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UN BUON INTERVENTO SULLA REGOLAZIONE DEI SETTORI

Almeno due settori risultano interessati dal decreto Monti. Sono due settori che da tempo attendevano un intervento di questo genere: il settore idrico e quello dei trasporti. E si tratta di buone notizie, per fortuna a costo zero per il paese, il che è una notizia ancora migliore.

VERSO UNA AUTORITÀ DELLE RETI
In sintesi, pare che si stia procedendo alla costituzione di una grande autorità delle reti, con competenza dall’energia, all’acqua, ai trasporti.
Quanto all’acqua (art. 21, commi 19 e 20), questo avverrà attraverso l’abolizione di un ente inutile (la Commissione per la vigilanza sulle risorse idriche, Conviri) e la attribuzione delle competenze della Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua (appena creata dal governo Berlusconi) all’Autorità per l’energia. Si tratta di una buona decisione intanto perché si trasferiscono le competenze da una agenzia del governo (con autonomia politica inesistente) a una vera autorità indipendente, e poi perché il Dna dell’Autorità per l’energia è tale da far sperare che possa davvero fare un buon lavoro.
L’art. 37 è più ambizioso. Riguarda infatti quella parte del settore dei trasporti per la quale la parola liberalizzazione potrebbe avere un senso, ma che finora è stata esclusa da questi processi potenzialmente virtuosi per mancanza di un organismo che dia regole chiare. Finora tutto è stato “politica” (con la “p” minuscola) e contrattazione con il sottosegretario di turno. È mancata la chiarezza delle regole per accedere alle infrastrutture, è mancato qualsiasi sforzo organico di sviluppare questi mercati, che sono stati ostaggi delle imprese incumbent. E con questo decreto si vuole invece fondare una vera regolazione indipendente per i trasporti, incardinata presso una delle autorità già esistenti, immagino (e spero) quella per l’energia.
Forse alcuni dettagli potrebbero essere migliorati. Ad esempio, perché lasciare fuori da questo processo le autostrade? È vero che in quel settore c’è ben poco da liberalizzare, ma riportarle a una regolazione sensata non sarebbe male.
Allo stesso modo, perché non accorpare funzioni di regolazione di sicurezza e funzioni di regolazione economica, stante che le prime hanno comunque grandi ripercussioni sulla concorrenza? Ma rispetto alla questione di base, il passo è comunque nella direzione giusta: da tanto tempo si chiede una vera autorità indipendente per il trasporto (Boitani e Scarpa, Se la concorrenza non si trasporta), e forse finalmente la avremo.
Purtroppo, non è questo decreto che può finalmente chiudere la partita, dovendo necessariamente rinviare a successivi regolamenti. Speriamo che i successivi passaggi parlamentari non riescano a svuotare questo provvedimento; le lobby a difesa dello status quo sono forti e sono probabilmente già al lavoro.

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POCHI RISPARMI SENZA LE PROVINCE

  1. nicola branca

    Non mi pare che l’authority per l’energia sia un preclaro esempio di virtù. Ho letto alcune circolari riguardanti rigassificatori (Riconosciuti pagamenti a spese delle bollette dei cittadini qualora non riescano ad importare per motivi non dipendenti dalla loro volontà) e regolamentazione delle incentivazioni alla produzione di energia da fonti rinnovabili (per i piccoli impianti regolamentazione “tignosa” della misurazione della produzione,per i grandi impianti misurate voi, mi dite quant’è ed io vi pago) e sono rimasto scandalizzato. Cito a memoria, non ricordo i numeri delle circolari e non è tutto. Comunque se ci tiene me lo fa sapere e le trovo gli atti in oggetto. Nicola Branca

  2. Gabriele

    Il settore della distribuzione del gas in ambito locale e quello della distribuzione dell’acqua sono molto vicini, in particolare sul fronte della qualità commerciale del servizio (lato venditore, che nell’acqua coincide con il distributore) e su alcuni indicatori di qualità tecnica. Manca però una specifica competenza sul fronte delle fognature e soprattutto sulla depurazione delle acque reflue urbane, ma Il COVIRI nel tempo ha almeno prodotto interessanti e complete rassegne di indicatori già utilizzati negli ATO più strutturati. E poi l’AEEG possiede già gli strumenti normativi e giuridici per poter esercitare al meglio il suo ruolo di autorità.

  3. comitato acqua bene comune belluno

    L’unica autorità oggi riconoscibile in materia di acqua è quella del popolo sovrano che ha votato contro le privatizzazioni e le oligarchiche liberalizzazioni di chi vuol, come sempre, socializzare costi e privatizzare profitti; sulla gestione dei beni comuni sono necessari nuovi processi partecipativi, inclusivi e decisionali di cittadini attivi e consapevoli che si riprendono in mano il govero di questi servizi di interesse generale e che non accettano di divenire meri clienti “garantiti” da autority poco autorevoli ed indipendenti; indietro dal referendum non si torna.

  4. Andrea

    Non condivido affatto. Al di là dell’acqua pubblica, come potrebbe l’AEEG fare un buon lavoro? E’ noto che ha un atteggiamento pro-industry, che difficilmente vedo conciliabile con l’esito dei referendum. E poi, il costo dell’Agenzia sull’acqua sarebbe stato sostenuto dai gestori, non sarebbe neppure finito in tariffa. Che motivo c’era di sopprimerla in una manovra finanziaria? Col tempo si sarebbe occupata anche di rifiuti, che come l’acqua ha una regolazione locale. Ma ce la vedete l’AEEG a interagine con 100 e passa gestori e oltre 90 ATO? Infine, la Conviri ha fatto tanto per il settore in questi ultimi anni, basta guardare il numero di delibere. Quasi tutte quelle ricorse ai TAR/CdS sono state confermate a favore della Conviri. Perché sarebbe un ente inutile? Già che non era neppure un ente, Professore! A chi conviene davvero che la regolazione si sposti a Milano? Chi sa perché Federutility ne è entusiasta! Sarà che è tutta una manovra per non assumersi la responsabilità politica di reintrodurre la remunerazione sul capitale? Cosa tra l’altro condivisibile, ma andrebbe spiegata ai cittadini, non scaricando la patata bollente su un ente tecnico…

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