapporto ai vincoli comunitari sugli aiuti di Stato dettati dall’articolo 87 del Trattato dell’Unione. Nel caso della Northern Rock infatti, la scelta del governo inglese di porre la banca “under temporary public ownership”- decisione dovuta al fatto che le offerte come formulate dai contendenti privati avrebbero piuttosto socializzato le perdite e privatizzato i guadagni nonchéa causa delle deficienze del sistema di tutela dei depositi inglesi – è ora al vaglio della Commissione europea. Questa aveva inizialmente autorizzato le garanzie sui depositi assunte dal ministero del Tesoro assoggettandole al “one time, last time principle” (3) e dichiarandole ammissibili per sei mesi, come  tutti gli aiuti di Stato, allo scadere dei quali, non soddisfatta del rapporto presentato dal governo, ha aperto una investigazione formale sull’episodio.
E non è la prima volta che questo accade. La Commissione europea ha infatti in passato sanzionato i governi tedeschi, austriaci e francesi per garanzie statali concesse alle banche che le tutelavano dal rischio di fallimenti e a febbraio di quest’anno ha iniziato un’investigazione formale per gli aiuti concessi dal governo tedesco ad alcune banche che avevano sofferto della crisi dei mutui. È di marzo invece la decisione di imporre alla Stato italiano il recupero di 123milioni di euro concessi alle ex banche pubbliche dalla Finanziaria del 2004 sotto forma di incentivi fiscali:il pagamento di un’imposta del 9 per cento anzichédel 37,5 per cento) al fine di sbloccare le plusvalenze latenti generate nel corso delle privatizzazioni degli anni Novanta. 

LE ALTERNATIVE ALLA NAZIONALIZZAZIONE

La stabilità finanziaria è un bene pubblico ed è chiaro come in casi di stress un governo o una banca centrale non possano non intervenire. Ma deve essere un intervento di breve termine, come appunto le iniezioni di liquidità, teso a ristabilire la fiducia nel sistema e a fungere da volano per l’innesco di un circolo virtuoso che porti il mercato a ristabilirsi e a porre in essere i propri meccanismi di ripresa come le acquisizioni, le fusioni e i prestiti. La vera scommessa dei governi è invece quella di creare, da un lato, un sistema di regole che siano severe nella misurazione del rischio, nella gestione dei prodotti strutturati e delle operazioni fuori bilancio, nella supervisione degli intermediari, nella cooperazione e nello scambio di informazioni tra autorità e con gli attori del mercato. Dall’altro lato, devono istituire o rafforzare se già presenti, quei meccanismi di tutela dei risparmiatori, come il sistema di garanzia sui depositi, e di gestione della crisi che si attivano nel caso in cui una banca stia fallendo. (4)
In questa direzione sembrano muoversi le autorità di controllo inglesi che in un documento di consultazione considerano l’intervento statale come teso a incentivare una private solution delle crisi, e il Parlamento europeo laddove suggerisce che le banche debbano detenere nei propri bilanci una porzione (20 per cento) di Cdo’s emessi e che dagli stessi debbano risultare in modo chiaro tutte le esposizioni nei confronti delle società veicolo.

(1) Il trading book è quella parte di portafoglio destinato all’attività di negoziazione; il portafoglio di riferimento di Basilea è invece il banking book, ovvero quello in cui vi sono i valori “di proprietà” della banca e che non vengono scambiati sui mercati.

(2) [2] Si vedano i commenti della SEC e del  Dip. del Tesoro americano ai seguenti indirizzi http://www.sec.gov/news/press/2008/2008-61.htm, http://www.treas.gov/press/releases/hp919.htm, e le dichiarazioni di Thichet disponibili al sito
http://www.ecb.int/press/key/date/2008/html/sp080515.en.html#<http://www.ecb.int/press/key/date/2008/html/sp080515.en.html>E
poi le dichiarazioni di G. Tremonti sono disponibili a questo sito
http://www.corriere.it/politica/08_aprile_19/draghi_tremonti_bd59f066-0e40-11dd-a354-00144f486ba6.shtml
(3) Principio in base al quale non possono essere concessi due volte aiuti alla stessa azienda.
(4) Per l’Italia, si vedano le funzioni del Fondo interbancario di tutela dei depositi, http://www.fitd.it/garanzia_depositanti/garanzia_dep.htm. Per il resto d’Europa uno sguardo d’insieme lo si trova sul sito delle Bis all’indirizzo http://www.bis.org/publ/bcbs37ait.pdf 

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