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Niente romani, please

Pare che sia la volta buona: a giorni avremo la nomina del nuovo ministro per lo Sviluppo economico. Vista la girandola di nomi e le molte false partenze di questi mesi, ci permettiamo di dare qualche suggerimento, sperando di sortire qualche effetto. Chiarendo quali caratteristiche dovrebbe avere un buon ministro dello Sviluppo economico in questa fase difficile della nostra economia. Dovrebbe essere persona convinta e decisa sostenitrice della concorrenza, motore insostituibile per la competitività delle nostre imprese; dovrebbe essere sponsor delle liberalizzazioni, da troppo tempo in sonno profondo; dovrebbe farsi portatore di interventi che evitino il “caso per caso” e la discrezionalità e che invece agevolino funzioni cruciali per lo sviluppo delle imprese: il sostegno agli sforzi di esportazione in nuovi mercati, di innovazione di prodotto e di processo. Dovrebbe essere figura capace di seguire una molteplicità di settori oggi impegnati in queste sfide, capace di dialogo con le imprese, le forze sociali e le autorità indipendenti, attento alla dimensione europea delle politiche industriali e della concorrenza. E non dovrebbe invece essere persona di limitate prospettive, irrimediabilmente attratta dal settore televisivo, incapace di resistere alla tentazione di entrare in campo e favorire una squadra, maldestra paladina di interessi di parte nelle discussioni a Bruxelles. Insomma, per intenderci, non uno come Paolo Romani.

Post scriptum, 4 ottobre 2010: …appunto.

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12 commenti

  1. Giuseppe P.

    Soprattutto qualche nome "pesante" (alla Tremonti), che possa imporsi sul Cavaliere e farsi rispettare. Ma dubito che questo accadrà, mi sa tanto che avremo piuttosto un altro "yesman" stile Alfano o Bondi, tanto per dire che un ministro c’è: in realtà continueranno a decidere tutto dalla Presidenza del Consiglio. Meno male che questo governo ha i giorni contati!

  2. tony

    E’ già stato espressa contrarietà a questa figura e l’interim sostenuto dal Presidente non ha dato risposte positive ai tanti dossier aperti quindi non ci resta che piangere…e niente di questo governo please.

  3. franco benincà

    Lo sviluppo economico non si identifica solo nel soggetto personale a cui è affidato. E’ e sarebbe interessante conoscerne l’organizzazione e se si tratta di un ministero con o senza portafoglio. La cultura della concorrenza e delle relazioni industriali fondate sul libero mercato è molto distante dalla nostra economia, erede dei retaggi del frazionamento delle grosse industrie pubbliche (partecipazioni statali) e di principi che fondano nell’intervento statale la regolazione economica. Il dicastero, da chiunque sarà retto, dovrà essere punto di riferimento e coordinatore del dialogo economico, rafforzando l’Antitrust, ora relegata a ruolo di "grillo parlante".

  4. Danilo

    Come da solita procedura Romani è il nuovo ministro. Ci mettiamo ovunque "Yes man" incapaci ma fedeli. Ma non era già stato "rimbalzato" per quel ruolo? Che tristezza.

  5. Antonio Aghilar

    Che dire? Sulla nomina del "super-competente" nuovo Ministro per lo Sviluppo economico (si, di Mediaset…), il giornalista-pubblicista avv. Paolo Romani c’è poco da dire. Certo, non che Scajola avesse sviluppato altro al di là del proprio patrimonio immobiliare. Però questa nomina è agghiacciante perchè oramai neanche più le apparenze ci si preoccupa di salvare. La nomina di Romani allo Sviluppo Economico è la prospettazione sfacciata del proprio conflitto d’interessi da parte del Presidente del Consiglio del più indolente ed imbelli (tra un pò anche del meno sviluppato) dei Paesi Occidentali. "A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare?" (Totò)

  6. graziano

    Perchè noi, nella Casa delle Libertà, facciamo tutto quello che c… ci pare. Pepè pepè…

  7. Leonardo Valenti

    L’ennesimo "dipendente" in un ruolo chiave ! La cosa peggiore e’ che ci si sta facendo l’abitudine!

  8. Ricardo_D

    Ormai sconfiniamo ogni giorno in una nuova area, a prova di accettabilità di noi popolo "sovrano"; questa volta siamo alla nomina di un dipendente a ministro. Mi chiedo due cose: quanto tempo ci vuole ancora perchè chi ha dato fiducia a Berlusconi si desti? quanto tempo ci vuole ancora perchè chi non ha dato fiducia a Berlusconi si spazientisca? Sono preoccupato, scusatemi.

  9. angelo umana

    A radio 24 hanno fatto un sondaggio tra gli ascoltatori, su chi avrebbero messo a Ministro dello Sviluppo Economico, 3° risultava Oscar Giannino, per le sue idee e competenze sarebbe stato più adatto e non sarebbe andato dietro alle sirene del consenso politico-elettorale (1° Marcegaglia 2° Montezemolo … forse voti di rappresentanza …).

  10. nicola

    Lo sviluppo economico di un paese come il nostro , bloccato da più di 10 anni ,necessita una politica di ampio respiro e di almeno 5/7 anni per dare frutti. Si deve ripartire dalla scuola , preparare ricercatori, definire una strategia paese, una politica industriale ecc..ecc.. Nel breve termine era meglio nominare ministro dello sviluppo economico Gesù Cristo che avrebbe moltiplicato i posti di lavoro.

  11. luigi zoppoli

    Che il criterio italiota di selezione sia l’opposto di quello meritocratico era evidente.

  12. angelo l. coppoli

    Come volevasi dimostrare, il tirare a lungo del Cav. Berlusconi, è servito solo a ficcare le ultime resistenze ed ha proporre il personaggio che aveva in mente sin dall’inizio, con il beneplacito scontento del nostro amato Presidente della Repubblica. C’è un vecchio detto che recita "chi la dura la vince": auguri agli Italiani.

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