Lavoce.info

L’INDICE PUNTA ALLA RECESSIONE

La crisi finanziaria mondiale in corso è la più grave dal dopoguerra: è penetrata nel profondo dell’intero sistema finanziario e sta seriamente condizionando il settore bancario. I suoi effetti sull’economia reale si manifestano in modo sempre più chiaro. €-coin, un indicatore della crescita di fondo dell’area euro, ha indicato un rallentamento dell’economia dell’area sin dall’inizio del 2007, inglobando il peggioramento della tendenza dall’agosto dello stesso anno. E ha ben rappresentato il brusco deterioramento del quadro congiunturale a partire dall’estate 2008.

Gli indicatori del ciclo economico, come €-coin, sintetizzano in un unico numero la situazione economica corrente assegnando pesi appropriati alle informazioni disponibili. (1)
Secondo €-coin, l’economia dell’area ha toccato un picco ciclico nel 2006, quando l’indicatore poneva al 3,5 per cento annuale la crescita di fondo dell’area (figura 1).

€-COIN E LA RECESSIONE INCOMBENTE

Figura 1

Già nel secondo trimestre del 2007 la crescita dell’area aveva cominciato a rallentare, sebbene in luglio, prima che gli effetti della crisi legata ai mutui subprime si manifestassero, €-coin  stimasse la crescita di fondo ancora intorno al 3 per cento annuo. Dall’agosto del 2007 €-coin è sceso al 2 per cento (in termini annuali) alla fine dello scorso anno, per poi toccare lo zero nell’ottobre di quest’anno, il livello più basso dal 1993.

Figura 2: Euro area

I dati relativi all’economia reale, come laproduzione industriale o la disoccupazione, hanno iniziato a mostrare segni di rallentamento solo nel primo trimestre di quest’anno (figura 2), mesi dopo che il balzo negli spread sui mercati monetari aveva segnalato la gravità della crisi finanziaria. I risultati delle indagini e le quotazioni di borsa hanno invece mostrato un più rapido deterioramento. Di conseguenza, dall’agosto del 2007, le opinioni delle imprese e i dati finanziari, che rappresentano circa un terzo dei dati utilizzati nella costruzione di €-coin, sono stati i principali fattori alla base del calo dell’indicatore, mentre le variabili reali hanno avuto un ruolo minore, agendo talvolta in direzione opposta, come nel secondo trimestre del 2008.

PREVISIONI MANCATE

Confrontare €-coin con le valutazioni degli esperti sull’andamento dell’economia dell’area dell’euro nell’ultimo biennio, può aiutarci a capire se ha saputo correggere in modo adeguato, per entità e tempi, la stima della crescita di fondo anche nella attuale fase ciclica, per molti versi diversa dalle precedenti.
La minaccia di fallimento di banche di rilevanza sistemica, evento quasi mai paventato nel passato, è diventata concreta, spingendo governi e banchieri centrali a varare provvedimenti straordinari per sventarne il pericolo. La presenza di una possibile, significativa restrizione del credito e di un forte declino dei prezzi delle case in alcuni mercati possono essere antesignani di un rallentamento congiunturale più marcato rispetto ai passati cicli economici. (2)
È pertanto legittimo domandarsi se gli strumenti statistici dei quali siamo dotati e, in particolare, indicatori sintetici come €-coin, costruiti sulla base delle oscillazioni cicliche usuali dell’economia, siano effettivamente in grado di cogliere l’entità dei fenomeni in atto.
Per rispondere, si confronta qui l’andamento di €-coin con le valutazioni dei principali previsori, raccolte da Consensus Forecasts, Cf, e con le opinioni del mono degli affari,che per loro natura, non affidandosi a una semplice procedura statistica, possono tener conto di quei fattori che non sono misurati dai dati se non quando i loro effetti si sono oramai pienamente dispiegati. (3)
Prima dell’agosto del 2007 i previsori (censiti da Cf) collocavano la crescita dell’area al 2,3 per cento nel 2008. Tre mesi più tardi la stima era scesa al 2 per cento. Le revisioni al ribasso sono continuate con gradualità nel corso del 2008 e, dopo una temporanea risalita all’1,7 per cento in giugno, sono di nuovo cadute, raggiungendo l’1,1 per cento in ottobre. Le prospettive per il 2009 hanno avuto un peggioramento ancora più marcato tra gennaio e ottobre di quest’anno, dal 2 allo 0,4 per cento. L’entità delle correzioni e la loro concentrazione negli ultimi mesi mostrano come sia occorso molto tempo affinché ci si rendesse conto della gravità delle conseguenze della crisi finanziaria sull’economia reale. €-coin invece ha segnalato tempestivamente che l’economia stava rallentando, in maniera forse anche più decisa di quanto contemplato nelle previsioni.
Per vedere come €-coin, pesando in maniera appropriata le informazioni via via  disponibili, dati monetari e finanziari inclusi, abbia fornito una stima in tempo reale, pressoché priva di oscillazioni, dell’indebolimento della crescita dell’area dell’euro, lo si può paragonare ad altri importanti indicatori congiunturali, che sono parte dell’insieme di dati usati in €-coin. Come evidenziato dall’animazione, mentre qualitativamente e in generale il quadro tracciato è analogo, gli altri indicatori forniscono spesso segnali discordanti e comunque soffrono di maggiore volatilità.
Abbiamo infine confrontato €-coin con la crescita sui dodici mesi del Pil anticipata di un trimestre: per esempio, abbiamo confrontato la stima di €-coin del marzo 2008, con la crescita del Pil sui dodici mesi nel secondo trimestre 2008. (4) Gli “errori” così calcolati hanno la stessa entità prima e dopo l’inizio della crisi nell’agosto del 2007, cioè in due periodi potenzialmente caratterizzati da un diverso regime. (5)
€-coin ha dunque indicato un rallentamento dell’economia dell’area sin dall’inizio del 2007, inglobando il peggioramento della tendenza dopo l’agosto dello stesso anno. E ha ben rappresentato il brusco deterioramento del quadro congiunturale a partire dalla scorsa estate. Ciò dimostra che €-coin ha continuato a fornire un segnale attendibile e tempestivo delle tendenze della crescita nell’area sia nel confronto con i maggiori esperti, sia rispetto al proprio passato.

PER SAPERNE DI PIÙ

Forni, M., M. Hallin, M. Lippi, e L. Reichlin (2005), “The generalized dynamic factor model: one-sided estimation and forecasting”, Journal of the American Statistical Association 100 830-40.
Leamer, E.E.(2008) “What’s a recession, anyway?”, Nber Wp 14221.
Stock, J.H. and M.W. Watson (2002), “Forecasting using principal components from a large number of predictors”, Journal of the American Statistical Association 97, 1167-79.
Zarnowitz, V (2008) “Present conditions of the US economy in an historical perspective”.

(1) €-coin è presentato in Cristadoro, R. e G. Veronese (29 ottobre 2007) “€-coin and the euro area economic outlook: where do we stand?” e in Altissimo F., R. Cristadoro, M. Forni, M. Lippi e G. Veronese (2007), “Eurocoin: tracking economic growth in real time” Banca d’Italia, Temi di discussione n. 631 e Cepr WP n. 5633  (in corso di pubblicazione  sulla Review of Economics and Statistics). Viene pubblicato su eurocoin.cepr.org o www.bancaditalia.it.
(2)Si veda il capitolo 4 del World Economic Outlook del Fmi, ottobre 2008.
(3) Conoscendo la storia delle crisi passate, che si estende ben oltre il periodo campionario sul quale €-coin e i modelli previsivi sono tipicamente stimati, ad esempio la depressione del 1929, si possono apportare “correzioni judgemental” ai loro risultati.
(4) A prima vista può sorprendere il confronto con la crescita tendenziale del Pil anticipate di un trimestre nel valutare la attendibilità di €-coin. Come mostrato nell’articolo di Altissimo et al., 2007, €-coin stima la crescita di medio – lungo periodo nell’euro area, cioè la componente della crescita trimestrale depurata da volatilità di breve periodo e rumore statistico. Questa componente ovviamente non è osservabile, ma quando è disponibile un numero sufficiente di osservazioni “future” può essere stimata con un filtro bilatero passabanda, definibile, in termini semplici come una media mobile pesata e centrata dei tassi di crescita trimestrali del Pil. La mancanza di dati futuri alla fine del campione previene l’utilizzo di tale filtro e giustifica la stima di €-coin, che ne fornisce una buona approssimazione in tempo reale. La media mobile centrata e pesata, può essere approssimata (seppur in modo assai rozzo) con un tasso di crescita tendenziale, cioè una media mobile semplice non centrata di soli quattro termini: l’anticipo di un trimestre serve per “ricentrarla” rispetto al trimestre corrente rendendo meno povera l’approssimazione.
(5) La media dei valori assoluti degli errori dal 1999Q1 al 2007Q2 è 0,283, considerando il periodo più recente (2007Q3-2008Q1) tale errore è solo leggermente più elevato (0,298).

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Espansiva o restrittiva? Come leggere la politica monetaria della Fed
Leggi anche:  Capitali coraggiosi per imprenditori audaci

Precedente

PAESE PER PAESE COME SI SALVANO LE BANCHE

Successivo

LA CRISI, IL MERCATO E IL PENSIERO LIBERALE *

  1. Massimo GIANNINI

    "..Ha indicato un rallentamento dell’economia dell’area sin dall’inizio del 2007, inglobando il peggioramento della tendenza dall’agosto dello stesso anno. E ha ben rappresentato il brusco deterioramento del quadro congiunturale a partire dall’estate 2008". Leggendo questa frase più volte, mi sono posto le seguenti domande: E la politica monetaria europea dov’era? Sembra che chi la decida non tenga conto né delle statistiche né dei sui ritardi interni ed esterni che rendono inefficace qualsiasi tentativo di stabilizzazione (che può diventare destabilizzazione). Se il deterioramento é avvenuto in estate, e non penso fosse improvviso sebbene brusco e/o solo in Europa, cosa ci faceva il prezzo del petrolio a 150$? Forse nessuno aveva avvisato l’OPEC? C’é chi sostine che la crisi non si è mossa dal settore finanziario a quello reale, bensì viceversa, con una crisi di sovrapproduzione, ovvero quando l’offerta aggregata superava la domanda aggregata (e qui Marx ci aveva detto di stare attenti 150 anni fa…). Personal thoughts about economics for Main Street, Laymen and also Economists…

  2. luis

    Questo articolo conferma che la Bce ha preso una grossa cantonata quando a Luglio ha aumentato ancora una volta – riservandosi di aumentarlo ancora! – il costo del denaro con un’economia che già dava segni chiari di debolezza e l’inflazione, depurata dalle materie prime, era circa al 2%. Sembra che, come principianti, emettano decisioni non per anticipare ma per reagire ad una situazione già superata. Eppure dovrebbero avere mezzi sofisticati per capire come la situazione sta evolvendosi. Chissà se hanno avvertito che ci avviamo o già siamo in un periodo del tutto nuovo di deflazione e che forse l’ inflazione devono per un po’ dimenticarla.

  3. ROSSANO ZANIN

    Il differenziale sui titoli di stato a 2 e 10 anni sia nell’area euro sia nelgi Usa indica senza ombra di dubbio una recessione in atto di proporzioni notevoli.Il gap negli Usa è di 2,50 punti percentuale, quasi un record storico. Secondo molti analisti questo dato indica una recessione cruenta con una ripresa dell’economia soltanto fra 12/24 mesi, quindi nella migliore delle ipotesi a fine 2009.

  4. Flavio

    Articolo interessante. Avrei però un quesito da porre a tutti gli economisti e agli attori istituzionali, nazionali e internazionali, impegnati a discutere della grave crisi finanziaria ed economica attuale. Se dopo averla spremuta per bene, ottenendo prestazioni brillanti, la vostra auto cominciasse ad avere noie al motore fino al punto di lasciarvi a piedi, non potendo cambiarla, voi chiedereste l’aiuto di un bravo meccanico o di un benzinaio? Non vi sembra un po’ ingenuo continuare a pensare, quasi fosse un dogma, che solo iniettando abbondante benzina, pardon, "soldi", nel motore guasto dell’economia (vedi:aiuti di stato alle banche, iniezioni di liquidità spaventose da parte delle banche centrali, tassi d’interesse bassi, e chi più ne ha più ne metta..) tutto dovrebbe tornare magicamente a funzionare perfettamente? Attenzione, non sto dicendo che nell’articolo si sostenga quest’idea. Mi sembra però che i G20 e i loro consiglieri economici e in generale molti economisti, la pensino esattamente così, (viste le politiche finora adottate per risolvere questa crisi e non solo questa). La benzina fa solo girare il motore, ma se il motore è guasto? Lo si vuole sistemare o no il motore?

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén