La maggior parte dei commenti sottolinea come l’imposta sui ricchi colpirebbe di fatto solo chi le tasse le paga, ossia il lavoro dipendente. L’obiezione è giusta, tuttavia va ridimensionata: infatti l’evasione è
minore fra i redditi alti. Aggiornando al 2007 l’esercizio svolto da Paladini, si osserva quanto segue: l’82% dei contribuenti con più di 125 mila euro sono dipendenti e/o pensionati, ma i redditi da lavoro dipendente o da pensione rappresentano in quella fascia soltanto il 45% del reddito totale. Inoltre, la lotta all’evasione fiscale è un obiettivo da realizzarsi nel medio-lungo periodo: nell’immediato è più facile reperire risorse da misure una tantum. Alcuni osservatori propongono di reintrodurre o aumentare l’Ici: è una strada percorribile e giusta. L’abolizione dell’Ici sulla prima casa ha infattI aumentato la disuguaglianza e provocato una perdita di risorse per gli enti locali, data la sottostima del relativo fondo compensativo, di circa 338 ml di euro. La sola reintroduzione dell’Ici sulla prima casa varrebbe circa 2 mld. di euro. Solo che nè l’agenda politica del governo nè dell’opposizione mi pare contempli manovre sull’Ici .
Infine una imposta sui redditi alti, vincolata nella destinazione a favore dei poveri e/o dei terremotati, ci ricorda che dai momenti difficili (la crisi economica, il terremoto) è possibile uscire anche attraverso atti concreti di solidarietà da parte di chi sta meglio ed è più fortunato. Anche perchè l’elevato debito pubblico del nostro paese ci impedisce di finanziare gli aumenti di spesa (gli ammortizzatori sociali o la ricostruzione) attraverso il ricorso a nuovi disavanzi.
Vorrei poi rispondere all’autore del commento (joy.joyce ) che contesta un errore di metodo nella procedura di stima: si sbaglia, nonostante il tono delle sue obiezioni non lasci spazio a dubbi.
La proposta Franceschini non chiarisce infatti su quale quota si applicherebbe il contributo di solidarietà: pertanto l’aliquota aggiuntiva può gravare, per chi dichiara più di 120 mila euro, tanto sulla parte eccedente i 75 mila euro quanto su quella che oltrepassa i 125 mila euro. Entrambe le soluzioni sono possibili. Ho scelto la prima per due motivi: il gettito è maggiore e si avvicina a quanto previsto dal Pd; inoltre la seconda opzione si configurerebbe non come un contributo straordinario, ma come una riforma strutturale dell’irpef che aggiungerebbe di fatto uno scaglione ai cinque attuali.
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maurobern
La proposta è sbagliata perché si fonda un presupposto teorico scorretto: quello secondo cui la politica fiscale debba avere fini redistributivi. La finalità della politica fiscale dovrebbe essere solo quella di finanziare l’ attività della pubblica amministrazione con obiettivo saldo zero. Qualsiasi politica fiscale inoltre, deve avere effetti non distorsivi, e la proposta così come formulata ha sicuramente degli effetti distorsivi. La redistrubuzione dei redditi va ottenuta favorendo la mobilità sociale, qualsiasi altra soluzione sarebbe una scorciatoia con effetti negativi dilazionati nel futuro. I redditi, infatti, si distribuiscono secondo tre precise caratteristiche individuali: la propensione al lavoro, il merito, la propensione al rischio, non come i premi della lotteria di capodanno. Coloro che hanno redditi più elevati non sono "piu’ fortunati" ma meglio esprimono la combinazione dei fattori di cui sopra. Va da se’ che una fiscalita’ punitiva sui redditi elevati è anche punitiva nei confronti dei tre fattori che contribuiscono alla formazione del reddito stesso, che guarda caso sono gli stessi che favoriscono la crescita della ricchezza collettiva.