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DUE ANNI DI GOVERNO: CONCORRENZA E LIBERALIZZAZIONI

Liberalizzazioni e promozione della concorrenza erano stati uno dei tratti più marcati del governo Prodi nella precedente legislatura. Il governo Berlusconi non ha seguito la stessa linea, pur rifacendosi, tra le sue diverse anime, anche a una componente liberale.
Tra i suoi primi atti, la gestione della vicenda Alitalia e la creazione della cordata italiana Alitalia-Cai con la fusione tra compagnia di bandiera e Airone. Protagonista nella campagna elettorale del 2006 di una forte opposizione al progetto di acquisizione da parte di Air-France Klm in nome dell’italianità, una volta al governo, il centro-destra ha promosso una soluzione sotto molti punti di vista inferiore a quella francese: dal punto di vista del contribuente, che si è dovuto accollare circa 3 miliardi di debiti che sarebbero stati rilevati dai francesi. E dal punto di vista dei viaggiatori, ossia, in tema con l’argomento di questa scheda, sotto il profilo della concorrenza. La fusione tra Alitalia e Airone ha infatti creato situazioni di sostanziale monopolio su molte rotte interne, inclusa quella strategica tra Linate e Fiumicino. Per consentire il completamento dell’operazione, il governo ha sospeso temporaneamente i poteri dell’Antitrust nel valutare l’operazione.
In questi ultimi due anni, inoltre, non sono state proseguite le liberalizzazioni nei servizi professionali, sui quali le “lenzualate” del ministro Bersani avevano predisposto un punto di partenza che richiedeva la dettagliata implementazione in ciascuno dei settori interessati. Nulla è invece successo, e gli ordini professionali hanno avuto buon gioco nel riportare la barra verso la difesa degli interessi di categoria. L’aspetto più marcatamente anti-competitivo riguarda la riforma dell’avvocatura, approvata dalla commissione Giustizia del Senato. Sono reintrodotte le tariffe minime, “inderogabili e vincolanti”. Sono vietati accordi fra cliente e avvocato che prevedano il pagamento di una parcella solo nel caso che la causa sia vinta (contingency fees). La pubblicità, seppur non vietata, viene fortemente regolamentata. Viene ampliata la riserva di attività degli avvocati nel campo della consulenza legale e nelle procedure arbitrali. L’esame di abilitazione diviene più oneroso, così come le condizioni di praticantato, senza riconoscere ai praticanti nessun diritto di compenso. Si ribadisce il divieto di esercitare l’attività organizzandosi in società di capitali. Nelle intenzioni del ministro della Giustizia Alfano, questo approccio sarà applicato a tutte le categorie di professionisti entro la fine della legislatura. Non solo non si liberalizza, ma si smontano i pochi provvedimenti riformatori fatti in Italia negli ultimi quindici anni, fondamentalmente le “lenzuolate” di Bersani.
Scarsi i progressi per quanto riguarda la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, tema che aveva peraltro già trovato anche nella scorsa legislatura un fuoco di sbarramento trasversale. Più promettente, anche se nelle sue fasi preliminari, il provvedimento relativo all’affidamento ai privati della gestione dei servizi idrici.
Criticabile anche l’introduzione di norme anti-scalata da parte della Consob, con la benedizione del governo, nella fase più acuta della crisi, motivata anche in questo caso con la difesa dell’italianità delle imprese quotate. 

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  1. Claudio Sartori

    Fatico a giudicare positivamente quello che in pratica è l’unico intervento di liberalizzazione attuato dal governo: la privatizzazione dei servizi idrici. L’acqua potabile dovrebbe essere considerata un bene pubblico e inalienabile, che deve essere messo a disposizione dalle pubbliche amministrazioni locali, amministrato con lungimiranza e senza lucro. La risposta alle evidenti inefficienze dell’attuale gestione pubblica dovrebbe essere un efficace organismo di controllo, non il mitico "mercato libero" che, ammesso e non concesso che introduca efficienza, la dirotta principalmente al servizio della remunerazione del capitale, ovvero del lucro, relegando l’interesse del cittadino a un marginale, eventuale, sottoprodotto.

  2. nico

    In Italia, subito dopo i costi della politica, è l’interazione tra un sistema legislativo-giudiziario abnorme e farraginoso e i "professionisti" che vi ruotano attorno a pesare di più sulla competitività. Ma come potra’ un Parlamento composto in buona parte da avvocati concepire una vera riforma dei servizi professionali ?

  3. Alessio B.

    Sarei favorevole pure io se si fosse mai vista in Italia una sola privatizzazione finita con successo. Poste? Treni? Elettricità? Telefono? Tutti fallimenti.

  4. francescosaverio

    Non che questo governo abbia fatto bene, ma è stato quello precedente ad essere un disastro: basta "scimmiottare" le politiche neoliberiste dei paesi anglosassoni, non è cosi facendo che si è all’"avanguardia". Berlusconi lo ha capito, molti a sinistra ancora no e vagheggiano tuttora "liberalizzazioni" nel paesi che ha più avvocati pro capite del mondo. Casomai si tratta di limitare l’accesso alle professioni con esami effettivamente selettivi, perchè il problema sta nelle università, quelle si da riordinare veramente ed in modo incisivo, perche troppo spesso danno bassa formazione, con un pesantissimo costo economico e sociale.

  5. lika-i

    La società che ha in mente Berlusconi è una specie di feudalesimo, con pochi grandi arrivati e gli altri che cercano la protezione altrui. Altro che libertà e concorrenza. Sono due cose in contrasto con l’ispirazione profonda di un imprenditore che materialmente non sa cosa sia la concorrenza. La sua idea è la stessa del marchese del Grillo: "io so’ io e voi nun siete un cazzo".

  6. Roberto Boschi

    Circa l’effetto sull’economia delle "lenzuolate" sugli ordini professionali, molto probabilmente, non riusciremo a vederne i risultati (positivi o negativi), perché si stanno progressivamente smontando. Un effetto, però, è stato subito immediato: l’aumento dell’incentivo ad evadere con l’abolizione della obbligatoretà dei pagamenti elettronici. E’ come dire, a chi ha la tentazione di fare nero, "non ti preoccupare, perché non potrò avere prove certe per smascherarti, quindi fallo pure". Alla faccia della protezione dei neo-professionisti! A questo ci porta la filosofia di Berlusconi (che a suo tempo ha detto che evadere non è immorale se le tasse sono troppo alte!).

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