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ULTIMA NOTIZIA: I GIORNALI HANNO LE RUOTE

Arriva la prevista separazione tra Fiat Auto e Fiat Industrial, che dovrebbe raccogliere tutte le attività diverse dalle automobili. Eccezion fatta per i giornali. Perché questa scelta? Può nascere il sospetto che le partecipazioni nei media siano considerate strategiche per la capacità di influenzare l’opinione pubblica. L’auspicio è invece che la nuova Fiat faccia una scelta coraggiosa e si dedichi in maniera esclusiva alle solide auto. Lasciando svolazzare altrove i quotidiani.

Le indiscrezioni della vigilia si sono rivelate corrette: il 21 aprile Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, ha annunciato il progetto di creare due società separate: alla nuova società denominata "Fiat Industrial" verranno assegnate Iveco (camion) e Cnh (trattori), mentre a Fiat rimarrà il business delle automobili. (1) Nel suo intervento Marchionne si è espresso in termini molto chiari sulla questione:
"[…] Anche oggi, Fiat è la combinazione di due business differenti: da un lato, le automobili e i business dei relativi componenti e, dall’altro lato, il business dei camion e delle macchine per l’agricoltura e per le costruzioni. Questi due gruppi di attività sono molto diversi tra loro in termini di ciclo economico, margini di profitto e necessità di capitale [..]". (2)
Come è stato notato da molti commentatori, l’integrazione tra Fiat Auto e Chrysler viene resa più agevole dallo scorporo all’interno di Fiat. Dall’altra parte, una volta create due diverse società, la famiglia Agnelli, come azionista di riferimento dell’attuale Fiat, potrà seguire due strategie di investimento diverse sui due business, eventualmente disimpegnandosi in maniera più o meno graduale dall’auto e mantenendo le proprie posizioni all’interno di Fiat Industrial.

TUTTO, TRANNE I GIORNALI

Fin qui la logica della cosa appare condivisibile. Si capiscono meno le ragioni per cui le attuali partecipazioni della società nel settore editoriale rimarranno all’interno della nuova Fiat dedicata esclusivamente all’auto, invece di essere assegnate a Fiat Industrial. E non sono bruscolini, in quanto si tratta del controllo totalitario della Stampa di Torino e del 10 per cento circa di Rcs (che controlla Il Corriere della Sera). Se il nome non inganna, Fiat Industrial dovrebbe funzionare come contenitore per tutte le attività diverse dall’auto che attualmente appartengono a Fiat. Ma i giornali sembrano seguire un destino diverso.
Quale ruolo hanno Stampa e Corriere della Sera rispetto al business specifico di Fiat auto? Difficile vedere economia di scala o di scopo fra le due attività. Nulla naturalmente esclude che queste partecipazioni editoriali vengano cedute nel futuro prossimo. Allo stato attuale, sorge spontaneo il sospetto che le partecipazioni nei media siano viste come strategiche per la loro capacità di influenzare l’opinione pubblica, assicurandosi coperture di stampa “amiche”. Si possono ottenere effetti simili con il bastone e la carota degli investimenti pubblicitari, ma vuoi mettere il controllo diretto dei media stessi? (3)
I dettagli dell’intera operazione non sono stati ancora definiti precisamente, ma sarebbe bello vedere realizzata nei prossimi mesi una scelta coraggiosa: che la nuova Fiat si dedichi in maniera esclusiva alle solide ma difficili auto, e lasci svolazzare i giornali altrove.

(1) Ai camion e ai trattori si aggiungono i motori Industrial & Marine di FPT Powertrain Technologies. Vedi la relazione di Marchionne (pagina 9):
(2) Relazione di Sergio Marchionne, pagina 8.
(3) "Pubblicità: bastone e carota in mano ai politici"

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

  1. silver

    Oh era ora che qualcuno ci pensasse, e lo scrivesse! Per fortuna che la rete c’è e ci sono giornalisti che scrivono con penna (?) diritta. A me però viene da aggiungere che la situazione Telecom è ormai una farsa, anzi una tragedia, vedasi post sul blog di Grillo. Ma tutta questa cupio dissolvi italica chi l’ha iniettata, si può sapere perchè tanto sfregio e mancanza di credibilità ai nostri stessi occhi, lasciando perdere nei confronti degli stranieri?!

  2. Obsoleto

    In realtà le "notizie" (più che i giornali) hanno le ruote, è un modo di dire usato gergalmente, ma se ne accettiamo la metafora (in questo caso) la Fiat è coerente con la propria "mission", giusto?

  3. carloserba

    Puglisi ha assolutamente ragione, ma non va dimenticata la terza fonte d’informazione su cui la Fiat ricopre una consistente influenza. Il Sole 24 Ore è sì edito da Confindustria e quindi non controllato direttamente dal Lingotto, ma tutti sappiamo quanto sia forte il ruolo dell’azienda torinese nelle Confederazione. Basta vedere le attenzioni che il foglio economico presta alle attività dell’ex presidente Montezemolo. La presenza di Fiat nell’editoria è tricefala e quindi l’intervento di Puglisi è di ancor più cruciale importanza. Quale sarà il vero motivo di questa scelta?

  4. AUTOFERRO

    Il sospetto che i giornali, così come le televisioni, possano influenzare l’opinione pubblica è ovviamente notevole, solo il nostro capo del governo lo può negare, ma anche il finanziamento da parte dello stato per ogni copia di quotidiano stampato (attenzione non venduto!) può far comodo.

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