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IL PONTE DEI MIRACOLI E I MIRACOLI DEL PONTE

Il Ponte sullo Stretto era esplicitamente citato come priorità nel programma elettorale del Popolo delle libertà. Però, nel programma della Lega Nord si diceva, altrettanto esplicitamente, che il Ponte si sarebbe dovuto costruire solodopo la Tav Torino-Lione e a costo zero per lo Stato. La decisione del Cipe del 6 marzo di stanziare 1,3 miliardi per il Ponte deve dunque essere letta come una duplice sconfitta politica per la Lega. Intanto partirà prima il Ponte della Tav e poi di costi per lo Stato ce ne saranno e parecchi. Quanto stanziato copre meno di un quarto dei 6 miliardi di costi previsti (quelli effettivi saranno più alti di almeno il 30%, in base alle esperienze internazionali di progetti di dimensioni comparabili). Con lo Stato che deve salvare le banche, pure i più entusiasti sostenitori del Ponte ritengono improbabile che il ricorso alla finanza di progetto abbia qualche probabilità di successo. La bugia più pietosa riguarda l’immediata “cantierabilità” del Ponte. Bugia necessaria a far digerire la decisione in un periodo in cui ogni centesimo stanziato andrebbe speso il giorno dopo per sostenere i redditi ed avere così un accettabile effetto anticiclico. In realtà, a qualche ben informato è sfuggito di scrivere che sarebbe un miracolo se si cominciasse a lavorare prima della fine del 2010. Infatti, Pietro Ciucci – presidente di Anas nominato da Di Pietro e storico presidente della Società Stretto di Messina (controllata all’82% dalla stessa Anas) si è affrettato a dire che l’impatto positivo sul Pil si sentirà subito, anche se per i primi 15-18 mesi non ci saranno nuovi occupati tra tecnici e operai. Lo stimolo alla domanda verrà dall’impiego di tanti nuovi ingegneri necessari alla progettazione. E beati gli ingegneri. Ma se c’è ancora tanta progettazione da fare e se 4,7 miliardi sono ancora da trovare, il miracolo, si realizzasse, sarebbe un MIRACOLO!

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IL TG AL TEMPO DI BERLUSCONI

42 commenti

  1. RAFFAELE BELLUARDO (Università Bocconi)

    L’approccio di Boitani, Scarpa, Ponti etc. sul Ponte tradisce una miopia a mio avviso superficiale, pigra e fortemente lontana dal problema di cui si discute. La solidarietà velata verso una lega disturbata dal progetto Ponte è solo l’ultima di una lunga serie. Un tentativo a tratti squallido per mettere “zizzania” in una fase molto delicata sull’avvio del progetto. Insomma ci si aspetterebbe qualcosa di più da economisti raffinati quali i suddetti sicuramente rappresentano. Solo alcune considerazioni 1. La discontinuità territoriale tra la Sicilia e la Calabria è di soli 3 km. Nessun paese avanzato al mondo fa di tale distanza argomento da dibattito. 2. L’attuale sistema traghettistico non consente il transito di treni ad alta velocità verso l’Isola ( provo a fare il benaltrista e vi chiedo “che senso ha fare l’alta velocità in Sicilia se poi non puoi traghettare un eurostar?”) 3. In un momento in cui l’Europa fa dell’ecomobilità un suo primario obiettivo ridisegnando la sua logica di trasporto dire NO al Ponte significa essere antiambientalista e antiprogressista. 4. E’ vero che il Ponte è solo una parte della riqualificazione infrastrutturale di cui il Sud ha urgente bisogno.

    • La redazione

      Lasciando da parte insulti vari: miopia, superficialità, pigrizia e solidarietà verso la Lega (che, almeno da parte mia, non c’è mai stata e mai ci sarà). E lasciamo da parte anche i discorsi che cominciano con "nessun paese avanzato al mondo": sono molto sospetti. Con questo incipit si fa ricorso a una retorica assertiva, che non necessita di riscontri fattuali e fa appello solo ai visceri e all’umana debolezza di voler figurare tra "i più avanzati al mondo". Meglio evitare. Veniamo ai punti di "merito" del signor Belluardo.
      1) Il fatto che la distanza tra Calabria e Sicilia sia solo di 3 km non significa, di per sé, nulla. Sotto il profilo economico, i problemi sono: a) quanti veicoli (treni, camion, auto, ecc.) passano da una parte all’altra e quanti ne passerebbero nell’ipotesi che il Ponte venga costruito?; b) quanto tempo verrebbe risparmiato da merci e passeggeri utilizzando il ponte invece dei traghetti sullo Stretto o le navi Ro-Ro? c) I benefici così computati e opportunamente scontati superano o no i costi di costruzione?
      2) Certo che i traghetti non consentono ai treni ad alta velocità di passare. Del resto, non cè AV a sud di Napoli (in futuro di Salerno) e non c’è AV in Sicilia. Né nessuno ha mai dimostrato che sia sensato che vi sia, dati i flussi di traffico. Forse il signor Belluardo ignora che l’AV, in Italia, costa oltre 45 milioni di euro a km e dove sono necessarie molte gallerie (come nella tratta Firenze-Bologna e come sarebbe inevitabile nella tratta Salerno-Reggio Calabria) i costi superano i 75 milioni a chilometro. In ogni caso, i treni AV non servono per i percorsi brevi (al di sotto dei 120 km) e non servono per quelli superiori agli 800, a meno che non ci siano alti flussi di traffico per le tratte intermedie: cosa indimostrabile per tutto il percorso tra Salerno e Palermo… Dire che il Ponte va costruito per farci passare l’AV è dunque una colossale sciocchezza.
      3) Il Ponte in sé ha impatti ambientali negativi pesantissimi e la sua presenza avrebbe effetti di "spostamento modale" così limitati da non compensare i primi. Lasciamo da parte il lancio di accuse di essere anti-qualcosa, per carità.
      4) Che il Sud abbia bisogno urgente di una profonda riqualificazione infrastrutturale è indubbio. Asserire che per avviare questa riqualificazione si debba partire dalla cosa più inutile (il Ponte) mi sembra, francamente, far torto alla logica del signor Belluardo. Al quale mi permetto un suggerimento finale: approfitti meglio degli insegnamenti di Economia che può ottenere all’Università Bocconi da tanti ottimi colleghi.
      A.B.
      _________

  2. Giovanni

    Vedo che anche da parte di esponenti di istituzioni prestigiose i problemi vengono affrontati in chiave ideologica e non razionale. Bisognerebbe chiedersi se il ponte serve veramente per collegare la Sicilia con l’Europa: è pensabile trasportare merci e persone con i TIR o con il treno per distanze così lunghe? Io penso sia un’utopia. Penso anche che in certe situazioni meteo il ponte non sarà agibile: cosa facciamo allora, teniamo sempre in funzione il sistema di traghetti per le emergenze? Quanto poi alla redditività, non so se il ricavato dei pedaggi basterà per l’ordinaria manutenzione: si veda l’esempio dell”Eurotunnel, che oltretutto collega due capitali piuttosto vicine. Certo, si possono obbligare le ferrovie a contratti capestro, ma così a pagare sarebbe sempre Pantalone.

  3. marco scamardella

    Mi scusi ma se Prodi sotto consiglio di gente come lei non avesse bloccato il ponte a che punto sarebbe l’opera? Sarebbe possibile sapere quanto spendono di traghetti all’anno le ferrovie e confrontare la cifra con le spese di manutenzione? Dovrebbero essere dati non suscettibili di polemica politica. Non è giusto pensare a una Tav Salerno-Reggio e Messina-Palermo. Vi rendete conto dell’impatto della Tav sull’economia sul volto delle città e sulla vita della gente?

  4. armando

    Vorrei che qualcuno mi certificasse se serve veramente questo ponte di Messina in confronto al costo così alto per costruirlo e cioè se transitano così tanti passeggeri e così tanta merce e quanto farebbe risparmiare a chi deve transitare. O è una bella cattedrale nel deserto?

  5. Andrea Malan

    Come dimostra il messaggio precedente, il dramma di questo Paese è proprio che troppo spesso si dimentica una definizione fondamentale dell’Economia (in Bocconi l’ho incontrata al primo corso di Microeconomia): "L’economia studia la ripartizione di risorse scarse tra scopi alternativi". Ovvero, con i 6 miliardi del Ponte (che diventerebbero 12 se venisse davvero costruito) quante ferrovie in Sicilia, strade, scuole, ospedali si potrebbero costruire? Il mestiere dei politici è invece spesso (in Italia, sempre) convincere gli elettori che ci sono soldi per tutto. Purtroppo, non è vero.

  6. luigi zoppoli

    Apprezzando l’articolo che, ovviamente espone tesi studiate e documentate, rimango allibito di fronte a commenti che non involgono certo la libertà di opinione, ma parlare di argomenti diversi da quello in oggetto, tentando di spacciare chiacchiere da bar di periferia con opinioni fondate. E sono responsabile di quel che dico. Mi dolgo ancor più perchè il medesimo modo viene adoperato nelle stanze dove si decide e altrettanto ignobilmente viene venduto al pubblico o popolo bue che dir si voglia.

  7. raffaele principe

    A guardare la storia del Ponte sullo stretto e coniugandola con le italiche imprese, c’è da stare molto in campana. Per esempio la diga del Menta che dovrà portare acqua potabile a Reggio Calabria, finora è costata 300 milioni di Euro, in costruzione da 30 anni e forse sarà finita nel 2010. Per non parlare delle altre infrastrutture, ospedali ecc. Pertanto al di là della convenienza eocnomica, della fattibilità ingegnieristica, dell’impatto ambientale ecc., per come lo si vuol far ripartire ci sono tutte le premesse perchè sia un ponte "devastante", nel senso che pur di posare la prima pietra, devasteranno immense aree agricole, distruggeranno centinaia di piccole aziende ecc. Per memoria ricordiamoci cosa è stato Rovelli nella Piana di Gioia Tauro negli anni 70 con il famoso Centro siderurgico. Io spero che per egoismo nordista Bossi blocchi tutto.

  8. Michele

    Contestualizzare un progetto quando è ancora soltanto un’dea non sarà urgente, ma credo non sia inutile. Circa l’impatto sull’ambiente fisico, i profili di rischio sismico, eolico ecc., sulla situazione economica e sui costi comparati e altro si é già discusso a lungo, senza grandi risultati: i contrari restano contrari e i favorevoli pure. Mi riferisco ad un altro fattore di contesto, che emerge solo a tratti: il ruolo che avrà la malavita organizzata sulla sponda sicula e quello delle varie cosche calabresi su quella continentale. Il fatto che da un lato il Ponte resti una delle molte questioni di fede (non credo che la razionalità alla Boitani farà breccia), e dall’altro che si ponga in priorità appunto un’idea palesemente "non cantierabile" (nella terminologia dei politici), induce a pensar male. Tanto più se si considera la coincidenza quasi perfetta tra la conclusione (attesa) dei lavori sulla SA-RC e l’inizio (presunto) di quelli per il Ponte. Non credo occorra sviluppare il concetto. Esaurita una fonte generosa di reddito e benessere per così dire improprii a favore di alcuni, se ne apre subito un’altra. Perché tutto resti come prima.

  9. Alessandro Figà Talamanca

    Ad alta velocità o a bassa velocità il ponte ha senso solo per il passaggio dei treni. Per gli altri veicoli basterebbero traghetti ed attrezzature portuali adeguate. Il problema perciò, a mio parere, si riduce in gran parte al seguente: esiste un tecnico in grado di garantire che i treni possano passare su un ponte sospeso di quelle dimensioni in qualsiasi condizione di vento? Io credo che non esista. Se esiste dovrebbe pronunciarsi in modo deciso.

  10. giuseppe

    Non basta agli italiani l’esperienza dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Opera colossale, in mano alle cosche ed al clientelismo che da quasi 2 decenni di fatto blocca il traffico in auto verso la Sicilia, che ha provocato danni geologici ed ecologici ed i cui costi sono levitati esponenzialmente col tempo? Che necessità di un ponte la cui costruzione molto probabilmente finirà con l’arricchire gli stessi gentiluomini che già oggi gestiscono i lavori di cui sopra e che per anni inquinerà e degraderà l’ambiente prima di arrivare (..?) ad una conclusione. Oggi la maggior parte del traffico pesante e di quello automobilistico transita attraverso i traghetti che collegano la Sicilia a Salerno, Napoli, Civitavecchia, Genova.

  11. Riccardo

    Il ponte ha un unico scopo. Regalare soldi agli amici mafiosi di Silvio che hanno contribuito non poco a fargli vincere le elezioni. A Messina c’e’ ancora gente che vive in baracche dopo il terremoto. Andate a chiedere loro cosa vorrebbero al posto del ponte!

  12. lucio

    Concordo pienamente sia con l’articolo che con la risposta di Andrea Boitani e aggiungo che anche se il Ponte fosse economicamente ed ecologicamente conveniente, il che allo stato sembra molto improbabile, ci sono in questo periodo altre priorità molto più strategiche.

  13. Mario Zambrini

    L’advisor, a suo tempo selezionato dal Governo, evidenziò l’inconsistenza degli effetti indotti dal Ponte sotto il profilo socioeconomico (risultava più promettente, per quanto concerne l’occupazione, l’alternativa "plurimodale" imperniata sul potenziamento del servizio traghetti) e la modestia delle previsioni di traffico. E si trattava di previsioni che assumevano tassi di crescita oggi impensabili. Certo, possiamo sempre confidare nell’effetto immagine: "la grande opera che il mondo ci invidia", "il genio italico", e via dicendo; e possiamo sperare nell’indotto locale "minuto": la pizzeria, l’hotel o al limite il casinò "al ponte", (la gomma del ponte l’hanno già inventata. Peccato!). Il fatto è che, considerata la difficile congiuntura economica che stiamo attraversando (nonchè i dubbi espressi sulla fattibilità tecnica dell’opera), il rischio che anche sotto questo profilo si determini un vero e proprio flop è tutt’altro che remoto. Man mano che tempi e costi di realizzazione crescono, l’epopea svanisce e lascia posto alla farsa. Ma tant’è: altri provano ad uscire dalla crisi con tecnologie avanzate e innovative, noi con il cemento. Basta sapersi accontentare.

  14. RAFFAELE SICILIANO

    Le analisi di Boitani, quantomai severe col Ponte, non dicono che per il sessanta per cento l’opera si finanzia coi soldi dei privati. E non lasciano scampo: il corridoio Berlino-Palermo non interessa. L’utilità del completamento dei corridoi europei in questo caso non vale e dunque il Ponte rimane, con questa impostazione, solo un’opera fine a se stessa. La vulgata conformista dell’intelllighenzia colonialista è severissima e non lascia spazi a dubbi: il Ponte è uno spreco. E chi dice il contrario, come Raffaele Belluardo, va bacchettato. Una domanda da cui si spera una risposta onesta: il Mose, la Brebemi, Malpensa e i soldi (tanti) stanziati e sprecati per le infrastrutture di raccordo tra l’aeroporto e la viabilità locale hanno avuto la stessa severità di giudizio? A quanto ammonta la compartecipazione dei privati in queste opere? Egregio Professore, si dica con lealtà quello che tutti sanno e che la grande stampa nasconde: senza il Ponte, l’Alta capacità ferrroviaria continuerà a fermarsi a Napoli,i treni rimarranno una Croce del Sud, i ferry boat continueranno a inquinare l’ambiente e a ingrassare le potenti famiglie che li gestiscono, note lobby politiche ed economiche.

  15. piero stagno

    Il ponte sullo stretto è uno sciupìo di denaro, in quanto il traffico per/da nord di salerno può economicamente essere trasportato su navi roro; per esempio oggi Genova è settimanalmente collegata con la Sicilia da 9 roro per/da Palermo- 4 per/da Catania – 3,5 per da Termini Imerese (a giorni alterni) e lo stesso è da/per Napoli più Salerno ed ogni roro porta circa 170/200 camion con gigantesche economie per i trasportatori (viaggia solo il semirimorchio e autista e motrice fanno altri servizi dai due capilinea: inoltre basta pensare che da Genova a Barcellona (800 chilometri con un’ottima autostrada) ci sono 12 roro a settimana. La ragione è che dovunque ci sia il mare il modo più economico per trasportare è la nave. Piero Stagno Genova

  16. tiberio

    Non sono un esperto di economia nè di opere pubbliche, quindi esprimo opinioni da semplice cittadino. La prima riflessione su un opera del genere è che richiede studi e tecnologie accurate per la realizzazione, gli studi e le tecnologie potrebbero avere ricadute positive? La seconda riflessione è che sicuramente più è difficile un’impresa maggiore è l’impegno e forse anche il risultato, ma questa è un’argomentazione filosofica, per dire così, e poco economica. In specie in questi tempi di crisi. Il terzo argomento è l’impatto ambientale generale, che da solo è un punto dubbio se non decisamente a sfavore di una tale opera. Il quarto argomento è l’impatto sull’economia del trasporto attuale, come a dire, lì convivono imprese piccole e grandi di trasporto, mentre il ponte sarebbe come una grande impresa monopolista. Quali costi e benefici comporterebbe il ponte, in questo specifico? Poi sarebbe anche opportuno discutere delle priorità complessive nell’economia locale e nazionale. Investire somme del genere presumibile per il ponte, nel risanamento ambientale oppure nel rifacimento e/o potenziamento delle infrastrutture esistenti, potrebbe essere più produttivo?

  17. anonimo

    Un tempo ci si riempiva la bocca con le "autostrade del mare", adesso abbiamo assoluto bisogno di spendere spropositi in ponti. Il nostro paese è in balia a mode politiche ed industriali, più che a vere esigenze strutturali. Meno male che l’Italia non ha memoria.

  18. Bulfarini Graziella

    Il ponte deve essere realizzato per una precisa promessa, non propriamente elettorale ma che con le elezioni ha avuto a che fare. La promessa fatta alla mafia e alla ‘ndragheta che si arricchiranno e, scommetto, gestiranno il ponte a proprio vantaggio. Questo ammesso e non cencesso che con la qualita’ del cemento che sara’ fornito dai mafiosi locali e non il ponte stia in piedi. Una volta realizzato con due strozzature, a monte la Salerno-Reggio opera infinita e la Messina-Palermo opera anch’essa ferma agli anni 70, chi potra’ utilizzarlo? Detto questo, nella Sicilia e a Reggio Calabria il 50% delle famiglie non dispone di acqua corrente per tutto il periodo dell’anno e per le 24 ore. Esiste cioe’ una condizione da terzo mondo. Ma il risolverla portebbe danni economici a mafia camorra e ‘ndragheta. Ecco perche’ si lascia la gente senza acqua ma si realizza un ponte come a dire "grazie per averci supportato alle elezioni politiche e per i supporti che ci darete alle prossime". Cosi’ siamo messi nel nostro povero e depredato paese.

  19. Chiara Rubino

    Faccio una facile amarissima profezia: si inzierà a fare il ponte, si faranno degli enormi sbancamenti, si farà scempio delle aree affacciate sullo Stretto (dei posti bellissimi, andateci prima che sia troppo tardi), si costruiranno dei bei piloni di cemento (e forse li si riempiranno anche di altro oltre al cemento, ma questo è un altro discorso), si regaleranno un po’ di soldi a destra e a manca, e…basta. Rimarrà a futura memoria il monumento all’insipienza italica, non al suo genio, perchè da quel che so io, magari sono poco informata, il ponte non sarebbe sicuro, e comunque sicuro è che non è un’opera nè prioritaria nè economica. A chi sostiene che sarebbe per lo più finanziato da privati ricordo che nessun privato mette soldi dove non si aspetta un ritorno congruo (nel caso in questione implicherebbe tariffe di transito sicuramente molto elevate dato l’insufficiente volume di traffico, che in ultima analisi porterebbero ad usare di nuovo il traghetto) a meno che non ci sia sempre Pantalone pronto a pagare (=NOI). Credo che una buona alternativa sia quella di spostare i terminal traghetti fuori da Messina per evitare l’attraversamento della città che provoca disagi a tutti.

  20. angelo agostini

    Sono un addetto ai lavori, Negli ultimi anni ho partecipato, in posizione di discreta responsabilità, ad alcune "grandi opere" (!), venendo in contatto con alcuni degli attori principali coinvolti nel progetto vincitore. Da tecnico delle costruzioni dico a tutti: continuate a prendere il traghetto, e se vivete nei dintorni, cambiate aria! Ma secondo voi la nostra imprenditoria è ancora (posto che lo sia mai stata, il vajont è stato da noi, mica su marte) capace di fare una cosa del genere? Lo sapete o no che il progettista dell’opera la considera irrealizzabile e pericolosa? Infatti la progettazione vera e la realizzazione non sarebbero italiane, ma danesi e giapponesi, con buona pace sia del vanto nazionale che delle ricadute positive sul nostro sistema? "quale paese avanzato" dico io, realizzerebbe un’opera così sensibile e costosa con il parere negativo del progettista? E’ inutile e pericoloso condurre delle analisi "tecnche" solo dal punto di vista politico-economico, vizio tutto italiano: una cosa del genere bisogna saperla fare, e noi non siamo tecnicamente in grado. E nessun danese o giapponese può garantire la qualità del cls. in sicilia…

  21. Luigi Zoppoli

    E’ istruttivo tornare a leggere articoli e commenti. Ho accresciuto la gradazione del mio stupore per il motivo che delle argomentazioni di carattere economico.tecnico e strategico vengono contrastate di uovo con argomenti che alla loro intrinseca inconsistenza aggiungono l’estraneità ai temi dell’articolo. E si spiega come mai la Sicilia sia tanto ben amministrata.

  22. Enrico Paolini

    Questo ponte Silvio berlusconi lo sa benissimo che non serve a nulla e ripaga solo i mafiosi del sostegno elettorale per caccaiare Prodi. Serve solo a ricordare ai posteri che un piccolo uomo è sato così lungimirante: un Faraone degli anni 2000 che vuole lascauare una impronta ai nostri nipoti. Ma non rodetevi il fegato la natura lo ripagherà, come non dimenticare il famoso terremoto del 1908!

  23. Marco

    Sono certo che i lavori cominceranno, e presto. Dubito del fatto che il ponte sarà mai completato. Suppongo che finiranno un pilone, l’altro lo cominceranno ma per mancanza di fondi lo lasceranno cosi coi ferri visibili (come tante case incomplete frutto del lassez faire e dell’abusivismo all’italiana). Poi un giorno decideranno di utilizzare l’unico pilastro come sostegno per una croce enorme. Il Papa ringrazierà e farà una messa ai piedi del nuovo monumento, le poste ne faranno un francobollo e i tutti i politici saranno contenti di raccontarci che l’Italia conta la più grande croce del mondo… Fantascienza? no, piuttosto neo-neo realismo contemporaneo!!

  24. anna

    E se una volta costruito questo ponte con grande spreco di denaro e scempio delle coste adiacenti venisse un terremoto disastroso come quello di inizio ‘900 a Messina? Non è così improbabile in zona altamente sismica. Non ci hanno pensato?

  25. effepi

    Dimenticate che i treni passeranno mai sul ponte: i costi del ponte non prevedono i costi delle ferrovie dello Stati per consentire di innalzare i binari dal livello del mare al livello del ponte sospeso. Si parla di innalzamento per decine di chilometri della rete ferroviaria per rispettare le pendenze, di cui si possono immaginare i costi. Ferrovie, non viene ricordato, espresse parere contraio al ponte, non avendo i mezzi finanziari.

  26. marco pierini

    A prescindere da tutte le valutazioni su l’inutilità di un opera in mancanza dei collegamenti, cosa assolutamente condivisibile, trovo preoccupante il fatto che per costruire i piloni se ne impiegherà di cemento! La produzione di calcestruzzo in sicilia è in mano alla mafia, così secondo la direzione investigativa antimafia, dubito fortemente che si opti per portare migliaia di bilici dal veneto. Non c’è che dire è proprio un bel regalo.

  27. Elda Dalla Bona

    Leggendo i commenti ci si consola perchè ci si accorge che esiste ancora un’ Italia pensante. Ma che peso ha il nostro amareggiarci se non sappiamo liberarci di questa iattura! Ognuno di noi dovrebbe, preso coscienza della tragica situazione, organizzare, dal basso, occasioni di incontro anche piccole da utilizzare per smuovere le inconsapevoli e intossicate coscienze (vedi cittadinanza attiva, reti di economia solidale ecc…) piccoli passi per conservare la dignità ed offrirla come valore ai nostri figli.

  28. franco migliorini

    D’accordo con Boitani, forse una buona campagna di informazione contro la disinformazione degli spot di Berlusconi sarebbe necessaria.

  29. EMANUELE Q.

    Il ponte rappresenta l’antitesi del muro, evviva il ponte allora, perche’ unisce e non divide. Il problema è che unire Messina a Reggio, quando il continente africano tende a spostarsi verso il nord con evidenti pressioni energetiche (terremoto Messina), suggerisce secondo me delle riflessioni molto profonde sulla utilità dell’opera.

  30. carmelo

    Ecco la porta sullo Stretto di Messina! Coloro che debbono raggiungere la Sicilia, dopo un lungo viaggio in treno (sono migliaia che affrontano viaggi da 12,14,16 ore), all’arrivo in stazione a Villa San Giovanni si trovano di fronte alla porta per l’inferno! Per potersi imbarcare -Caronte sempre in agguato- anziani, giovani e bambini debbono affrontare passerelle e scale metalliche erose dalla salsedine, traballanti e poco praticabili (norme di sicurezza al bando!). Foto inviate a "lavoce". Lo sfortunato pendolare, immigrato, turista, dovrà scarrozzare i propri bagagli per centinaia di metri di passerelle senza alcun ausilio meccanico: le scale mobili sono distrutte da anni! Vedi foto. Eppure questo è il ponte tra calabria e sicilia: l’unico ponte disponibile. Un ponte da scandalo! Possibile che ferrovie dello stato e governo, non abbiano alcuna intenzione di riqualificare la stazione marittima, quella che, attualmente, è solo un "imbarcadero" da quarto mondo? Occorre davvero attendere altri venti anni la costruzione -ampiamente inutile- del ponte sullo stretto?

  31. lighea salina

    Nessuno ha chiesto a noi messinesi se il Ponte lo vogliamo o no. Con chiunque si parli, nessuno lo vuole escluso un’esigua minoranza che rappresenta interessi di bottega di una classe politica alla canna del gas, meglio specificarlo non si sa mai. Ho scritto un post nel maggio dello scorso anno sul ponte che forse può chiarire le idee a molti che non abitano a Scilla e Cariddi. http://ligheasalina.blog.lastampa.it/la_bellezza_larmonia_dei_/2008/05/ponte-sullo-str.html

  32. paolo

    Quello che fa più rabbia è che al costo complessivo del Ponte sullo Stretto si potrebbe probabilmente mettere in posa l’ormai mitica "rete internet di nuova generazione" ad alta velocità con un mix tecnologico di fibra ottica e rame. Facendo l’investimento lo stato manterrebbe la proprietà dell’infrastruttura come già succede per ferrovie, strade e rete elettrica. Invece facciamo il Ponte. La nuova rete, oltre ad essere immediatamente cantierabile e a sostenere i redditi di chi ci lavora, sarebbe di notevole impulso all’attività economica complessiva ed all’innovazione di sistema.

  33. Sebastiano Corrias

    Prevedo che il ponte non si farà, mentre è certamente in atto la costruzione di un enorme serbatoio di voti. Se potessi, rinuncerei alla cittadinanza italiana.

  34. CLAUDIO

    E’ pur sempre un’opera pubblica, era nel programma elettorale, ha ottenuto la fiducia del popolo sovrano, i sondaggi lo premiano ancor di più. Non ditelo a nessuno, ma il prossimo miracolo sarà il porto marittimo a Milano/Arcore mediante un’insenatura dalla Liguria. Così si avvererebbe anche il sogno di un matto che voleva spianare il Turchino e non avere più nebbia e inquinamento. Due piccioni con una fava. Oppure a un matto se ne è aggiunto un altro. Boh…fate voi.

  35. salvatore motta

    Trapani-Bologna euro 10 con Raynair, Catania-Milano euro 60 circa con varie compagnie, Catania-Roma circa 60 euro; i tir imbarcano a Termini, Palermo, Catania e Messina per evitare l’autostrada calabra e non accumulare ore di guida; sono uno che per lavoro mi sposto spesso se programmo i miei viaggi fuori dalla Sicilia, con un certo anticipo, riesco ad andare la mattina presto a Milano come a Roma o Bologna e ritornare la sera spendendo pochissimo e dormendo la sera a casa mia; in queste condizion si trovano quasi tutti quelli che dovrebbero contribuire di più pagando il biglietto per attraversare quella inutile opera. Basta fare un poco di conti senza per forza essere scienziati per capire che economicamente quell’opera serve solo alla Mafia e a qualche piccolo politicante che lo aveva promesso in campagna elettorale. Speriamo che la magistratura li fermi.

  36. Alessandro

    Buon pomeriggio a tutti, questo ponte se realizzato non dovrebbe essere definito come "ponte dei miracoli", bensì il ponte del disastro o degli stolti, poiché, da un punto di vista prettamente economico risulterebbe un vero e proprio "disastro economico". Lasciando un attimo da parte le ideologie politiche ed eseguendo un’analisi costi/benefici ci si può rende ben presto conto di come i costi risultino ben più elevati dei benefici (per la collettività italiana). Solitamente una persona razionale quando si rende conto che i Costi > Benefici accantona il progetto e destina i soldi verso altri investimenti.

  37. Arturo Stella

    Sono residente e vivo a Reggio di Calabria. Vivo come un incubo il progettato avvio del cantiere per la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Oltre alla prevedibile lievitazione dei costi e ai problemi relativi agli appalti, il danno più grave al turismo del sud sarà l’eterno cantiere del ponte sullo stretto che, similmente a quanto sta accadendo per l’autostrada Salerno Reggio Calabria, resterà aperto a tempo indeterminato (per mancanza di fondi e per l’aumento dei costi). Poichè uno dei luoghi più incantevoli d’Europa sarà perennemente deturpato, il danno conseguente per il turismo del mezzogiorno sarà enorme.

  38. Carlo Castorina

    Ai tempi dei governi Andreotti, il fido Evangelisti comprava i voi in Sicilia con 5 Kg di pasta, ora, dove può li compra cache, specie nel meridione ad un costo medio di 100 euro. Ma gli accordi fra "galantuomini", sicuramente non scritti, spesso anche non detti, hanno un grande ruolo in politica. Il sacrificio alla verità del povero Pecorelli forse non sarà stato formalmente ordinato, ma certo è stato uno scambio di doni spontanei fra le due entità che gestivano l’elettorato del tempo. Oggi, in una politica meno ideologizzata, più utilitaristica e pragmatica, il consenso si guadagna in parlamento e nel Paese con regali preziosi, vallette disponibili o promesse di carriere. Fra entità governanti e lobby, le transazioni implicano commesse di rilievo. In previsione del calo di ruolo delle sette sorelle, quale miglior business di una decina di centrali nucleari proposte da Scajola, scontate per il momento a quattro al gran Capo, che muoverebbero milioni di quintali di cemento e tanto lavoro operaio da amministrare in cambio di voti. Chi seriamente crede che qui da noi, in Italia, potrebbero mai arrivare a funzionare?

  39. Mario Bellini

    Mi occupo di Logistica presso l’azienda per cui lavoro. Di recente mi è stata girata della documentazione presa da internet, dove un’azienda tedesca che si occupa di trasporto apre a Duisburg Germania un mega centro logistico. Il loro obiettivo "Gestire il traffico in import per l’Europa dal "Medio Oriente" distribuendolo a mezzo trasporto intermodale a tutta una serie di città Europee. Per l’Italia Verona. Un’azienda tedesca si propone come porta d’ingresso per l’Europa dal Medio Oriente. Noi costruiamo il Ponte. Mario Bellini

  40. ezio

    Opera faraonica ed inutile. Se i soldi ci sono perchè non pensare a mettere in sicurezza tutte le scuole d’Italia?

  41. ezio

    Sono un ingegnere laureato tanti e tanti anni fa: ho sempre creduto nella mia professione e l’ho esercitata con orgoglio e passione.Per quanto riguarda il ponte sullo stretto, personalmente,ritengo che sia opera inutile e faraonica.Un piccolo suggerimento:la somma prevista per il ponte,al di là dello strombazzare che darebbe tanto lavoro a tecnici e alle imprese non potrebbe essere utilizzata,ammesso che esista,per mettere in sicurezza la stragrande maggioranza delle scuole italiane e le zone a rischio.Anche quest’ operazione darebbe tanto lavoro a tecnici e a tante piccole imprese sempre trascurate o condannate ai subappalti.

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