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SE ALL’UNIVERSITÀ MANCA PROFUMO DI SELEZIONE

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro Profumo ha nominato Raffaele Liberali, capo di dipartimento per l’università e la ricerca. Il dottor Liberali dirige la Direzione K (Energia) presso la direzione generale per la ricerca e l’innovazione della Commissione europea. Andrà in pensione dalla Commissione prima di assumere il nuovo incarico.
Il nuovo capo del dipartimento avrà responsabilità centrali per l’attuazione della nuova legge universitaria: in particolare da lui dipenderanno i rapporti fra il ministero e l’Anvur. Con quale criterio è stato scelto? Quale è il gruppo di riferimento all’interno del quale il dottor Liberali è emerso come il candidato più adatto?
Ci saremmo aspettati che il governo Monti innovasse anche nelle procedure per la nomina degli alti funzionari dello Stato. La stessa Commissione europea e la Bce sempre più spesso effettuano le loro nomine al termine di una procedura pubblica in cui la posizione aperta è annunciata su mezzi di informazione, ad esempio l’Economist, e dà luogo ad una short list di candidati che vengono intervistati prima della decisone finale. La scelta del nuovo direttore generale del Tesoro offre al governo l’occasione per adottare standard europei in queste nomine.

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IL RATING NELLA REGOLAMENTAZIONE

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TASSARE IL CIBO SPAZZATURA?

  1. Dario Quintavalle

    E’ molto opportuno sollevare questo problema. La costituzione impone il metodo meritocratico del concorso per l’accesso ai pubblici uffici, ma non per le progressioni di carriera. Molti ottimi dirigenti interni, colpevoli solo di non ‘avere santi in paradiso non riescono mai ad avere un’occasione per farsi valere. La legge Brunetta impone il concorso per almeno il 50% dei posti disponibili. Ma in molti enti si affidano incarichi dirigenziali temporanei anche oltre le norme di legge. E’ un malcostume che andrebbe combattuto, visto che è il terreno per scambi inconfessabili. Grazie di averlo sollevato.

  2. Mirko Prezioso

    I concorsi pubblici, anche se onesti, sono il vero male dell’amministrazione pubblica. Il loro primo ed unico effetto è di sollevare chiunque dalla responsabilità di una scelta. Il solo modo per ottenere la meritocrazia è di dare la responsabilita’, in maniera chiara e pubblica ad ogni dirigente delle assunzioni e dei risultati. Solo così la scelta sarà oculata. Il concorso è assurdo in sè: in quale sistema efficiente le assunzioni le decide qualcun altro? Io dico che ogni dirigente scelga sulla base delle sue considerazioni, e se ne assuma oneri e onori.

  3. Renzino l'Europeo

    I termini della questione sono diversi: 1. è la legge italiana che prevede una riserva di posti dirigenziali, entro il 5% dei ruoli per ciascuna delle due fasce, attribuibili a personalità qualificate estranee all’Amministrazione per “chiamata diretta” da parte del Ministro pro-tempore. Liberali è stato chiamato essendosi liberato il posto di Zennaro, che era stato chiamato dalla Gelmini, e che si è spintaneamente convinto a farsi da parte; 2. certo, il Ministro avrebbe potuto anche bandire una selezione concorsuale per tale nomina. E’ quello che Profumo ha fatto per 6 posizioni di funzionario all’interno del proprio Gabinetto (gli “Uffici di Diretta Collaborazione”), anche lì sfruttando la possibilità offerta dalla legge, ma decidendo per un bando pubblico http://www.istruzione.it/web/istruzione/prot1752_12 3. Però ora si rimprovera a Profumo ciò che non si è mai rimproverato a nessun altro, e cioè di sfruttare a proprio piacimento la riserva di legge, forse perché non si gradisce la nomina. Della serie: la legge si applica o si interpreta a seconda degli interessi. Sul merito delle competenze di Liberali, non posso che, personalmente, felicitarmi per la scelta.

  4. Paolo T.

    Ottima idea! a questo punto perchè non prevedere per legge che per gli incarichi apicali della PA e per le vacancy per professore ordinario il bando venga pubblicizzato su riviste internazionali più o meno specialistiche?

  5. antonio gasperi

    A volte questi dibattiti mi ricordano la famosa disputa sull’uovo o la gallina: è meglio prima selezionare o responsabilizzare? E se chi seleziona non è all’altezza? E se la moralità scarseggia? E cosa dice la legge? Ma la legge interpreta la costituzione: e se la costituzione fosse da aggiornare? A me sembra che non se ne venga fuori perchè si è pensato che attraverso la libera concorrenza e la sovranità del consumatore tutto andrebbe per il meglio nel migliore dei mondi possibili… la cattiva notizia è che la professionalità non è un bene qualsiasi, bensì un credence good. Ma la fiducia ormai, questa sì è merce rara.

  6. Gabriele M.

    “Io dico che ogni dirigente scelga sulla base delle sue considerazioni, e se ne assuma oneri e onori.” Lei dice molto male. Perché nessun dirigente italiano, pubblico o privato, paga per i propri errori: paga, al massimo, l’essersi messo contro i poteri che ha intorno. Pensa che qualche dirigente delle Ferrovie pagherà per lo schifo che si è visto in questi giorni, come il treno su cui sono rimasti bloccati per 30 ore in Abruzzo, non a causa del maltempo ma di due treni guasti da ore in una stazione successiva? Beato lei se lo crede: o è molto ingenuo o è molto poco in buona fede! Eliminare i concorsi serve solo ad assumere il personale in modo totalmente arbitrario e ad alimentare le clientele. Se non ci crede, guardi cosa accade nelle aziende pubbliche privatizzate, come le municipali: c’è qualcuno che osa affermare che le assunzioni in ATAC, ACEA e simili avvengano sulla base del merito?

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