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IL PRIVATO è POLITICO

E’ un vecchio slogan degli anni Settanta. Segnò l’irrompere della politica in territori fino ad allora esclusi, dalla sessualità ai rapporti di coppia all’impegno come progetto complessivo di vita. Deve essere tornato in mente a Francesco Belsito, un uomo alla cui vista proviamo un naturale moto di stima per Cesare Lombroso. Belsito, amministratore della Lega Nord, Sottosegretario alla Semplificazione, Consigliere di Amministrazione di Fincantieri, una delle maggiori imprese italiane a proprietà pubblica, un curriculum costellato di incidenti, dal diploma conseguito (forse) a Fratta Maggiore con firme dubbie del preside alle due Lauree estere da istituzioni non riconosciute, una scalata politica degna di un oro olimpico, da autista di Biondi agli albori di Forza Italia alle attuali e ben remunerate responsabilità pubbliche, una disinvoltura nei rapporti che lo vede in pericolose prossimità con personaggi della ‘ndrangheta, una naturale attrazione per gli investimenti in luoghi esotici e discreti, dalla Tanzania a Cipro. Il privato è politico, dicevamo, deve essere tornato a mente dell’ottimo Belsito quando ha pagato la fattura per il rinnovo del tinello di casa Bossi con i soldi del rimborso delle spese elettorali. Non destasse orrore, si potrebbe dire: un uomo del nostro tempo.

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DISOCCUPAZIONE E CIG

  1. rosa

    Più che dire che è “un uomo del nostro tempo” voglio affermare che “non deve essere un uomo del nostro tempo”.

  2. marziano

    Tutto ciò mi sembra francamente irrilevante rispetto alla pressione fiscale italiana, al fatto che la PA intermedi il 52% del PIL e che dunque si viva per grazia dello Stato che considera sudditi i contribuenti e i cui dipendenti in proporzione alla popolazione attiva sono un numero assurdo e che non paga i propri debiti ma riscuote i propri crediti secondo regole ad personam (il processo tributario). Questo, sì, mi suscita indignazione. tutte le inchieste sui Belsito d’italia non spostano una virgola di quanto sopra né miglioreranoìno la mia situazione. E dunque?

  3. ANTONIO

    Vorrei conoscere chi è il genio che nominato questo signore vice presidente della fincanieri, capisco perchè questa azienda si trova in questa situazione disastrosa

  4. Fabrizio Iotti

    Mi permetta signor Marziano: non la sfiora il dubbio che tutti i (verissimi) problemi che ha elencato siano proprio frutto della presenza oramai prolungata dei vari Belsito nei principali gangli della PA, dei Governi, delle mejo società (finmeccanica!) d’Italia? Abbia fiducia, meno Belsiti saranno liberi di occupare spazio ai vertici della nostra sfortunata Italia, più problemi del suo elenco si risolveranno.

  5. marziano

    Egregio signore non trova che tanti si siano alternati al governo e nei posti di potere dopo innumerevoli spoil system e nulla sia mai cambiato? si è mai chiesto perché o è talmente ingenuo da credere sia davvero colpa dei “belsito” della situazione? io penso che sia l’ennesimo specchietto mediatico per allodole. mi creda, da lontano le cose della terra di vedono con più chiarezza.

  6. franco benincà

    Il problema non è solo la persona a cui affidare la gestione dei fiumi di denaro che sono convogliati ai partiti attraverso i rimborsi elettorali. La questione risiede nelle regole e nella governance dei partiti stessi: i sistemi di controllo non possono essere affidati all’iniziativa penale ma ad organi esterni ed indipendenti da fondatori, dirigenti e loro famigli delle organizzazioni politiche. E’ chiaro che un tesoriere di fronte ad un “indirizzo gestionale” o ordine di prelevamento firmato da dirigenti politici o fondatori non puoò esimersi, pena la sua decadenza. L’irregolarità o la violazione di legge o dei principi di gestione del denaro pubblico non puo’ essere fondata su autoregolamentazioni, probiviri o collegi sindacali a sua volta sotto vincoli di potere dei partiti stessi e dei loro potenti governanti.

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