Sale a dieci il numero dei membri del Consiglio Regionale Lombardo indagati dalla Magistratura per episodi di corruzione. Quasi una squadra di calcio. Non vogliamo entrare nel merito delle singole vicende e delle accuse, sulle quali indagini e processi potranno dare il verdetto finale. Ma guardando allinsieme degli episodi si ottiene indubbiamente un quadro impressionante di come la corruzione oggi si manifesti e quali guasti nella selezione del personale politico comporti. Il rapporto tra pubblici amministratori e imprese si manifesta nelle forme di una coalizione stabile, che coinvolge su molti episodi diversi le stesse persone, nelle quali lo scambio tra favori e finanziamenti si intreccia tra episodio e episodio, passando da una vicenda ad unaltra in un quadro stabile di collaborazione e mutuo interesse. Coalizioni che richiedono professionalità specifiche, i broker della mazzetta, capaci di portare il proprio patrimonio di relazioni e di individuare connessioni tra un episodio e un altro che danno continuità e cementano certe alleanze infedeli. Se questo, alla fine, ricade sulle tasche dei contribuenti, vero costo della politica, attraverso un gonfiamento della spesa pubblica e una bassa qualità delle opere realizzate, è una seconda implicazione che ulteriormente inquieta. Si ha infatti la netta impressione che la capacità di costruire queste relazioni infedeli del pubblico amministratore con il settore privato sia oggi uno dei fattori di successo nelle carriere politiche locali, e un meccanismo di selezione a cui le forze politiche non sanno resistere. Con un impatto importante e trasversale, testimoniato dal numero e dalla provenienza politica della squadra di indagati della Regione Lombardia. E una domanda ad oggi senza risposta: se questa squadra assomigli di più a un gruppetto di amici che si ritrovano tra loro, o sia una attività organizzata con tanto di allenatore.
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Giuliano
Manca solo il capitano della squadra, Formigoni. Ma come è possibile che intorno a lui ci siano tutti questi talentuosi palleggiatori di mazzette, e che lui non abbia neanche toccato palla?
marziano
La lombardia è la regione meglio governata d’italia. i dipendenti sono 3.200 su 11 milioni di abitanti a differenza dell’intero meridione. i fatti ascritti agli imputati o sono ridicoli (10.000 euro? e chi se ne frega, costa più il puro costo del lavoro del magistrato dell’eventuale ammanco) oppure sono fatti personali che non hanno alcuna attinenza con il governo della lombardia o,ancora, entrambe le cose. mani pulite (con il noto metodo inchiesta+sputtamento sui media) ha istruito 5000 processi ottenendo più suicidi per i metodi di carcerazione usati a sproposito che condanne e non ha cambiato nulla. dunque è stata un fallimento. lo si vuole ripetere? i cittadini non credono più ne al corriere della sera ne a repubblica. come la fiaba di pierino, a furia di urlare al lupo (come è stato fatto per anni) non gliene frega più niente a nessuno. del resto finchè lo stato intermedia il 52% del PIL è inutile lamentarsi se la PA che lo intermedia (più ancora che i politici) incorre in episodi di corruzione. insomma quelle inchieste sono un evidente attacco “politico” secondo un gioco vecchio e noto che ha stancato ecco perchè formigoni e la sua giunta restano su. rassegnatevi.
SAVINO
Su questa materia nella nostra storia recente non sono certo mancati i saccenti di “ispirazione garantista”. Per intenderci, i tipi alla Sgarbi, che, dal pulpito Mediaset, hanno sventolato Beccaria dando della “capra” ai loro interlocutori. Ricordo il fango buttato sui magistrati di “Mani Pulite”, che si diceva addirittura violassero “i diritti umani”. I fatti stanno dimostrando che la corruzione è la principale patologia del nostro sistema politico, economico e sociale. Preso atto della necessità di risanamento morale e finanziario che c’è in Italia e del fatto che è andato via il capetto di Arcore, in qualità di personaggio che ha fatto da collante tra le matrici lombrosianamente qualificabili della prima e della seconda Repubblica, credo che sia arrivato il momento di fare un pò di verità e di chiedere scusa a chi da anni combatte la corruzione, da magistrato, da poliziotto, carabiniere o finanziere oppure da semplice cittadino onesto.
Franz F
Ad ogni grumo di interessi istituzionali (regione, comune, ministero etc.) corrisponde un ristretto gruppo di potere che lo controlla e cerchi concentrici di personaggi intorno ad esso che, messi nei posti chiave, trasformano le decisioni del gruppo di potere in atti formalmente validi. In cambio, questi cerchi di conniventi drenano risorse economiche per sè e per chi li ha messi lì (il modello è esposto diffusamente in http://wp.me/p14q22-15). In Regione Lombardia non funziona diversamente che altrove… si vede che qui ci sono magistrati più solerti ad indagare. Dato che il sistema ruota intorno al decisore e nulla avviene senza il suo assenso, indovinate chi manca all’appello…