Nei mesi scorsi avevamo capito che fosse in cantiere un cambiamento epocale di finanza pubblica. Il governo ha dichiarato che avrebbe finalmente fatto la faccia dura contro l’evasione. Ha poi fatto seguire i fatti alle parole e ha approvato provvedimenti che in futuro dovrebbero portarci a migliorare i risultati su questo fronte. Siamo qui in trepida attesa. Intanto mese dopo mese, si accumulano i dati sulle entrate dello Stato che (come minimo) segnalano la necessità che questa svolta diventi operativa presto. Dal Bollettino della Banca d’Italia di metà settembre si legge: Le entrate tributarie nei primi sette mesi dell’anno sono state pari a 210,374 miliardi di euro, 7,411 miliardi in meno rispetto al periodo gennaio-luglio del 2009, quando sono arrivate a 217,785 miliardi. In termini percentuali, la riduzione è del 3,4 per cento. Se si guarda solo alle entrate tributarie, la voce più facilmente misurabile e che risente meno di minori o maggiori voci straordinarie che sono invece contabilizzate nella voce ”Altre entrate”, le cose vanno anche peggio. Facendo le somme, viene fuori che sono stati persi 11,3 miliardi di euro di entrate nei primi sette mesi del 2010 rispetto agli stessi mesi del 2009. Dato che le entrate tributarie del periodo gennaio-luglio 2009 erano 210 miliardi, vuol dire che le entrate tributarie sono scese di 5.4 punti percentuali. Nel frattempo nello stesso periodo il Pil a prezzi correnti aumentava di circa 2.5 punti percentuali (+1 per cento circa il Pil reale e +1.5 per cento l’inflazione). Aumenta il Pil, scendono le entrate tributarie. Ah è vero, sarà perché il governo ha tagliato le tasse come aveva promesso. Beh, veramente no, tagli e riforme fiscali sono argomenti per le chiacchiere estive, mica li si fanno veramente. Verrebbe da dire che se il ministro dell’Economia occupasse una parte più consistente del suo tempo a far arrivare i soldi nelle casse dello Stato anziché andare per sagre di partito a discettare della sicurezza sul lavoro, darebbe un bel contributo a - come dice lui – mettere i conti in sicurezza.
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Pina
Valeva la pena vedersi domenica in prima serata "presa diretta" su Rai 3 per confermare come si riesca a diventare ricchi evadendo il fisco. Da Arzignano (Vicenza) ricco Nord Est, una cricca di imprenditori e politici della lega emettevano false fatture per rimborsarsi Iva e pulire il denaro sporco trafficando con Sanmarino. Sarebbe opportuno farlo riguardare a tutti quel servizio. Come il Nord ruba le risorse di tutti. Una vergogna che, solo cambiando il comandante corrotto della guardia di finanza, il nuovo sostituto è riuscito a guardare questa realtà riprovevole. Quante Arzignano abbiamo nella nostra Italia?
roberto camporesi
Per quanto tempo ancora questo paese può permettersi di essere al top nel debito pubblico e, contemporaneamente, nell’evasione fiscale? La durezza dei numeri richiama l’urgenza dei problemi dell’oggi ma anche una "correttezza inter-generazionale" verso i nostri figli e nipoti; siamo una comunità che ha bisogno di conquistare un senso di responsabilità nuovo, non necessariamente eroico, che sia affine a quello del buon padre di famiglia evocato dal codice civile. Forse questa chiave può portare ad immaginarsi in qualche modo il futuro e può essere importante per "risvegliare gli italiani" e liberare nuove energie per costruire un cambiamento vero, che sia connotato dal rispetto di una maggor giustizia sociale, anziché farci ammaliare dai seduttori populisti che ci raccontano che ci semplificano la vita con il "ghè pensi mi". Dobbiamo uscire da quello stereotipo della cultura dei piccoli furbi che ha preso il sopravvento per cui far pagare le tasse significa "mettere le mani nelle tasche degli italiani". E’ certamente una questione di valori: come si fa a costruire altrimenti un paese più civile? Ma oggi è anche una necessità inderogabile per chiunque governi questo paese.
Marcello Battini
E’ un film già visto. Più vecchio della Corazzata Potiomkin. Si dice una cosa, poi si fa il contrario, oppure non si fa niente. C’è una vita reale che ognuno vive per se, ed una vita descritta, solo virtuale, ma inesistente. Forse un giorno apriremo gli occhi (vedi Grecia), ma sarà troppo tardi. Speriamo che si stabilisca il principio: perdita economica = perdita di sovranità, ma anche in quel caso, speriamo che non ci tocchi dipendere da Tripoli.
Marco
Per accontentare l’Europa, si promettono interventi che dovebbero incidere sull’evasione, che all’estero è incommensurabilmente minore, ma poi quando si è al momento dei decreti attuativi, o peggio delle istruzioni, dei software necessari per inviare i dati, si rinvia il tutto sine die. Ad esempio: il controllo incrociato dei clienti/fornitori che metterebbe fine alle frodi carosello, già attuato dal governo di centro-sinistra, venne cancellato con vanto non appena venne eletto la presente amministrazione. Di recente per accontentare i desiderata di Bruxelles è stata reintrodotto per cifre superiori ai 3mila euro. Purtoppo mancano ancora le istruzioni, e quindi c’è da scommeterci che per il 2010 nulla si farà, si tira a campare, intanto un’altro anno di evasione impunità è decorso. L’Europa è sempre troppo debole nei nostri confronti, nessuna sanzione, possibile che dopo anni che li prendiamo in giro ancora abbocchino.
Chiara Fabbri
Trovo il tema della lotta all’evasione veramente deprimente, in realtà non c’è nessuna seria volontà di perseguire la vera evasione, invece chi dichiara tutto, fino all’ultimo centesimo, non solo risulta straricco (il mio parrucchiere non credo proprio dichiari quello che prende, anche se chiedo sempre la fattura…) come capita a me e mio marito, per cui ad avviso di molti deve solo stare zitto, ma finisce pure per essere perseguitato: ad esempio, è il terzo anno che il fisco ci recapita un accertamento fiscale per l’erroneo calcolo dell’Ici di un cespite ereditato da mio marito (1/16 di appartamento!) per la esorbitante somma di 7 euro! Naturalmente il fisco, tutto preso a dare la caccia a noi, che forse siamo imbranati nel compilare l’Ici ma non siamo certo Al Capone, non può certo sprecare risorse per verificare con quali redditi si finanzino gli yacht che tappezzano le nostre coste, i Suv che intasano le nostre strade etc.
Franco
Questo governo intende, come del resto gli altri governi d’Italia, la lotta all’evasione, mafie, immigrazione clandestina, ‘inquinamento atmosferico e alimentare, etc. etc., solo come incremento della sua attività di finanza, sequestro di beni, chiusura di stabilimenti, arresti, respingimenti, etc. etc. Cioè tutte misure statisticamente provabili ma che non intaccano il perverso dato di fondo del circolo vizioso. Questo dato di fondo è l’innegabile realtà che ad ogni sequestro di beni, chiusura di azienda, respingimento di clandestini, etc. corrisponde una più che proporzionale diminuzione di posti di lavoro più o meno regolari quasi sempre all’oscuro delle "tramacce" dei loro prenditori di lavoro o dei loro utenti clienti. Questa realtà e l’incapacità (?) governativa di incidere strutturalmente sui problemi fanno sì che le situazioni di illegalità e di omertà riemergano sotto altra veste e altri canali per non alterare l’equilibrio gelatinoso della melma in cui si dibatte il paese, al quale non è data assolutamente la possibilità di pronunciarsi sulle leggi fiscali, la più auspicabile delle quali sarebbe la detrazione di ogni spesa necessaria per persona e impresa.
lantan
Se il ministro dell’economia e’ il “referente” della Lega all’interno del governo, basterebbe aver visto la bellissima inchiesta di Iacona “Presa diretta” dedicata all’evasione fiscale, per capire che la lotta all’evasione da questo governo non si fara’ mai!
Vito Falco
Molto probabilmente chi scrive ed argomenta dimentica che gli evasori sono prima di tutto elettori. A nessuno, che debba riguaduagnarsi la poltrona a fine mandato, interessa fare una guerra giusta, la cui vittoria tuttavia si registrerà solo nel remoto futuro, contro una larghissima fetta dell’elettorato. Lo sanno anche i muri che la maggiorparte del gettito fiscale complessivo dello Stato proviene dalle ritenute operate sul lavoro dipendente. Ricordo vagamente un provvedimento del precedente governo di centro sinistra, il quale prevedeva il ritiro delle licenze all’esercente sorpreso per la terza volta in cinque anni a non emettere uno scontrino. Quanto personale e quanti risorse ci vorrebbero ad esempio per applicare una norma del genere? L’evasione sul piccolo commercio al dettaglio svanirebbe di colpo….ma forse non è interesse di nessuno che ciò accada….
nicola carlone
Volevo citare il commneto di un magistrato che, dopo la trasmissione su Rai3 di due domeniche fa sull’evasione, si meravigliava del fatto che i cittadini onesti non si ribellano di fronte a questa violenza dello Stato sull’onestà! Io sono arrivato al 43% dopo 32 anni di servizio e 11 città cambiate, un mutuo di 850 con moglie e due figli a carico! Ovviamente figlio alla scuola materna privata. spero che posso cambiarmi la macchina di 11 anni e 190.000km prima che mi pianti in asso. La beffa è nell’impossibilità di fare quello che fanno gli evasori: vacanze, ristorante, etc e di dare ai figli quello che hanno i loro figli!
roberta
Ho come il sospetto che quseta famigerata lotta all’evasione si stia facendo mandando accertamenti a caso a casa dei contibuenti. Dove il caso non sta nella scelta del contribuente ma in ciò che gli si cerca di imputare come non pagato.