Negli scritti di difesa e propaganda della costituzione americana (apparsi con firma "Publius" nei Federalist Papers, 1787-88), Alexander Hamilton si occupò diffusamente della magistratura e della giustizia.
Ricollegandosi al Montesquieu dell’Esprit des lois, per il quale il potere giudiziario era, rispetto al legislativo e all’esecutivo, un potere diverso e minore ("in un certo senso nullo") scriveva: "[l]’esecutivo non solo dispensa gli onori ma impugna anche la spada della comunità. Il legislativo non solo controlla il portafogli ma prescrive anche le regole dalle quali i doveri e diritti dei cittadini devono essere regolati. Al contrario, il giudiziario non ha influenza sulla spada o sul portafoglio; non ha potere di direzione della forza o della ricchezza della società, e non può neppure prendere decisioni effettive. Invero si può dire che non ha né forza né volere, ma soltanto giudizio. […] [I]l giudiziario è senza confronti la più debole delle sezioni del potere; […] non può attaccare con successo nessuna delle altre due; e […] si richiede ogni possibile cura affinché esso sia messo in condizione di difendersi dagli attacchi di queste. […] [P]er quanto qua e là possa venire dalle corti di giustizia oppressione degli individui, da quel quartiere non può mai venire una minaccia alla libertà generale del popolo – così fino a che il giudiziario rimane veramente distinto tanto del legislativo quanto dall’esecutivo". E poi, relativamente ai rapporti tra potere giudiziario e politico, aggiungeva che era "razionale supporre che le corti [fossero] state progettate [dalla costituzione] per essere un corpo intermedio tra il popolo e il parlamento, allo scopo, tra le altre cose, di mantenere quest’ultimo all’interno dei limiti previsti per la sua autorità" (TdA, maiusc. nell’orig.).
Al vertice di Deauville, Obama, sentendosi raccontare da Berlusconi della dittatura della magistratura in Italia, lui giurista, harvardiano e liberal, avrà potuto non pensare ad Hamilton?
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luigi zoppoli
Nelle lande d’Italia, ignoti risultano sia Hamilton che Montesqieu. Conosiucto, seguito e rispettato è Craxi i cui eredi ed emuli tanto stanno facendo per il paese.
Manfredi
(Credo che Obama sia laureato a Yale). "Fingo" due ipotesi su cosa Obama possa avere pensato: 1) ha pensato a Thomas Jefferson, il 3° presidente americano e al suo quadriennale conflitto con i giudici e in particolare la suprema corte nel suo secondo mandato presidenziale; 2) …non posso dirlo, in fondo è sempre il nostro Presidente del consiglio e quel po’ di educazione che mi è rimasta di quella che mia mamma a provato a insegnarmi me lo impedisce.
alessandro casiccia
Non ho dubbi sulla correttezza della linea perseguita oggi, in Italia, dalla magistratura, indipendentemente da qualsiasi considerazione riguardo a un capo dell’esecutivo che si considera legibus solutus. Mi sembra però che quel passo di Hamilton possa venire letto e interpretato in vari modi, anche come prescrizione di limiti all’azione giudiziaria…
Michele Giardinoi
Citazione elegante, che porterà di certo gli autori della nota in testa alla graduatoria di "quelli con la puzza sotto il naso", vale a dire, secondo certi giornali e giornalisti, di chi si dedica all’attività parasovversiva di leggere, pensare e cercare di capire, Però, Hamilton, agli albori ddlla grande storia americana, faceva riferimento al cointesto che gli era proprio. Se invece pensiamo all’importanza guadagnata nel successivo secolo e mezzo dalla Giustizia ad ogni livello della comunità Usa e dalla Corte Suprema come sede di ultima istanza per le scelte sulle questioni più controverse di ogni natura che tocchino il sistema e i modi di vivere americani, direi che lo stesso principio di autonomia che per l’illustre personaggio era unfattore di relativa debolezza, è diventato fattore di enorme forza, sorretto come è dalla fiducia assoluta della popolazione che lo rende indiscutibile per chiunque. Ce n’è da meditare per noi, mi pare.