Per le forniture di energia molte famiglie italiane restano sotto il regime di maggior tutela. Se scelgono il libero mercato, a volte sbagliano contratto e finiscono per pagare di più. Sarebbero utili offerte su misura per alcune categorie di consumatori.
Una tendenza comune a molti paesi
L’Autorità dell’energia (Aeegsi) ha pubblicato l’aggiornamento dei risultati sull’attività di monitoraggio dei mercati al dettaglio dell’energia elettrica e del gas nel 2014-15. I dati confermano in gran parte la situazione fotografata nel precedente documento per il biennio 2012-13. Le piccole imprese e attività commerciali evidenziano una apprezzabile capacità di valutazione delle offerte disponibili, una partecipazione del 45 per cento (contro il 36 per cento precedente) al mercato libero, che a sua volta vede un basso grado di concentrazione.
Per l’utenza domestica – un mercato vicino ai 30 milioni di utenti – il quadro è invece ancora molto statico, tanto che alcuni commentatori, con una notevole dose di superficialità, sono arrivati a parlare di fallimento della libera concorrenza. Il 68 per cento delle famiglie rimane ancora sotto il regime di maggior tutela, la tariffa fissata dall’Autorità; quando passa al mercato libero, nella gran parte dei casi lo fa sottoscrivendo una tariffa offerta dall’esercente del servizio di maggior tutela, suo precedente fornitore. Il mercato rimane fortemente concentrato a favore dell’operatore dominante, Enel. Confermando un dato già emerso nel precedente monitoraggio, la spesa sostenuta dalle famiglie sul mercato libero appare poi superiore rispetto a quella, a parità di condizioni, in maggior tutela.
I dati rilevano una tendenza alla scarsa partecipazione al mercato retail dell’energia da parte delle famiglie, che si ritrova in tutti i paesi europei. Nel mercato inglese, che ha fatto da apripista alle politiche di liberalizzazione dell’energia, la Competition and Market Authority (Cma) ha realizzato di recente uno studio approfondito che segnala i significativi vantaggi disponibili per chi decidesse di passare al mercato libero e che tuttavia non vengono colti. Tra gli elementi di preoccupazione individuati dallo studio inglese, tassi di switching bassi, tendenza alla crescita dei prezzi, tariffe poco trasparenti e discriminazione di prezzo tra aree differenti.
La situazione in Italia
In una ricerca in corso abbiamo applicato la metodologia della Cma al mercato elettrico italiano studiando le migliori e peggiori offerte disponibili sul mercato libero per diverse tipologie di consumatori domestici, sulla base dei risultati ottenibili sul sito di comparazione dei prezzi “Trova Offerte” gestito dall’Aeegsi, che include oltre il 90 per cento delle offerte disponibili. Riportiamo nelle due figure i guadagni e le perdite massimi percentuali rispetto a un contratto di maggior tutela per un utente domestico con potenza installata di 3 chilowatt, per diverse classi di consumo medio annuo e per una ripartizione del consumo nelle ore serali/notturne dell’85 per cento (blu), 70 per cento (rosso) e 50 per cento (verde).
Figura 1
Dai due grafici appaiono evidenti i significativi guadagni ottenibili sul mercato libero dagli utenti domestici, oltretutto percentualmente più elevati per le fasce di consumo più basse. La bassa partecipazione al mercato libero è dovuta agli elevati costi, reali o percepiti, sia nella ricerca delle informazioni sia nel passaggio a un nuovo contratto. Il secondo grafico evidenzia infatti come, scegliendo il contratto “sbagliato”, un consumatore domestico possa andare incontro a un incremento significativo di spesa. Questo secondo dato è compatibile con il fenomeno di ritorno alla maggior tutela per una quota dei consumatori sul mercato libero, così come con il perdurante differenziale di spesa, superiore sul mercato libero rispetto alla maggior tutela.
I dati appaiono preoccupanti, tanto più se si pensa che nel disegno di legge “Concorrenza”, ancora in attesa di approvazione definitiva al Senato dopo due anni di rimbalzo e annacquamento tra le due Camere, è previsto l’abbandono del regime di maggior tutela e il passaggio al mercato libero per tutte le utenze domestiche dal 2018. L’Autorità negli ultimi due anni ha favorito una maggiore trasparenza delle bollette, che agevoli la comparabilità delle offerte, e prevede in futuro la definizione di contratti standardizzati che ogni operatore sul mercato libero deve proporre nel pacchetto delle proprie offerte. Sono senza dubbio misure utili ma, vista la situazione di partenza, difficilmente potranno trasformare consumatori passivi e poco informati in soggetti in grado di muoversi tra le diverse offerte cogliendo le occasioni migliori. È quindi possibile che, almeno in una fase transitoria, sia utile pensare anche in Italia a definire categorie di consumatori particolarmente esposti al rischio di una scelta non ottimale nel mercato libero, ad esempio per età, livello di reddito e istruzione, capacità di accedere agli strumenti informatici, per i quali venga organizzata una gara per la fornitura, a cui gli operatori vengono chiamati a partecipare sulla base di un profilo contrattuale definito dall’Autorità. In questo modo si verrebbe a definire, attraverso una concorrenza per il mercato, una offerta per alcune categorie di consumatori domestici, le quali manterrebbero ovviamente la possibilità di optare per altre offerte disponibili sul mercato libero.
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Enzo Michelangeli
Quando il regime di mercato presenta per i clienti costi quasi sempre superiori a quelli del regime regolato (ed ho ampia evidenza anedottica che questo e’ in effetti il caso in Italia) si puo’ dire con certezza che il mercato non e’ affatto libero ma distorto da pratiche oligopolistiche. Piuttosto che fare offerte su misura sarebbe il caso che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato indagasse su collusioni e cartelli e prendesse adeguate misure per smantellarli.
alberto
Non solo condivido, ma l’intrusione di personaggi (da me sono arrivati due figuri, uno abbastanza attrezzato, l’altro sembrava l’autista silenzioso) dicendo siamo ENEL (in realtà si trattava di ENEL Energia, nuova società), quindi il “dolus-bonus?” la diceva lunga già sul modo di presentarsi. Altro che concorrenza !! Questo paese è pieno di cartelli. Enel Energia poi propone “punti spesa”, concorsi a premi, ma siamo seri, la fornitura di un bene (l’elettricità) di utilità sociale va regolato in regime di assoluto controllo pubblico. Chiaro che la vecchietta sprovveduta firma un contratto che dice che la farà risparmiare poi la bolletta della luce e/o gas aumenta.
jo weizbrot
Come osserva l’autore dal grafico sembra si possa dire che i vantaggi/svantaggi del mercato libero siano maggiori per la quota fissa che non per quella di effettivo consumo, sorprendente perche’ mi sarei aspettato che gli eventuali vantaggi venissero dall’assumersi il rischio per la quota piu’ variabile che e’ quella dell’energia e non della distribuzione/bollettazione.
Il grafico mostra anche che al momento il sistema fallisce completamente ad incentivare l’utilizzo dell’energia notturna che e’ incredibilmente piu’ economica di quella diurna essendo sovraprodotta, al momento per l’ENEL domestica circa 4 volte piu’ economica.
In sintesi mi sembra che le iniziative di liberalizzazione abbiano fallito in tutto: non permettono risparmi ai consumatori a causa della poca trasparenza di contratti e bollette, non incentivano il risparmio energetico a causa di una cattiva politica fiscale.
Pessimo il risultato dell’autorita’ nella maggior trasparenza delle bollette e contratti, d’altronde cosa ci si puo’ aspettare da un sistema che in bolletta usa termini come “materia energia” per l’energia elettrica? Un colto riferimento a E=mc2?
Claudio Zocca
1. Il Trova Offerte è ben lontano dal censire il 90% delle offerte disponibili
2. La bolletta è caricata di oneri impropri (vedi Canone RAI) per cui il vantaggio percepito è molto minore del reale
3. L’Autorità più che regolare ogni minimo dettaglio dovrebbe piuttosto semplificare per rendere i confronti agevoli ai non specialisti
4. Il confronto andrebbe depurato di eventuali servizi aggiuntivi: es. l’offerta peggiore è di ENI ma dà la possibilità di acquistare lampade a LED scontate, è come dire che la Polo full optional costa molto più della Panda base
5. Sarebbe curioso approfondire l’analisi dei prezzi più cari sul mercato libero verificando l’incidenza tra i consumatori forniti da società collegate al precedente fornitore di tutela
Roberto Donnaloia
Negli anni passati ho avuto pessime esperienze con il mercato libero gas e elettricità. Il motivo principale per cui le esperienze sono state pessime sta nel fatto che le proposte commerciali che ho sottoscritto mi sono state proposte da venditori porta a porta con tecnica di vendita aggressiva.
Michele
L’articolo evedenzia bene l’effetto distorto di certe manie da mercato ovunque. Da consumatore, se il possibile beneficio medio del libero mercato è del 10/15%, ma il possibile maleficio è del 35%, allora sono spinto a non fare nulla. Per un costo sul totale del bilancio familiare di qualche punto %, non è economico allocare tempo e risorse per un incerto risparmio di uno zero virgola percento. Anche perché le assimmetrie informative sono enormi e non colmabili (in modo economico) dal cittadino normale rispetto a chi della vendita di contratti ne fa la sua professione. Anche l’esperienza UK dimostra che certe liberalizzazioni non sono di vantaggio per il pubblico, ma solo per gli operatori professionali che riescono a “spremere” molto di più da uno pseudo libero mercato (anche senza pensare a forme collusive o di regulatory capture). Purtroppo questa ossessione per il mercato tende ad espandersi a tutto: taxi, scuola, servizi pubblici etc. Una vera minaccia per il cittadino.
Aston
Sarebbe interessante sapere anche la percentuale totale di offerte presenti sul mercato più vantaggiose della maggior tutela e quante più onerose.
Danilovic
Al di là di analisi approfondite, come può un comune utente capire la composizione dei costi in bolletta e scegliere di conseguenza? Credo che molti addetti ai lavori non riescano a districarsi fra l’enormità di voci e cavilli che compongono la lista dei costi. E’ più che ovvio che l’utente comune diffidi delle offerte, e rimanga fedele al regime di maggior tutela.
Augusto Falvo
Ho ricevuto un invito tramite mail a sottoporre i dati delle mie bollette di energia elettrica e gas al giudizio e ai suggerimenti della mia corrispondente telefonica, che opera (bontà sua) nell’interesse dei consumatori e nel più completo disinteresse.
Risultato dell’esame: alla mia fornitrice Enel pago il doppio per consumo di energia e il quintuplo(!) per consumo di gas. Un quarto d’ora di conteggi (troppe le fornitrici da sottoporre a confronto!) poi la sentenza. Eni mi offre le condizioni di gran lunga migliori. Se accetto verrò contattato da loro. Tre giorni dopo ecco la telefonata di Eni. Una voce femminile che legge parole incomprensibili e fa domande alle quali devo rispondere si.Interrompo il torrente di parole e dico che non intendo accettare alla cieca ciò che non riesco a percepire, se intendono farmi accettare il contratto me lo mandino a casa per la firma.
Ieri il contratto mmi é giunto, ho ancora molte perplessità, chiedo alla vostra esperienza fino a che punto la proposta possa essere conveniente o se si tratti, come temo, di pubblicità aggressiva e fallace.
Augusto Falvo, Lecce.
Enzo Pisano
La rappresentazione grafica di vantaggi e svantaggi consente di fare subito una domanda: perchè mai devo imbarcarmi in un cambio di gestore, con le problematiche che un cambio comporta, se devo risparmiare tra un 12-13% se scelgo bene gestore e tariffa, a fronte di un aggravio del 35% se scelgo male?
Cio anche in considerazione della circostanza che la scelta comporta unop studio approfondito che la gente comune non può o non vuole fare.
se solo si pensa alla difficoltà per determinare il prezzo di un kWh ……
Michele
Il libero mercato è una finzione a cui non crede più nessuno. Tra asimmetrie informative, comportamenti collusivi degli operatori e regulatory capture il libero mercato è una occasione ghiotta per spremere di più dai consumatori che illusi di risparmiare il 10/15% di una spesa che incide pochi punti percentuali sul budget familiare si trovano in realta a spendere di più. È il solito business model: prendere poco a tutti i poveri rende tantissimo perche i poveri sono tanti e per forza di cose distratti.
Henri Schmit
La questione è di estrema gravità. Non si tratta di libero mercato, ma di sfruttamento organizzato o quantomeno tollerato. Non può esistere né mercato né contratto PRIMA di un’autorità pubblica che li garantisca. Il potere pubblico non garantisce solo l’esecuzione dei contratti, il rispetto delle promesse, ma anche la validità dei contratti, l’assenza di vizi del consenso. Oltre la violenza e l’inganno, anche l’impossibilità di fatto per una parte di verificare tutte le condizioni stipulate dall’altra sola per prestazioni indispensabili (servizi finanziari, servizi di telecomunicazione, forniture energetiche) si può qualificare come vizio del consenso o come possibile abuso. Spetta allo stato regolare il contenuto minimo di questi contratti a tutela dei singoli. Nonostante i recenti misfatti i servizi finanziari in teoria sono regolamentati a protezione dei piccoli investitori. Nei settori tlc e energia lo stato più attento agli interessi delle lobby che a quegli dei cittadini non svolge il ruolo primario per il quale esiste.
geppe67
Nelle bollette di luce e gas c’è solo una certezza: il fatto che tasse, accise, iva e balzelli vari costituiscono la fetta più importante di quanto si paga e che rimangono ferme qualsiasi operatore si scelga. Pertanto, cambiare operatore o tipo di contratto, può far risparmiare al massimo qualche decina di euro. Non vale proprio la pena
Renato Pesa
L’articolo giustamente puntualizza che il mercato libero può essere più conveniente del regime di tutela. E questa è già una considerazione importante. Poi sul calcolo del beneficio bisogna dire che il Trova Offerte non è lo strumento giusto in quanto non tiene conto degli aggiornamenti tariffari. Ad Aprile il prezzo della tutela è salito e tutte le offerte a prezzo fisso presenti nel trova offerte hanno una convenienza maggiore di quella riportata sul sito AEEG. E’ uno strumento statico. Ci sono offerte a 0,033 €/KWh (prezzo fisso per 12 mesi incluso perdite) quando la PE della tutela (monoraria) è 0,0569 €/KWh. Non ha fallito il mercato libero hanno fallito gli strumenti di comunicazione per informare gli utenti, tra cui la Bolletta 2.0 (senza prezzo materia prima) e il peso marginale della concorrenza su di una bolletta composta per il restante 60% da costi “passanti”.
Andrea
buonasera vorrei sapere come si può parlare di mercato libero e trasparenza verso i consumatori quando la società del mercato di maggior tutela e quella del mercato libero hanno quasi lo stesso nome/marchio. E poi i dati storico di consuntivo, di confronto della stessa Aeegsi evidenziano come ancora il mercato di maggior tutela sia più conveniente.
Luigi
Nel servizio non viene valutata la continuità della fornitura di energia elettrica e gas e la durata delle offerte. Quelle che risultano convenienti sul mercato libero sono da stipulare on-line con pagamento mediante addebito in conto corrente o carta di credito. Attenzione però, durano solo 12 mesi. Prima della scadenza viene comunicato il nuovo prezzo che è sempre superiore al servizio di maggior tutela, almeno per quella che è la mia quinquennale esperienza. Se non sei attento a cogliere tale variazione procedendo subito al cambio fornitore il risparmio verrà vanificato e pagherai di più. Oltre al fatto già segnalato che la famosa bolletta 2.0 non riporta il prezzo unitario, nel confronto con il servizio di maggior tutela occorre tener presente che al prezzo del mercato libero devono essere aggiunte le perdite di rete che attualmente sono del 10,4%.
Manuel
Buongiorno, da consumatore non esperto del settore mi sono recentemente informato per cambiare fornitori e ho riscontrato i seguenti fenomeni che vorrei portare all’attenzione:
– l’incredibile effetto confusione causato dalla struttura della tariffazione non è un dato “naturale” ma artificiale (direi scientificamente perseguito), senza attento studio non è assolutamente chiaro che la concorrenza è esercitata solo su specifiche aliquote chiave, cioè “PE” e “Materia Prima Gas”;
– le bollette “semplificate” non riportano proprio le due aliquote in ballo (aggregano all’interno di macrocategorie);
– uno standard terminologico comune (es. glossario Authority) non è imposto ai vari fornitori, con un’incredibile varietà di denominazioni differenti per le stesse identiche componenti o sottocomponenti, addirittura possono cambiare le denominazioni all’interno dello stesso sito web (stesso operatore!), un bel gioco delle tre carte;
– ci sono offerte di fatto uguali tranne nel nome ma tariffate in maniera diversa sullo stesso sito web di un singolo fornitore (o maggiorazione via “store fisico”, e la vecchietta è servita…);
– le tabelle excel (!) delle “Condizioni Maggior Tutela” non indicano le due aliquote chiave (PE e MPG), così la comparazione diventa inutilmente più complicata;
– i portali di confronti (commerciali o pubblici) non si capisce su che basi includano o escludano le offerte disponibili in un dato momento (alcune buone offerte non le ho trovate).
Manuel
SEGUE da commento precedente:
– molti cosiddetti “oneri di sistema” li chiamerei più correttamente “tasse”;
– incredibile ma vero, tutti (!) i fornitori non pubblicano sui siti web i dettagli delle offerte specificamente condominiali ma propongono contatti telefonici o mail con i loro consulenti riservati agli amministratori condominiali, per intavolare poi una cosiddetta “trattativa privata”;
– con fatica, tra mail e form online complicati (inventandomi partite iva), ho ottenuto i dettagli di tre fornitori per offerte condominiali, cinque fornitori invece non mi hanno proprio risposto (un fornitore, tra l’altro, utilizzando belle supercazzole nella chat dedicata ai clienti, procedura ripetuta due volte!);
– le tre offerte condominiali ottenute risultano sistematicamente e inspiegabilmente più elevate (a parità di operatore ovviamente) rispetto alle migliori offerte dedicate invece a privati o business, e ciò sia per gas che per luce;
– ho avuto modo di interloquire con il “consulente” energia del mio amministratore di condominio, e (credetemi) non è stata una bella esperienza tra opacità e furbizie riscontrate in tutto il processo di decisione e comunicazione dei nuovi contratti condominiali luce e gas.