Lavoce.info

E CATRICALA’ PORGE L’ALTRA GUANCIA

L’Autorità antitrust ha dato il via libera al decollo di Cai. Stupisce che dopo essere stata esclusa da una valutazione della concentrazione Alitalia-Airone, l’Autorità abbia voluto offrire l’altra guancia accettando un ruolo di controllore del tutto formale rispetto all’evidente problema di monopolizzazione del trasporto aereo italiano. E stupisce la scelta di accontentarsi della tutela di una minoranza di consumatori deboli, abbandonando la maggioranza agli effetti negativi di un aumento generalizzato delle tariffe. Intanto Confindustria tace.

 

Con il provvedimento 58 del 3.12.2008 l’Autorità antitrust italiana ha dato il via libera al decollo della Compagnia aerea italiana.
È questa la seconda volta in cui i destini di Cai e quelli dell’Antitrust si incrociano. La prima volta quando il governo, applicando l’articolo 25 della legge antitrust, sollevò l’Autorità dal compito di valutare gli effetti anticoncorrenziali dell’operazione. Provvedimento quanto mai tempestivo e necessario, per gli sponsor dell’operazione: una valutazione anche superficiale del progetto non avrebbe potuto che concludersi con una sonora bocciatura, data la situazione di assoluta dominanza raggiunta dalla fusione di Alitalia e Airone su molte rotte nazionali. Lo stesso provvedimento governativo assegnava all’Antitrust il compito di sorvegliare sulle tariffe e la qualità del servizio del nuovo vettore, affinché le condizioni di quasi-monopolio interno raggiunte non si traducessero in tariffe ingiustamente gravose per i viaggiatori.

CONTROLLORE SOLO FORMALE

Con il provvedimento del 3 dicembre, l’Autorità individua una serie di misure che dovrebbero contrastare i naturali incentivi del monopolista a fissare prezzi elevati e a contrarre la quantità offerta. Tra queste, l’impegno a riservare il 10 per cento dei biglietti alle tariffe economy più convenienti praticate nella precedente stagione, l’istituzione di un numero verde per raccogliere le lagnanze del pubblico, l’impegno a indennizzare i viaggiatori nel caso di cancellazione dei voli. Queste misure si sommano a quelle offerte da Cai, relative al mantenimento di un programma di frequent flyer e il riposizionamento di 50 slot dal Linate-Fiumicino ad altre rotte. L’Autorità ritiene quindi che, con queste misure, l’operazione dia garanzie sufficienti rispetto al timore di un generalizzato aumento dei prezzi interni.
Non si può che rimanere sconcertati rispetto a queste valutazioni. Il disegno stesso del provvedimento governativo, che assegnava all’Antitrust il compito di sorvegliare le tariffe aeree per evitare ingiustificati aumenti, era per sua natura privo di qualunque efficacia e fattibilità. Chiunque abbia preso anche raramente un aereo sa benissimo che nel trasporto aereo non esiste “un prezzo” facilmente sorvegliabile nel suo livello e nella sua evoluzione, ma un numero estremamente elevato di tariffe caratterizzate da clausole e vincoli diversi, che variano da orario a orario. Su uno stesso volo si possono registrare prezzi estremamente diversi pagati dai viaggiatori: quali sono ingiustamente gravosi? Come giudicare, dal punto di vista dell’utente, un biglietto più caro ma caratterizzato da maggiori flessibilità di utilizzo? È del tutto evidente che il compito assegnato all’Antitrust non aveva alcuna possibilità di tradursi in pratica in provvedimenti efficaci.
Questo dato era peraltro evidente da subito, e stupisce che l’Autorità garante, dopo il primo schiaffo ricevuto nel momento in cui è stata esclusa da una valutazione della concentrazione Alitalia-Airone, abbia voluto offrire l’altra guancia accettando un ruolo di controllore del tutto formale rispetto all’evidente problema di monopolizzazione del trasporto aereo italiano.  

TUTELA DEI CONSUMATORI. MA QUALI?

Stupiscono anche le argomentazioni che l’Autorità porta a sostegno del via libera. Argomentando a favore di una quota del 10 per cento di biglietti alle tariffe economy più convenienti, si afferma che “tale misura presenta il vantaggio di tutelare in maniera certa e istantanea la fascia di consumatori più sensibili al fattore prezzo contro il rischio di un ingiustificato incremento dei prezzi a seguito della fusione. Ciò appare necessario in considerazione della circostanza per cui nel Piano industriale di Cai si fa riferimento a incrementi del ricavo medio per passeggero a partire dalla prossima stagione Iata”.
Non avevamo francamente colto che la missione dell’Antitrust, fortemente identificata sotto la presidenza Catricalà con la difesa dei consumatori, si fosse in tempi recenti ridimensionata a quella di protettore di una minoranza di consumatori “deboli”, abbandonando la maggioranza agli effetti negativi di un aumento generalizzato delle tariffe: questo è il significato ovvio di un aumento del ricavo medio per passeggero.
E continua a stupire il silenzio che giunge da viale Astronomia, sede della Confindustria, che pure raggruppa tra i suoi membri molti tra quelli che maggiormente subiranno, in termini di aumento dei costi, il già annunciato aumento del ricavo medio per passeggero. Come appaiono lontani i tempi in cui da Confindustria arrivavano gli inviti a sviluppare la concorrenza!

Foto: © Copyright Alitalia

Lavoce è di tutti: sostienila!

Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!

Leggi anche:  Trasporti locali: l'autonomia differenziata può renderli più efficienti?
Leggi anche:  Un peccato originale nella decisione Ue su Lufthansa-Ita*

Precedente

INDENNITÀ AI CO.CO.PRO: UN BEL GESTO CHE NON IMPEGNA

Successivo

A SCUOLA D’INVESTIMENTI

20 commenti

  1. Gabriele Andreella

    Le authority, almeno finchè la politica italiana non riesca a diventare un minimo seria (cioè mai), devono essere abolite. Non fosse altro perchè sono una spesa completamente inutile (visto che, e ne abbiamo l’ennesima conferma, non fanno il loro lavoro). Servono per elargire poltrone a incompetenti amici degli amici, trombati in qualche occasione e sempre in attesa di ricollocamento. In questo paese gli ammortizzatori sociali non funzionano; ma per i servi dei partiti sembrano funzionare benissimo.

  2. Luigi Coppola

    Sono a dir poco discutibili l’efficacia di queste autorità in essere in Italia. Istituite tutte con fini necessari e indispensabili ad un corretto andamento dei liberi mercati, quando chiamate ad una valutazione, sulla carta vincolante, per la condotta dei soggetti ad esse riconducibili, mostrano tutta la loro valenza a dir poco sconcertante. Basti pensare alla capacità sanzionatoria dell’Autorità per le comunicazioni, rispetto alle varie operazioni perpetrate dalle compagnie telefoniche, piuttosto che all’Autorita per l’alimentazione (se ben ricordo, di recente istituzione a Parma) o l’Autorità per l’Edilizia, ma non saprei se è noto a tutti, l’elenco completo di simili apparati, che nella migliore ipotesi e funzionalità espressa, produrranno costi, la cui entità rimane incerta.

  3. Valerio Bra

    CAI-Alitalia a parte, mi pare che la centralità della AGCM degli ultimi anni debba sfumare con l’avanzare della crisi e con l’esigenza (giusta o sbagiata) di gestire una parte dei processi di adattamento alle nuove condizioni (interne ed esterne) con un’ottica dirigista. Del resto una parte della rilevanza dell’Autorità venne dalla campagna fatta negli anni scorsi, da parte di componenti del mondo imprenditoriale (e dei media) per spiegare ai salariati che il loro problema non erano (sono?) i bassi salari, ma quanto questi siano decurtati dalla mancanza di concorrenza. Anche questo era un mito ed un fattore secondario e magari ha solo sovraesposto l’Autorità, privandola ora di una silenziosa autorevolezza di cui avrebbe bisogno.

  4. vincesc

    Certamente sarebbe più onorevole per la commissione non aver dato nessun giudizio, per non perdere autorità quando dovrà pronunciarsi per altri casi di presunte monopolizzazioni.

  5. beppe giaccardi

    Con rispetto per la sua storia, rispetto a Confindustria di oggi si deve putroppo constatare: a) è sempre più un’oligarchia di 100 mila imprese easociate rispetto alle oltre 4 milioni esistenti in Italia, b) ha perso la capacità di leadership e innovazione culturale che ha contraddistinto le presidenze di Abete negli anni ’90 e di Montezemolo all’inizio di questo secolo, c) è collusa per cortomiranti interessi di parte con seclte di governo che non fanno gli interessi del paese, vedi CAI-Alitalia-Airone, d) servono attività e processi nei quali le imprese siano ascoltate e possano contare nelle scelte di rilancio, e) si è paersa tracci adi qualunque politica pe ri giovani e le neo imprese, da dove si crede possa ripartire un rilancio economico del sistema-Italia?

  6. Alessandro Cipolla

    La posizione di confindustria è spiegabile in poche semplici considerazioni: 1) La Marcegaglia è sia presidente di Confindustria che azionista quindi credo che starà zittina sui prezzi 2) Credo che con questa aria di crisi il trasporto aereo o almeno le fascie più a basso costo potrebbero subire contrazioni consistenti quindi una quota di biglietti scontati potrebbe essere una soluzione ragionata 3) Confindustria difende e predica la concorrenza solo quando ha qualcosa da guadagnare e non sempre come si crede. In realtà difende interessi legittimi ma di parte.

  7. Paolo Rossi

    Facile previsione: le tariffe di CAI non saranno competitive, ma questo non è l’obiettivo della "banda del quartierino" che si è appropriata di Alitalia. Il loro scopo è di spolpare l’osso per quanto possibile di asset e terreni vari, poi cedere il tutto al miglior offerente che certamente sarà in grado di assorbire il colpo per entrare in massa nel mercato italiano. Non ha importanza se la CAI continuerà a indebitarsi, l’esperienza Telecom insegna come quei signori (con la s minuscola) sanno ribaltare i debiti sulla collettività. Ovviamente il salotto che si sta mangiando la torta comprende anche una buona parte della classe politica, bipartisan, che deve tenere la bocca chiusa e anzi farla tenere pure alle varie Authority. E’ una situazione che ricorda, amplificata, la maxi tangente Enimont di altri tempi. Ad ogni buon conto ha ragione Grillo quando ci dice che questi signori, ovvero il "Veltrusconi", stanno facendo fallire l’Italia. La CAI non è altro che un ulteriore sintomo del cancro che si chiama "Classe Dirigente". Il nostro problema è che il criterio di selezione della classe dirigente è marcio. E a questa patologia non c’è alcun rimedio incruento.

  8. Elio Gullo

    Sono amareggiato per la soluzione CAI. Elimina la concorrenza Alitalia-Air One, scarica costi sulle fasce deboli e, probabilmente, non produrrà un "campione nazionale". Il ruolo di Confindustria lo si era capito da come la Marcegaglia zittì, a stretto giro di Sole24Ore, il buon Alesina che aveva posto in maniera critica la partecipazione alla cordata della Presidente (oltre a mettere in risalto altre criticità non piccole). Visto come si erano messe le cose non aveva, il buon Catricalà, molte frecce nel suo arco. Menomale che l’alta velocità ferroviaria potrà, in qualche modo, limitare il danno della "compagnia di bandiera unica". Stiamo vivendo una stagione non proprio felice, da molti punti di vista. Speriamo che a rialzare la testa non si impieghi troppo tempo, in modo da evitare guai peggiori.

  9. Marco Giovanniello

    Spostare l’impiego di 25 coppie di slot a Linate ad altre destinazione sarà un’ ulteriore gravissima violazione del Decreto Bersani bis attualmente in vigore e già irriso e aggirato. Roma è l’unica destinazione libera, per tutte le alte c’è un limite giornaliero per ciascun vettore. Per Napoli ad esempio sono permessi 2 voli al giorno, ma Alitalia ne ha sempre fatti 6, fingendo che 2 siano operati dalla consociata Alitalia Express e 2 da Volare. A sua volta AirOne ne fa 5. Il Decreto è chiaro, dopo la fusione potrebbero farne 2 in totale, invece di 11. Ma aumenteranno ancora, e’ veramente disgustoso che l’Antitrust ratifichi un ulteriore aggiramento delle norme, che daranno a Cai la possibilità di aumentare la quota di mercato a Linate per tutte le destinazioni nazionali.

  10. Federico Ghezzi

    Solo un’annotazione specifica. Perché il provvedimento è così deprimente che non vale la pena di spingersi oltre. E’ proprio vero che si tutelano i concorrenti più deboli vietando di aumentare le tariffe per la classe economy rispetto all’anno precedente ? L’anno precedente è il 2008. Le tariffe 2008 sono state decise con il petrolio viaggiante tra i 90 e 140 dollari al barile. Il prossimo anno inizierà verosimilmente con un prezzo del petrolio che va dalla metà ad un terzo delle quotazioni del 2008 (oggi il Brent è sotto la soglia 41 $) . Il jet fuel è la voce di costo più rilevante delle compagnie aeree. Dunque si fa un ennesimo regalo a CAI, che in situazioni di concorrenza avrebbe trasferito a valle il risparmio di costo, mentre così potrà ingurgitare la differenza.

  11. Giovanni

    L’incapacità di avere una politica concorrenziale che garantisca la crescita è impossibile fino a quando il maggiore monopolista è lo Stato causa debito pubblico due volte il PIL.

  12. Mario Alessandro

    Non dimentichiamoci che Catricalà è stato posto a capo dell’Autorità dell’antitrust da Berlusconi. I viaggiatori che voleranno con CAI pagheranno il biglietto più salato due volte: 1° perchè le tariffe senza competizione saranno più alte e di Catricalà i Capitani Coraggiosi non se cureranno, forti dell’appoggio di Scajola, che continuerà ad avere il suo aeroporto e volo privato a spese nostre; 2° quei cittadini, che hanno poco senso dell’umor e volano CAI, pagheranno anche i9 debiti della bad company come gli altri sventurati contribuenti che non volano CAI o non hanno votato il caimano.

  13. Giovanni Gellera

    Spiace dirlo, ma è la solita storia. In italia mai che ci sia un progetto industriale “pulito”, cioè che si affacci sul mercato trasparente fin dall’inizio e disposto ad affrontare la concorrenza. All’estero colossi come la British Airways o Air France si sono ristrutturate dolorosamente ma certo non creandosi il proprio piccolo orticello in cui la concorrenza è tagliata fuori e i debiti…beh, tanto paga lo stato!
    Inutile stupirsi di nuovo…

  14. Giovanni Gisonda

    L’affare Alitalia-CAI è una grossa truffa a danno dei contribuenti e a favore di pochi ricconi amici. In tempi normali questo non sarebbe mai potuto succedere. Ma il Parlamento, le TV, i giornali e l’autorità antitrust sono tutti proni alla volontà del governo. L’Italia è ancora una democrazia? Se va avanti il ddl che mette sotto controllo anche internet la risposta è scontata.
    Quello che più impressiona è l’indifferenza generale.

  15. luigi zoppoli

    Nel caso Alitalia, le Autorità hanno perso ripetute occasioni. Oltre alla questione concorrenza, personalmente ho ancora ben presenti le oscillazioni del titolo Alitalia in concomitanza delle dichiarazioni avventate, incongruenti del capo del governo. Brillava per l’assenza ogni osservazione della CONSOB. Fino a quando non si capirà che i conflitti di interesse sono una indegna e dannosa pratica, ogni ragionevole approccio è semplicemente impossibile. Quanto a Confindustria, francamente le scelte e la condizione della nuova leadership lasciano davvero a desiderare. Luigi Zoppoli

  16. francesco piccione

    L’assenza, da parte Confindustria, di ogni voce di protesta alla totale assenza di concorrenza interna, ed in particolare sulla rotta roma-milano-roma, non deve stupire per due ragioni. la prima è che la cordata è formata da vari imprenditori di primo piano, che risultano fra i grandi elettori degli attuali vertici di confindustria. la seconda ragione è che l’attuale pessima soluzione al problema alitalia è stata fortemente voluta dall’attuale presidente del consiglio e confindustria non è in grado di esprimere valutazioni autonome rispetto a berlusconi. siamo di fronte ad una crisi economica internazionale di portata colossale ed il governo vara una risibile manovra, più dannosa che inutile, e confindustria non proferisce verbo. viene azzerata la concorrenza sulle rotte interne ed è di nuovo silenzio. con degli imprenditori di tal fatta non andremo mai da nessuna parte. sono sempre preoccupati di non disturbare il manovratore perché non sanno fare bene il loro mestiere e sono sempre ad elemosinare qualche favore, una tariffa agevolata, una concessione che permetta di agire in mercato protetto, un pezzo di un’industria pubblica redditizia da dismettere ed altro.

  17. Stefano Spada

    La sentenza dell’Authority nonché tutto quest’affare di CAI dimostra ancora una volta come nessuno in Italia né accetta né vuole la concorrenza. E’ sempre il cittadino e il passeggero a pagarne le conseguenze. Per fortuna che siam in Europa e che almeno, si spera, quei 300 milioni di Euro di prestito ponte vengano restituiti ai contribuenti. A questo punto lancio una provocazione: mi chiedo se nel trasporto aereo è meglio finanziare (quando la societa’ di gestione aeroportuale è in mano pubblica) compagnie low cost che almeno contribuiscono in modo serio a servizi aerei e producono lavoro o carrozzoni pubblici ed inefficienti come questo nuovo mostro che verra’ creato. L’efficienza questa classe dirigente non la comprende.

  18. Massimo Merighi

    Sconvolgente la miopia verso gli utenti che annebbia la realtà. Ma alla fine penso che i viaggiatori siano premiati, ad oggi la CAI non ha ancora chiuso e non è ancora partita, il paravento era l’antitrust, ma una semplice considerazione logica ci dice che per andare avanti la CAI ha bisogno di un partner estero, che ad oggi non esiste e forse non esisterà mai! Gli slot a questo punto vanno lasciati liberi, benvenuti altri vettori, la CAI-Alitalia perderà altre quote di mercato ed in pochi mesi si trovera’ nelle medesime condizioni della vecchia compagnia ! Per cui nessun vettore estero e’ interessato ad entrare ora, ma si preparano allo sbarco, basta stare sulla riva del fiume ad aspettare che il mercato si apra da solo e noi utenti aspettiamo lo stesso!

  19. Luigi Mancini

    A me sembra, in maniera deprimente, che questo dimostri come l’Antitrust abbia capito benissimo che aria tira dopo le intromissioni del governo in materia di competenze e nomine di vari organi, e si sia adeguato per non contrariare il potere, in modo da conservare le poltrone.

  20. Claudio Mentasti

    Chi ha rilevato Alitalia non ha certo pensato all’italianità della compagnia, ma alla amatricianità dell’affare. Appoggi politici, debiti condonati, rateizzazioni assurde, campagne giornalistiche favorevoli, sindacati plagiati ecco gli ingredienti dell’Italian way of business! L’antitrust poi e l’altra invenzione chiamata Mister prezzi, fanno solo sorridere in questo Paese. Vedremo se qualcuno pagherà quando la truffa verrà a galla.

Lascia un commento

Non vengono pubblicati i commenti che contengono volgarità, termini offensivi, espressioni diffamatorie, espressioni razziste, sessiste, omofobiche o violente. Non vengono pubblicati gli indirizzi web inseriti a scopo promozionale. Invitiamo inoltre i lettori a firmare i propri commenti con nome e cognome.

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén