Le banche centrali nazionali dovrebbero modificare le regole concedendo garanzia diretta alla controparte che offre liquidità sull’interbancario. La strumentazione tecnica per farlo esiste e la proposta è coerente con le linee di intervento governative e dell’eurosistema. Due i vantaggi. La normalizzazione del mercato interbancario ridurrebbe la necessità di interventi statali. E diminuirebbe la riluttanza delle banche a ricorrere agli strumenti eccezionali di ricapitalizzazione perché si attenuerebbero i timori negativi sulla liquidità dell’annuncio di intervento.
Cosa fare nell’immediato per far fronte alla crisi finanziaria, in particolare per la realtà italiana? Condividiamo il piano di emergenza varato dai governi europei e dal governo italiano; soprattutto la scelta di articolare gli interventi per rassicurare i risparmiatori mediante garanzie sui depositi e norme che consentano al ministero dell’Economia la ricapitalizzazione di banche con inadeguatezza patrimoniale e di concedere garanzie alle banche per ottenere liquidità in situazioni di emergenza. È fondamentale però che vengano indicate velocemente le linee applicative. Inoltre consideriamo particolarmente efficiente e decisa l’azione della Bce per far fronte alla crisi di liquidità sistemica.
LA SITUAZIONE DELL’INTERBANCARIO
Pur se si stanno già osservando degli effetti benefici (l’Euribor scende) è possibile che le misure adottate non siano sufficienti per riavviare alla normalità il mercato interbancario.
L’Euribor è infatti ancora troppo elevato rispetto al tasso di rifinanziamento presso la Bce e il mal funzionamento del mercato interbancario crea ripetute carenze di liquidità in un sottoinsieme non trascurabile di banche e eccedenze in altre. Eccedenze di liquidità che, per timore di default della controparte, vengono depositate presso l’eurositema anziché essere scambiate con chi ha deficienze. Di qui l’elevato spread dell’Euribor rispetto al tasso di rifinanziamento presso la Bce e la necessità di ripetuti e crescenti rifinanziamenti di importo molto elevato da parte della banca centrale, con il conseguente emergere, per gruppi significativi di banche, di carenza di titoli collaterali.
Non si sono però ancora presentate in Italia situazioni di insolvenza come quelle osservate negli altri paesi europei, mentre il problema della deficienza di liquidità perdura e si trasmette all’economia reale tramite le restrizioni del credito e gli effetti dell’Euribor a tre mesi sui tassi bancari a breve e sui mutui a tasso variabile.
PERCHÉ LE MISURE PRESE POTREBBERO NON ESSERE SUFFICIENTI
Le recenti misure adottate dal ministero dell’Economia con i decreti legge n. 155/08 e 157/08 potrebbero trovare un limitato utilizzo a causa della loro dichiarata applicazione in "gravi crisi di liquidità" e alla conseguente riluttanza delle banche di dichiararsi in grave crisi. Quindi potrebbero non concorrere alla normalizzazione dell’interbancario. Inoltre, anche le misure, molto opportune e tempestive, della Bce non hanno sbloccato l’interbancario e forse non saranno in grado di farlo in tempi brevi. (1)
Accade perché non "curano" la preoccupazione delle banche riguardo le controparti circa (i) l’effettiva solidità patrimoniale, (ii) l’esposizione in attività strutturate, e (iii) gli effetti patrimoniali delle esposizioni nei mercati dell’Est europeo e nei paesi in via di sviluppo. Questo significa che l’immissione di liquidità contro collaterali potenzialmente riduce la domanda di liquidità sull’interbancario, ma non risolve il problema della fiducia al suo interno perché non risolve i problemi patrimoniali. L’interbancario è infatti un mercato in cui i prestiti non sono garantiti da collaterali.
COSA SI PUÒ FARE?
Nasce da qui la proposta, già suggerita da Angelo Baglioni e forse prefigurata nel discorso del governatore della Banca d’Italia del 31 ottobre scorso, che le banche centrali nazionali modifichino le regole dell’interbancario concedendo garanzia diretta alla controparte che offre liquidità sull’interbancario. (2) La strumentazione tecnica per farlo non manca ed è Target 2. (3) La proposta è coerente con le linee di intervento governative e dell’eurosistema.
Coordinando le garanzie dello Stato ai prestiti delle banche centrali nazionali, i prestiti di collaterali e la valutazione delle banche centrali nazionali sulla adeguatezza patrimoniale del sistema bancario nazionale, le banche centrali nazionali potrebbero assegnare adeguate linee di garanzia. Ciò porterebbe a due benefici effetti. In primo luogo, a una normalizzazione dell’interbancario riducendo gli interventi centrali. Secondariamente, si potrebbe ridurre l’attuale avversione delle banche a ricorrere agli strumenti eccezionali di ricapitalizzazione statale perché si attenuerebbero i timori negativi sulla liquidità dell’annuncio di intervento.
Il rischio è di fornire elevati incentivi di moral hazard che possono però essere limitati se questa misura è momentanea e viene regolamentata in maniera precisa la successiva uscita dello Stato dalle banche e nel contempo viene rapidamente avviata la riforma delle regole del sistema finanziario per un ritorno ben regolato alla liberà di mercato.
(1) Il 15 ottobre 2008 la Bce ha aumentato le tipologie e abbassato il rating dei titoli che le banche possono dare in garanzia alla Banca centrale per ricevere liquidità.
(2) Nel suo intervento in occasione della Giornata mondiale del risparmio del 31 ottobre 2008 il governatore della Banca d’Italia ha detto: "Cruciale per una ripresa del mercato interbancario è il progetto che proporremo alle banche nei prossimi giorni per la creazione di un nuovo sistema di scambi mirante ad abbattere i rischi di controparte e restituire fluidità al mercato".
(3) Target 2 è la piattaforma unica e condivisa per liquidare in tempo reale tutti i principali pagamenti all’interno dei paesi dell’area euro.
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Alessandro
Ottimo articolo, in questa analisi, tuttavia, manca un elemento a mio giudizio non trascurabile. Le recenti diposizioni della BCE hanno introdotto meccanismi di asta a tasso fisso per importi illimitati e ridotto a 50 pb lo spread penalizzante della deposit facility.Questa metodologia di finananziamento, assieme alla revisione dei collaterali da dare in garanzia, ha enormemente aumentato il ruolo della BCE come fornitore di liquidità al sistema, disincentivando le banche ad operare sull’interbancario.Paradossalmente una banca che ha stipulato un grosso numero di mutui a tasso variabile viene remunerata su quei prestiti al tasso EURIBOR, ma si rifinanzia al tasso principale,addirittura il 29 ottobre la BCE ha assegnato in un’asta a tasso fisso con scadenza a 3 MESI 103 mld di euro al 3,75%, un tasso inferiore di più di 100pb al corrispondente euribor.In una situazione di questo tipo la strategia ottimale di una banca che non è a corto di collaterali è quella di rifinanziarsi dalla BCE, non operare sull’interbancario, in modo da non far scendere troppo i tassi euribor, e cercare di ridurre al minimo il ricorso alla deposit facility, che non è poi così penalizzante come come alcuni mesi fa. Il risultato è che tutti coloro che hanno scelto un tasso variabile stanno pagando extra costi assolutamente ingiustificati, poichè le banche stanno ricevendo, in modo eccezionale, soldi al tasso di riferimento anche per scadenze più lunghe e senza alcun meccanismo di asta. Non è un caso che, non solo il partito democratico, ma lo stesso Draghi (che non mi sembra il figlio di Lenin o il cugino di Rienzi) abbia lanciato un appello perchè venga rivisto il meccanismo di indicizzazione dei mutui a tasso variabile, misura sacrosanta, almeno fino a quando le banche ricevono questo tipo di agevolazioni. Peccato che vere misure a vantaggio dei consumatori in tema di mutui non siano mai messe in atto, meglio far abboccare i pesci con la magnifica trovata del "mutuo sul mutuo", classico esempio di finanza creativa, per cui la tua rata ritorna a quella del 2006, ma pagherai gli interessi sugli interessi…
Luciano
E’ importante che la banca centrale possa esercitare efficacemente i propri compiti e in particolare quello di condizionare, nel rispetto dei meccanismi di mercato, il livello del tasso interbancario, di modo che questo si discosti il meno possibile dall’obiettivo prestabilito. Il mercato interbancario è il primo anello nella trasmissione della politica monetaria al sistema economico; perché la strategia si realizzi occorre che la banca centrale sia in grado di controllare con precisione il suo obiettivo operativo.
rita
Utilissimo il vostro articolo che sembra indicare una strada ovvia, ma non per questo seguita, per correggere le distorsioni dovute alla sfiducia sull’interbancario:Vi pongo due domande che credo tutti abbiamo in testa: che succede se la garanzia della banca centrale deve davvero andare a coprire un mancato rimborso? Come fanno Draghi e Bini Smaghi a non seguire la via da voi proposta, ma a parlare di abbandono dell’euribor dal lato degli impieghi senza spiegare come fanno ad evitare la trasformazione dei tassi, visto che avrebbbero raccolta e impieghi sbilanciati in quanto a tasso di riferimento?