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L’AUTOGOL DEL CALCIO ITALIANO

Ennesima puntata dal calcioscommesse. Andrea Masiello, ex capitano del Bari, si è autoaccusato di avere venduto la il derby con il Lecce del maggio scorso per circa 300mila euro (da dividere con alcuni compagni di squadra), contribuendo attivamente alla sconfitta della sua squadra con un autogol intenzionale. Una delle domande più ovvie è: perché in Italia? Perché non ci sono partite truccate in Premier League o in Bundesliga?
Una possibile spiegazione viene dalle parole di Masiello, il quale, per giustificare la combine, ha detto che il Bari non pagava più gli stipendi e pertanto i giocatori dovevano arrangiarsi. C’è dunque una connessione tra le partite truccate e lo stato economico disastrato del calcio italiano emerso recentemente da un rapporto di Figc, Arel e Pricewaterhousecoopers. Per quanto si pensi che tutti i calciatori siano super-ricchi, in realtà molti di essi lo sono solo sulla carta, dato che le società pagano spesso in ritardo gli stipendi e non sempre interamente. Non è un caso che i nomi implicati siano quelli di giocatori di secondo piano o vicini alla fine dell’attività agonistica, cioè coloro per cui è più pressante il problema di cosa fare dopo il calcio giocato. Nessuno deve piangere per i problemi dei calciatori, che restano mediamente dei privilegiati, beninteso, ma mettere sullo stesso piano Masiello e Ibrahimovic è solo populismo.
Cosa si può fare allora per evitare altri casi Masiello? In primo luogo sarebbe bene che il controllo sui conti delle società, fatto dalla Covisoc, fosse più rigoroso in modo tale da evitare che i calciatori rimangano senza stipendi per mesi. Saranno anche pagati troppo, ma se c’è un contratto esso va rispettato per tutti, anche per i calciatori. Bisognerebbe inoltre riflettere sulla possibilità di ridurre il numero di squadre ammesse alla serie A e alla serie B. Alcune di esse sono palesemente inadeguate dal punto di vista finanziario alla sfida. Il Bari lo scorso anno era di fatto retrocesso dopo poche giornate, come il Cesena quest’anno. Anche senza che le partite siano vendute, il campionato risulta ugualmente falsato. In terzo luogo, dobbiamo penalizzare severamente i protagonisti delle combine. Platini, presidente dell’Uefa, propone una radiazione a vita, che impedisca ai corrotti anche di diventare allenatori o dirigenti. Bene. Ma bisogna ricordare che truccare una partita di calcio non è quasi mai un’attività individuale. Ci vuole che ci sia l’accordo di un gruppo di giocatori per essere certi di indirizzare il risultato. Questo implica che nella squadra interessata da una combine ci siano delle voci che girano (il portiere del Bari Gillet aveva forti sospetti sull’autogol di Masiello, come si vede dal filmato diffusissimo ormai sulla rete). La vera domanda è allora: possibile che le società coinvolte non sapessero nulla? Nessun dirigente parlava con la squadra? Nessuno aveva dei sospetti sui calciatori implicati? Se così fosse le società sarebbero responsabili quanto meno di mancato controllo dei loro tesserati. Sta a loro fare in modo che le squadre vadano in campo per cercare di ottenere, nei limiti delle loro possibilità, il miglior risultato sportivo. In altre parole, occorre riflettere sulla possibilità di sanzionare le società per le loro omissioni nella sorveglianza dei calciatori. Certo, è una strada non priva di controindicazioni perché non è mai semplice accettare il principio del “non poteva non sapere” come base per una sanzione, ma non è nemmeno tollerabile che gli spettatori, dopo un autogol, debbano chiedersi se c’è dietro una combine.

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LA RISPOSTA AI COMMENTI

  1. Pietro Alessandrini

    Mi pare che oramai il calcio sia alla deriva completa e forse è meglio che affondi del tutto per tentare di risanarsi.Non si può dimenticare quello che è stato consentito anno or sono alla Lazio (anzichè farla fallire come è avvenuto per molte altre società) è stata salvata, con pesanti ingerenze della politica, mediante rateizzazione del debito da mancati versamenti erariali per una cifra di molti milioni di euro. E poi come non ripensare alle partite dai risultati “strani” di ogni fine campionato in Italia quando si ribaltano i presunti valori del campo in modo ripetuto. Ma per gli addetti ai lavoro (i giornalisti sportivi) si tratta di “demotivazione” di “stanchezza” di squadre che non hanno più niente da chiedere al campionato. Vogliamo poi parlare di procuratori, di scuderie di appartenenza, di giri di allenatori (spesso un turn-over degli stessi) meglio di no ma forse non domandiamoci più perchè sempre meno appassionati vanno allo stadio.

  2. Calciofilo

    Nella liga spagnola negli ultimi anni ci sono stati diversi casi di societá in grosse difficoltá economiche e non in grado di pagare gli stipendi dei calciatori (il levante nel 2007, solo per fare un esempio recente e noto amche a noi italiani per il coinvolgimento dell’allenatore de biasi) Poi magari si truccano le partite anche lí e non lo so….

  3. vincenzo del giudice

    L’Italia e il calcio italiano hanno la memoria corta. In questo Paese gli scandali che riguardano l’industria del pallone sono ciclici come le stagioni. Pensato agli arresti di qualche decennio fa: grandi calciatori coinvolti, addirittura qualche nazionale. Poi, La Juve in B, Moggi e Giraudo radiati. Ecco, mi chiedo: ma se questo avviene ai massimi livelli, dalla serie B in giù cosa succede? Chi controlla? Quante squadre, specie al sud, sono nelle mani di ‘ndrine e camorra?

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