Il mondo della finanza è in un periodo di radicali trasformazioni: si gioca una partita importante non solo sul terreno delle regole, ma anche su quello meno visibile dei rapporti di potere tra le autorità che dovranno applicarle. Vale a livello sia internazionale sia nazionale. In Italia siamo alla prossimi a un cambio al vertice della Consob, dove il mandato del presidente e di un commissario sono in scadenza. Due i passaggi fondamentali nella scelta dei successori: nella composizione degli organi di vigilanza la strada obbligata è la scelta secondo criteri di professionalità, indipendenza ed esperienza. Ma servono anche specifiche procedure improntate alla trasparenza e un più generale adeguamento organizzativo della nostra struttura dei controlli.
Hanno qualcosa in comune le proposte di Barack Obama sulle banche, le conclusioni del meeting di Davos, landamento dei lavori del Financial Stabilty Board con le beghe di casa nostra sul rinnovo dei vertici della Consob?
IL FILO CONDUTTORE
A prima vista ovviamente no; siamo un minuscolo ago nel pagliaio, tutto immerso nei tradizionali italici pettegolezzi sui papabili oppure su improbabili proroghe, peraltro subito smentite, degli attuali vertici. (1) Sono aspetti che nella crisi cosmica della finanza appaiono del tutto irrilevanti e con ogni probabilità non interessano proprio a nessuno.
Eppure, un filo conduttore che unisce le nostre vicende apparentemente così provinciali e lontane dagli scenari internazionali esiste e, diciamolo subito, induce a qualche amara riflessione.
Il mondo della finanza, fin troppo banale ricordarlo, è in un periodo di radicali trasformazioni e si sta giocando una partita importante non solo sul terreno delle regole, ma anche su quello meno visibile, eppure altrettanto importante, dei rapporti di potere tra le autorità che le nuove regole dovranno applicare in un sistema di governance al quale finora non eravamo abituati.
Come in parte ricordava Riccardo Sabbatici (2), nella nuova rete internazionale, il caso europeoè evidente, il posizionamento e lautorevolezza dei supervisori nazionali conterà non poco nel garantire lattuazione di standard ancora generici, ma che quando vengono specificati incidono profondamente su interessi economici e di potere. Ad esempio, fino adesso tutti daccordo nel prevenire il too big to fall, ma quando bisogna lavorare di sartoria indicando con precisione che cosa significa big e individuando i confini dove tagliare tra attività rischiose e non, cominciano i distinguo e si mettono in moto, lesperienza americana è esemplare, gli interessi organizzati: ed è evidente che in questo caso è necessario essere attrezzati per tenere ben dritta la barra.
Ma le cose cambiano anche guardando a casa propria: lo scenario futuro sarà caratterizzato da una sempre maggior concorrenza tra piazze finanziarie e non è affatto sicuro, anzi, che quelle tradizionalmente forti conservino la loro predominanza. Al contrario del passato, regole più efficienti e controlli efficaci diventeranno con ogni probabilità fattori decisivi nel condizionare lo sviluppo dei sistemi nazionali. Con una frase a effetto si potrebbe dire che la crisi, e le paure che si porta dietro, potrà generare una sorta di shopping degli ordinamenti al contrario, dove la ricerca sarà verso gli spazi più sicuri e meno rischiosi.
NON SOLO LE PERSONE
La politica ha, quindi, grandi responsabilità: non si tratta solo di fare presto con le nuove regole, ma anche di far funzionare bene gli organismi destinati a presidiarle.
E qui ci sono due passaggi fondamentali: il primo più evidente, ma da noi spesso dimenticato, è che nella composizione degli organi di vigilanza la scelta secondo criteri di professionalità, indipendenza ed esperienza è la strada obbligata per giocare un ruolo da protagonisti nel contesto post crisi.
Il secondo è che tutto questo non basta. Andando a pescare nel dimenticatoio dei temi a lungo strombazzati e poi puntualmente messi da parte troviamo un progetto di legge del 2007 sulla riforma delle autorità (qualcuno si ricorda quanti fiumi di parole sullargomento?). Era quello un progetto ambizioso per disciplinare sia le nomine sia gli aspetti organizzativi e di accountability. Ad esempio, si prevedeva che i componenti venissero nominati dopo una pubblica sollecitazione alle candidature e con il parere vincolante a maggioranza di due terzi di unapposita commissione parlamentare tramite audizione e pubblicazione dei curriculum vitae. Importante anche la prevenzione del fenomeno del revolving doors tramite vincoli a ricoprire cariche o ottenere consulenze nellanno successivo al termine dellincarico. (3)
Si può naturalmente discutere sulle modalità più efficaci, ma quel progetto testimoniava la consapevolezza che i criteri di professionalità e indipendenza si garantiscono individuando specifiche procedure di trasparenza nelle nomine e di successivo controllo parlamentare. Nel contempo, si inserivano le modifiche nellambito di un più generale adeguamento organizzativo della nostra struttura dei controlli. Paradossalmente, questa esigenza, nel momento nel quale diviene pressante e urgente, è caduta completamente nelloblio.
In sostanza, insieme alle persone che le rappresentano occorre ripensare alla procedure di nomina, alla valorizzazione dellautonomia delle authorities, al rafforzamento della organizzazione e della governance , ai rapporti con il Parlamento.
Questo sarebbe il miglior servizio che una politica alta e non fatta solo di annunci e slogan buoni per tutti gli usi, oppure di singoli interventi slegati da ogni logica di reale riforma ,potrebbe fare ai nostri mercati finanziari.
(1) La lettera del capo ufficio stampa della Consob pubblicata su La Repubblica del 1 febbraio 2010.
(2) Effetto riforma sul rinnovo del vertice Consob, in Il Sole 24Ore del 27 gennaio 2010.
(3) Su questi aspetti più di recente A. Macchiati, Linteresse pubblico nella regolamentazione finanziaria, in Mercato, concorrenza, regole, 2009, p. 223 ss.
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Mirco
Adesso viene fuori che banche americane sono chiaccherate sul debito della Grecia. Ma quale autorità…… Mi sa che è tardi a recuperare .
wtfr
Un’Autorità autorevole è un’Autorità trasparente in tutti i suoi comportamenti. Un’Autorità che non è trasparente nelle assunzioni non può esserlo neanche in altri ambiti. Ritengo vergognoso che il mondo accademico non faccia propria questa banale verità e non reclami a gran voce una maggiore serietà dei comportamenti della Consob nel reclutamento del personale, e non si indigni per la vergnognosa, ennesima "legge ad personam" nascosta nelle pieghe del cd. milleproroghe, dove a contrattisti eccellenti (assunti in 11 per una selezione a tre posti) è stato prorogato ex lege il contratto. O a pensar male si fa sempre bene, e una Consob "parcheggio eccellente" fa comodo anche ai docenti per i loro famigli?