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Sono un ragazzo fortunato

Non avevo voluto prendere impegni per il pomeriggio del 29 giugno, quando pensavo che l’’Italia, vincendo il suo girone, avrebbe giocato il suo ottavo di finale. Poi, dopo il pareggio con la Nuova Zelanda, avevo deciso che il pomeriggio da tenere libero era quello del 28 giugno, credendo che saremmo arrivati solo secondi. Non ho mai dubitato che l’’Italia passasse il turno, dato il girone che aveva.

Mi aspettavo che uscisse agli ottavi, come nel 1986, contro l’’Olanda. Invece siamo arrivati ultimi nel girone che comprendeva Paraguay, Slovacchia e Nuova Zelanda. Certo, chi vince il mondiale di solito fa male la volta successiva. E’’ accaduto al Brasile nel 1974, alla Germania nel 1978, all’’Argentina nel 1982, a noi nel 1986, di nuovo alla Germania nel 1994, alla Francia nel 2002 e, in parte, al Brasile 4 anni fa. Ma solo i francesi erano usciti come noi al primo turno. Io pensavo che l’’Italia non potesse uscire subito. Lo avevo visto accadere nel 1974, ma avevo 9 anni, c’’era la televisione in bianco e nero, i giocatori avevano barbe e baffi lunghissimi. Non pensavo che potesse accadere e invece è accaduto. Oggi possiamo dare addosso a Lippi e alle sue scelte sbagliate, ai giocatori incapaci di giocare a livelli alti, alla sfortuna e agli arbitri. Rimpiangere Cassano, Balotelli o Totti rimasti a casa. Dire che Quagliarella era ovviamente meglio degli altri attaccanti convocati (e non ci voleva molto). Che Camoranesi e Cannavaro erano impresentabili e Criscito acerbo. Ma in questo momento a me viene in mente tutt’’altro. Penso che vincere un Mondiale è difficilissimo. Bisogna avere una squadra forte, un allenatore che sa fare scelte giuste, grande carattere e tanta fortuna. Un niente e sei fuori. Mentre adesso sento in televisione le grida di gioia dei giocatori slovacchi, non dimentico che quattro anni fa eravamo noi a gridare nelle strade “Siamo i Campioni del Mondo”. I Mondiali ci sono ogni quattro anni e l’’Italia ne ha vinti quattro in 80 anni, ma solo due negli ultimi 70. Io a 45 anni ho già visto due vittorie e l’’ultima volta l’’ho fatto con mio figlio che saltava insieme a me. E allora, dato che non sono nato in Brasile, mi riconosco nel titolo di una canzone del mio ex compagno d’’armi, Jovanotti: sono un ragazzo (beh, non proprio ragazzo ormai) fortunato.

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Il mondo va avanti e già da domani inizia la fase a eliminazione diretta. In caso di parità si andrà ai supplementari e poi ai rigori. E’’ sparito (già da Germania 2006) il golden gol, cioè la regola secondo cui la squadra che segnava per prima nei supplementari vinceva. Nato per rendere più eccitanti i supplementari, il golden gol paralizzava le squadre che sapevano che un errore difensivo sarebbe stato irrecuperabile. Italia -– Germania 4-3 è stata possibile perché il golden gol non c’’era. Un’’idea stupida di cui nessuno sentirà la mancanza. Sta invece per ripartire il tormentone sulla crudeltà della “lotteria dei rigori”. Segnalo allora una proposta di cui è difficile stabilire la paternità (o maternità). Io l’’ho sentita per la prima volta da un mio collega francese, Denis Gromb. Denis, dopo la sconfitta della Francia ai rigori contro la Germania nel 1982, scrisse una lettera a l’’Equipe in cui avanzava la seguente proposta:  in caso di parità al novantesimo, prima si tirano i rigori e poi si giocano i supplementari. Anche su lavoce è stato pubblicato un intervento sul tema.  Ai supplementari si riparte ovviamente dal punteggio del novantesimo minuto. Se una squadra vince ai supplementari, si qualifica (e i rigori non contano). Se i supplementari finiscono in parità, passa il turno la squadra che ha vinto ai rigori. In altre parole, questa proposta cerca di dare, mediante i supplementari, alla squadra che ha perso i rigori, la possibilità di rimediare sul campo. A me sembra tuttora una buona idea. E ho motivo di credere che anche Roberto Baggio sarebbe favorevole.

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La risposta ai commenti

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Catricalà, Fini e il futuro dell’Italia

  1. Fabio

    Io vedrei bene, al posto dei rigori, un terzo tempo supplementare "ad oltranza", con golden goal. Vincerebbe la squadra con più resistenza fisica.

  2. palinuro

    Non so nulla di pallone, di qualificazioni, di gironi. Mi ero comunque chiesto come mai la partita con la Slovacchia si giocasse alle 16:00 e non alle 20:30, come nelle precedenti occasioni. Però dopo ho capito: avevano già la prenotazione per il volo di ritorno per Roma delle 19:30.

  3. Alessandro Ulliana

    Caro Prof, dal basso dei miei 21 anni anche io, come lei, mi ritengo un ragazzo fortunato per avere festeggiato quella notte di quattro anni fa la quarta coppa del mondo vinta dalla nostra nazionale. Non condivido però il volersi consolare pensando a questo. Nessuno si aspettava, 4 anni fa, di arrivare in Africa e vincere nuovamente il titolo. Quello che però mi rende davvero triste è il modo in cui la squadra è stata costruita e allenata: iniziando da Lippi, forte della sua prestazione passata e quindi arrogante e sicuro di sè, che ha ritenuto di non dover dare spiegazioni riguardo alcune esclusioni eccellenti, passando per molti giocatori scelti in base all’amicizia che li univa con il Ct e al contributo dato nel 2006, e non in base al campionato disputato. Ciò ha comportato l’ovvia esclusione di numerosi giovani che, pur avendo dimostrato sul campo di meritare la maglia azzurra, non sono stati chiamati, colpevoli di essere cresciuti calcisticamente solo da qualche anno. Il mondiale dell’Italia del 2010 è stato il trionfo del clientelismo e la morte della meritocrazia, una situazione che purtroppo ricorda da vicino quella dell’attuale società italiana.

  4. maurizio maggini

    Che un pietoso silenzio scenda sulla prestazione degli azzurri e vi rimanga per qualche decennio!… quindi che Panunzi ai suoi commenti rinunzi!
    Maurizio

    • La redazione

      Tu, o Maurizio, mi chiedi di rinunciare
      ai pallonari miei commenti
      ed io, toccato assai dai tuoi lamenti,
      ti rassicuro: la penna presto andrò a posare.

       

  5. Alessandro

    Far tirare i rigori prima dei supplementari non credo aiuti molto. Anzi credo che in questo modo si possa favorire la squadra catenacciara che eventualmente ha vinto la gara ai rigori. In quel caso infatti la squadra vincitrice dei rigori giocherebbe durante i tempi supplementari per il pareggio, forte della vittoria della sfida ai rigori. Tra i due modelli preferisco il classico: rigori dopo tempi supplementari.

  6. Marco Nordio

    Mi riconosco nel tuo commento un po poetico, caro Fausto essendo un tuo coetaneo. Essendo in Brasile peò, dove attualmente vivo, non posso non notare come il calcio, e lo sport in genere, siano una potente lente per interpretare e capire una cultura o un popolo. In Brasile il calcio e´un potente elemento di unione dei tifosi da qualsiasi strato sociale provengano. L’importante non è solo vincere ma soprattutto mostrare un bel gioco e meritare i 3 punti. Esiste una certa aspettativa che quando i calciatori vincono debbano ritornare parte della loro fortuna al popolo da cui le loro sorti nascono. La situazione in Italia è un po diversa. In Italia alcuni politici mettevano apertamente in dubbio la correttezza del gioco e ci si chiedeva per quale nazionale tifare (Padania o Italiana?). Questo dopo una "opportuna" vittoria nel 2006 nella scia di uno scandalo pauroso nella Serie A. Il capitano della nazionale piu di una volta è risultato positivo alll´antidoping e sempre salvato dalle piu improbabili scuse. Diciamoci la verita caro Fausto, ma realmente meritiamo di vincere un mondiale in queste condizioni? Un caro saluto

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