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QUEL DOPPIO TURNO CHE MIGLIORA LA VITA *

In tempo di governo dei tecnici, i partiti tornano a discutere di riforma del sistema elettorale, spesso mescolando considerazioni sulla bontà di ciascuna particolare formula con calcoli di convenienza. Un’analisi svolta di recente sui comuni italiani mostra però che il sistema a doppio turno comporta una serie di vantaggi rispetto al turno unico. Ad esempio, favorisce la partecipazione elettorale, la rappresentatività negli organismi elettivi, la qualità della compagine di governo, la qualità delle politiche poste in atto.

Nel nostro paese la discussione sul sistema elettorale si protrae ormai da anni. Sul piano accademico è alimentata soprattutto dagli esperti di scienze della politica; nel più ampio dibattito pubblico opinionisti e partiti politici si contendono la scena. Questi ultimi, ovviamente, mescolando considerazioni sulla bontà di ciascuna particolare formula con calcoli di convenienza, perché si ritiene che certi sistemi elettorali, per date preferenze degli elettori, favoriscano alcune forze politiche a discapito di altre. Per esempio, i partiti “piccoli” tendono a preferire sistemi di tipo proporzionale che aumentano il loro potere negoziale nelle coalizioni mentre vedono di cattivo occhio eventuali formule di sbarramento.

EVIDENZA EMPIRICA CREDIBILE

Sinora la discussione non è approdata a conclusioni condivise, anche per la difficoltà di corroborare con evidenze empiriche la eventuale preferibilità di un meccanismo elettorale rispetto a un altro. Poche le eccezioni: per esempio, Massimo Bordignon e Andrea Monticini hanno segnalato che l’introduzione del cosiddetto Mattarellum non ha avuto effetti apprezzabili nel ridurre il numero dei partiti e rendere più duraturi i governi.
Effettivamente, fornire evidenza empirica credibile non è compito agevole. Affinché un sistema elettorale possa essere ritenuto superiore a un altro bisognerebbe mostrare che due sistemi politici del tutto equivalenti (sono cioè relativi a paesi con stessa popolazione, livello di benessere analogo, ma che hanno anche tradizioni storiche confrontabili, eccetera) e che differiscono solo per le caratteristiche del loro sistema elettorale, producono risultati differenti in termini di un qualche indicatore di performance ritenuto rilevante: ad esempio, la partecipazione democratica, la qualità della classe politica, la qualità delle decisioni politiche. È questa la condizione affinché la diversa performance possa essere credibilmente attribuita alla diversa regola elettorale.

UN CONFRONTO PER I COMUNI ITALIANI

In un nostro recente lavoro abbiamo studiato il caso dei comuni italiani che hanno regole per l’elezione del sindaco che differiscono in base all’ampiezza della popolazione. Per i comuni con meno di 15mila abitanti vige un sistema a turno unico, mentre al di sopra di questa soglia vi è il doppio turno. Il confronto tra comuni appena sotto e appena sopra la soglia dimensionale permette di stimare l’effetto del doppio turno al netto di tutti gli altri fattori che possono influenzare la variabile di performance. (1) Per quest’ultima ci siamo innanzitutto concentrati sulla partecipazione elettorale, caratteristica saliente del buon funzionamento di un sistema di rappresentazione democratica. (2) Abbiamo poi preso in considerazione indicatori ulteriori che fanno riferimento al funzionamento degli organismi elettivi locali e allo sviluppo economico dell’area.

ALCUNI RISULTATI

I risultati ottenuti mostrano che il doppio turno innalza la partecipazione dei cittadini alle elezioni comunali. L’effetto stimato è di circa 1 punto percentuale, a fronte di una partecipazione media del 76,8 per cento. Si tratta di un effetto non devastante, ma non irrilevante. Ad esempio, si consideri che la partecipazione elettorale alle elezioni alla Camera è passata dall’86,3 per cento del 1994 all’80,5 del 2008. Se confrontato con il dato delle politiche, quindi, l’effetto stimato del doppio turno sarebbe pari a circa 1/6 del calo che si è materializzato nell’arco di quindici anni. (3)
Alla crescita della partecipazione si accompagnano ulteriori effetti, anch’essi attribuibili al sistema elettorale. Rispetto al turno unico, il doppio turno favorisce la rappresentatività delle istanze politiche della popolazione negli organismi elettivi: cresce il numero di liste distinte presenti in consiglio comunale. (4) Vi è un effetto positivo sulla scolarizzazione della compagine di governo locale (un anno di istruzione formale in più, su una media di dodici). Il doppio turno stimola una gestione più oculata delle finanze comunali: la quota di spesa corrente assorbita da salari e stipendi (che approssima il peso dell’autoamministrazione e quindi l’importanza delle risorse sottratte ai servizi ai cittadini) è inferiore di oltre un punto percentuale rispetto ai comuni con il turno unico.
Questi fattori si riflettono sui risultati economici complessivi dell’area: i comuni col doppio turno sperimentano una più elevata crescita della popolazione e dei prezzi degli immobili. Nella sostanza, il fatto che il doppio turno favorisca una migliore gestione della cosa pubblica comunale e percorsi di sviluppo più intensi può probabilmente spiegare perché la partecipazione elettorale sia più elevata.
Ulteriori evidenze condurrebbero a ritenere che l’effetto delle regole elettorali locali sulla partecipazione dei cittadini alle votazioni non si esaurisca con le competizioni politiche locali. Piuttosto, tenderebbe a persistere anche in ambiti elettorali differenti. Nei comuni con il doppio turno vi sarebbe infatti una più elevata partecipazione anche alle elezioni parlamentari. Questa evidenza suggerirebbe che opportune riforme di tipo istituzionale possono accrescere in modo duraturo i comportamenti improntati allo spirito civico e all’interesse verso la cosa pubblica.
Chiudiamo con una nota di cautela. La metodologia impiegata ha la caratteristica di produrre risultati molto credibili rispetto al contesto al quale è applicata (i comuni italiani appena sopra e appena sotto i 15mila abitanti). L’estrapolazione a contesti differenti – per esempio, le elezioni per il parlamento nazionale – vanno considerate con maggiore circospezione.

* Le idee e le opinioni sono da attribuire esclusivamente agli autori e non impegnano la responsabilità dell’Istituto di appartenenza.

(1) La metodologia statistica che abbiamo utilizzato è la Regression Discontinuity Design. In verità, per i comuni sopra i 15mila abitanti, la legge prevede anche la possibilità che liste distinte appoggino lo stesso candidato. A rigore, quindi, il nostro esercizio valuta l’effetto congiunto del doppio turno e della possibilità di liste distinte. Diverse ragioni inducono tuttavia a ritenere che quest’ultima caratteristica sia poco influente e che quindi gli effetti stimati siano verosimilmente da ricondurre al solo doppio turno.  
(2) Sul piano economico, a una più elevata partecipazione elettorale sono solitamente associati importanti effetti quali, per esempio, politiche maggiormente redistributive e una più elevata efficienza della pubblica amministrazione.
(3) Anche per effetto della possibilità per liste distinte di appoggiare lo stesso candidato, nei comuni con oltre 15mila abitanti gli elettori fortemente ideologizzati, per i quali “conta” un certo simbolo di partito, potrebbero rispecchiarsi meglio nell’offerta politica ed essere quindi più incentivati ad andare a votare.
(4) Questo risultato si collega pure all’evidenza empirica di Bordignon M., Nannicini T., Tabellini G. (2011), “Moderating Political Extremism: Single Round vs Runoff Elections under Plurality Rule”, manoscritto. Dove si mostra come con il doppio turno cresca, oltre al numero di liste, anche quello dei candidati a sindaco.

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

  1. Degni

    Se si fa appello al buon senso, il doppio turno è il sistema più efficace più corretto. È stato avversato solo per tattiche elettorali, perchè secondo qualcuno tendenzialmente favoriva lo schieramento avversario alla scadenza elettorale successiva. Sto parlando dell’Italia ovviamente. Questa considerazione unità al fatto di come oggi i parlamentari siano attaccati al loro scranno, mi fa sorgere questa domanda: non si può trovare un modo per adottare nuovi sistemi elettorali rivolgendosi direttamente ai cittadini. I politici hanno dimostrato di essere in conflitto di interessi.

  2. Alfonso Fumagalli

    D’accordissimo ! Doppio turno per avere speranze in un Parlamento e Governo funzionante

  3. Henri Schmit

    Il Parlamento è in conflitto di interessi. E quale Parlamento! Proprio quello dei nominati. Ha il potere costituzionale di cambiare la legge elettorale, ma è delegittimato. In Inghilterra, in Nuova Zelanda e in California la questione della legge elettorale è stata sottoposta a referendum, senza che ci fosse un obbligo costituzionale. Servirebbe un’iniziativa di legge ex articolo 71, 2. Con qualche milione di firme a favore di un sistema semplice, maggioritario a doppio turno limiterebbe le possibilità dei politici di fare nuovi danni (cf. un mio articolo su http://www.tafter.it)

  4. Fabri Fibra

    Sembra l’uovo di Colombo: se non si rendono possibili alleanze tra i partiti, il doppio turno può garantire la vittoria del partito che ha i maggiori consensi, quindi un’omogeneità di scelte politiche. Una soluzione del genere può nascere solo come accordo tra i due maggiori partiti, cioè i due soli che possono asppirare alla vittoria: PD e PDL. Ma il PDL non ha accettato il doppio turno quando aveva maggiori possibilità di successo, figuriamoci oggi. Non essendo possibile questa soluzione pensiamo ad altro: per esempio alla separazione tra esecutivo e potere legislativo, sancita dala Costituzione ma negata dall’evidenza dei fatti. Ma questo comporta un sistema presidenziale, e non si farà neanche questo.

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