Il disegno di legge sulle intercettazioni mina senz’altro il diritto di cronaca. Ma il vero effetto dirompente del provvedimento è rendere meno efficace lo strumento investigativo più utile nelle inchieste giudiziarie. Non vorremmo quindi che nella discussione di questi giorni la giusta reazione dei media spostasse l’attenzione della discussione dal problema cruciale: le intercettazioni sono uno strumento di indagine e reperimento delle prove essenziale per la magistratura. E’ prima di tutto su queste limitazioni che va condotta una battaglia civile.
Il mondo dell’informazione si è compattato nelle ultime settimane, coinvolgendo giornalisti con posizioni politiche anche diverse, nell’opporsi al disegno di legge sulle intercettazioni. È un segnale importante che fa emergere i media come uno dei poteri di controllo all’interno di una società democratica. L’impossibilità di riportare notizie e atti di inchiesta fino al termine dell’udienza preliminare, anche quando questi stessi documenti non siano più coperti dal segreto istruttorio, appare un esercizio di arroganza del potere politico che molti costituzionalisti giudicano destinato a un nuovo frontale con la valutazione della Corte costituzionale. Il divieto di pubblicare il contenuto delle intercettazioni contenute negli atti, nemmeno in forma di riassunto, limita ulteriormente il ruolo dell’informazione nell’orientare l’opinione pubblica. E confonde alcuni eccessi, che pur si sono verificati nella ricerca del particolare sensazionale quanto irrilevante nell’ambito delle indagini, con un bando generalizzato che impedisce al cittadino di conoscere.
LIMITI SOPRATTUTTO ALLA MAGISTRATURA
Sono considerazioni talmente ovvie che viene quasi da vergognarsi di doverle fare. E sicuramente l’imbarazzo è il primo sentimento che affiora quando capita di parlare con amici e colleghi stranieri che chiedono lumi sulle ragioni di questo assurdo provvedimento.
Ma una volta chiarito che il diritto di cronaca in una democrazia deve essere assoluto e completo, occorre guardare a questa vicenda in modo più completo, perché temo che la giusta capacità di voice del mondo dell’informazione, unita all’obbligo di riservatezza della magistratura, abbia spostato il terreno del confronto su una parte del provvedimento che non necessariamente rappresenta il vero obiettivo di questa avventura. Nel disegno attualmente in discussione in Parlamento vi sono infatti misure inaccettabili che limitano fortemente il ruolo della stampa, ma limitazioni anche più pericolose che riguardano le possibilità e i modi di utilizzo delle intercettazione da parte della magistratura inquirente. Quando si chiede un grave indizio di colpevolezza per poter richiedere l’intercettazione, quando si allungano i tempi e le procedure per il rilascio dell’autorizzazione, quando si limita a 75 giorni il periodo delle intercettazioni stesse, si sta sostanzialmente rendendo meno efficace lo strumento investigativo più utile nelle inchieste giudiziarie, quello che, una volta tanto, permette di fronteggiare con tecnologie moderne un mondo criminale che certo non deve chiedere autorizzazioni per utilizzare gli ultimi ritrovati in tema di comunicazione.
Sui giornali abbiamo letto in queste settimane molti articoli che hanno provato a ricostruire vicende importanti avviate dalle inchieste giudiziarie, nelle quali il ruolo delle intercettazioni quale strumento investigativo ha consentito di raggiungere risultati fondamentali, qualora il bavaglio alle notizie fosse già stato applicato. Non avremmo saputo, se non a inchiesta conclusa, di storie significative che hanno visto coinvolti episodi di corruzione, malcostume politico e malversazioni economiche, attività criminali. L’esercizio, in qualche misura, è semplice, poiché in questi ultimi anni i giornali hanno esercitato il loro ruolo di mezzi di informazione, al contrario di quanto ha caratterizzato quasi tutta l’informazione televisiva, normalizzata dal controllo governativo e dalla dottrina Minzolini.
Ma questo esercizio, purtroppo, è una sottostima di quanto sarebbe avvenuto con la nuova legge, poiché non può valutare quello che è il vero effetto dirompente di un uso ridotto e addomesticato delle intercettazioni, vale a dire una capacità molto meno incisiva delle inchieste giudiziarie nel reperire evidenze e prove. Molto probabilmente di alcune delle indagini giudiziarie citate in quegli articoli non avremmo saputo non tanto per il bavaglio ai giornali, quanto per l’impossibilità di raggiungere gli elementi di prova messi assieme anche attraverso le intercettazioni dalla magistratura inquirente.
Nella discussione di oggi non vorremmo quindi che la giusta reazione dei media spostasse l’attenzione della discussione dal problema cruciale: le intercettazioni sono uno strumento di indagine e reperimento delle prove essenziale per la magistratura, senza cui le indagini avrebbero meno capacità di incidere. È prima di tutto su queste limitazioni che va condotta una battaglia civile. A cui unire la difesa del diritto di cronaca. Non vorremmo invece che la discussione cadesse nella trappola evidente predisposta dal governo, con una attenzione focalizzata sui diritti di informare i cittadini, ma meno vigile sulla difesa dello strumento di indagine per il lavoro dei magistrati. Sarebbe un triste paradosso quello di una battaglia al calor bianco in cui il diritto di cronaca uscisse alla fine meno compresso, salvo poi accorgerci che poco o nulla i giornali potrebbero raccontare ai propri lettori in merito al lavoro della magistratura per la impossibilità delle indagini giudiziarie di raggiungere risultati.
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Fulvio Krizman
Credo che agendo a senso unico non vediamo alcuni problemi reali, tipo labuso di intercettazioni telefoniche che si fa nel nostro paese. Dobbiamo ben tenere presente, che ciò che si sarebbe potuto risolvere con precedure dintesa tra giudici e avvocati di parte, o con più buon senso da parte dei magistrati o con un percorso legislativo non frettoloso, promosso magari anche dalla sinistra quando stava al governo, ora non saremo costretti in questa situazione nella quale si sta tentando di privare la nostra democrazia dei suoi basilari anticorpi, e ridurre le potenzialità investigative che indubbiamente il mezzo intercettazione offre. Questo potrebbe voler dire linizio di un abbattimento della nostra costituzione e in quella sua prima parte che sancisce principi e diritti. Con la scusa della privacy, ci priveranno di ben altro. Fulvio Krizman
sampietrino
Complimenti all’autore per l’articolo, che chiarisce bene la distinzione tra intercettazioni come strumento prezioso per la magistratura e il diritto di cronaca. Oltre a questa precisazione, c’è un’altra cosa che ho fatto fatica a trovare sui giornali: come funziona negli altri paesi europei? Per farsi un’opinione più precisa in merito alla questione, mi piacerebbe sapere cosa prevede la legge in Germania, Francia, Inghilterra, e in altri paesi generalmente ritenuti a un livello di democrazia maggiore del nostro. Potete aggiungere qualcosa al riguardo? Grazie.
andrea
Per assurdo, dovendo scegliere, preferirei rinunciare all’informazione attuale che purtroppo in alcuni casi si trasforma in gossip, ma, nel silenzio della stampa, sapere che vengono utilizzate le intercettazioni così come funzionano oggi, per il contrastato del malaffare con la maggiore efficienza possibile.
Luigi Daniele
Perfettamente d’accordo che il ddl sulle intercettazioni è pericoloso sotto i due distinti aspetti delle limitazioni al potere di disporre le intercettazioni da parte della magistratura e delle limitazioni al diritto di cronaca riguardo alle indagini in corso. Posso anche ammettere che il Governo stia cercando di spostare l’attenzione sui limiti al diritto di cronaca (sui quali è probabilmente disposto ad accettare l’emendamento Buongiorno che prevede il diritto dei giornali di riferire delle indagini per sunto), facendo dimenticare i ben più discutibiili limiti al potere stesso della magistratura di disporre l’intercettazione. I due problemi tuttavia sono strettamente collegati. Quel che è più temuto è la pubblicazione immediata sui giornali delle intercettazioni come "pena anticipata" nelle indagini che coinvolgono politici, mentre sul piano giudiziario le intercettazioni per indagini di questo tipo sono rese inefficaci dalla vigente disciplina della prescrizione.
ziano
Concordo. Sembra una strategia ben congegnata (con annesso gioco delle parti): concedere un ammorbidimento del divieto di pubblicazione, ma tenere fermo lo strumento per castrare le indagini dei procuratori.
giuseppe, pensionato-
Le intercettazioni, uscendo dai luoghi legittimati ad acquisirle, violano gravemente la vita privata del cittadino. Non sarebbe stato logico fare leggi contro coloro che permettono subdolamente che diventino pubbliche, individuando anche un responsabile detentore (per es il pubblico ministero) che le conservasse gelosamente sotto la propria responsabilità ? Perchè si è preferito pigliarsela con i giornali che pur venendone a conoscenza non devono pubblicarle? Io sono stato nella pubblica amministrazione (diversa da quella della giustizia e con minori poteri di un magistrato) e non è mai uscita fuori dagli uffici nessuna notizia di segreto di ufficio o professionale. E questo, ritengo, non perchè ci fossero persone eccezionali, ma solo perchè c’erano persone serie.
Ludolfo
Le indagini sulle fughe di notizie purtroppo finiscono sempre nel nulla. Si conoscono i giornalisti che hanno ricevuto e pubblicato le intercettazioni, ma non si riesce mai a capire – mannaggia – chi gliele ha date. Riservatezza delle fonti, e come no? Le indagini sulle fughe di notizie muoiono, ogni giorno, così. I giornalisti non hanno nessuna responsabilità, nemmeno quando (si veda Calciopoli Maurizio Galdi, giornalista della gazzetta dello sport e fonte di auricchio), partecipano attivamente alle indagini. È quindi necessario trovare un qualche tipo di deterrente perché questi fatti, gravemente pregiudizievoli per un cittadino – nemmeno imputato, ma semplicemente indagato – non accadano più; perché un cittadino non debba subire l’attacco incrociato, e magari concordato, di stampa e magistratura; perché, detto più semplicemente, un cittadino sia garantito nei suoi diritti. Un rapporto, quello tra chi passa le intercettazioni, contra legem, e chi le riceve e pubblica, che non si può semplicisticamente collocare nella categoria "diritto di informazione", come vorrebbero i campioni della legalità, ma che è passibile, proprio per la sua natura illegale, di essere inquinato.
filidimemoria
Divulgate/divulghiamo più possibile questa impostazione, questo articolo. Come altri hanno scritto prima di me e che leggo nei commenti, ormai dovremmo sapere tutto sull’arte della distrazione di massa che adottano i poteri forti e a cui chi non sa opporsi, finisce per fare il gioco dei primi. E’ evidente che razionalmente non deve importarmene nulla se ieri e in questi giorni protestano uniti da Feltri a Padellaro, da destra a sinistra della stampa… Anzi sinceramente lo vedo come uno spettacolo come quello di certi amici e altre divise, che quando le tocchi, fanno un grumo tutto unito mentre fino al secondo prima si prendevano a mazzate, mai capaci di difendere " interessi " un po’ piu comunitari rispetto ai loro. Occorre per primo difendere le funzioni e gli strumenti dallo svuotamento di quella parte istituzionale che raggiunge la nostra amministrazione della giustizia che ne leggiamo o meno i resoconti (anche perché purtroppo per ora siamo ancora troppo pochi a leggere). Questa è la priorità, non l’altra che semmai ne è una parziale e successiva conseguenza.
alberto ferrari
Contrariamente a quanto molti continuano, in buona o mala fede, a pensare in Italia non c’è nessun abuso di intercettazioni, perchè il numero delle intercettazioni va rapportato al numero dei reati (compresi quelli fiscali, quelli di corruzione e quelli di mafia) che ci vedono al secondo posto posto in Europa, dopo la Grecia.
Giuseppe Caffo
In una democrazia liberale i cittadini devono avere tutte le informazioni possibili sui politici eletti e sugli amministratori della cosa pubblica. Costoro dovrebbero essere consapevoli che assumendo cariche di rilievo al servizio degli elettori e dei loro datori di lavoro (i cittadini che pagano le tasse) si espongono al giudizio popolare, rinunciando alla privacy. Del resto nessuno è obbligato ad assumere ruoli così delicati. Chi ha qualcosa da nascondere o è geloso della propria riservatezza, può semplicemente intraprendere carriere diverse. Negli ultimi anni abbiamo fatto della privacy uno stupido idolo al quale sacrificare addirittura la lotta alla corruzione, alla criminalità organizzata, al malaffare, piaghe che rischiano di portare il Paese alla rovina. Personalmente,non avendo nulla da nascondere, rinuncio volentieri alla mia porzione di privacy ,nell’auspicio di vivere in un Paese nel quale libertà di stampa, trasparenza dei comportamenti e rispetto della legalità siano valori diffusi e condivisi.
Luca
In risposta a chi chiedeva un’overview di come funziona il idiritto di cronaca negli altri paesi, includo questo link ad un articolo del Corriere. Una nota, un po’ polemica… L’articolo del Corriere e’ ben fatto e, a mio avviso, equilibrato. Al contrario il sottotitolo (che e’ cio’ che salta all’occhio a chi sfoglia distrattamente il giornale o scorre il sito) e’ alquanto fuorviante. Sta per passare una legge liberticida e un quotidiano come il Corriere sottolinea il caso di un paese piu’ liberticida di noi invece di scandalizzarsi che in nessun altro paese evoluto esista una legge neanche lontanamente simile a quella che i nostri parlamentari si stanno affrettando a far passare!!! Riguardo all’uso delle intercettazioni per le indagini non ho trovato niente di esaustivo. Se non che alcuni giornali per dar credito alla legge proposta riportano i dati delle intercettazioni USA riportando solo quelle fatte dal governo federale, omettendo le intercettazioni fatte dai singoli stati (che sono la maggioranza).
franco benoffi gambarova
Mi rallegro che qualcuno abbia conservato il buon senso, a differenza dei direttori dei maggiori quotidiani, ed abbia il coraggio di scrivere che quella del bavaglio alla stampa è sopratutto una trappola: e il gioverno attuale, in fatto di trappole, è maestro. Il vero pericolo è che l’attività della magistratura risulti bloccata. Vorrei che qualcuno spiegasse come si sarebbero potuti scoprire i recenti casi di corruzione, senza le intercettazioni. Ed allora abbia, il governo, il coraggio di emendare la legge inserendo i reati di corruzione. Oppure, meglio, abbia la decenza di ritirare questo indegno disegno di leggere, che ha scandalizzato tutto il mondo, partendo dagli USA. Spes ultima dea! Frano Benoffi Gambarova
AMSICORA
La libertà e la segretezza delle comunicazioni sono un diritto inviolabile (art 15 Costituzione) che viene prima del diritto di cronaca (che incontra dei limiti nel rispetto della dignità delle persone e della loro privacy) mentre non esiste nemmeno un fantomatico diritto allindagine da parte dei magistrati. Per principio, quindi, le telefonate, le lettere, gli sms etc etc dei cittadini debbono restare segreti e, se non sono segreti, per conseguenza, non saranno nemmeno liberi, ma pregiudicati dal fatto che quanto io dico o scrivo al mio interlocutore potrebbe essere sentito o letto da spioni. Le intercettazioni dovrebbero essere uneccezione a tale diritto inviolabile, previste nei soli casi tassativamente previsti dalla legge (per i reati più gravi e per un periodo limitato) e non dovrebbero essere invece, come accade oggi, una prassi giudiziaria: non esiste nessun diritto dei magistrati a spiare le vite degli altri come accadeva nei regimi comunisti, le intercettazioni non sono uno strumento ordinario di indagini.
pierfranco parisi
Sono perfettamente d’accordo. Di più: politici e giornalisti dovrebbero concentrarsi su poche questioni e pretendere dalla controparte risposte precise ad evitare sistematici "svicolamenti". Ad esempio: può qualcun spiegarmi perchè le intercettazioni devono per legge interrompersi dopo 75 giorni e non invece proseguire fin quando necessario?
AMSICORA
Le intercettazioni devono essere limitate ad un preciso arco temporale perché costituiscono una violazione della libertà e segretezza delle comunicazioni (art 15 costituzione). sono uno strumento eccezionale che può essere utilizzato solo in casi tassativamente previsti, come in caso di indagine per reati gravissimi. -sulla trasparenza dei cittadini. è un concetto tipico da stato totalitario. ad esempio nei regimi comunisti si sosteneva che i cittadini dovevano essere assolutamente trasparenti per lo stato: "se tu non hai nulla da nascondere lo Stato deve sapere tutto su di te" perché "se tu pretendi una sfera di riservatezza significa che hai qualcosa da nascondere". Chi afferma una cosa simili non si accorge delle conseguenza: è’ un argomento che giustifica a priori qualsiasi abuso dello Stato, che in qualsiasi momento e con qualsiasi mezzo può accertare se ti stai "rispettando la legalità" -lancio una boutade: posto che tutti possiamo commettere reati, perché non diamo ai magistrati il potere di spiare h 24 le telefonate, le email, gli sms…di tutti i 60 milioni di italiani? in questo modo sarebbe assicurato il "rispetto della legalità" al 100%…
Carlko
..A tutti coloro si trincerano dietro il segreto delle comunicazioni private tutelato dalla Costituzione. Immagino che con questa norma i Padri Costituenti, memori dell’espesperienza del periodo fascista (quello sì totalitario!), volessero tutelare i cittadini da un controllo pervasivamente deviato della loro libertà personale da parte di attori statali o privati i quali, partendo da una loro posizione sociale ed economica di forza, entravano pesantemente nella vita degli individui per condizionarli coattivamente. Quanto al fatto che il bene tutelato dall’art. 15 venga prima del cosidetto diritto di cronaca, bisogna evidenziare che l’art. 21 della Costituzione prevede che "..La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.." proprio perchè i veri stati totalitari tendono a reprimere la circolazione delle notizie che in qualche modo vanno ad intaccare il "consenso" riguardante politici e potenti nomenclature. Ciò su fonda sul fatto che una vera Democrazia si basa sulla libera formazione del pensiero e delle opinioni, al fine di "sanzionare" comportamenti scorretti degli attori politici ed economici ai vertici del potere, e non solo e tanto dei comuni cittadini.
joint79
Il secondo comma dell’art. 3 della Costituzione recita: "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese." Questo per spiegare che se gli organi preposti non vengono messi nelle condizioni di fare il proprio dovere, la libertà di tutti è messa a rischio. Quindi questo provvedimento, non solo impedisce ai magistrati ed ai giornalisti di esercitare il proprio lavoro, ma impedisce anche ai cittadini di essere informati. Per quanto riguarda invece il problema delle intercettazioni, è ovvio che siano sempre più e vadano a crescere perchè ormai non ci sono più i pizzini da portare da una persona ad un’altra, ma ci sono i telefoni cellulari che tutti possono avere. Per cui è indispensabile se si vuole scovare un crimine tenere sotto controllo più persone. Inoltre, quello che questa legge vieta è anche la pubblicazione di un atto che è diventato pubblico! Che senso ha tutto ciò?
AMSICORA
Vedo che il tema appassiona…quanto l’evasione! Restando sui principii costituzionali, senza entrare nel dettaglio, la nostra costituzione prevede espressamente 3 diritti inviolabili che vengono prima di tutti gli altri: libertà personale (13) domicilio (14) e, per l’appunto, libertà e segretezza delle comunicazioni (art 15). Sono inviolabili perché possono essere limitati, eccezionalmente, solo a due condizioni: -nei soli casi previsti tassativamente dalla legge e nei soli modi previsti dalla stessa legge (cd "riserva di legge") -previa autorizzazione motivata di un giudice (cd "riserva di giurisdizione") Inoltre, mentre la stessa costituzione prevede che, "in casi eccezionali di necessità e urgenza, indicati tassativamente dalla legge" la polizia possa fermare indagati senza autorizzazione di un giudice per massimo 48 ore e, se il giudice non conferma il provvedimento, esso si intende revocato. Nel caso delle intercettazioni la tutela è ancora più forte, perché la polizia non può farle, in nessun caso, se prima non cè unautorizzazione motivata di un giudice. Questo è quanto prevede la costituzione.
luigi del monte
La prima parte della legge, che regolamenta le intercettazioni, non la condivido a pieno anche se penso che la magistratura dovrebbe far si che i costi siano sotto controllo. Per esempio se un Pm chiede per 3 indagini le intercettazioni spendendo 3 milioni di euro e facendo un buco nell’acqua, non per causa sua (prescrizione, depenalizzazione reato ecc), alla 4a richiesta il giudice che le autorizza dovrebbe sapere che le ha usate 3 volte senza successo e mettere un limite. la seconda parte credo proprio che sia sbagliata, nel senso che è giusto che non vengano pubblicate sino alla chiusura delle indagini, ma queste durano troppo e poi c’è l’obbligo dell’avviso di garanzia per l’ndagato. sarebbe meglio non comunicagli niente e solo alla fine inquisirlo e li pubblicarle quelle penalmente rilevanti. Quelle moralmente deprecabili sono pubblicabili? Secondo me si, ma chi stabilisce quali lo siano e quali no? Mi riferisco per esempio alle pressioni di un presidente al capo di un authority o alle telefonate degli imprenditori del terremoto.. Il vero problema che non si vuole affrontare è la riforma della giustizia che deve essere garantista sia per l’indagato che la parte offesa.
uno dei tanti cittadini indignati e sconfortati
Non c’è da stupirsi che il governo guidato da Berlusconi, la costruzione delle cui fortune personali è stata caratterizzata da una quantità di aspetti oscuri mai chiariti, a partire dalla corruzione di magistrati, di testimoni, di politici, ecc. ogni volta che lo dettavano i suoi personali interessi, oggi veda nelle intercettazioni una minaccia permanente a lui e ai suoi amici e sodali. Bisogna appoggiare ogni iniziativa per arginare le sue leggi devastanti e a salvaguardare le regole della civile convivenza.
Luca Boccianti
Leggo alcune considerazioni riguardo intercettazioni come strumento di uno stato totalitario ecc.. Il nostro è uno stato totalitario, in cui la volgarità e la pochezza delle persone, uomini e donne, che traspare dal loro modo di parlare, spadroneggia sulla maggioranza (spero) dei cittadini onesti e capaci. Di questioni di principio, libertà dell’individuo eccetera, ai signori intercettati e ai loro sostenitori, in realtà non interessa niente. Semplicemente un po’ (per fortuna) ancora si vergognano, e un po’ hanno paura di eventuali interferenze della magistratura nei loro malaffari. Purtroppo siamo in una tale emergenza, di legalità e di buon costume (lo dico senza ironia) che è necessario che si sappia come parla e ragiona certa gente, perché il loro parlare e ragionare sta rovinando, anche economicamente, questa nazione.
adriana
Ecco, il gioco è fatto! Quanto sfinimento di parole, di proteste, di emendamenti, levate di scudi, di richieste di modifiche…bla,bla,bla…tanto mal di testa e un fegato che scoppia. Cosa succederà dopo tanta faticosa ed estenuante protesta? Tale regolamentazione sarà introdotta e accettata perchè tutti contenti di aver ottenuto che sia tolto il limite dei 75 gg. e alleggerite le pene per editori e giornalisti. La fregatura è questa! Nessuno doveva arrogarsi il diritto anche solo di proporre alla Nazione Onesta una normativa che limita la conoscenza di tante sconcerie.
laura
L’indifferenza della maggior parte delle persone e la loro ignoranza mi rende sconsolata! Per le strade d’Italia si sente spessissimo parlare di calcio, e noto con stupore che le persone riescono addirittura a farsi delle opinioni e sostenerle argomentandole…mentre per la politica e in particolare per i diritti di tutti non c’è tutto questo fervore. Non so più in che cosa sperare. Dopotutto gli italiani se lo meritano. Chissà se quando vedranno un giornalista con le manette per aver parlato di un corruttore prescritto, qualche coscienza "ingenua" si sveglierà. Fino a che punto deve arrivare questo regimetto mediatico, perché la gente capisca?
FRANCESCO BUFFA DESIGNER
Con questa legge finalmente saranno assicurate la felicità e la pace: i magistrati non correranno il pericolo di saltare in aria! e vivranno più tranquilli, perché i mafiosi e i delinquenti finalmente potranno parlare tranquillamente al telefono senza essere disturbati da nessuno, stante che i loro delegati ne garantiscono la riservatezza, ma anche quella dei comitati di affari, delle cricche, dei pedofili, degli stupratori, dei politici impegnati a studiare le leggi eccellenti per i loro elettori preferiti che finalmente godranno di un paese tranquillo, tanto tranquillo, che pur di non turbare lopinione pubblica nulla deve sapersi. La Polizia potrà così dedicarsi a fare attraversare le vecchiette e i bambini! a dirigere il traffico, potrà multare i lavavetri e controllare meglio gli extracomunitari. (personalmente io suggerirei pure di disarmarla). I quotidiani finalmente potranno pubblicare con la massima libertà, le coloratissime foto delle veline! Tanto di carta da stampare e televisioni da dedicare a tanta cultura popolare ne ha quanto ne vuole qualcuno ha già anticipato i soldi!
uten
Berlusconi ad un convegno a proposito delle intercettazioni ebbe il coraggio di dire che con questa legge gli italiani sono piu’ contenti perche’ non si devono piu’ preoccupare di essere spiati quando parlano al telefono!?!?!? Stiamo rasentando l’idiozia non ci sono parole per commentare. In fondo gli italiani si meritano questo governo, perche’ la maggioranza pensa al proprio interesse, non ha valori da insegnare ai figli e le prossime generazioni non saranno migliori. L’importante e’ avere un bel SUV!
umberto carneglia
Non ricordo che sia mai successo che una proposta di legge di un Paese democratico avanzato abbia suscitato reazioni internazionali come in questo caso. Questo da la misura della gravità del provvedimento che rappresenta una gravissima minaccia per la sicurezza e la democrazia nel nostro Paese, proprio mentre affiorano da ogni parte sintomi di una corruzione dilagante che spesso si salda col crimine organizzato. Non è esagerato dire che la nostra democrazia è in pericolo. E’ questo che pensano le Istituzioni Internazionali che lanciano l’allarme sul provvedimento. I meno consapevoli nel mondo sono gli Italiani, fiaccati da anni di disinformazione.
Zany Matteo
E’ disarmante osservare una nazione che subisce impotente l’imposizione di una legge che, con la scusa di tutelare la privacy dei cittadini, toglie ai magistrati una delle migliori armi in loro possesso per indagare (nota bene) su trafficanti di droga, pedofili, mafiosi, camorristi, corruttori e corrotti, ladri e affini, evasori totali e altri galantuomini: questi sono i cittadini da tutelare secondo alcuni nostri politici.
Franco GIURISTA
I telegiornali di regime hanno annunciato il raggiunto accordo della "maggioranza" sul tema delle intercettazioni! Un accordo con i "Finiani", che recepisce anche qualche "filtro" della cosiddetta "opposizione"! Siamo al colmo della indecenza e della sopraffazione! Il "disaccordo" rappresentato dal pescatore subacqueo della Camera, ha cercato di convogliare anche la contrarietà dell’opposizione parlamentare (quella civile non viene nemmeno nominata). Si inventano e si propinano all’opinione pubblica concetti abnormi e ridicoli di "maggioranza" governativa a cui il principale responsabile e padrone aziendale finge e dichiara di doversi suo malgrado inchinare. Di fronte a tale e tanta sfacciataggine nessun "male minore" può essere non dico tollerato ma nemmeno pensato quando è ormai chiarissimo che si vuole solo condizionare e imbavagliare la magistratura inquirente e doverosamente giudicante.
Bruno Stucchi
Se la magistratura non e’ capace di svolgere indagini e raccogliere prove senza la pesca al traino delle intercettazioni, vuol dire che e’ fatta di fannulloni incompetenti. Nei paesi vicini le intercettazioni sono l’eccezione e (in UK, per esempio) non costituiscono prova. Al posto dell’intelligenza mettono auricolari e invece di prove, provette (ridicolo, eccessivo e spesso inconcludente ricorso ai RIS). Ditemi, in quanti casi un processo si e’ concluso con l’ausilio determinante di perizie (insomma!) dei RIS? I nostri magistrati guardano troppi telefilm americani.
angelo
Ma perché sui giornali o su qualsiasi mezzo d’informazione non si pubblica tutto quello che ha fatto Berlusconi in tutti questi anni per proteggere sè stesso e la cricca dei suoi amici? Si pubblichi una volta e per sempre un quadro d’insieme delle leggi ad personam e l’elenco di tutti gli amici di Berlusconi che sono stati condannati o che sono ancora indagati? Da Berlusconi stesso a Previti, per passare poi a Dell’Utri, Cosentino, Scaiola, Mills e tanti altri ancora. Forse la gente capirebbe di più. E poi si indichi chiaramente qual è il vero obiettivo del Governo: disintercettare per usare un qualsiasi termine caro a Berlusconi. E poi indicare con un bel lungo elenco tutti personaggi indagati o arrestati che con la nuova legge non potrebbero più essere intercettati e quindi indagati. E poi il Capo dello Stato (di cui il popolo italiano ha molta stima, me compreso) perché non dice chiaramente il suo pensiero sulla incostituzionalità del provvedimento? Lo dicano i mezzi di comunicazione che ancora possono farlo prima della legge bavaglio. Grazie per quello che farete.
citoyenne
Chi ha paura delle intercettazioni? Solo chi, nella vita pubblica e anche in quella privata, ha agito male! Vogliono dirci che la vita privata non deve essere messa in piazza da nessuno. Non deve essere così per tutti. Chi ha scelto, per propria iniziativa, di fare una vita pubblica non può nè deve scegliere quale ambito può essere pubblico e quale privato. Tante magagne non sarebbero venute alla luce se non ci fossero state le intercettazioni, condotte a lungo e con grande pazienza. I politici e le persone che appoggiano il diritto alla privacy, in realtà vuol dire che si apprestano, se non l’hanno già fatto, a comportamenti fuori dalle regole. Mi auguro che quando sarà indetto un referendum sull’argomento, tutti i cittadini onesti vadano a mettere la loro firma. Questa legge deve tornare nella spazzatura, dove è nata. Una citoyenne
Sebastian
Faccio fatica a capire come, nonostante il testo della legge, palesemente, disponga limitazioni irragionevoli all’attività investigativa della magistratura, la stampa tutta non riesca a fare di più per costringere la maggioranza di governo a ritirare il disegno legge sulle intercettazioni. Il solo e unico obiettivo di questa legge è: rispettare la privacy di chi delinque al telefono.