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LA SCOMPARSA DI FERDINANDO TARGETTI

Ferdinando Targetti è stato un’economista di razza, capace di spaziare su vari temi, con un filo rosso costituito dalla crescita e dalle trasformazioni strutturali del capitalismo. Non ha mai disgiunto i suoi studi dalla passione per la politica, coltivata però con un approccio laico nei confronti della teoria che l’ha portato ad approfondire i più diversi filoni del pensiero economico per coglierne il significato e la valenza interpretativa.

Con la scomparsa di Ferdinando Targetti il nostro paese perde una figura rara, dati i tempi, di brillante studioso da ricordare anche per “il suo rigore culturale e la sua passione civile, il suo personale disinteresse e il generoso senso delle istituzioni” come scritto nel messaggio di cordoglio fatto pervenire ai familiari dal Presidente della Repubblica.

RIGORE INTELLETTUALE E PASSIONE POLITICA

Targetti era, innanzitutto, un’economista di razza, che rifuggiva dalla concezione, ormai dominante, di una disciplina in cui fa premio la specializzazione sulla visione. Formatosi alla Bocconi e, soprattutto, nell’Inghilterra dei primi anni Settanta a Cambridge, non ha mai disgiunto i suoi studi dalla passione per la politica della sinistra, coltivata però con un approccio laico nei confronti della teoria che l’ha portato ad approfondire i più diversi filoni del pensiero economico per coglierne il significato e la valenza interpretativa. In questo senso è stato un degno allievo di Lord Nicolas Kaldor, un premio Nobel inspiegabilmente mancato del secolo scorso. Come il grande economista di Cambridge, su cui ha scritto un libro che rimane fondamentale, Targetti ha dato contributi che spaziano su vari temi con un filo rosso costituito dalla crescita e dalle trasformazioni strutturali del capitalismo: progresso tecnologico, rincorsa tra paesi e rapporti Nord-Sud, inflazione, occupazione, integrazione e politica economica europea, fino alla globalizzazione analizzata in tutti i suoi aspetti in un impegnativo volume scritto di recente con Andrea Fracasso. Un così vasto, e mutevole nel tempo, spettro di interessi rispondeva a una tenace volontà di comprendere e trattare i problemi che via via venivano alla ribalta senza sottrarsi al compito di giungere a indicazioni politiche.

All’Italia, Targetti ha dato molto. Ha continuato a dare senza farsi abbattere, neanche negli ultimi giorni, dal male che lo tormentava da anni. Nella sua università di Trento è stato direttore della Scuola di Studi internazionali che ha tenuto a battesimo e fatto crescere arricchendola delle sue tante relazioni accademiche con l’estero. In politica ha messo un impegno costante e generoso, nel Pci prima e poi come parlamentare Ds per una legislatura, successivamente come estensore del programma di centro-sinistra per le elezioni del 2006 e, da ultimo, nella preparazione del Libro bianco per il programma del Partito democratico lombardo alle elezioni regionali del 2010. Ha fatto opinione come editorialista de l’Unità, sempre rigoroso nell’analisi e pur con didattica chiara per il lettore, mai fazioso. Le conseguenze economiche del governo Berlusconi, il volumetto che raccoglie gli articoli scritti tra il 2001 e il 2003, smonta punto per punto l’illusione che il ghe pensi mi del Cavaliere riuscisse a rilanciare la crescita. Un’illusione che ci sta costando molto cara.

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PENSIONI E CRESCITA

  1. Giulia Palombo

    Ho avuto la fortuna di poter conoscere il rof.ferdinando nel 1994 all’Università di Trento dove è stato mio prof. di Politica economica e finanziaria nel corsi di Laurea in Economia politica. Ho letto con le lacrime agli occchi le splendide parole di apprezamento per un economista, un politico e direi soprattutto un Uomo di una levatura morale ed intellettuale rare da trovare al giorno d’oggi. Fin dai 16 anni ero intenzionata ad iscriermi ad economia politica e all’epoca il corso di laurea c’era solo a Trento e alla Bocconi, Mi ero informata bene e data l’ottima fama della facoltà di economia di Trento, vivendo a pochi lm di distanza ho optato per questa. E così ho potuto assistere alle Sue lezioni che ho anche in parte registrato da tanto era no affascinanti ed interessanti da seguire.Avrei vuoluto fare la tesi di laurea con lui ma era in congedo per il Suo mandato parlaentare e allora ho optato per un altro professore eccezionale…la facoltà all’epoca e soprattutto il dipartmetno di economia erano (e spero lo siano ancora adesso, ma non posso epriinmermi) davvero ottimi. Con lui scompare un grande uomo ma resterà sempre vivo in chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo.

  2. joseph halevi

    La scomparsa del Professor Targetti mi addolora moltissimo. Ho sempre avuto una profonda stima di Targetti, ci accomunava la vicinanza al pensiero di Kalecki e di Sylos Labini. Considero uno dei suoi primi volumi, pubblicato sul finire delgli anni settanta, tra i migliori lavori analitici, anche sul piano didattico, riguardo il sistema dei prezzi e della produzione in un quadro concettuale non neoclassico. Joseph Halevi, University of Sydney e International University College, Torino.

  3. Isabella Consigliere

    Vorrei ricordare, tra i molti importanti contributi scientifici di Ferdinando Targetti, la lucida analisi che nel 2003 egli aveva svolto sulle cause del declino della crescita italiana (“Le cause del declino italiano”, Italianieuropei, 2003, n.3), problema tanto dibattuto in questi tempi. Questa analisi era stata presentata qualche mese prima al congresso del PDS: non si può dire quindi che i politici non conoscessero già da tempo questi problemi. Attualmente, 2011, si parla del declino italiano come fosse cosa di questi ultimi anni. Cito invece da Targetti 2003: “Dagli anni ’70 si assiste ad una caduta tendenziale del saggio di crescita medio annuo del prodotto effettivo e del prodotto potenziale della nostra economia. Negli anni ’70 il saggio di crescita effettivo è stato del 3,6%; negli anni ’80 il saggio di crescita effettivo è stato del 2,4% e quello potenziale del 3%; negli anni ’90: effettivo 1,5%; potenziale 2%; nel 2001-2003: effettivo tra 0 e 1%, potenziale tra 1 e 2%.” Pertanto, è dagli anni ’70 che l’economia italiana è in declino.

  4. Roberto Zincone

    Professor Nardozzi, che piacere rileggerla: sono stato suo studente al Politecnico di Milano e ho scritto per lei una tesina sui conflitti d’interesse degli intermediari finanziari. Mantengo vivo il ricordo e custodisco gelosamente gli insegamenti delle sue lezioni di politica monetaria. La saluto caramente Roberto Zincone da Berlino

  5. Guido Antolini

    E’ scomparso il giovane assistente che condivideva, nel Pensionato Bocconi, la vita a tempo pieno nella vita culturale e sociale degli anni 70. Un amico inestimabile, un maestro di understatement come tutti quelli che nascondono la propria grandezza

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