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CONTI PUBBLICI: DAVVERO VA TUTTO BENE?

Il giorno dopo la pubblicazione dell’ultimo Bollettino economico della Banca d’Italia, il Sole24Ore (16 aprile 2010) titolava, in un occhiello di prima pagina: “Bene i conti pubblici” e poi ancora, a p. 1 e 3, “Deterioramento più contenuto che negli altri paesi avanzati”. Insomma, possiamo dormire sonni tranquilli? Ad una attenta lettura del Bollettino, viene qualche dubbio. E’ vero che altri paesi hanno visto peggiorare di più il loro disavanzo, ma hanno anche intrapreso politiche attive di contrasto alla crisi ben più incisive delle nostre.
Il fatto che la pressione fiscale sia aumentata non è un segno positivo che mostra come le entrate siano sotto controllo nonostante la crisi. Al netto di circa 12 miliardi di imposte straordinarie (dovute allo scudo fiscale e ad altre imposte straordinarie sulle imprese, che per lo più scontano minori imposte future) le imposte calano del 5,7%; più del Pil nominale, che cala del 3%. Questa calo, poi, non è imputabile a misure discrezionali di riduzione delle aliquote o ad altri sgravi fiscali, come più volte promesso, né pare interamente imputabile alla caduta del Pil dovuta alla crisi. Il rischio è quindi  che dietro a questo calo si nasconda anche un aumento di evasione.
Dal lato della spesa, la crescita nel 2009 è del 3,1%, ma questo dato è il frutto di un aumento del 4,2% della spesa primaria (cioè al netto degli interessi) e di un calo del 12,2,% della spesa per interessi. Ad aumentare non è tanto la spesa sociale, per fronteggiare i nuovi disagi, ma  sono soprattutto i consumi intermedi (+7,5%). Il risultato è che l’avanzo primario, variabile cruciale per l’andamento del rapporto debito/Pil, si è non solo azzerato, ma si è trasformato in un disavanzo primario (dal+2,5% a -0,6%) e il debito pubblico è cresciuto di quasi dieci punti, dal 106,1 al 115,8% del Pil.
Sarà anche vero che stiamo meglio della Grecia, ma non è una gran consolazione!

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MA LE FORMICHE NON CRESCONO

  1. marco

    Può essere che il calo del 5 e passa% sia dovuto alla progressività del sistema di aliquote che fa si che le imposte dovrebbero calare più che proporzionalmente rispetto al calo del PIL?

  2. rita

    La precisazione è di grande importanza perchè siamo stretti tra il plauso di Barrroso e degli ispettori del Fondo e il sospetto che l’evasione fiscale sia in aumento. Proprio per la crucialità del tema le chiedo se può esplicitare le entrate straordinarie (scudo a parte) perchè ognuno possa ragionare sulla questione.

  3. maurizio

    Purtroppo, senza una vera riforma fiscale (intendo una riforma che faccia pagare le tasse a tutti: i mezzi ci sono senza essere economisti, basta volerlo!), il destino dell’Italia, al massimo tra pochi anni, sarà molto peggio di quel che sta accadendo per la Grecia. Senza considerare che data l’entità del dissesto italiano nemmeno l’Unione Europea potrà intervenire in nostro aiuto… Le ‘barzellette’ raccontateci in questi ultimi anni dal Governo stanno finendo…

  4. Roberto

    Non stiamo meglio a livello di deficit solo della Grecia: USA ,GB, Spagna, Grecia, Irlanda hanno deficit superiori al 10%,la Francia sopra il 7%. Vero è che noi abbiamo un debito pubblico in rapporto al PIL più elevato e quindi una quota di PIL per interessi anche più alta. La cosa strana, poi, proprio riguardo alla spesa, è proprio questa incoerenza con le dichiarazioni fatte dai politici: molte lamentele sui tagli di spesa, salvo poi, come detto nell’articolo,che in realtà la spesa primaria é aumentata del 4,2% nel 2009.Occorrebbe poi,anche all’interno della maggior crescita per la spesa sui consumi intermedi,avere un dettaglio delle varie voci per capire perché e dove questa spesa sia aumentata così tanto.Poi il problema del bilancio pubblico è legato al modo di contabilizzazioni, a rinvii di spesa o anticipi di entrate, delle poste straordinarie, contabilizzazione degli arretrati stipendiali e via dicendo,per cui diventa difficile fare analisi serie e valide. Occorrerebbe fare molte depurazioni per poter fare dei raffronti anche anno su anno.Ad esempio, il deficit del 2006 pari al 3.3 % in realtà,senza l’accollo del debito ISPA fatta dal governo Prodi, sarebbe stato in realtà intorno al 2,5%.

  5. umberto carneglia

    Il rapporto debito/pil aumenta di molto, l’avanzo primario diventa disavanzo: risulta incomprensibile l’ottimismo, specie se si considera che l’Italia, grazie all’arretratezza del proprio sistema bancario, ha avuto pochi problemi dalla finanza cartolare e dai derivati. Il trend negativo della finanza pubblica coincide con una massiccia ripresa dell’evasione fiscale. I controlli sui movimenti bancari che avevano messo in allarme gli evasori sono venuti meno e siamo tornati all’antico. Il trend della finanza pubblica italiana e’ uno dei principali fattori del degrado del nostro Paese. E’ vero che il Tesoro ha resistito alle pressioni governative per un piu’ massiccio indebitamento; ma se non lo avesse fatto saremmo nelle condizioni della Grecia.

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