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Prospetto informativo su misura per le Pmi

In Italia si studia una soluzione al problema della trasparenza dell’informazione sulle emissioni di titoli. Intanto Bruxelles incentiva di fatto l’accesso al mercato dei capitali delle piccole e medie imprese europee. L’Action Plan e una disciplina più flessibile dei prospetti informativi.

L’Europa dei capitali e i prospetti semplificati

Anche l’Associazione bancaria italiana ha aderito alla proposta avanzata dal direttore del Sole-24Ore di un prospetto informativo semplificato e maggiormente comprensibile per gli investitori, ricalcato sul Key Investor Information Document europeo (il documento composto da due-tre pagine e cinque sezioni che ha sostituito il prospetto informativo in materia di fondi di investimento, obbligatorio da luglio 2011 in Europa e dall’anno successivo in Italia). In sostanza, in collaborazione con le autorità di vigilanza, si studia una scheda sintetica particolarmente semplice e trasparente per fornire una informazione essenziale sulle caratteristiche principali e i rischi dell’investimento, in modo da favorire scelte ponderate e consapevoli. In realtà, quella della semplificazione del prospetto è una strada utile non solo per gli investitori, ma anche per gli emittenti. Alla fine dello scorso anno il commissario Jonathan Hill ha presentato le proposte legislative per favorire la raccolta di denaro da parte di piccole e medie imprese mediante il collocamento di azioni e obbligazioni sul mercato: si tratta della revisione della cosiddetta “direttiva prospetto”, di cui si occupa il capitolo II dell’Action Plan presentato dalla Commissione europea il 30 settembre e che rientra tra le azioni urgenti e prioritarie per creare tra i 28 Stati membri dell’Unione Europea un mercato unico dei capitali. La proposta si rivolge a tre importanti gruppi di emittenti: quelli i cui titoli sono già quotati in un mercato regolamentato o in un sistema multilaterale di negoziazione, le piccole e medie imprese e gli emittenti di obbligazioni. Almeno sulla carta, le misure dovrebbero conseguire l’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese e sollecitare la platea di investitori a scommettere su realtà imprenditoriali medio-piccole.

Il prospetto informativo per le Pmi

La rivisitazione della disciplina sul prospetto vuole semplificare, economicamente e materialmente, il procedimento di raccolta del denaro attraverso una revisione dell’apparato documentale necessario all’operazione: le proposte riguardano in particolare: i) un regime di informativa semplificata per le emissioni secondarie, ii) un regime di informativa specifico per le Pmi, iii) la creazione a beneficio degli investitori di una nuova nota di sintesi, iv) la creazione dell’Rdu, un documento di registrazione universale per gli emittenti frequenti. Nello specifico, in taluni casi non sarà più obbligatorio presentare il prospetto informativo: la soglia massima che sancisce l’esenzione passa da 100mila a 500mila euro. La scelta si basa sul riconoscimento della sproporzione dei costi di produzione di un prospetto rispetto ai proventi attesi nel caso di un’offerta al pubblico di titoli per un corrispettivo inferiore, come d’altronde già avviene per le piattaforme di crowdfunding. In altri casi, il procedimento informativo sarà più snello: ad esempio le società quotate potranno usufruire di un regime più leggero per le emissioni secondarie, ossia quelle riguardanti strumenti del medesimo tipo di altri già in circolazione (e che rappresentano circa il 70 per cento del totale dei prospetti approvati annualmente); va in questa direzione anche la possibilità per gli emittenti abituali di beneficiare dell’approvazione accelerata a condizione di aver precedentemente depositato un documento “universale” annuale, contenente tutte le informazioni rilevanti. Per stimolare la quotazione di Pmi, è stato inoltre proposto un metodo facoltativo di elaborazione del prospetto, rappresentato da un documento costituito da domande e risposte di facile comprensione, che potrà essere redatto dagli emittenti stessi. Coerentemente con le iniziative intraprese, si è deciso di raddoppiare la soglia di capitalizzazione utile alla definizione di piccola e media impresa (ora fissata a 200 milioni di euro), per allargare la platea di beneficiari che potranno contare su minori ostacoli al reperimento delle risorse, usufruendo di un prospetto meno costoso e tagliato su misura in base al momento in cui offrono titoli al pubblico, concentrandosi sulle informazioni che sono rilevanti e pertinenti per le società di queste dimensioni. In sostanza, nella prospettiva comunitaria, la revisione del documento informativo, a tutela dei sottoscrittori e della più facile comprensibilità dei rischio, è anche uno strumento per favorire la maturazione del mercato dei capitali e il primo passo per fornire alle Pmi la possibilità di ampliare la raccolta di risorse esterne e quindi di “liberarsi” dal legame troppo stretto con il finanziamento bancario.

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  1. bellavita

    E’ il caso di ragionare sulla produttività delle authorities, che han sistemto con stipendi da Bankitalia un bel po’ di figli di alti burocrati per diffonderne le pratiche. Il massimo è stato raggiunto dalla privacy, che non impedisce che le nostre mail vadano in mano a cani e porci e in compenso costringe a abbattere un albero per produrre la carte che nessuno legge quando si cambia utenza

  2. Lukas Plattner

    In Italia la soglia sotto la quale non è necessaria la pubblicazione di un prospetto è già oggi di Euro 5.000.000, quindi l’innalzamento della soglia a 500.000 Euro non dovrebbe avere rilevanza.

    Resta la necessità di una riforma organica dell’Autorità di Vigilanza dopo oltre 40 anni dalla sua costituzione.

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