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Pubblico impiego

In estrema sintesi, il decreto legge, con l’articolo 9– Contenimento delle spese in materia di impiego pubblico, congela per un triennio le retribuzioni dei dipendenti pubblici e rafforza le limitazioni già in vigore per le nuove assunzioni. L’’effetto di queste misure sul saldo del conto delle amministrazioni pubbliche è valutato in circa 1 miliardo nel 2011, 1,5 miliardi nel 2012 e 1,8 miliardi nel 2013 (vedi tabella). Per dare un’’idea in termini relativi, la previsione della spesa pubblica per redditi da lavoro dipendente era di 175,5 miliardi nel 2010, 176 miliardi nel 2011, 177,5 miliardi nel 2012. (1)
La stima degli effetti del decreto legge richiede, tuttavia, due importanti precisazioni. Innanzi tutto, la riduzione della spesa è in realtà pari a circa il doppio dell’’effetto sul saldo: quest’’ultimo è dato dalla diminuzione della spesa al netto dei riflessi di segno opposto su imposte (Irpef e Irap) e contributi previdenziali. In secondo luogo, i risparmi sono valutati nei confronti del quadro a legislazione vigente, che non include stanziamenti per il rinnovo dei contratti 2010-2012. Se non fosse intervenuto il blocco dei contratti disposto dal decreto legge, si può stimare, sulla base dell’’esperienza del passato recente, che la spesa per il personale sarebbe cresciuta di una cifra compresa tra i 4 e i 7 miliardi.

PUBBLICO IMPIEGO MISURA PER MISURA

Vediamo nel dettaglio le varie misure. Riguardo alle retribuzioni, il comma 1 dell’’articolo 9 stabilisce il principio generale: per gli anni 2011-2013 il trattamento economico complessivo dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche non può superare il trattamento in godimento nell’’anno 2010. In pratica ciò avviene con la sospensione delle procedure contrattuali relative al triennio 2010-2012, facendo salva la sola indennità di vacanza contrattuale (il cui importo è peraltro congelato al livello del luglio 2010) e con il blocco degli automatismi stipendiali (legati all’’anzianità) per il personale in regime di diritto pubblico e per il personale della scuola.
Poiché la legge Finanziaria 2010 aveva stanziato solo le risorse corrispondenti alla indennità di vacanza contrattuale (Ivc), l’’effetto del blocco dei contratti sui conti pubblici a legislazione vigente consiste nella rideterminazione di quello stanziamento in modo da riportarlo agli importi corrispondenti alla Ivc del luglio 2010. La minore spesa netta è di 308 milioni nel 2012 e 2013. Diverso è il caso della sanità: lo stanziamento per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale includeva già in parte l’’effetto dei rinnovi contrattuali: i risparmi sono quindi più cospicui (246 milioni nel 2011, 628 milioni nel 2012 e 2013).
Per il personale in regime di diritto pubblico, le cui retribuzioni sono fissate per legge e non in forza di un contratto collettivo di lavoro –- magistrati, professori e ricercatori universitari, dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate –- la retribuzione aumenta con l’’anzianità.
Il decreto prevede il blocco degli automatismi stipendiali per il triennio 2011-2013. Ciò comporta nel 2013 una minore spesa netta di 139 milioni. È un risparmio di tipo strutturale solo per professori e ricercatori universitari e dirigenti dei corpi di polizia e delle forze armate: gli aumenti maturati nel periodo 2011-2013 sono cancellati. Al contrario, per la magistratura ordinaria, amministrativa, contabile e militare e per gli avvocati e procuratori dello Stato si tratta solo di un differimento: gli aumenti maturati nel triennio saranno recuperati nel 2014. Senza recupero è anche il blocco degli automatismi disposto per il personale della scuola, con un risparmio netto di quasi 500 milioni nel 2013.
Il decreto-legge prevede anche un vero e proprio taglio per le retribuzioni superiori a 90mila euro lordi annui: il 5 per cento tra 90mila e 150mila euro e il 10 per cento oltre i 150mila euro. La misura riguarda circa 26.500 unità (di cui circa 1.500 con retribuzione superiore a 150mila euro). Il risparmio previsto è di circa 25 milioni.
Una serie di disposizioni è diretta a limitare le assunzioni. Per le amministrazioni dello Stato (esclusi corpi di polizia, vigili del fuoco e università), Agenzie fiscali ed enti pubblici non economici viene fissato il limite del 20 per cento del turnover nel 2011-2013, del 50 per cento nel 2014, del 100 per cento nel 2015 (secondo le norme precedenti il limite del 20 per cento riguardava solo il 2011, poi 50 per cento nel 2012 e 100 per cento nel 2013). Non è mutata la normativa per le università (50 per cento nel 2011-2012, 100 per cento nel 2013) e per corpi di polizia e vigili del fuoco (100 per cento). Il decreto stabilisce che ai fini del rispetto dei vincoli sul turnover il trattenimento in servizio di personale che ha raggiunto i limiti di età è equivalente a una nuova assunzione. Per le assunzioni di personale a tempo determinato è poi previsto un limite pari al 50 per cento della spesa del 2009. Nel 2013 dall’’insieme di queste misure deriva un risparmio di spesa netta di 184 milioni. Tutte le disposizioni sulle nuove assunzioni si applicano anche alle società non quotate controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche, dalla lettura del decreto non è chiaro che lo stesso valga anche per le disposizioni in materia di retribuzioni.
Infine, una parte rilevante (421 milioni) dei risparmi per il 2011 deriva dalla cancellazione della quota non utilizzata delle risorse stanziate da una vecchia legge Finanziaria per il riordino delle carriere del personale non direttivo dei corpi di polizia.

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Tabella – Risparmi di spesa (netta) per il pubblico impiego – milioni

2011 2012 2013
Sospensione contratti 2010-2012 2 308 308
Riduzione stanziamento Sanità 246 628 628
Blocco automatismi personale di diritto pubblico 48 87 139
Blocco automatismi personale scuola 175 330 495
Turnover e altri limiti alle assunzioni 51 81 184
Riduzione trattamenti economici superiori a 90.000 euro 25 23 23
Riordino carriere comparto sicurezza 421
Altre misure 27 25 25
Totale 995 1.481 1.802

(1)Relazione unificata sull’’economia e la finanza pubblica di inizio maggio.

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30 commenti

  1. Dario Di Maria

    Il "taglio" per il personale non dirigenziale, dovrebbe essere all’incirca: pari al 3,2% (con medesimo trend che nel biennio precedente) per ogni anno del biennio 2010-2011, a cui si aggiunge un "passaggio di fascia economica", circa euro 700 (se va bene). Facendo la media del sacrificio per una retribuzione di euro 22.000 di una media del 5,32%. Invece per i dirigenti, essendo il prelievo del 5% o del 10% sulla parte eccedente rispettivamente i 90.000 e i 150.000 euro, il sacrificio oscillerà tra il 0,5% (euro 100.000) e il 2% (euro 150.000). Per arrivare a livelli pari al comparto, dovremo arrivare ad uno stipendio di 300.000 euro (che in teoria sarebbe anche illegittimo, visto lo sbarramento a 276.000 della finanziaria 2008).

  2. Giovanni Caruselli

    Si è deciso di impedire agli insegnanti quel minimo di miglioramento del loro tenore di vita che era costituito dall’anzianità di servizio. Va detto che gli insegnanti italiani sono fra i peggio pagati d’Europa e che, a regime vigente, non possono sperare neanche nel rinnovo del contratto di lavoro. Chiedere una scuola pubblica di qualità in queste condizioni è almeno ridicolo. Se valgono le leggi del mercato chi cerca insegnanti da 1.100 euro al mese avrà un servizio da 1.100 euro al mese.

  3. Franco Tegoni

    Dopo l’operazione "lotta ai fannulloni" che avrebbe azzerato le assenze arbitrarie mi sono chiesto come mai non si sia proceduto ad una riduzione degli organici attraverso una seria azione di riorganizzazione degli uffici e dei loro compiti, ivi compresa la necessità di riduzione dei vincoli burocratici all’impianto di un’attività economica. Com’è l’andamento degli organici pubblici negli ultimi 5 anni secondo le varie qualifiche? Grazie. F.T.

  4. Silvia Adami

    Un disastro! D’altra parte in Germania la signora Merkel ha persino eliminato le tredicesime. Tremonti tuttavia ha già iniziato con i tagli sulle pensioni degli statali erogate dall’Inpdap. Per la seconda fascia di reddito, aliquota media al 27%, a dicembre ci sarà un taglio di ben 230 euro rispetto il 2009.

  5. loremaf

    Dopo la cura Gelmini-Tremonti vorrei solo fare una semplice considerazione: si è più volte indicato di premiare gli insegnati migliori come leva per una scuola maggiormente efficiente, per l’atro verso le retribuzioni degli insegnati italiani sono tra le più basse d’Europa, ora questa nuova cura che blocca perfino gli scatti di anzianità dello scorso contratto. Bene non parlate più di investimento di risorse nella scuola pubblica, con questi provvedimenti sarà sempre più una cenerentola, classi affollate, poca motivazione, scarsa valorizzazione del merito degli insegnati. Come Paese siamo alla frutta, sosteniamo retribuzioni in Rai e nello spettacolo fuori di ogni serietà e poi tagliamo scuola, formazione e ricerca: mirabili!

  6. Daniele Ferretti

    Sicuramente il provvedimento in questo caso è duro e, come altre parti della manovra basata su tagli orizzontali, "cieco". Cieco perchè congela senza prospettive e senza dare indicazioni di riforma strutturale del settore di cui – emergenza economica a parte, che vediamo allinea diversi governi su questo genere di provvedimenti – ci sarebbe comunque bisogno come più volte riportato anche dalla "voce" per ridare slancio alla produttività e all’efficenza di un sistema burocratico tra i più lenti e contorti d’Europa. Non ci voleva molto a preservare dai tagli, e magari rilanciare, in questa occasione il sistema di incentivazione e premialità sul raggiungimento degli obiettivi nella Pubblica Amministrazione, limitando il congelamento alla parte fissa della retribuzione.

  7. Enza Caruso

    La manovra sul pubblico impiego non solo è iniqua, perché il caro vita lo subiranno pesantemente le categorie che appartengano alle classi di reddito più basse, ma presenta come mette in evidenza Pisauro anche rilevanti problemi di discriminazione per il trattamento di favore riservato ai magistrati che potranno differire al 2014 aumenti e classi di stipendio maturate. Tra i soggetti del personale non contrattualizzato l’anello debole è però costituito dalla figura del ricercatore non confermato che, con un’età media tra 35 e 40 anni, si porta a casa un reddito netto di circa 1200 euro mensili. Premesso che a chi scrive le corporazioni non sono mai piaciute, se si vogliono recuperare 274 milioni nei prossimi tre anni all’interno del personale non contrattualizzato o lo facciamo senza discriminazione tra i magistrati e le altre categorie interessate oppure se dobbiamo discriminare facciamolo per classi di stipendio. In altre parole, a parità di risorse da risparmiare, è davvero un lavoro così dispendioso per il Ministro Tremonti tirare fuori le tabelle delle classi stipendiali e applicare il principio della capacità contributiva e della progressività?

  8. Carlo Buffa

    Leggo al primo comma dell’art. 9 del Decreto Legge questa disposizione: “Per gli anni 2011, 2012 e 2013 il trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti (…), ivi compreso il trattamento accessorio, previsto dai rispettivi ordinamenti delle amministrazioni pubbliche (…), non puo’ superare, in ogni caso, il trattamento in godimento nell’anno 2010”. Capisco male io, oppure questo significa che ogni singolo dipendente pubblico non potrà in alcun caso percepire nelle prossime tre annualità un solo euro più che nel 2010? Quindi chi quest’anno non avrà lavorato tutti i mesi (perché assunto durante l’anno, o perché in aspettativa non retribuita), per tre anni percepirà uno stipendio ridotto, ma dovrà lavorare tutti i mesi? Chi nei prossimi anni ottenesse risultati molto più brillanti che nel 2010 non potrebbe avere nessun riconoscimento economico tramite i “compensi incentivanti”? Chi facesse uno scatto di carriera non ne trarrebbe alcun vantaggio economico per un triennio? Ho capito male?

  9. Andrea g

    Sono un insegnante di scuola media superiore con 20 anni di servizio di ruolo e prendo 1500 euro al mese. Gli scatti di anzianità nella scuola decorrono ogni 7 anni, l’ultimo del 2008 mia ha fruttato ben 100 euro netti mensili. L’ultimo rinnovo contrattuale mi ha comportato un incremento di stipendio di neanche 20 euro netti e un IVC di 120-130 euro per un contratto scaduto da quasi due anni. Oggi la stampa ha diffuso dati sugli aumenti stipendiali del pubblico impiego intervenuti negli ultimi 10 anni (39%) : Come sono calcolati questi aumenti per favore e soprattutto quali categorie ne beneficiano ?

  10. marco

    Ed ecco che di nuovo sono contro di noi, già feci un intervento contro Brunetta, pessimo amministratore e dipendente pubblico, aggiungo la Gelmini che ha massacrato la scuola riportandola indietro di 100 anni. Avevamo una scuola presa come modello in tutta Europa ora siamo da evitare! E comunque è facile sparare a zero su di noi dipendenti pubblici. Ribadisco la spesa pubblica è alta per colpa dei troppi politici e per gli stipendi troppo alti. Loro sì che devono fare sacrifici per permettere agli italiani di respirare! Grazie..

  11. GIANLUCA COCCO

    Questo capitolo della manovra meriterebbe un’approfondita analisi che esuli dagli aspetti meramente contabili. Intanto, bisogna dire che congelamento significa riduzione dello stipendio reale (mediamente poco dignitoso) con probabili ripercussioni in termini di propensione al consumo. Congelamento significa anche riduzione della produttività con conseguente aumento dell’inefficienza delle attività erogate alla cittadinanza. Anche riguardo al blocco indiscriminato delle assunzioni (che coinvolge anche gli enti locali) non si può parlare di risparmi. Rinunciare a 24 mila medici dei 30 mila che andranno in pensione in una sanità da terzo mondo non può essere considerato un risparmio. Costringere un comune, che magari ha un irrisorio grado di dipendenza dai trasferimenti statali, ad assumere una unità ogni 5 licenziamenti significa rinunciare a servizi indispensabili e non può essere considerato un risparmio. Misure utili sarebbero state: la graduale abolizione di tutte le province e la conseguente mobilità obbligatoria del personale verso altri enti con conseguenti notevoli risparmi a regime. Attuazione delle misure tese ad incentivare la produttività, anch’esse congelate. Saluti.

  12. roc

    Lavoro presso un ente locale da oltre dieci anni e, pur essendo quasi al vertice della carriera del personale del comparto non dirigenziale, percepisco una retirbuzione mensile di circa 1.400 euro. Premesso che trovo del tutto iniqua una manovra che incida solo sul settore pubblico, faccio alcune considerazioni. In primo luogo, anzichè procedere ad un "congelamento" di tutte le retribuzioni, ritengo che sarebbe corretto, anzi doveroso, distinguere per classi retributive. In secondo luogo, considerato che tanto si parla di obblighi comunitari di contenimento della spesa, inviterei il sito Lavoce a svogere un’analisi comparativa dei modelli "retributivi" pubblici in senso lato (includendo il cd. costo della politica) in ambito eurupeo. Sono certo, ad esempio, pur in mancanza di dati in materia, che l’applicazione del sistema delle retribuzioni francese o tedesco in Italia avrebbe come immediato effetto un innalzamento stipendiale per le categorie appartenenti ai comparti e una contestuale significativa diminuzione delle retribuzioni per i vertici della burocrazia e dei costi della politica. Non sarebbe tempo di allinearsi all’Europa anche in questo?

  13. massimo miniero

    Andrebbe tutto bene se invece di tagliare le retribuzioni si fosse aumentata di poco la tassazione. A conti fatti per i pubblici dipendenti un aumento di tasse equivale ( se non è preferibile) ad un taglio delle retribuzioni: Comunque ci sono meno soldi checchè ne dica il contafrottole che ci governa. Piuttosto le tasse avrebbero colpito tutti ( anche il contafrottole) e non solo i pubblici dipendenti. Maggiore equità. Poi ci sarebbe il discorso che questi tagli riducono i consumi. Ma evidentemente gli unici consumi che interessa mantenere invariati sono quelli dei vari puttanieri…

  14. l.u.i.g.i

    Vorrei porre due domande a Giuseppe Pisauro. perché scrive: “quest’ultimo è dato dalla diminuzione della spesa al netto dei riflessi di segno opposto su imposte (Irpef e Irap) e contributi previdenziali.” capisco l’irpef, non l’irap che non si applica ai dipendenti pubblici e nemmeno i contributi previdenziali che non sono a fondo perduto come l’irpef, ma danno un trattamento pensionistico. perche’ scrive: “In secondo luogo, i risparmi sono valutati nei confronti del quadro a legislazione vigente, che non include stanziamenti per il rinnovo dei contratti 2010-2012.” il risparmio va calcolato considerando il prevedibile aumento dovuto ai contratti. cosa vuol dire “a legislazione vigente”? A legislazione vigente, se non si sa quanto chiederanno i sindacati e quanto e’ disposto ad offrire il governo, se si presuppone che le retribuzioni rimarranno costanti, come sono, l’aumento previsto è nullo ed il conseguente risparmio nullo. il risparmio atteso non può prescindere dalle richieste attese e dalla prevedibile disponibilita’ del governo ad accettarle.

    • La redazione

      L’Irap grava sulle retribuzioni lorde dei dipendenti pubblici con aliquota dell’8,5% (in pratica, la stessa aliquota dei vecchi contributi sanitari), a carico dell’amministrazione. Nel conto delle amministrazioni pubbliche un taglio delle retribuzioni si riflette, dal lato della spesa, in una diminuzione dei redditi da lavoro dipendente e, dal lato delle entrate, in una diminuzione dell’Irpef, dell’Irap e dei contributi previdenziali.
      Riguardo a questi ultimi, va rilevato che i conti pubblici non riportano nell’anno in cui si decide un determinato intervento il valore attuale degli effetti presenti e futuri di quell’intervento. Così, una diminuzione dei contributi previdenziali sulla retribuzione di Mario produce una diminuzione delle entrate nell’anno corrente e in quelli seguenti finché Mario lavora, poi produrrà una diminuzione della spesa per pensioni a partire dall’anno in cui Mario va in pensione.
      Il tendenziale del conto delle aa.pp., contro il quale si misurano gli effetti di nuovi interventi, è costruito sulla nozione di legislazione vigente: nel caso delle retribuzioni, se il contratto collettivo è scaduto, la spesa a legislazione vigente include la sola indennità di vacanza contrattuale. Un metodo alternativo di costruzione è quello delle politiche date: la spesa includerebbe l’effetto del nuovo contratto stimato sulla base dell’esperienza del passato (sulle due nozioni di tendenziale: link Pisauro 9-10-2007). Entrambi gli approcci hanno dei limiti, come si vede nel nostro caso. Quale sarebbe stata la spesa per retribuzioni nel 2011 se non fosse intervenuto il blocco dei contratti deciso dal decreto legge?

  15. ugo

    E’ ormai tempo di finirla con l’equivoco sulla nozione di "pubblico impiego" inteso nel senso limitato di personale appartenente alla Pubblica Amministrazione – vittima designata dei periodici taglia della spesa pubblica – escludendo tutto il mare magnum del Settore Pubblico allargato – sostanzialmente sganciato da tutti i vincoli della Pa (reclutamento per concorsi, controlli della Corte dei Conti, responsabilità amministrativa ecc.) e area franca di tutte le clientele partitiche e sindacali, con un fiume sempre più impetuoso e incontrollato di fondi totalmente pubblici: monopoli, Cassa depositi e prestiti, ex Iri, poste, ferrovie, Aci, Eni, Enav, gestore servizi elettrici, società e fondazioni partecipate, Sogei, Sose, ecc. In tali enti il capitale è tutto politico , ma i privilegi tutti privati. Quando si afferma: il pubblico dipendente deve scontare il diritto alla sicurezza del posto mi chiedo: quanti licenziamenti sono stati effettuati alla sogei, a sose o a equitalia (solo per fare pochi esempi) negli ultimi dieci anni?

  16. mandarino

    Posto che, per definizione, i dipendenti pubblici non evadono, evidentemente costano troppo. Perché? Perché sono inefficienti. Ma se gli tagli (di fatto) gli stipendi, già – nella stragrande maggioranza dei casi – al limite della soglia di dignità, risolvi il problema? Non mi sembra. La ricetta è: riduzione del personale, delle funzioni ma, a chi rimane, riforma meritocratica basata su adeguati criteri di formazione e selezione della dirigenza, fornendo gli strumenti adeguati e i giusti incentivi (anche a costo zero)! Ma come si fa a credere alla volontà di combattere l’evasione se colpisci per definizione solo chi non è evasore. E congeli i già miserabili stipendi, eliminando quelle briciole di incentivi già esistenti, anche a chi (come il sottoscritto) dovrebbe essere uno dei protagonisti di questa impresa? Quale comportamento ci si può attendere da parte di che non è (ancora) un fannullone? Questa è la madre delle responsabilità, ovvero non prendersi la responsabilità delle scelte giuste ma non convenienti per il proprio elettorato. A qualunque costo. Altro che conti pubblici.

  17. antonietta pellegrino

    Sono un’insegnante e da questa manovra sarò penalizzata in modo considerevole non solo nell’arco dei prossimi tre anni ma anche in quelli futuri. Il testo della manovra dice che gli anni dal 2011 al 2013 non avranno valore sia ai fini della carriera che pensionistici. Nella pratica questo significa che quello scatto d’anzianità (scalone) di cui avrei dovuto godere a partire dal gennaio 2012 verrà posticipato al gennaio 2015 e da quel momento dovranno trascorrere altri sette anni prima del prossimo (ed ultimo) scalone, arrivando così al 2022. Data la mia non più verde età, andrò in pensione (per aver raggiunto i quaranta anni di lavoro) nel 2020 raggion per cui l’ultimo scatto d’anzianità mi è precluso. Tutto questo per dire che questa manovra finanziaria non incide, influendo sulle pensioni, solo sull’immediato ma anche sul futuro mio e di migliaia di altre persone e questo, permettetemi, è quanto di più ingiusto mente contabile potesse pensare. Un saluto

  18. Lettore attento

    Invece di analizzare i dati e agire di conseguenza il ceto politico ha preferito additare ai cittadini un nuovo nemico per evitare interventi seri e scrollarsi di dosso l’attenzione pubblica. Un impegno più serio indirizzato a valutare la corretta distribuzione sul territorio dei servizi ed individuare quali attività sono effettivamente necessarie e quali sono quelle inutili potrebbe creare troppi fastidi. Due esempi: 1) Nel momento in cui Brunetta ha effettuato la lotta ai fannulloni, molti giornali hanno pubblicato i dati dell’assenteismo dei vari comparti e, casualmente quelli di Fiat e Fincantieri. I numeri erano chiari, alcune amministrazioni (tra cui la Pubblica Istruzione) aveva tassi inferiori ai due gruppi industriali citati. 2) La Gelmini ha utilizzato i pessimi risultati dell’Ocse/Pisa per giustificare l’intervento di riorganizzazione della Scuola pubblica. Peccato che i dati disaggregati per regioni mostrassero come il FVG si classificasse al 3° posto nel mondo dopo Finlandia e Giappone.

  19. mrfanalino

    In una recente intervista Berlusconi ha affermato che "gli impiegati pubblici negli ultimi anni hanno avuto aumenti pari quasi il doppio dei lavoratori del privato". E’ vero quanto dice?

  20. Daniela Varini

    L’Istat, ha presentato il 10 giugno 2010 in audizione presso la Commissione "Programmazione economica, bilancio" del Senato della Repubblica un dossier "Le retribuzioni dei dipendenti pubblici. Dinamiche e confronti con il settore privato". A pag. 3 – Tavola 2 si fornisce un’analisi dettagliata di tutti i comparti/contratti per il periodo 2001-2009 dalla quale si evince che in detto periodo il settore privato ha visto una variazione percentuale positiva del 24,9 % , con un picco nel settore dell’industria del 27,2%, mentre il settore pubblico, escludendo militari – difesa, università non docenti e gli Enti Pubblici non economici, i Ministeri, non ha superato il 22,9%, "record positivo" detenuto dalla sanità pubblica. Sempre secondo l’Istat, analizzando un periodo dal 1990 al 2009, le Retribuzioni lorde nominali per unità di lavoro dipendente nelle Amministrazioni pubbliche, sia dal 1991 ai giorni nostri costantemente il livello più basso se comparato al dato dell’industria e dei servizi. Dati pubblici, conoscibili da tutti. Se "bambole non c’è una lira", perlomeno evitiamo le falsità. Il problema è, come in una fabbrica che non produce utile, di uno Stato sempre più povero.

  21. nino indelicato

    "…Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani." …Meno male! Lettera aperta di un insegnante al Ministro Gelmini. Gentilissima on. avv. nonché titolare pro tempore del MIUR, senza mia responsabilità personale, sono un suo dipendente e sto per andare in pensione, non per mia scelta; mi era stata concessa, bontà vostra, la deroga di un anno per raggiungere l’ultimo scatto di stipendio e speravo anche nell’ulteriore adeguamento stipendiale con il rinnovo del contratto collettivo, peraltro già scaduto da un anno. Mi avete ingannato. In questi giorni, da un suo collega di governo, sto per essere defraudato (assieme a tutti i miei colleghi), in un colpo solo, di: – € 1560 annui per il mancato scatto di stipendio – € 100 mensili e per tutta la vita come ripercussione di questo mancato scatto sulla pensione – un’altra cifra non quantificabile su stipendio e pensione, a causa del blocco non recuperabile del rinnovo contrattuale – una cifra non quantificabile, ma proporzionale alle due precedenti, sulla liquidazione, a cui si aggiungerà il danno derivato dall’inopinata modifica dei criteri di calcolo.

  22. giulio

    Vorrei far notare che se il governo è stato mendace nell’attribuire ai dipendenti pubblici la controversa percentuale di aumento retributivo, lo è stato anche riguardo alla percentuale attribuita ai dipendenti privati. Quindi, tutto sommato il divario rimane e giustifica pienamente le misure di contenzione verso i salari dei dipendenti pubblici. Rimane inoltre il fatto che i dipendenti pubblici, a differenza dei privati, soprattutto nelle piccole imprese, non rischiano il posto di lavoro né (al di là di lodevoli ma rare eccezioni) si distinguono per l’energia con cui si dedicano alle loro mansioni…

  23. luigi saccavini

    Leggo di un intervento del neo governo conservatore inglese che si propone la riduzione di 300.000 persone negli organici. Obiettivo che presuppone investimenti e razionalizzazioni di spesa a compensare le minori presenze; un programma da realizzarsi in più anni, adottando come negli anni Ottanta un processo di outplacement verso il privato. Qui da noi si legge sempre che gli organici sono pochi; obiettivi di efficienza e razionalizzazione misurabili in termini di servizi erogati per occupato, non so se vi siano. Manager validi ce ne saranno; non conosco quali gli strumenti che possono adottare e i criteri di valutazione del loro operato. La P.A. deve ridurre i suoi costi e lo fa con disposizioni a pioggia che inevitabilmente dequalificano e demotivano il già non eccelso senso di appartenenza. Davvero è così che si può amministrare l’azienda Italia?

  24. evelina.giordano

    Nel 2011 posso andare in pensione con 40 anni di servizio; dopo 40 anni la mia indennità di buonuscita (sulla quale facevo chiaramente conto) mi viene rateizzata in 3 rate annuali
    Io penso, nonostante mi senta una privilegiata rispetto ai colleghi più giovani, che all’indecenza di questo governo non c’è limite.

  25. Lucio Ardenna

    Un concorso interno bandito nell’anno 2008 solo per il personale interno (100% al personale interno – catg. C alla catg. D – ed espletato nel Novembre 2010, Deve ritenersi legale? Oppure doveva dichiararsi nullo, perchè non era stato dato al 50% agli esterni? Chi mi sa rispondere? Grazie.

  26. max

    Ma questo governo ha capito che ha rotto, oppure dobbiamo scendere in piazza (che dovremmo aver fatto già da tempo)? Perche non si tagliano i loro stipendi oppure adirittura diminuiscono i parlamentari? Ma mi dite a che servono tutti questi parlamentari? Serve tutta questa gente per mandare avanti un paese? Poi non si assume gente per lavorare e pretendono pure che l’economia vada avanti. Complimenti a questo stato che ha mantenuto le promesse, complimenti ai passati governi che anche loro hanno mantenuto le promesse, proprio dei veri e grandi fenomeni. Io spero che la gente si stanchi di questi politici…

  27. Calogero Gelo

    Pensano solo per loro e tagliano il futuro a tanti giovani sicuramente migliori di loro. Che vadano all’inferno. Gli italiano cercano lavoro-lavoro-lavoro-lavoro-lavoro-lavoro, loro invece pensano solo ai loro sporchi interessi. Ma come si fa a lasciare a casa chi si è impegnato al massimo per vincere senza raccomandazioni un concorso pubblico (80 posti da collaboratore amministrativo presso il Ministero dell’Interno) e portare avanti i raccomandati a tempo determinato assunti per… calci nel c..o?

  28. aldo fulco

    E’ sempre il pubblico impiego a pagare la manovra finanziaria con i pochi euro che ti pagano sempre gli stessi senza aumento si va verso la fascia di povertà, mentre loro si aumentano dismisura i loro stessi stipendi e prebende tanto c’e il pubblico impiego che continua a pagare le malefatte dei governanti. Tutto questo grida Vendetta!

  29. Magg. Luigi GAMBARO

    il 12 maggio 2011 ho maturato il 23simo hanno di servizio dalla nomina ad ufficiale con diritto al trattamento superiore. il 2 gennaio 2012 sarò collocato in pensione per raggiunti limiti di età. Come recupererò il mio diritto atteso che i miei colleghi con minor anzianità che matureranno lo stesso diuritto ma dopo il 31 dicembre 2014, non subiranno alcuna penalizzazione senza contribuire con neppure 1 € alla soluzione della crisi nazionale. Questa è equità, rispetto del principio di uguaglianza, affidamento e tutela specie per chi ha svolto una attività si servizio dal 2 agosto 1965 al 1 gennaio 2012.

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