Gli investimenti nel fotovoltaico, fiorenti grazie agli incentivi introdotti nel 2007, rappresentano un perdita secca per la collettività. Non riescono ad ammortizzarsi nemmeno in parte. Probabilmente si raggiungerà una potenza installata vicina ai duemila megawatt e l’onere annuale per il Gse salirà così ben oltre il miliardo. Fuorviante definirla una energia “rinnovabile”: finito il sussidio non resterà nulla, mentre si dovranno smaltire milioni di pannelli obsoleti.
Gli investimenti nella produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici stanno crescendo a dismisura: quali saranno i costi per la collettività e la competitività?
INVESTIMENTI E INCENTIVI
Incentivi assai generosi furono introdotti nel 2007 (decreto 19/2/2007 a firma Pier Luigi Bersani e Alfonso Pecoraro Scanio), con l’obiettivo di arrivare a una potenza installata di 1.200 MW. Il Gestore servizi energetici ha recentemente comunicato che l’obiettivo è stato raggiunto, ma il decreto non fissa un tetto perché prevede che possano fruire degli stessi incentivi anche tutti gli impianti che entreranno in esercizio nei successivi quattordici mesi. Grazie anche alla riduzione nel costo dei pannelli, è dunque in atto una corsa a investire, da parte di numerosissimi soggetti, inclusi fondi esteri, attratti da rendimenti molto elevati e praticamente senza rischio.
Vediamo quale è l’economia del settore, prescindendo per il momento dal sussidio erogato dal Gse. L’investimento in un tipico impianto a terra di un megawatt di potenza costa attorno a 3-3,3 milioni. L’energia prodotta, ceduta al Gse a un buon prezzo, vale circa 120mila euro l’anno (a seconda della insolazione); dedotti i costi di esercizio (manutenzione, assicurazioni eccetera) restano circa 30mila euro l’anno, non sufficienti nemmeno a coprire gli interessi. Si prevede che, dopo venti anni, quando terminerà il sussidio del Gse, l’impianto verrà smantellato. L’intero investimento rappresenta dunque una perdita secca per la collettività, in quanto non riesce ad ammortizzarsi nemmeno in parte. Appare invero sviante definire questa una energia rinnovabile: finito il sussidio non resterà nulla, mentre si dovranno smaltire milioni di pannelli obsoleti.
Naturalmente, tutti i conti cambiano se si considera il sussidio di circa 350 euro per MWh erogato dal Gse per venti anni. Nel ventennio, il Gse avrà trasferito agli investitori, circa 9 milioni di euro (tre volte il costo dell’investimento), prelevati sulla bolletta a carico dei consumatori. Un onere che appare davvero sproporzionato a fronte del beneficio di aver prodotto, nei venti anni, energia dal sole per un valore di circa 2 milioni. Se si considera anche l’energia assorbita per la produzione dei pannelli e dell’impianto, il beneficio netto in termini di minori emissioni nocive si riduce a ben poca cosa.
Se la corsa a investire prima che siano abbassati gli incentivi porterà entro pochi mesi a raggiungere una potenza installata di 1.500 – 2000 MW, come appare probabile, l’onere annuale sul Gse salirà ben oltre il miliardo, e per venti anni. Oggi tutti festeggiano, imprese, investitori, ministri ed ecologisti, mentre i consumatori sono ignari dell’onere che graverà su di loro in futuro.
Ai francesi l’energia nucleare costa circa 35 euro per MWh, una buona centrale termica produce a 60 euro, il fotovoltaico ne costa almeno 450: l’effetto sulla competitività del paese è dunque molto pesante, come pure l’onere sui consumatori che già oggi pagano tariffe assai più elevate della media europea.
Se si considerano poi altre fonti rinnovabili quali le biomasse e l’eolico, per il quale già oggi siamo a quasi 5mila MW installati, e il relativo costo dei certificati verdi, l’incidenza dei sussidi per le rinnovabili potrebbe salire a breve a oltre il 10 per cento del prezzo registrato alla borsa dell’energia. L’Autorità per l’energia indica che già oggi gli oneri per la produzione di energia elettrica da fonti qualificate rinnovabili pesano per il 7 per cento sulla spesa del cliente domestico medio, al netto delle imposte. Dove arriveremo, se venisse raggiunto l’obiettivo dichiarato dal governo di incentivare il fotovoltaico sino a raggiungere una potenza 20mila MW?
Se l’obiettivo è ridurre il livello di inquinamento, o sostenere la domanda, vi sono certamente strumenti più efficaci e assai meno costosi per la collettività.
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Alessandro Bellotti
I prezzi dei pannelli fotovoltaici sono ancora elevati, in Italia, perchè si continua a incentivare l’installazione e non la produzione. Discorso elementare ma sembra incredibilmente disatteso in Italia. Il nostro paese è uno dei più grandi produttori di silicio metallurgico dal quale si ricava il silicio di grado solare. Non esiste, in Italia, una filiera fotovoltaica che produca almeno 1,5 Gwatt picco di celle solari. Non esiste, in Italia, il "silicio di stato’". Il problema è solo questo.
Alessandro Bellotti
I costi dell’energia elettrica da nucleare del dott. Ragazzi sono relativi all’energia elettrica francese. Cioè energia generata da centrali pienamente utilizzate e operative. Dovrebbe dirci quale sarebbe il costo preventivato dell’energia elettrica da nucleare italiano con centrali EPR (quelle scelte dal governo). Questo è il dato che ci interessa. Di centrali Epr, al mondo, nessuna sta funzionando e che i costi dell’energia elettrica francese da nucleare prescindono dai costi più importanti: smaltimento delle scorie e dismissione delle centrali. Nemmeno da un punti di vista energetico una centrale EPR è conveniente così conveniente. Ne sanno qualcosa in Finlandia dove e tempi e i costi della sola realizzazione sono raddoppiati e non se ne vede la fine. In Finlandia, e in Italia?
elforma
Mi sembra che il problema sia più articolato. Le energie rinnovabili richiedono ancora molta attività di ricerca e miglioramento tecnologico (materiali, tecnologie di produzione distribuzion e accumulo….) prima di divenire economicamente competitive. D’altra parte senza una incentivazione economica il differenziale attuale tra i costi di produzione "tradizionale" e "rinnovabile" ridurrebbe di gran lunga le possibilità di investimento in innovazione da parte delle aziende produttrici, molte delle quali semplicemente smetterebbero di produrre. Se si vuole mangiare il pollo occorre dare tempo alla gallina di covare l’uovo…..
franco vergnano
E bravo Prof. ragazzi! finalmente una parola pacata, seria e documentata su questa "bolla" che paghiamo tutti, cara e salata. Certo che arrivano gli stranieri: tanto pagano i consumatori, mentre consulenti, produttori, grandi aziende e installatori fanno il business. continui così, a sfatare i falsi miti buoni solo per il parco buoi e qualche invasato fondamentalista (o in cattiva fede).
Francesco Magalini
Finalmente un articolo che affronta questa mania fotovoltaica.. un pannello fotovoltaico oggi è di fatto inquinamento allo stato puro (economico, ambientale, sociale).
Federico
Lei dice che esistono soluzioni più efficenti per produrre energia rinnovabile.. quali? sostiene poi che "il beneficio netto in termini di minori emissioni nocive si riduce a ben poca cosa", ne è sicuro? Può portare dati che confermano questa tesi? Ad esempio confrontando le emissioni per Kwh prodotto dalle centrali a carbone? Quando confronta il costo unitario delle varie fonti energetiche non le sempra poco serio non citare nemmeno le disoconomie esterne (inquinamento, smaltimento scorie ecc..) delle diverse fonti? Non le sembra che sia arrivato il momento che gli economisti da strapazzo la smettano con questi approcci da ragioniere quando è ormai assodato che i kwh prodotti da centrali a carbone, termovalorizzatori ecc.. la collettività li paga con tumori e leucemie?
Giuseppe Onufrio
Gli incentivi al fotovoltaico hanno il compito di far sviluppare una filiera industriale nuova e vanno visti in prospettiva. Il costo unitario delle celle, ai valori attuali, è storicamente sceso del 22% a ogni raddoppio del parco installato a livello mondiale (questo andamento è noto come "curva di apprendimento" della tecnologia) e la speranza fondata è di un salto tecnologico. Che gli incentivi vadano regolarmente aggiornati è ovvio – come accade in Spagna e anche in Italia. Secondo il recente rapporto di esperti USA scaricabile da http://www.ncwarn.org/wp-content/uploads/2010/…/NCW-SolarReport_final1.pdf in termini di puri costi industriali l’energia solare ha superato al ribasso il nucleare, tecnologia per la quale si registrano costi crescenti (una "curva di disapprendimento"). Secondo il Dipartimento USA per l’energia il nucleare da nuovo impianto costa più dell’eolico (il fotovoltaico non è menzionato http://www.eia.doe.gov/oiaf/aeo/pdf/trend_3.pdf pag 67 Infine ricordiamo che uno sviluppo del solare – oltre che obbligato dagli obiettivi europei – aiuterebbe a ridurre il "picco" di richiesta estivo (non copribile da nucleare comunque) che è a mezzogiorno.
Barone Rosso
Il demenziale provvedimento non ha limitato il sostegno agli edifici esistenti o ai casi di smaltimento di amianto – dove potrebbe anche avere senso – ma lo ha esteso ai parchi sui terreni e non solo quelli marginali o improduttivi. Ci sono centinaia di ettari di terreni perfettamente fertili che verranno persi per l’operazione e le conseguenze sul mercato fondiario stanno già facendo accapponare la pelle. Queste rendite gentilmente regalate dallo stato italiano ai produttori di pannelli stanno prendendo la strada delle società incorporate in Svizzera o dei fondi Isola di Man di industriali russi, turchi, dove i pannelli vengono prodotti low-cost. Sarebbe carino se l’autorità rivelasse dove fanno a finire i contributi. Un fantastico caso di politica industriale al contrario e di esportazione di capitali.
Andrea
Il problema è che queste così dette energie pulite, in realtà non sono così pulite, in quanto ancora dipendenti dal petrolio per diversi motivi. In compenso stanno diventando un ottimo businiss per chi dell’ecologia ha fatto un mestiere. Domanda : "perchè quando andiamo a comprare una macchina un computer, o qualsiasi altra cosa abbia il suffisso "ECO" lo paghiamo un 25% in più? Perché non è il 25% in meno.
Raffaele Piria
La transizione verso le energie rinnovabili è inevitabile. La questione quindi è come gestirla in modo intelligente. Interessante notare che le tariffe incentivanti per il FV in Italia sono più alte che in Germania, che ha condizioni meno favorevoli (meno sole). Ciònonostante il mercato tedesco è circa 10 volte maggiore di quello italiano. LItalia paga un prezzo più alto per ogni kWh per compensare una serie di debolezze nel settore amministrativo (vedi analisi dettagliata nel sito http://www.pv-legal.eu), la mancanza di sviluppo precedente e quindi la ancora scarsa presenza di installatori, progettisti, ingegneri specializzati, e anche la scarsa coscienza collettiva. Una domanda a Giorgio Ragazzi sui costi del nucleare in Francia: la cifra che Lei nomina include una assicurazione sulla responsabilità civile in grado di coprire il danno potenziale di un incidente grave? E mezzo secolo di aiuti pubblici alla filiera nucleare francese, militare e civile? E accantonamenti in grado di coprire i costi della gestione delle scorie per i prossimi millenni, i quail non potrebbero comunque essre stimati dato che nessuno, nemmeno in Francia, sa precisamente come farlo? Sarei lieto di saperlo.
tiberio damiani
Per quanto riesco a capire, il problema dei pannelli fotovoltaici è complesso. da una parte il mercato oggi regge grazie agli incentivi statali ma quando non ci saranno più gli incentivi per la produzione…? Il secondo aspetto è la durata del pannello: alcuni dicono 15 altri venti anni ed il successivo strettamente connesso è lo smaltimento del pannello a fine ciclo. A quanto pare tutti dicono oggi che un pannello è fatto di materiali preziosi, per cui sarebbe pagato a peso …. (lo dicono tutti quelli che lo vogliono vendere?) ma in realtà ne parlavo con il tecnico della caldaia, che mi cambiava la centralina fulminata: lo smaltimento di una centralina non è fatto nel normale bidone del riciclaggio di metalli, plastica e vetro, ma è fatto al prezzo di 15 euro da una ditta specializzata… e pesa forse 200 grammi figuriamoci un pannello fotovoltaico. Gradirei se possibile conoscere dati sui costi di smaltimento degli impianti fotovoltaici a fine ciclo, se disponibili.
Simone G
Non capisco l’euforia di alcuni commenti a questo articolo, tutti gioiosi per il fatto che il solare costi molto. A parte la già indicata "dimenticanza" (ignorare totalmente le esternalità negative delle fonti energetiche fossili) vorrei segnalare che senza fonti rinnovabili c’è poco da stare allegri. Il petrolio è sempre di meno e la domanda sempre di più, le riserve si esauriscono (1 barile scoperto ogni 3 consumati), dunque il petrolio diventa sempre più costoso (basta vedere la benzina: il prezzo alla pompa dal 2000 ad oggi è cresciuto di quasi il 50%). E più diventa scarso, più costerà, finchè non eguaglierà il fotovoltaico: è su una curva di costi crescente nel tempo, al contrario del solare. Il nucleare non è una soluzione, nel senso che può sicuramente facilitare la transizione dall’energia fossile a quella rinnovabile, ma si porta dietro un paio di problemi non piccoli. Innanzitutto la risorsa su cui su basa, l’uranio, è anch’essa finita e non rinnovabile, quindi il problema della sua scarsità e quello dei costi crescenti inevitabilmente si ripresenteranno. Inoltre i paesi estrattori sono pochi e nessuno di essi è in Europa. Infine le scorie non si sa dove metterle.
Federico Brucciani
Mi risulta che in Italia non si incentiva l’installazione bensì la produzione di energia elettrica da fotovoltaico (Conto Energia) : mi risulta che un modulo fotovoltaico possa essere riciclato per l’80% e che il tempo di ritorno energetico si aggira sui 2/3 anni e vorrei anche ricordare che l’incentivo per il fotovoltaico (e le altre rinnovabili) arriva dalla componente tariffaria A3 della bolletta elettrica. Tale componente tariffaria, grazie al provvedimento CIP6 dei primi anni novanta, ha incentivato per oltre una dozzina di anni anche la produzione di elettricità dalle fonti cosiddette "assimilate": scarti della lavorazione del petrolio, oli vari e immondizia. Fonti che di rinnovabile hanno veramente poco.
Francesco Muscio
Nell’articolo manca qualsiasi riferimento alle fonti da cui sarebbero state prese le informazioni riportate. Inqualificabili affermazioni del tipo: "Se si considera anche lenergia assorbita per la produzione dei pannelli e dellimpianto, il beneficio netto in termini di minori emissioni nocive si riduce a ben poca cosa." Da dove sono state ricavate le informazione che "Ai francesi lenergia nucleare costa circa 35 euro per MWh, una buona centrale termica produce a 60 euro, il fotovoltaico ne costa almeno 450". Sono evidentemente sciocchezze. Il costo del fotovoltaico è sceso a 16 centesimi di dollaro al kWh. Io invece fornisco le fonti autorevoli da cui traggo i dati: "Il solare costa meno del nucleare Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L’energia atomica costerà sempre di più" da http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/energia_e_ambiente/10_luglio_27/solare-costi-nucleare_6c3ac74a-998b-11df-882f-00144f02aabe.shtml
Bertoldo
Il problema dell’energia non si risolve con le rinnovabili, utili in certi casi ma tutte con pesanti limitazioni. La soluzione radicale consiste nella fusione nucleare (non l’attuale fissione nucleare). Dati gli enormi investimenti necessari purtroppo si procede lentamente. Invece gli USA hanno speso somme incalcolabili per assicurarsi il controllo del greggio iracheno, oltre ai 4000 morti americani ed un numero incalcolabile di morti iracheni. Meglio dedicare le stesse risorse ad un nuovo "Progetto Manhattan", pacifico questa volta ed anzi capace di eliminare le guerre legate al controllo delle fonti energetiche. Velo pietoso sull’Europa, che pure avrebbe l’interesse e le capacità per svolgere un ruolo importante.
Rinaldo Sorgenti
Ottimo articolo che dovrebbe apparire su tutti i quoptidiani e riviste che troppo spesso magnificano questi strumenti, giocando su l fatto che la fonte di energia sarà "gratis" (sole) e l’investimento lo finanzia il "Conto Energia" (quel pozzo di S.Patrizio) di provenienza "ignota". Quindi sarebbe utile precisare: " ….e l’onere annuale per il Gse …" che distribuisce i tanti soldi prelevati forzosamente dalle Bollette dei consumatori tutti, per girarli agli Investitori. E’ gli ingenticosti del "back-up" con impianti convenzionali per supplire alla improvvisa mancanza di erogazione dagli impianti FER? Germania docet. Chiediamo di finanziare gli INCENTIVI distribuendo l’onere solo su chi è favorevole a queste fonti. D’altra parte se per loro l’obiettivo è non pagare più la EE in futuro, giusto che investano direttamente. O no?
Donty
Se non si comincia mai – con le varie scuse relative a costi, difficoltà d’installazione, ecc. – non si raggiungerà mai l’efficienza necessaria affinché eolico e fotovoltaico diventino veramente le energie del futuro. Sarebbe ora che gli economisti la smettessero di guardare solo fino alla punta del loro naso (= loro aspettativa di vita) ed iniziassero a considerare la faccenda in ottica future generazioni. Il petrolio sta diventando sempre più scarso, le iniziative quasi-suicide di trivellazioni al largo (con il rischio che incidenti paurosi come quello della BP si moltiplichino) la dicono lunga sulle "cosiddette" riserve. In ogni caso, fosse tra 20, 50 o 100 anni, il problema della sostituzione delle fonti fossili rimane. Facciamo spallucce? Com’è che la Germania ha riempito i suoi tetti di fotovoltaico e molte pianure di pale eoliche? Sono proprio tutti scemi ‘sti tedeschi?
diego
Tutto l’articolo, non tiene conto del fatto che anche il nucleare è generosamente supportato da incentivi. Inoltre, nei costi/benefici non si tengono conto di alcune voci di spesa, che farebbero allontanare ogni forma di finanziamento ai progetti. Il fotovoltaico viene incentivato per far crescere la tecnologia, essendo ancora in fase di sviluppo. Se teniamo conto poi dell’indotto generato dall’Iva, e dei posti di lavoro creati, non è proprio tutto così nero.
Rinaldo Sorgenti
Sono proprio tutti scemi ‘sti tedeschi? …si scrive qui sopra. Forse sarebbe anche utile considerare (e mai dimenticare) che i furbi tedeschi producono e consumano a casa loro: – ben oltre il doppio dell’elettricità che produciamo e il doppio di quanta ne consumiamo noi in Italia (che importiamo circa il 15% dal nucleare); – il 47% lo producono con il carbone; – il 27% con il nucleare; – solo lo 0,5% deriva dal solare FV – il 7% deriva dall’eolico, soprattutto grazie alla naturale significativa maggiore ventosità soprattutto nella parte Nord. C’è davvero da imparare dai tedeschi, per impostare un "Mix delle Fonti" equilibrato anche in Italia, il Paese più povero in termini di risorse naturali, tra i grandi Paesi Ue. Ma se il progresso tecnologico speriamo tutti ci porterà a Fonti future (tra 30-40 anni) molto diverse e più efficaci di quelle fossili, che senso avrebbe (per le generazioni presenti e quelle future) di non aver opportunamente usato quelle oggi disponibili e più concrete, che in un futuro a breve non serviranno più nella presente misura? Se avessero lo stesso principio di precauzione nel passato, non avremmo avuto sviluppo e benessere.
PDC
Articolo veramentre povero, si potrebbe riassumere dicendo: oggi si spendono meno soldi a produrre energia bruciando petrolio che non installando i pannelli. Lo sfruttamento dellenergia solare è un investimento sul futuro che richiede analisi (anche spietatamente critiche) di ben altro respiro.
buccarello
Ho installato 3 kw, lo stato mi finanzierà la produzione di energia. Io potrò migliorare l’efficienza energetica della mia attività. I pannelli li farò riciclare quando non serviranno più. se invece costruissero una centrale atomica qui vicino le esternalità sarebbero altre e molto più pesanti e la gestione dell’energia sarebbe verticisitca. io ho un’idea: chi è contrario al fotovoltaico o è foraggiato da chi vuol costruite centrali nucleari o non ha il coraggio di installare i pannelli. Un’idea semplice-semplice, come del resto mi sembra molto semplice (troppo) tutta l’analisi dell’articolo. o sbaglio?
Marco Catellacci
Ma vi pare un articolo degno di pubblicazione? Innanzitutto perché manca ogni riferimento a quanto affermato, cosa di non poco conto. La professionalità del vostro sito risente certamente di questa mancanza. Inoltre l’articolo parte come se dovesse per forza sostenere una tesi, solo per il fatto che un articolo precedente andava in direzione opposta. In ogni università si insegna che non si parte da una tesi e poi si cercano i dati a sostegno, ma prima si analizza i dati e poi si elabora una tesi. Non nominare neanche il fatto che l’energia prodotta è al 100% pulita e rinnovabile e che rappresenta parte del mix che ci permetterà di andare oltre all’ormai (fortunatamente) defunto petrolio è poi il tocco di classe. E’ come parlare di cucina mediterranea senza parlare di vino, olio, pane e pasta.
Vito Lampasona
Se è logicamente impossibile sviscerare una questione così complessa in meno di 1000 parole, certo in entrambi gli interventi c’è un difetto di informazione e capacità di "analisi" critica. Degli esperti avrebbero prodotto una serie di scenari comparativi (a partire da diverse ipotesi di partenza su prezzi attuali e futuri stimati) dei costi degli impianti fotovoltaici, nucleari etc etc così come sono i due interventi appartengono alla più sterile tradizione del "dibattito" all’italiana. A quando un libro bianco di un pannello di "esperti" su "La voce" ? Con una ricca serie di referenze bibliografiche ( si, anche i lettori di "pro e contro" a volte vogliono approfondire e verificare usando la propria testa).
Antonio Aghilar
Beh, che l’energia prodotta dalle fonti c.d. "rinnovabili" costi di più di quella prodotta da fonti fossili o dal nucleare è un fatto assodato. Che così sarà tra venti o trent’anni è però un fatto meno assodato. Non solo. In questa analisi non si considerano i "costi sommersi" delle fonti tradizionali, per lo più legati all’inquinamento irreversibile (sottolineo irreversibile) dell’ambiente. Quanto costa la marea nera nel golfo del Messico? Ed incidenti come Chernobyl? E lo stoccaggio delle scorie nucleari? Insomma questi conti appaiono parziali e questo perchè le fonti non rinnovabili hanno rilevantissimi costi in termini di diseconomie esterne da inquinamento che sarebbe opportuno considerare…Ma non è tutto. Esiste una differenza sostanziale tra gli impianti eolici/fotovoltaici e quelli nucleari ed è dovuta al fatto che mentre i primi possono essere realizzati da chiunque dovunque, i secondi richiedono l’intervento diretto dello Stato nell’economia. E ancora: è vero che le fonti di energia rinnovabili hanno, oggi, "costi esorbitanti", ma tali costi sono stimati decrescenti col passare del tempo, al contrario invece dei costi di petrolio e nucleare, stimati crescenti…
Batt Ste
Direi che l’articolo da l’idea di essere molto meno indipendente di quanto il sito effettivamente ritenga e pretenda di essere. Sono evidenti tutta una serie di inesattezze o omissioni che per stilare un articolo, credibile, sono quanto meno necessari. Qualora qualcuno ritenesse questa critica priva di dettagli sappia è conforme all’articolo.
canuti gabriele
Dall’articolo si evince una profonda avversione al fotovoltaico, ben piu’ redditizio (per chi le produce) il nucleare. L’autore, forse smemorato, dimentica che una valutazione economica non puo’ prescindere da: – costo attuale della fonte energetica; – approvigionamento della fonte (se non conosciuto le riserve di uranio sono appena sufficienti per i prossimi 50 anni a consumo attuale); – stabilita’ dei prezzi; – costi di costruzione; – costi di gestione; – costi di smaltimento impianto (per il nucleare elevatissimi); – costi smaltimento scorie per il nucleare i costi non sono nemmeno ipotizzabili, dovendo essere stoccati in aree protette per circa 10.000 anni; – contributi dello Stato. Se l’autore fa due conti con un lapis si rende conto che il costo dell’energia nucleare non è quantificabile (quanto indichiamo alla voce smaltimento scorie per circa 10.000 anni??), mentre per il fotovoltaico è possibile. Saluti
acocella salvatore
Il solare costa meno del nucleare. Il sorpasso al prezzo di 0,16 dollari a chilowattora. L’energia atomica costerà sempre di più. I costi di energia solare e atomica (da Ncwarn.org) New York – Oggi negli Stati Uniti la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Lo afferma un articolo pubblicato il 26 luglio sul New York Times, che riprende uno studio di John Blackburn, docente di economia della Duke University. Se si confrontano i prezzi attuali del fotovoltaico con quelli delle future centrali previste nel Nord Carolina, il vantaggio del solare è evidente, afferma Blackburn. «Il solare fotovoltaico ha raggiunto le altre alternative a basso costo rispetto al nucleare», spiega Blackburn, nel suo articolo Solar and Nuclear Costs – The Historic Crossover, pubblicato sul sito dellateneo. «Il sorpasso è avvenuto da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora» (12,3 centesimi di euro/kWh). Senza contare che il nucleare necessita di pesanti investimenti.
Corrado Truffi
In breve, il costo in bolletta che dovrebbe finanziare il fotovoltaico è in larga misura assorbito dal finanziamento del CIP6, quindi tutto il ragionamento dell’articolo è sballato (a prescindere da altre osservazioni giuste fatte da altri commentatori). Un articolo non all’altezza della serietà del sito, purtroppo…qualche riferimento.
rosi luciano
Ho letto l’articolo del Sig. Giorgio Ragazzi e mi chiedo dove prenda le sue informazioni: ma quando mai la spesa per assicurazione e manutenzione costano 90.000 euro su un incasso di 120.000 euro! Per tutte le altre affermazioni sullo smaltimento dei pannelli, il consumo di energia per far funzionare gli inverter o, udite udite, arrivare a dire che il fotovoltaico non riduce la produzione di CO2 le liquido come gli americani: rubbish! Allora dovremmo smettere subito di costruire auto in quanto tra qualche anno le rottameremo e consumeremmo un sacco di energia per farle funzionare oltretutto inquinando. Io ho in funzione un impianto di 75Kwp e tra pochi giorni un altro di 220Kwp e credo in questo. Viceversa non credo nei bastian contrario e nei venditori di fumo. Cordialmente.
Fabio_74
Quanto costa produrre energià elettrica attarverso il carbone, il gas o l’olio comustibile? E attraverso il nucleare? Nella analisi sulla convenienza di questa o quella tecnologia spesso si sottovalutano (o si ignorano) le esternalità negative associate al combustibile utilizzato. Quelli fossili sono la prima causa del riscaldamento del pianeta e hanno un costo sociale enorme, direi spropositato, se si guarda agli sconvolgimenti naturali che di fatto provocano. La Commissione europea impone, entro il 2020, di produrre un quinto dell’enegia elettrica da fonti rinnovabili. Non è che siano pazzi, semplicemente si rendono conto che i costi ambientali derivanti dall’utilizzo dei combustibili fossili sono tali da rendere le fonti rinnovabili veramente convenienti nel lungo termine (speriamo prima che il pianeta muoia). Le scorie nucleari sono l’altro grande problema. Potrebbe essere forse risolto spedendo i rifiuti delle centrali nello spazio (e a quel punto temo che i costi per Mwh del nucleare lo renderebbero davvero poco competitivo).
ENRICO CAPPANERA
E’ veramente incredibile come ci sia disinformazione sistematica per fermare un settore in crescita, mi limito a definire di parte e poco professionale l’articolo del sig. Ragazzi e do’ alcuni veloci spunti: democrazia energetica sappiamo di cosa si parla? Quante tasse per la CO2 paghiamo? I costi per lo smaltimento delle scorie nucleari quando le consideriamo? Lindotto del FV crea lavoro, è l’unico che lo fa, quanto vale? Le tasse che entrano nelle casse statali e comunali le consideriamo? Ci sono interessi di parte a che la democrazia energetica non parta. Nucleare uguale a potere antidemocratico.
canuti gabriele
In Toscana si dice che non esiste peggior sordo di quello che non vuol ascoltare. Ora affermare che il fotovoltaico ha costi sociali enormi, sempre in Toscana si dice credere che i somari volino in aria! Vorrei sapere dall’autore dell’articolo come quantifica i costi sociali legati alle varie patologie legate alle famigerate centrali, come quantifica il fatto che l’atomo senza i sussidi statali è anti economico, che la materia prima è ancor piu’ scarsa in natura, che la ricaduta economica va come al solito a vantaggio di pochissimi (i costruttori della centrale), inoltre in Italia se non erro il popolo sovrano, come si dice ora, ha espresso la propria volonta’ in un referendum, quindi qualunque variazione deve essere dal popolo approvata. Infine, come si dice in Toscana, se Lei vuole il nucleare realizzi la Sua centrale nel giardino di casa Sua e venda la corrente. Penso che anche Lei non vorrebbe veder correre i Suoi bambini nella Sua sicura centrale nucleare in quanto il rischio di radiazioni esiste! Attendo Sua cortese risposta. Grazie
Enrico S.
Pessimo articolo, non posso che unirmi ai commenti e a chi come me è stupito di trovarlo pubblicato nel sito!
Sergio T
Un’occasione persa per una testata qual’e "La Voce" per farci sentire una sensata analisi contratria alle fonti rinnovabili. Un tema di questa importanza richiede maggiore dettaglio e argomenti solidi, anzi solidissimi. Ad oggi non si riesce ad avere unaquantificazione oggettiva di quanto realmente ci costano le fonti "tradizionali", tantomeno il tanto decantato nucleare… Trovo ridicolo quantificare il costo del nucleare con una cifra, senza citare ne le fonti n’è le condizioni al contorno per arrivare a quel numero. Nel caso specifico dell’Italia penso che sia veramente folle affidarsi al nucleare, considerando che non siamo produttori di uranio e che tutti sappiamo bene in che modo la malavita gestisca i grandi appalti e le attuali scorie di ben altra pericolosità’. Dunque, se queste sono le ragioni del no al fotovoltaico, penso che mi attivero’ presto ad installare un impianto…
Rinaldo Sorgenti
Con riferimento alla citazione fatta nel commento del 03.09.2010 di Acocella Salvatore sullo studio pubblicizzato dall’articolo del New York Times (e ripreso dal Corriere della Sera), colgo l’occasione per segnalare l’interessante analisi replica sullo stesso studio fatta da IBL e Carlo Stagnaro, pubblicato nei giorni scorsi e visionabile dal sito IBL: http://www.brunoleoni.it – titolo: "Costi a confronto: fra energia nucleare ed energia solare, non c’è storia!".
Carlo Lainati
Mi meraviglio di quanta emotività giri in un sito adultocome questo. Buon segno, vuol dire che La Voce sta diventando un foglio popolare. Capirei alcuni commenti se larticolo si riferisse allappartamento di Montecarlo, ma stiamo parlando di politiche energetiche e questo richiederebbe un approccio di maggiore curiosità e compostezza. So bene che il CIP6 ha strapagato lautoproduzione di energia creando non poche distorsioni e pochi sviluppi permanenti, ma ciò dovrebbe far pacatamente riflettere sulle conseguenze di una politica di finanziamento squilibrato delle fonti energetiche alternative: se vi si precipitano gli investitori finanziari anzichè gli imprenditori, vuol dire che qualcosa non va e che lindustria avrà una volatilità altissima legata essenzialmente alla fluttuazione dei finanziamenti e dei redditi sicuri e a breve, senza obiettivi di efficienza, di sviluppo o di contenimento dei costi. Il problema non è energia alternativa si o no ma quale sostegno trasparente dare allo sviluppo di queste fonti di energia , in modo da selezionare le migliori e renderle economicamente sostenibili nel più breve tempo possibile. Molte domande e molti dubbi: può essere un metodo.
PIERO IANNELLI
Dunque il fotovoltaico. E’ una follia ambientale, perchè non è a impatto zero come si vorrebbe far intendere. L’energia per produrre un pannello, è di poco inferiore a quella che lo stesso pannello darà in 25 anni. E per inciso è energia ricavata per lo più in Cina da centrali a carbone. Il "fotovoltarico" Sia in Spagna che in Germania sembra sia diventata la "bestia nera" economica e sociale. Questi i titoli: "Spagna, l’economia verde distrugge l’occupazione", "Il grand flop del fotovoltaico". Gli impianti sono costati ai cittadini tedeschi 10 miliardi di euro Non di meno basta leggersi cosa dichiara la Cgil.. non credo di parte.. Va, inoltre, accolta – conclude Solari – la sollecitazione del presidente Ortis a rivedere il livello degli incentivi delle fonti rinnovabili a favore delle imprese, per diminuire la rend…ita oggi implicita, nel meccanismo del conto energia, che rischia di scaricarsi solo su famiglie e piccole e medie imprese.
Stefano Barazzetta
Sono rimasto negativamente colpito da questo articolo: mi sembra che l’autore parta da una posizione ideologica e da lì cerchi ogni appiglio per giustificarla, spesso con argomentazioni che mi sembrano davvero risibili. Intendiamoci: i motivi per "criticare" le fonti rinnovabili e i relativi sistemi di incentivazione esistono, sono molti, e vanno analizzati seriamente, e in maniera costruttiva, ma non mi sembra che sia quello che l’autore abbia cercato di fare. Sottolineo solo 2 aspetti: – tutte le fonti energetiche, anche le fossili e specialmente il nucleare, sono incentivate dai governi nelle varie parti del mondo, e hanno pesantissime ricadute sociali: se si vuole fare un confronto serio tutto ciò deve essere conteggiato; certo l’incentivazione non avviene con feed-in tariff ma con meccanismi più complessi, ma la difficoltà di analisi non può giustifucare una semplificazione superficiale – il tema dello smaltimento dei pannelli è tra i più risibili: già oggi esistono aziende specializzate nel ricicllo e riutilizzo di materiali fotovoltaici; vorrei tanto poter dire che sappiamo cosa fare non solo con le scorie degli impianti nucleari ma anche con gli impianti stessi..
Elio Orio
Da una lettura veloce dei commenti, mi sembra che nessuno abbia rilevato il costo politico dell’energia da fotovoltaico: dipendiamo meno da paesi in cui non esiste democrazia o che usano i nostri soldi per produrre armi. C’è poi un discorso sociale: forse a qualcuno non fa comodo che ciascuno di noi diventi produttore e consumatore della propria energia, affrancandoci da monopoli statali o privati. Credo che sarebbe per tutti un bel sollievo non dipendere più dall’Enel!
leonardo de Chanaz
Gli incentivi al fotovoltaico hanno il vantaggio di stimolare la domanda interna e di non pesare sulla bilancia commerciale. Anche questo criterio dovrebbe essere indicato nell’articolo, e, a mio modo di vedere. è economicamente rilevante.
andrea forni
Ciò che stupisce è la superficialità scientifica dell’articolo. Si computano costi economici e li si definisce costi sociali. L’affermazione sembra quella tipica dei leghisti, mi si passi il paragone, quando dicono: i ricchi non hanno problemi con i rom, i poveri si. Populismo d’accatto. I poveri hanno bisogno di sicurezza e di reddito, i ricchi solo di sicurezza. quindi apparentemente si sta con i poveri, ma in realtà si sta con i ricchi. Veniamo all’energia. Le fonti rinnovabili, tutte, trasformano reddito energetico centralizzato ( ENEL ed ENI in monopolio in Italia) in reddito diffuso (imprese, risparmi delle famiglie che percepiscono gli incentivi, ecc.) e diffondono cultura, tecnologica, economica internazionale, analisi territoriale. Questi sono "rendimenti sociali" e non costi sociali. Meno male che con le fonti rinnovabili i cittadini, il sistema scientifico e le imprese dialogano: abbiamo bisogno di cultura del produrre (non del finto fare), con nuovi tecnici, e di distribuzione del reddito. Gli incentivi aiutano in entrambe le direzioni. Infine gestire l’energia è difficile, per cui si spingono le imprese a migliorare le loro competenze, anche collegandosi tra loro.
leonardo
Al posto del fotovoltaico non sarebbe meglio riaprire le vecchie centrali (Unes) che erano presenti su ogni corso d’acqua? Perché le hanno chiuse? Boh, bisogna chiederlo a chi di competenza. Ad oggi il fotovoltaico non è affatto conveniente, costa troppo, o sei tecnico oppure devi fare un contratto di manutenzione per eventuali guasti (e quanto costa?), e la notte? Ah dimenticavo, andremo a batterie ma che bella pensata. Qualcuno si faccia dei conti, quanti chilometri quadrati di territorio occorrono per alimentare l’Italia? (anche di notte se possibile).
Sandro Calmanti
Interventi come questo di Giorgi Ragazzi, confermano che, lontani dalla miopia della finanza, la scelta del fotovoltaico origina dalla inestinguibile spinta umana a migliorare le proprie condizioni di vita. L’intervento è costellato di grossolane inesattezze, dalla stima dei costi, alle considerazioni sullo smaltimento. Solo un’osservazione sul bilancio energetico netto delle celle fotovoltaiche. Il mito sul bilancio energetico in pareggio (una cella produce tanta energia quanta ne serve per produrla) nasce negli anni ’50 all’alba dei programmi spaziali. Il problema però era come fornire energia ad un veicolo perso nello spazio (…mmh qualcosa di simile al pianeta Terra?). Considerazioni sul bilancio netto non ponevano vincoli alla fattibilità. 10 anni fa una cella fotovoltaica produceva da 6 a 31 volte l’energia necessaria per costruirla. Notare che al disopra di un fattore 3 o 4, la capacità "rigeneratrice" rende il fotovoltaico eneregeticamente autosostenibile in maniera indefinita nel futuro. Dunque, finito il sussidio finito il sussidio avremo centinaia di migliaia di nuovi pannelli da usare. La finanza, come sempre, si adatterà.
seppo
Non so quanto l’autore dell’articolo sia familiare con la materia, dato che ha dimenticato di sottolineare l’unico aspetto secondo me significativo ovvero che le tariffe per gli impianti di grossa taglia, che saranno tagliate in modo significativo dall’anno prossimo, potevano e dovevano essere tagliate prima, perché troppo generose. Il sistema è secondo me giusto, lo dimostra il fatto che anno dopo anno, e ad un tasso davvero significativo, il costo della tecnologia diminuisce, mentre quello delle fonti tradizionali non può che aumentare. Il confronto poi con il costo delle centrali nucleari a fine vita è ridicolo: che si confronti con una nuova centrale nucleare da costruire!
pierangelo carbone
Ho discusso con diverse persone che hanno deciso di passare al fotovoltaico. E’ un nuovo fronte che punta ad un futuro possibile. La ruota rispetto al trascinare a mano i pesi necessitava di molte ore lavoro per costruire la ruota, dissodare un campo rispetto al cacciare un animale prevedeva molte ore lavoro non ripagate a breve da un buon pasto, costruire un telaio meccanico rispetto che filare a mano poteva anche sembrare assurdo contando i giorni necessari a vedere il prodotto finito. Chi costruì la torre a Parigi venne semplicemente definito pazzo. Non si è sempre andati nella direzione corretta, certo; ma da quando calpestiamo questa terra ci abbiamo sempre provato. Anche questa volta io sono per provarci.
Walter Codeluppi
Non ho letto l’articolo, ma avendo firmato i contratti per dotare di impianto fotovoltaico il mio ufficio e due abitazioni per un totale di 12 Kw, posso capire le perplessità di molti di fronte agli incentivi che vengono dati. Contro il mio interesse debbo dire che, trattandosi sempre e comunque di soldi della collettività che dovrebbero sempre essere considerati "sacri", basterebbe un incentivo più modesto. Infatti, la produzione di energia solare che mi affranca dalla bolletta dell’ENEL per vent’anni, pur con un costo elevato – ma lo vedrei più come un investimento – potrebbe essere incentivato con una cifra che copra l’investimento stesso, ma non che dia alla fine un importo quasi triplo. E’ chiaro l’interesse delle Finanziarie o delle Banche per questo settore!
graziano roberto
Vorrei sapere perche non si parla più di mini centrali idroelettriche..