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MAESTRO UNICO: UN PASSO AVANTI E UNO INDIETRO

Il maestro unico sarà facoltativo. Questa è la decisione che è stata annunciate nei giorni scorsi dal ministro Gelmini. Le famiglie potranno scegliere tra un impegno scolastico di 24 ore (il maestro unico), 27 ore oppure 40 ore (il tempo pieno con due maestri). Il ministro Gelmini, con questa decisione, ha fatto un passo indietro ed un passo avanti. Ha fatto un passo indietro rispetto alle dichiarazioni dell’autunno in cui si faceva passare il maestro unico come una riforma fondamentale per la scuola primaria italiana. In realtà si trattava solo di tagliare sul numero di maestri. Grembiule, maestro unico e "libro unico" erano solo un tentativo di camuffare come progetto educativo quella che era solo un’esigenza di bilancio.
Bene ha fatto il ministro a recedere da un provvedimento puramente ideologico, ma non era in linea con le esigenze di gran parte delle famiglie italiane. Ma sarebbe sbagliato parlare solo di un passo indietro. Garantendo la possibilità di scegliere tra 24, 27 e 40 settimanali, il Ministro ha garantito alle famiglie l’opportunità di adattare l’impegno scolastico dei figli con le proprie esigenze. E’ molto probabile che nelle città la richiesta del tempo pieno sia massiccia, mentre nei centri più piccoli le 24 ore potrebbero avere una maggiore domanda. Tutto bene, dunque? In realtà ci resta una perplessità. La flessibilità, se sarà veramente garantita a tutte le famiglie, rischia di entrare in conflitto con l’obiettivo, ribadito da Ministro, di attuare il piano di tagli all’organico degli insegnanti della scuola primaria, a meno di non procedere ad una forte riduzione dei plessi scolastici e all’aumento del numero medio di studenti per classe. Aspettiamo di conoscere meglio i piani del Ministro Gelmini per capire come concilierà maggiore possibilità di scelta e riduzione dei costi. Come dicono gli inglesi, il diavolo è nei dettagli.

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10 commenti

  1. fabrizo

    Non sono d’accordo sul fatto che il provvedimento del maestro unico fosse ideologico. non apisco dove stia l’ideologia visto che nella maggior parte dei paesi Europei vige il sitema del maestro unico. Sono anch’essi ideologizzati?

  2. Giovanni Caruselli

    Lavoro come insegnante di storia e filosofia in un Liceo della Brianza. Vorrei informare chi legge che nella maggior parte delle scuole le aule hanno dimensioni ridotte, cioè tali da non poter ospitare più di 25 ragazzi.

  3. giuseppe biasini

    Spiace che il ministro abbia fatto un passo indietro, dando la possibilità di scelta. Qualunque intervento, anche il peggiore, sarebbe stato un passo avanti nella scuola; peggio di così non è possibile. Sceglieranno tutti per avere i figli fuori dai piedi il più possibile, anche se non necessitati. In nome della libertà.

  4. emilio

    Nel medesimo telegiornale prima Berlusconi ha dichiarato che non si era mai parlato di maestro unico mentre la ministra Gelmini alcuni minuti dopo ne ha parlato ben due volte. Questo significa che si vuol creare confusione in attesa di riprovare a cambiare tutto? Che non c’è accordo nel governo? La Gelmini ha cantato vittoria per l’abolizione del modulo, che secondo lei comportava la compresenza di due insegnanti. In effetti la compresenza esiste nel modulo per 6 ore settimanali su due classi (2 ore per ciascuno dei tre insegnanti coinvolti). Qui avverrebbe il risparmio. Però il tempo pieno a 40 ore prevede 4 ore di compresenza su una classe. Quindi dove sta il risparmio? C’è un’ora di compresenza in più.

  5. Anna Maria

    Non si può pensare di ampliare l’orario scolastico, migliorare l’offerta formativa e tagliare il personale docente. Sono 3 azioni non realizzabili concretamente insieme. Per un semplice motivo: un solo maestro non può essere un "tuttologo" al passo con tutte le materie del curricolo della scuola primaria. Ai tempi del maestro unico di antica memoria materie come inglese, informatica o musica non erano contemplate. Sfido chiunque a trovare un maestro elementare in grado di spiegare le materie "classiche" insieme alle "nuove" nell’arco di una giornata che inizia la mattina e termina il pomeriggio. Il confronto con gli altri paesi europei andrebbe fatto seriamente. In alcuni paesi europei il maestro davvero "unico" esiste solo nei primi 2 anni della scuola primaria. Successivamente intervengono gli specialisti. Questa soluzione avrebbe ottenuto molti più consensi rispetto a quella sbandierata dalla ministra. Certo che è stata una campagna ideologica quella del maestro unico: è stata richiamata la nostalgia del maestro unico in relazione alla nostalgia di una età dell’oro in cui la "complessità" dell’offerta formativa non aveva ragione d’esistere. Direi una campagna ideologica sul "vintage".

  6. salvatore rapisarda

    L’economista di riferimento dei conservatori già da secoli ha sottolineato l’importanza della divisione del lavoro e della specializzazione dei lavoratoti tipica dei sistemi moderni nella scuola elementare si torna indietro, in una riforma che non produce risparmi se non in termini di riduzione del tempo-scuola, ma il maestro unico doveva dare nell’intenzione dei "riformatori" un appeal di amarcord e di antiquariato per rendere presentabile la riforma.

  7. Gianluca

    Non so il perché di questo cambiamento, ma non mi piace. La scelta alle famiglie provocherà problemi attuativi (come fare se metà sceglie così e metà cosà?) e il governo non fa certo la figura del decisionista. Il maestro unico o prevalente è una cosa saggia, nelle nostre elementari lavorano troppe persone, e va investito nell’efficienza e nella modernizzazione. Il tempo pieno è da salvare e valorizzare, ma i tre maestri su due classi no.

  8. fernanda

    Leggo ora il comunicato stampa e le slides sul sito del ministero dell’istuzione (sempre più "distruzione") relativi alla prima fase dell’attuazione del decreto Gelmini e continuo a non capire molte cose. L’unica cosa chiara è che viene abolito il modulo a due maestri e si introduce il maestro unico di riferimento. Dove è il passo indietro? Forse bisogna leggere tra le righe, volutamente opache, delle slides? Che spiegano "le famiglie potranno richiedere sulla base dell’organico assegnato alla scuola uno dei modelli: sino a 30 ore o tempo pieno a 40 ore". E quale sarà l’organico assegnato alle scuole? Nella slide successiva si dice che verrà confermato l’intero organico del tempo pieno. Numerose le domande: il tempo pieno con il relativo organico verrà confermato solo per il 2009-2010 o è una misura definitiva? Il tempo pieno dunque prevede i due maestri che si alternano? E questo come si concilia con il diktat che ci sarà il maestro unico di riferimento e non più il modulo? Avremo maestri di serie A (i mattinieri) e maestri di serie B (i pomeridiani)?

  9. Gemma Menigatti

    Il tempo prolungato non lo vedo come un espediente per "tenere i figli fuori dai piedi". Oltre ad essere una necessità il ricorrervi per tante famiglie di lavoratori, può essere un’alternativa per offrire ai ragazzi un ambiente educativo migliore di quello familiare, se a casa c’è solo una mamma o dei nonni incapaci a tenerli occupati proficuamente, anche in semplici lavoretti domestici, lontani dalla strada, dalle cattive compagnie, e da un indiscriminato intrattenimento fra TV e Video-giochi. Invece chi ha validi strumenti educativi e almeno 2 figli che interagiscono fra loro, trarrebbe una grande gioia ad occuparsi personalmente della loro educazione.

  10. giorgio tassinari

    Condivido dell’articolo di Panunzi la preoccupazione su come conciliare la parziale marcia indietro del governo sui tagli alla scuola dell’infanzia e alla scuola elementare con l’esigenza di realizzare risparimi nella spesa pubblica, necessari a giudizio di molti per diminuire il rapporto deficit/PIL. Ma forse ci sono altre strade. A questo proposito vorrei ricordare ai lettori de lavoce che nel 2007 la spesa italiana per armamenti è stata di 33,7 miliardi di euro. Penso che si possa ridurre questa spesa e non il tempo che i nostri ragazzi passano a scuola. La libertà di scelta delle famiglie in ordine al modello di orario è in realtà a mio giudizio una scelta segregazionista. Mi spiace che Panunzi non lo realizzi, ma prefigura una scuola elementare boutique. Questa estate sono stato in Argentina: là sono le scuole private ad essere a tempo pieno (40 ore) e quelle pubbliche a 24 ore. Ma se l’anno prossimo tutte le famiglie chiederanno il tempo pieno, e ovviamente il mistero non fornirà gli organici, dove va a finire la libertà di scelta? E ancora, la libertà di scelta dell’orario, che mi pare Panunzi apprezzi molto, è una libertà positiva o negativa?

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