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Entrate: lo stato non punta più sul gioco d’azzardo

La legge di stabilità alza il prelievo fiscale sulle slot machine. E scende il numero delle licenze che verranno rinnovate. Intanto, molte regioni approvano norme per ostacolare l’apertura di sale gioco e corner. Le somme giocate rimarranno le stesse anche nei prossimi anni come prevede il governo?
Più tasse sulle slot machine
Tra le poche tasse che il governo Renzi prevede di aumentare nella legge di stabilità 2016 ci sono quelle sulle slot machine. Nello stesso tempo, il governo prevede entrate una tantum per il 2016 in relazione al rinnovo e alla messa in vendita di licenze per sale scommesse, corner, bingo e altro. Ma per la prima volta si registra una riduzione dell’offerta di gioco.
Le slot machine si suddividono in newslot, quelle dei bar, e videolotteries, localizzate esclusivamente nei “mini-casinò”. Le entrate per lo Stato derivano principalmente dal “prelievo unico erariale”, che si applica sulle somme giocate (indipendentemente dalla vincita), e la cui aliquota oggi è pari al 13 per cento per le prime e al 5 per cento per le seconde. La ragione della differente aliquota sta nel margine operativo delle due forme di gioco. Le newslot sono tarate per far perdere ai clienti mediamente non più del 25 per cento delle somme giocate. Le videolotteries non più del 12,5 per cento, ma in pratica si tratta dell’11-12 per cento.tabellaesposito
Fonte: Servizio del bilancio del Senato
Nella legge di stabilità 2016, il governo prevede un aumento permanente del prelievo unico erariale al 15 per cento per le newslot e al 5,5 per cento per le videolotteries. L’aumento non si trasla sui consumatori, perché le percentuali di perdita media sul giocato sono determinate per legge. La “domanda” non sarà pertanto influenzata da un effetto prezzo. Ma ipotizzare, come fa il governo, che le somme giocate nel 2014 (25,4 miliardi di euro alle newslot e 21,4 miliardi alle videolotteries) rimangano invariate negli anni a venire contrasta con l’evoluzione del contesto di mercato che molte legislazioni regionali di recente approvazione impongono.
Ad esempio, la regione Lombardia ha stabilito un vincolo di distanza minima dai luoghi sensibili (come scuole od oratori) che vale sia per le nuove licenze sia per il rinnovo di quelle esistenti. Con lo scadere delle licenze, quindi, il gioco d’azzardo sarà espulso dai centri urbani della Lombardia e confinato in zone molto periferiche o di campagna. La Lombardia, con circa 14 miliardi di euro giocati (di cui 10 miliardi in newslot e videolotteries), pesa circa il 20 per cento sul totale nazionale e contribuisce per circa 1,4 miliardi di euro al gettito di circa 8 miliardi che il complesso dei giochi determina. Non è semplice effettuare una valutazione sull’impatto negativo che il confinamento del gioco d’azzardo in luoghi lontani dalla quotidianità potrà avere. Forse non si tornerà più alla situazione precedente la liberalizzazione avvenuta nel 2003, ma è evidente che se altre regioni seguiranno l’esempio della Lombardia e il governo centrale non dovesse imporre una norma che azzera la competenza locale in materia, la struttura del mercato è destinata a cambiare radicalmente nel giro di pochissimi anni.
Misure una tantum
Tra le misure una tantum previste dalla legge di stabilità in questo campo, la parte del leone è costituita dal bando “scommesse”. C’è stata un po’ di confusione in proposito, perché forse non è noto che tutte le concessioni per le scommesse vengono a scadenza nel 2016. Oggi sono in esercizio 6.500 sale scommesse e 10.500 corner (circa 4mila tabaccherie e 6.500 bar) per un totale di 17mila “diritti” alla raccolta di scommesse. Nel bando di gara il numero di diritti è stato ridotto a 15mila, di cui 10mila per le sale e 5mila per bar e tabaccherie (ma con un massimo di mille per i bar). Quindi, le licenze totali sono 2mila in meno, mentre i corner, che sono i più invasivi, vengono più che dimezzati.
Sembra quindi ormai passato il tempo in cui lo Stato si rivolgeva al gioco d’azzardo in termini “positivi”, per risolvere un problema. L’ultima volta è stato con il terremoto dell’Aquila, quando l’esecutivo di allora aumentò significativamente l’offerta di gioco per finanziare la ricostruzione. Il 2009 è anche l’anno in cui le entrate erariali prodotte dall’azzardo legalizzato raggiungono il massimo, arrivando quasi a toccare i 9 miliardi di euro.
Dopo quasi venti anni di liberalizzazione selvaggia, la volontà politica di ridurre il “gambling footprint” sul territorio italiano appare piuttosto evidente. Le proiezioni future non ne tengono però ancora conto.

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Lo strano caso dei funzionari-dirigenti

  1. La presente per aggiornarla sulla nuova Legge di Stabilità in discussione ora al Senato, di cui all’art.48 e a cui la Nota dei Tecnici del Senato a n.111 ha già evidenziato alcuni aspetti preoccupanti. http://www.jamma.it/politica/stabilita-2016-i-dubbi-dei-tecnici-del-senato-con-aumento-preu-su-slot-e-vlt-molte-aziende-potrebbero-decidere-di-chiudere-71540
    Viene imposta una nuova e doppia tassazione sempre sui medesimi apparecchi di gioco riferiti al comma 6 del 110 TULPS come la precedente Legge di Stabilità art.1 comma 649 L.190 23 dicembre 2014.
    Di seguito , quindi , analisi più approfondita dalla materia tratta all’oggetto:
    dopo una drastica riduzione del corrispettivo contrattuale (vale a dire compensi e aggi) per i concessionari,scaricati dai primi sui gestori e gli esercenti, tramite l’imposizione di un versamento allo Stato (ulteriore rispetto a quanto già corrisposto a titolo di imposte e altri oneri dovuti) di ben 500 milioni, annui, da ripartire “in quota proporzionale al numero di apparecchi ad essi riferibili alla data del 31 dicembre 2014”; per l’anno 2015 e 2016 e successivi come da DEF del Ministero delle Finanze.“Dagli interventi nel settore dei giochi, negli anni 2015-2019 sono attese maggiori entrate per circa 8 miliardi.”
    La “Legge di Stabilità art.1 comma 649 L.190 23 dicembre 2014”si porrebbe, pertanto, in contrasto con l’art. 3 della Costituzione, “per aver colpito in maniera eguale situazioni differenziate”e l’art. 53 della Costituzione, per avere “inciso su saldi contabili astratti che non possono essere considerati espressione di capacità contributiva”, in violazione del principio di progressività.
    Si assume, altresì, che è violato il principio di eguaglianza che avrebbe consentito al legislatore di emanare norme differenziate riguardo a situazioni obiettivamente diverse, sicchè il presupposto dell’imposta sarebbe stato scelto in modo irrazionale ed arbitrario, in base soltanto al numero di apparecchi censiti e collegati alla rete telematica al 31 12 2014 (che abbia lavorato 1 giorno, 1 mese o 1 anno e sotto ricorso TAR LAZIO) .
    Nella nota inviata da AAMS ora ADM al MEF prendeva in esame l’abrogazione del comma 649 art.1 L.190, senza che ciò sia avvenuto, il Governo ha presentato in Parlamento l’approvazione (legge di stabilità 2016) l’art.48 ( giochi) commi 1 e 2, più proporzionato seppur esagerato.
    Per i gestori e gli esercenti di AWP addirittura vista l’applicazione della doppia imposizione avranno un riduzione di quasi il 30% dei propri ricavi come da tabella sotto illustrata, molto meno i concessionari gestori dei terminali VLT e degli altri attori della filiera di quel prodotto che variano dall’8% all’11% .Ora le AWP pagano un PREU del 13% + (0,8% di cui 0,3% per AAMS e 0.5% di deposito cauzionale per i concessionari da restituire) equivaleva al 55,2% di tassazione ( del 26% rimanente tolte le vincite del 74%). Dal 1 gennaio 2016 con l’aumento del Preu al 15% quindi doppia imposizione sullo stesso soggeto produttore di redditto ovvero gli apparecchi AWP e i terminali VLT, equivarrebbe al 63,20% ( del 26% rimanente tolte le vincite del 74%) più occorrerebbe colcolare e accolare i 1.207 euro ad apparecchio o ternimale censito al 31/12/14.La doppia imposizione interna è vietata e tale fenomeno si sta verificando nel settore deli apparecchi da gioco comma 6 del 110 TULPS. Si verifica infatti che due imposte aventi carattere simile e di cui l’una sia surrogatoria dell’altra (c.d. doppia imposizione economica). Nel nostro ordinamento l’art. 27 Tuir, ripetendo quanto già sostenuto nell’art. 67 del d.p.r. 600/1973, dispone che la stessa imposta non può essere applicata più volte in dipendenza dello stesso presupposto, neppure nei confronti di soggetti diversi. Tale divieto è probabilmente suscettibile di un duplice funzione essendo volto, da un lato a vietare che l’Amministrazione finanziaria emani due o più atti di imposizione, in relazione ad un unico presupposto e dall’altro, quale norma di principio, al fine di impedire fenomeni di doppia imposizione economica incidendo così sulla disciplina sostanziale del presuppo sto del tributo. Questa sembra essere un ritorsione contro 5 mila aziende di gestione e produzione ormai in crisi causa la grande incertezza dovuta alle varie Leggi Regionali, alla Stabilità dello scorso anno e a quella di quest’anno.
    La filiera del gioco legale rischia di vedere vanificato il lavoro fatto negli ultimi dieci anni. Rischia il ritorno al caos diffuso e magari ignorato proprio perché illegale, di talché nessuno che ha un ruolo pubblico o politico possa essere criticato”.

  2. Secondo me chiudono dei luoghi fisici perchè le persone giocano d’azzardo online, per cui questa manovra è finalizzata solo alla razionalizzazione della filiera e non esiste un particolare interesse a tutela del giocatori.

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