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I NUMERI MAGICI DELL’APPALTO ALLA SICILIANA

In Sicilia la maggior parte degli appalti di opere pubbliche al di sotto della soglia comunitaria è oggi assegnata per sorteggio. Perché le tante imprese che partecipano alle gare presentano offerte al ribasso identiche, persino nelle quattro cifre dopo la virgola. Ma gli imprenditori negano le accuse di aver formato un cartello e gli esperti spiegano tutto con il meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria. Resta comunque da sottolineare l’anomalia della mancata pubblicità rispetto alle modalità del sorteggio.

 

La maggior parte degli appalti di opere pubbliche in Sicilia, con importi al di sotto di 5.150.000 euro, definita come soglia comunitaria, viene assegnata oggi per sorteggio. Una modalità prevista dalla legge, ma contraddittoria con l’efficienza economica (concorrenza, competitività) propria dell’appalto.

OFFERTE IDENTICHE E TAGLIO DELLE ALI

La necessità di ricorrere al sorteggio dell’impresa aggiudicataria deriva da una vistosa anomalia: la presenza nelle gare d’appalto di “offerte identiche”. Non basta.
Lo stesso sorteggio – con l’eccezione degli uffici regionali per l’espletamento gare d’appalto, i cosiddetti Urega – viene spesso effettuato senza che gli imprenditori interessati siano informati ufficialmente sulle sue modalità: tempo, luogo, procedure. Per ultimo, la media dei ribassi nelle gare siciliane è del 7 per cento, mentre è pari al 15-18 per cento in altre regioni. (1)
Come si producono queste anomalie e quali responsabilità emergono? Partiamo dall’ultima domanda.
Se a una gara d’appalto si presentano, come oggi accade, dalle duecento alle trecento imprese, tutte con un’offerta al ribasso uguale, perfino nelle quattro cifre dopo la virgola, viene subito da pensare a un accordo collusivo tra gli stessi imprenditori. Motivo per cui sono pendenti numerose inchieste presso le procure della Repubblica siciliane con l’ipotesi di tentativo di turbativa d’asta. (2) Gli imprenditori, invece, respingono l’accusa. Intanto, dicono, sarebbe arduo mettere d’accordo svariate imprese, non tutte siciliane. E, poi, visto che il presunto cartello obbliga al sorteggio, sarebbe davvero strano che un imprenditore rischiasse un’accusa di turbativa d’asta senza neppure un’aspettativa consistente di potersela aggiudicare.
Eppure, gli imprenditori presentano, insistiamo, la stessa offerta. Questo, spiegano gli esperti, nasce dal meccanismo matematico adottato per la determinazione dell’offerta aggiudicataria in applicazione delle legge siciliana sugli appalti, da ultimo modificata dalla legge regionale n. 20/07. Meccanismo che vorrebbe prevenire gli effetti negativi attribuiti, talvolta con eccessiva disinvoltura, al massimo ribasso. Il metodo è complicato da spiegare, ma non impossibile da comprendere, anche per un profano. I ribassi dei vari partecipanti vengono elencati per ordine decrescente, dal minore al maggiore. E secondo quanto stabilito dalla legge regionale 20 agosto 2007 si procede a un iniziale “taglio delle ali” pari al 50 per cento di tutte le offerte annesse. Per individuare la quantità di offerte di maggiore e minore ribasso da “tagliare” si procede a sorteggiare un numero compreso tra 11 e 40. Tale numero indica la percentuale di offerte di minor ribasso da tagliare. Il numero estratto è poi sottratto a 50 e il risultato indica la percentuale di offerte di maggior ribasso da escludere con il taglio delle ali. Successivamente, si mediano tutte le offerte rimaste in gioco e si calcola lo scarto medio aritmetico. Questo va sommato alla media delle offerte se il numero precedentemente estratto è compreso tra 11 e 24, va sottratto se compreso tra 26 e 40, non entra in gioco se il numero estratto è pari a 25. La gara, a questo punto, viene aggiudicata all’offerta pari al risultato delle suddette operazioni oppure, in mancanza, a chi più vi si avvicina per difetto. A quanto sembra questo metodo sofisticato, modificato nella sua ultima formulazione  rispetto a precedenti esperienze, ha causato un effetto forcella. Nella sostanza, dopo qualche applicazione, si è riscontrato che le offerte, calcolate sui ribassi premiati nelle gare precedenti, finivano col determinare un effetto di restringimento e il ribasso di aggiudicazione pian piano convergeva verso un unico valore, oggi appunto pari a -7,3152 per cento. È inutile, a questo punto,  offrire qualcosa in più o in meno rispetto a questo secondo numero magico perché si resterebbe vittima del “taglio delle ali”. E conviene, comunque, partecipare alla gara perché sono minimi i costi di calcolo e, comunque, si può sempre sperare nell’effetto lotteria che faccia vincere una gara d’appalto così da mantenere in ogni caso il fatturato che consente all’impresa edile di conservare il “patentino” per continuare a partecipare alle gare d’appalto pubbliche, la cosiddettaattestazione Soa. Ecco dimostrata, dunque, la ragione plausibile delle numerose partecipazioni con offerte tutte uguali. (3)

VERIFICA SULLE MODALITÀ DEL SORTEGGIO

C’è una stranezza, infine, da sottolineare, e riguarda il “modus operandi” frequente nei sorteggi: la mancata pubblicità. La lotta contro le infiltrazioni mafiose negli appalti imporrebbe sul punto un’immediata verifica e il ricorso a rigorose determinazioni nel caso in cui la verifica attestasse quanto oggi denunziano gli imprenditori. Una denunzia, occorre dire, in punta di lingua, forse sin troppo silenziosa e rispettosa.
Attenzione. Parliamo di appalti, il settore nel quale è massimo il rischio di un’integrazione tra economia legale ed economia mafiosa. A che servono, viene da interrogarsi, i tanti protocolli di legalità che tutelano le gare d’appalto, se poi gli appalti stessi vengono assegnati con le anomalie descritte?

(1) Questo non vuol dire che una scuola, dal presunto valore di 100, costerà in Sicilia 93 e in Lombardia, mettiamo, 85. Occorrerebbe, invece, considerare anche la mancata “cantierabilità” dei progetti esecutivi continuamente denunciata dagli imprenditori. Ancor di più, bisognerebbe confrontare i prezziari regionali attraverso i quali si stima la cosiddetta base d’asta. Invero, in Sicilia è sovente la cattiva prassi di mandare in gara progetti redatti molti anni prima e facenti riferimento a prezzari vetusti che non permettono alle imprese di formulare un’offerta seria e congrua. Fenomeni di “cattiva amministrazione” che, grazie ai ricorsi al Tar da parte di alcune associazioni di categoria si spera vadano a scemare.
(2) Articolo 353 codice penale.
(3) Trova conferma così una tesi sconcertante emersa in una delle pochissime ricerche sul tema (Ance Catania, “Andamento dei ribassi di aggiudicazione in Sicilia”, studio condotto a luglio 2009). In Sicilia, almeno analizzando la rilevazione dei ribassi di aggiudicazione e correlandoli ai contenuti delle varie leggi sugli appalti succedutesi dal 1993 ad oggi, la percentuale di ribasso (offerta) che propone l’impresa dipende dalla norma vigente e non dalle caratteristiche del progetto. Ancor di più l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici sia nella relazione al disegno di legge (poi divenuto Lr 20/07), che successivamente in risposta delle numerosissime segnalazioni inoltrate dagli enti appaltanti sul fenomeno dei ribassi uguali, ha evidenziato che “le offerte non scaturiscono da un’analisi dei costi e dell’utile d’impresa, ma semplicemente da una stima del valore medio di aggiudicazione basata sui risultati di precedenti gare che si è attestato intorno al 7/8 per cento”.

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  1. Umberto Bocus

    Ormai dal 1994 è stata istituita l’autorità di vigilanza sui contratti, un’autorità "garante" che di fatto ha garantito solo gli stipendi ai componenti, come tutte le autorità garanti nel nostro paese! Ci dica lei come fare per risolvere il problema dei massimi ribassi, delle successive varianti, delle riserve. Se non ci riesce venga mandata tutta a casa o sulle strade con badili e picconi a togliere l’erba autoctona. Risparmieremo almeno questo costo improduttivo. A oggi, in oltre 15 anni di vita, non ha minimamente dato risultati su Appalti ANAS, sulla TAV, sulle Autostrade, sui ribassi per i professionisti, sulla qualità delle opere, sulla durata dei lavori. Eppure con le carte s’è riempito più di capannone. Saluti Umberto Bocus

  2. Francesco Decarolis

    La situazione in Sicilia di ribassi identici e sempre uguali al 7% e’ lo specchio di quello che inevitabilmente produce l’aggiudicazione con "esclusione automatica delle offerte anomale". Ne avevo parlato l’anno passato qui: Il fatto che le offerte siano tutte identiche depone a favore e non contro gli imprenditori: se ci fossero cartelli di imprese questi cercherebbero di pilotare la media per aggiudicarsi con certezza l’appalto invece di partecipare ad una lotteria con 200 altre imprese. (In termini tecnici il comportamento delle imprese siciliane e’ compatibile con un competitive Bayesian Nash equlibrium dell’asta). Sul pericolo corruzione sarebbe semplicissimo eliminarlo informatizzando la lotteria. E’ un’opzione di facile percorribilita’ che andrebbe seriamente valutata. Dettagli piu’ tecnici su questi argomenti si trovano qui.

  3. Stefano Andreoli

    Mi sembra assurdo che l’impresa che offra anche soltanto 1 euro di meno, resti vittima del "taglio delle ali". Se effettivamente è così, viene da pensare che il meccanismo di aggiudicazione è fatto apposta per indurre le imprese a colludere.

  4. sandro

    Se ho capito bene hanno costruito un algoritmo contorto che alla prova dei fatti si è dimostrato "convergente" verso un preciso valore. La convergenza è così rapida che dopo pochissime prove pratiche tutti i costruttori se ne sono accorti ed hanno adeguato di conseguenza le proprie offerte. Non pretendo che gli Amministratori Siciliani siano degli esperti di statistica, anzi essendo politici quasi certamente si vantano si non aver mai capito nulla di matematica, ma con pochi soldi avrebbero potuto pagare un laureando in statistica (o matematica/fisica/economia) per fare una banale simulazione (dovrebbero bastare i pogrammi free disponibili per qualsiasi PC).

  5. Marco Spampinato

    Visto da lontano il meccanismo appare terribile. Questa legge siciliana sugli appalti non trova eguali in Italia, e non mi risultano studi che affermino l’esistenza di tali tipologie di gara nell’Unione Europea. L’aspetto più difficile è l’argomento che può opporsi all’idea di accordi di cartello, offerto dalla teoria dei giochi ripetuti con equilibri di Nash, che indurrebbero le imprese a fare tutte offerte molto simili o eguali. A ben capire tuttavia se le offerte fossero tutte completamente eguali, il taglio delle ali del 50% taglierebbe offerte esattamente eguali alla vincente: non è detto che sia così. La razionalità di una regola siffatta è veramente difficile da comprendere. L’intuizione che si può legittimamente avere è che con una norma simile sia stato soppresso il mercato, sostituendolo, nella migliore ipotesi (caso ottimistico che le imprese non si accordino preventivamente) con una forma di lotteria. Ma c’è anche un’ipotesi peggiore: il caso in cui accordi preventivi ci siano. Da gennaio lavoriamo all’Unità di valutazione degli investimenti pubblici su questi problemi, ed è in completamento un ampio contributo di ricerca che ha evidenziato anomalie regionali e locali.

  6. Luca Siviero

    Ricordo una battuta in una conferenza sul "nuovo" codice dei contratti pubblici svoltasi 3 anni fa all’associazione industriali di Vicenza. In quell’occasione un relatore, nel spiegare che il nuovo codice nasceva dalle Direttive Eurpee sugli appalti (alla cui stesura aveva partecipato), raccontava di uno scambio di opinioni con i colleghi Europei a Bruxelles. Di fatto, il rappresentante Olandese, alla spiegazione di come venissero affidate le gare di lavori sotto soglia in Italia (taglio delle ali, media delle medie, ecc…) spalancò gli occhi e rimase a dir poco allibito. L’indomani disse all’Italiano: "noi, in Olanda, affidiamo gli appalti solamente a Imprese di fiducia" altro che taglio delle ali … Purtroppo, dopo quello che è successo in Italia, la parola fiducia, alla quale dovremmo poter dare il valore che merita, ce la possiamo scordare …

  7. Onofrio Cascio

    Se pur biasimato questo sistema di aggiudicazione di appalti taglia la testa a tutti quegli imprenditori che nel passato operavano in quest’isola percorrendola in lungo e largo alla ricerca di offerte di appoggio per partecipare a gare di appalto e condizionare lo svolgimento dei pubblici incanti. Ciò accade ancora nel resto di Italia: basta guardare i verbali di aggiudicazioni e rintracciare chiaramente cordate già precostituite che controllando solo il 15% delle offerte spingono le medie verso l’alto condizionandone l’aggiudicazione. In Sicilia, è vero che gli appalti sotto soglia vengono aggiudicati a sorteggio, ma almeno sono finiti i tempi delle spartizioni degli appalti sui tavoli della mafia.

  8. Marco Spampinato

    La situazione europea è differenziata, ma in tutti i paesi europei valgono i principi di concorrenza stabiliti dal trattato, e le direttive comunitarie che si applicano direttamente agli appalti "sopra soglia". L’Olanda ha avuto un problema assai rilevante, poiché la pratica della collusione tra le imprese era diventata talmente diffusa da determinare una crescita significativa del valore dei contratti di lavori. Il fatto è stato scoperto da indagini di una commissione parlamentare d’inchiesta sulle frodi nelle costruzioni, dell’autorità antitrust, del dipartimento di giustizia, tutte rivolte a ripristinare un funzionamento competitivo del mercato (Informazioni tratte da: Dorée A.G., Collusion in the Dutch construction industry: an industrial organization perspective, Building Research & Information n. 32 2004).

  9. Antonio

    Carissimi amici il sistema di aggiudicazione dell gare d’appalto in Sicilia è fallito perché il criterio di aggiudicazione e basato su un meccanismo che ha portato con il taglio delle ali al restringimento della forbice nella quale vi sono i probabbili aggiudicatari rendento di volta in volta i ribassi più simili fino al blocco totale con i ribassi identici, questo fatto e scaturito dal meccanismo ed è del tutto naturale e non vi e stato nessun accordo tra le imprese partecipanti, tutto questo a portato benessere alla mafia che si è potuta infiltrare nelle amministrazioni corrotte ed aggiudicarsi le commesse a discapito di tutte le imprese oneste che rischiano il fallimento, in questi due anni e passa di blocco nessun organo competente a notato questa tragica anomalia e nessuno a dato ascolto e recepito in pieno il problema.

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