Nella manovra di bilancio in esame al Senato c’è una modesta riduzione dei cosiddetti rimborsi elettorali, cioè dei finanziamenti ai partiti politici. Viene eliminata l’anomalia di un contributo doppio nel caso di elezioni anticipate (grazie a una norma del 2006, il rimborso relativo alla legislatura interrotta continua e si somma a quello per la nuova elezione) e l’importo di tutti i rimborsi viene ridotto del dieci per cento.
CRISI ECONOMICA E CRISI POLITICA
La misura vuole dare un segnale di equità nell’estendere i sacrifici imposti ai cittadini anche alle organizzazioni dei loro rappresentanti. Ma tra il testo di decreto legge che il ministro Tremonti ha proposto e quello che il Consiglio dei ministri ha approvato pochi giorni dopo, il taglio è passato da un dimezzamento dei rimborsi a una semplice limatura del 10 per cento. La proposta eliminazione del doppio rimborso ha reso evidente a tutti un aspetto scandaloso del regime attuale.
D’impatto trascurabile sulla manovra per uscire dalla crisi economica, il provvedimento tocca l’altra e non meno grave crisi in atto, quella del sistema politico. Sono sempre più evidenti i limiti di un modello politico basato su di un rapporto diretto tra un capo e il popolo. Il ruolo indispensabile di organizzazioni politiche come i partiti è evidente; la loro qualità va assieme alla fiducia di cui essi riescono a godere, in un processo circolare che oggi vede l’una e l’altra in ribasso. Per invertire la tendenza serve anche una ridefinizione del meccanismo di finanziamento.
Il finanziamento di cui godono i partiti italiani è stato definito dopo che nel 1993 un referendum aveva abolito il vecchio sistema con il 90 per cento dei voti espressi. Il voto popolare aveva espresso la volontà di abolire il finanziamento, la legislazione successiva lo ha reintrodotto sotto un diverso nome e lo ha poi gradualmente accresciuto. Oggi il finanziamento è molto più elevato di quelli dei maggiori paesi europei. Lo ha rilevato anche la Corte dei conti nel referto sulle elezioni 2008; dati eloquenti fornisce Sergio Rizzo sul Corriere della sera del 25 maggio 2010.
In Europa un finanziamento pubblico esiste. (1) Un’abolizione pura e semplice non è auspicabile, ma l’operazione necessaria oggi non è la semplice riduzione dell’importo in un provvedimento di politica economica. Parlando della manovra economica, il sottosegretario Gianni Letta ha espresso la speranza del governo che i sacrifici oggi imposti possano essere transitori. Non è difficile immaginare che anche il finanziamento ai partiti, dopo la modestissima limatura, possa riprendere vigore alla prima occasione. In ogni caso, il sistema attuale contribuisce alla sfiducia dei cittadini nei partiti e non concorre al senso di responsabilità che deve ispirare i rappresentanti del popolo.
Sarebbe preferibile togliere ai parlamentari il compito di definire il finanziamento ai loro partiti. A farlo deve essere un organismo indipendente, che prenda la sua decisione ascoltando le ragioni dei partiti, ma non trovandosi in condizioni di dipendenza da essi o di identità d’interessi con essi. Approvando una legge di riforma, il Parlamento può scegliere tra un organismo esistente, come la Corte dei conti, e un organismo da creare apposta, quale potrebbe essere un comitato formato da ex presidenti della Repubblica, della Corte costituzionale, della Corte dei conti.
(1) Quaderno n. 31 del servizio studi della Camera dei deputati, 3 novembre 2006.
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riccardo nogara
Da comune cittadino vorrei proporre cosa potrebbe pensare della attuale politica un buon padre di famiglia che ha sempre lavorato pagando regolarmente le tasse, convinto che fossero amministrate per il benessere di tutta la comunità e per un futuro un pò migliore per i suoi ed altrui figli, giusto per aver cercato di meritarsi l’aggettivo di buono. Ho provato fare un pò di conti, come mi è usuale quando vado fare la spesa con mia moglie. Raccogliendo un pò di dati di facile consultazione del consuntivo del 2008 ho fatto la somma: 180.96 miliardi di tasse evase dalle attività criminali,+ 144 miliardi da comuni cittadini (su dati divulgati dalle Polizie tributarie degli Stati europei ) +129 mld dei 300 mld nei paradisi fiscali,+60 mld che lo Stato deve ai suoi fornitori,+costo delle auto blu con autista circa 27.311 (altri stimano 39 )miliardi+circa 78 miliardi di interessi del debito pubblico, +1000 miliardi di beni immobiliari delle mafie,si arriva a 1556.27 miliardi. Poi leggo e sento che con questa ultima finanziaria: i ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri ed i giovani allo sbando e senza futuro.
Enrico
A proposito di giovani, ho 24 anni e vengo dal "ricco nord-est". Sto assistendo ad un esodo, un emigrazione di massa di giovani volenterosi (laureati e non) verso Germania, Stati Uniti, Inghilterra, ogni volta che parlo con i miei "colleghi" all’università sento parlare di gente che appena laureata se ne andrà, gli unici che restano sono i "privilegiati" figli di imprenditori o professionisti che andranno ad ereditare il lavoro del padre. Appena avrò la possibilità probabilmente me ne andrò anch’io. Come sperate, e mi rivolgo direttamente a chiunque abbia più di 40 anni (perchè la responsabilità di questo declino è della vostra generazione), che un sistema non meritocratico e privo di mobilità sociale produca efficienza? Chi vi pagherà la pensione? Chi si prenderà cura dei nostri genitori se l’assistenzialismo in Italia è a carico della "famiglia" e i figli sono dall’altra parte dell’oceano? Dovremmo spedire soldi a casa come fanno oggi albanesi, marocchini, rumeni ecc.? Ah, tra parentesi, se vedere i propri nipoti crescere dà un minimo di utilità, sappiate che è un "bene" di cui in molti non godranno. Una bella società sta venendo fuori…