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UN ANNO DI GOVERNO: INFORMAZIONE

 

I PROVVEDIMENTI

Il quadro delle misure varate dal governo nel suo primo anno di vita relative ai settori dell’informazione è estremamente scarno.

Televisione

  • All’interno del pacchetto anticrisi varato dal governo nel novembre 2008 è stato abolito il regime di Iva agevolata al 10 per cento stabilito dalla legge 507/95 per gli abbonamenti alle tv a pagamento su piattaforma satellitare e via cavo. Nel nuovo regime l’Iva, che riguarda essenzialmente gli abbonati ai canali Sky, passa al 20 per cento.
  • È stata ventilata dal ministro Bondi l’ipotesi di eliminare la raccolta pubblicitaria dalle reti del servizio pubblico. La proposta non ha a oggi conosciuto un seguito né è stata precisata maggiormente.
  • È in fase di completamento la nomina dei vertici delle reti Rai e delle principali testate giornalistiche del gruppo televisivo pubblico.

Stampa

  • Nella manovra finanziaria per il 2009 non è prevista alcuna misura di rilievo a sostegno del settore della carta stampata, mentre è previsto qualche taglio a misure di agevolazione alle spedizioni postali dei giornali.

GLI EFFETTI

L’azione del governo si è caratterizzata quindi per la totale assenza di interventi complessivi, a fronte di una crisi significativa dei settori dei media, colpiti dalla caduta degli investimenti pubblicitari e, per i giornali, delle vendite. Assenza che contrasta con l’attivismo ad esempio del governo francese, che ha varato un piano di sostegno a favore dei giornali per 600 milioni di euro nel triennio 2009-11 e che ha abolito la raccolta pubblicitaria sulle reti pubbliche. Non possiamo che notare come lo spoil system che da sempre caratterizza le reti pubbliche si stia ripetendo con particolare impudicizia, e non possiamo non ricordare con preoccupazione come un mondo della carta stampata in strutturale difficoltà economica ben difficilmente sia in grado di svolgere il suo ruolo istituzionale di watchdog verso i poteri pubblici.

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  1. stefano

    Non si capisce come crisi della carta stampata, possa essere reversibile. Lo stato finanzia gia da molto tempo la carta stampata in perdita (quasi tutte) e non credo che un’ulteriore sforzo possa risollevare un business ormai decotto e/o risollevare la qualita’ dell’informazione. Dalla lista mancano inoltre le varie iniziative su internet a protezione di copyright, e/o pornografia dei vari D’Alia e Carlucci, che sollevano tematiche importanti ma offrono soluzioni dirigistiche probabilimente non efficaci su internet. Anche in altri stati il problema soprattutto del copyright e’ all’ordine del giorno, vedi la proposta francese di sospenderela connessione broadband a coloro che vengono colti a fare download "illegali "per piu di tre volte. Infine sarebbe importante ripenseare a come investire il canone RAI, il vero valore dell’informazione pubblica non sta piu solo nella piattaforma televisiva, ma nei contenuti che una tv di stato offre, si dovrebbe pertanto concentrare le risorse nei contenuti, piuttosto che nei meccanismi di delivery .

  2. Daniele Federico

    La stampa soffre di una crisi importante. Dappertutto. Questo non significa che sia giusto gettare le armi, ecco perché lo stato non può disinteressarsene. Sicuramente uno stato in cui si dà il giusto valore all’informazione come sentinella della democrazia. Le riforme su internet sono ancor più complesse, sicuramente non alla portata di questa classe politica e di proposte come quella di addossare la responsabilità dei contenuti online ai direttori e addirittura ai provider che ospitano il contenitore incriminato. Il web deve essere libero da condizionamenti, lo stato, o meglio la scuola, devono impegnarsi a fare una grande opera di educazione all’uso dei New Media.

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