Le frodi alle assicurazioni sugli incidenti automobilistici sembrano essere una costante in Italia. Ora però si assiste alla messa in atto di vere e proprie frodi criminali. Sono un danno per tutto il sistema economico. Il processo di liquidazione dei sinistri e tabelle standard dei risarcimenti.
IL SALTO DI QUALITÀ NELLE FRODI
A Cosenza, polizia e magistratura indagano su un presunto infanticidio compiuto per ottenere un risarcimento da un incidente automobilistico. Il caso ci pone di fronte a qualcosa di molto diverso rispetto a ciò che siamo abituati a definire come “frode assicurativa”.
Il tema delle frodi assicurative è già stato affrontato su lavoce.info (): secondo le compagnie d’assicurazione, infatti, l’aumento dei premi della Rc-auto in Italia sarebbe collegato agli anomali rimborsi dovuti agli automobilisti italiani, che presenterebbero una percentuale di incidenti particolarmente elevata e un’incidenza di lesioni lievi al di sopra della media europea.
Tuttavia, occorre ora interrogarsi su casi, quali quello di Cosenza, nei quali sempre più di frequente vengono organizzate delle maxi-truffe ai danni delle assicurazioni.
Normalmente, le frodi vengono considerate dagli economisti all’interno della categoria dell’azzardo morale, traduzione letterale (e non molto felice) di moral hazard, che comprende quei comportamenti opportunistici che non rispettano le regole di condotta previste, oltre che dal contratto assicurativo, anche da valori etici condivisi. Ora, però, si registra un cambiamento perché nel caso di Cosenza non si ha una semplice simulazione dell’accadimento o un gonfiamento nelle richieste di rimborso, ma un vero e proprio crimine di ampia portata. Rispetto all’azzardo morale, ci si trova di fronte a una nuova categoria, una sorta di “azzardo criminale”, che costituisce anch’essa una causa di fallimento del mercato e che, come tale, occorre correggere al fine di evitarne gli effetti sul (mal)funzionamento del mercato.
UN SETTORE “VULNERABILE”
Prima di tutto, un comportamento fraudolento “criminale” comporta una ricaduta inevitabile sui già alti livelli dei premi che gli italiani devono pagare per la copertura Rc-auto, obbligatoria per tutti i veicoli. Ma ciò che preoccupa maggiormente è che assistiamo a un attacco di natura criminale a uno dei più importanti settori dell’economia nazionale, quello delle assicurazioni.
A questo proposito, occorre considerare la particolare vulnerabilità del settore, che deriva dal fatto che quello assicurativo è un contratto aleatorio la cui prestazione è legata al rischio ed è caratterizzato dalla cosiddetta “inversione del ciclo produttivo”. Ecco allora che, contro il pagamento periodico del premio, il contratto vincola la compagnia al risarcimento, che è dovuto per il verificarsi di un evento sulla cui probabilità possono agire simulazioni e interventi esterni.
A queste caratteristiche contrattuali che stanno alla base dell’azzardo criminale si aggiunge anche la presenza di numerosi chiaroscuri che caratterizzano la realtà italiana, sotto il profilo della concorrenzialità e della regolamentazione, che costituiscono terreno favorevole per i fenomeni criminali.
Si auspica allora che proprio in questa direzione si muova il Governo, adottando provvedimenti per combattere le maxi frodi: alcuni sono già stati proposti, ma non hanno ancora avuto applicazione concreta.
Un primo tipo di intervento riguarda il processo di liquidazione dei sinistri poiché le frodi trovano attuazione grazie a false dichiarazioni di incidenti e a falsi certificati, con la complicità di testimoni, professionisti, medici e alle volte anche dei liquidatori stessi.
Risulta quindi necessario che, fin dalla fase liquidativa, ci sia un sistema di rilevazione delle frodi a livello nazionale per poter censire il fenomeno e scoprire eventuali collegamenti tra i diversi casi. Le compagnie assicurative presentano, però, un sistema di liquidazione dei sinistri che non consente una rilevazione dettagliata e a ciò si aggiunge il fatto che la scarsa concorrenzialità del mercato non le incentiva a combattere in house le frodi.
Un primo passo dovrebbe essere l’effettiva imposizione di un obbligo a carico delle compagnie a fornire dati al sistema centralizzato Aia (Archivio integrato antifrode) istituito presso l’Ivass.
In secondo luogo, l’Associazione delle imprese assicuratrici italiane (Ania) evidenzia il problema derivante dagli elevati risarcimenti per la discrezionalità nella quantificazione dei danni da incidente da parte delle corti italiane. Sebbene nel 2013 sia stata approvata una tabella che uniforma il risarcimento dei danni biologici di lieve entità, rimane ancora da definire un sistema che faccia altrettanto per i danni biologici di maggiore entità. Un primo passo dovrebbe essere l’approvazione della tabella standard dei risarcimenti dei tribunali, che è da tempo al vaglio del Parlamento italiano.
In terzo luogo, le maxi frodi beneficiano dell’inefficienza della giustizia italiana. Attualmente è in vigore l’articolo 642 del codice penale che disciplina il “fraudolento danneggiamento dei beni assicurati”, che prevede una pena fino a 5 anni dopo l’inasprimento determinato dalla legge di conversione del decreto liberalizzazioni n. 27 del 24 marzo. È dunque auspicabile un’accelerazione nella riforma della giustizia penale per avere una maggiore efficacia della repressione che avrebbe effetti anche in termini di deterrenza.
Va infine sottolineato che combattere i comportamenti di azzardo criminale non è rilevante solo per il ramo Rc-auto, ma va nella direzione di garantire il buon funzionamento del mercato assicurativo in generale. È importante e urgente intervenire per il ruolo fondamentale che sono chiamate a svolgere le compagnie assicuratrici nel nostro sistema economico, specie in relazione all’offerta di prodotti nel ramo della previdenza complementare e delle polizze a copertura dei danni derivanti dai disastri naturali.
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Mauro
Visto che i maggior costi determinati dalle frodi sono comunque ripartiti sul costo delle polizze pagate dagli utenti; non vedo una seria stimolazione al contrasto delle frodi stesse da parte delle Assicurazioni.
rosario nicoletti
Sono lieto di leggere un articolo che punta il dito anche sulla inefficienza (per non dire di peggio) delle Compagnie. La stessa legge, che lascia completa discrezionalità alle Assicuratrici nella gestione dei sinistri, è un incoraggiamento a comportamenti disinvolti, caricando il costo ai clienti.