Una norma sulle crisi di impresa, varata dal Governo, consente all’imprenditore di elaborare, sotto la vigilanza del tribunale, soluzioni per tutelare l’interesse dei creditori e mantenere i valori aziendali. Razionalizza accordi stragiudiziali e piani di risanamento.
LEGGE FALLIMENTARE
Per promuovere l’emersione anticipata dalla crisi e il mantenimento della continuità aziendale, si è introdotta la facoltà di accedere immediatamente alle protezioni previste dalla legge fallimentare (senza la necessità di produrre contestualmente tutta la documentazione finora richiesta), potendo così ottenere fin da subito finanziamenti urgenti in regime di pre-deduzione e di esenzione dai reati penali di bancarotta e di concessione illecita del credito. Si è poi razionalizzata la disciplina degli accordi stragiudiziali e dei piani di risanamento, rafforzandone la qualità e limitandone possibili abusi.
La normativa consente all’imprenditore di elaborare, sotto la vigilanza del tribunale, soluzioni che tutelino l’interesse dei creditori e mantengano i valori aziendali. Si tratta di funzioni che leggi di altri paesi (Francia, Regno Unito, Germania) consentono già da anni, e che appaiono essenziali nel momento attuale di crisi economica, nella quale i posti di lavoro perduti vengono ricreati con difficoltà e lo spazio lasciato libero da un’impresa italiana viene spesso occupato da imprese estere, con complessivo impoverimento del paese.
Autovalutazione del Governo in materia fallimentare
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E' Professore Ordinario di Diritto commerciale nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze. Ha ottenuto il Master in Laws alla Columbia University School of Law, New York. E’ stato Academic Visitor nella Faculty of Law della University of Cambridge e nella Faculty of Law della University of Oxford, presso le quali ha tenuto seminari, e Visiting Scholar nella University of California at Berkeley, School of Law e nella Columbia University, New York. È membro dell'Associazione Disiano Preite per lo studio del diritto dell'impresa. Ha operato come consulente nella stesura della normativa speciale per il caso Parmalat e nella riforma della legge fallimentare. Nel 2007 ha pubblicato "Le crisi d’impresa fra diritto ed economia”, il Mulino.
Francesco Vella insegna Diritto Commerciale e Diritto Bancario all’Università di Bologna. Nella sua attività di ricerca ha prodotto quattro manuali (tutti editi dal Mulino), quattro monografie e numerose pubblicazioni in volumi collettanei e riviste in materia bancaria, finanziaria e societaria. Ha ricoperto e ricopre incarichi in organismi di controllo e di amministrazione, come amministratore indipendente, in società quotate. E’ tra i soci fondatori dell’Associazione Disiano Preite. È membro della redazione della voce.info.
Piero
La legge sul concordato di ispirazione americana, in Italia non è’ applicabile, perché nessun creditore e’ disponibile a concedere credito in tale situazione, la legge non ha dato e non darà gli effetti sperati, sarà semplicemente un modo per frenare i creditori ed allungare la riscossione del credito ma mai vi sarà la salvaguardia dell’azienda.
Se Monti voleva fare qualcosa i buono doveva dare la garanzia statale alle imprese meritevoli di salvaguardia per i finanziamenti concessi dalle banche durante il concordato, infine dei conti ha dato la garanzia statale alle banche per il collaterale dato ala Bce per il prestito all’1% che la Bce ha concesso alle banche (1000 miliardi in Europa).