Il fact-checking de lavoce.info passa al setaccio le dichiarazioni di politici, imprenditori e sindacalisti per stabilire, con numeri e fatti, se hanno detto il vero o il falso. Questa volta tocca alle affermazioni di Michele Emiliano sulle vaccinazioni in Puglia.
Il contesto
Dopo le accese discussioni estive sui vaccini obbligatori, con il mitigarsi delle temperature si avvicina, tra varie deroghe ed eccezioni, la prima scadenza per i genitori per mettersi in regola (11 settembre per i bambini di nidi e materne). Con l’approvazione a fine luglio della legge 119/2017, l’obbligo vaccinale è stato fissato per dieci profilassi, pena la non iscrizione a scuola. La coercizione scatta per il vaccino esavalente (ossia quello contro difterite, tetano, pertosse, poliomelite, epatite B e haemophilus influenzae), il trivalente Mpr (contro morbillo, parotite e rosolia) e per quello anti-varicella.
La dichiarazione di Emiliano
In Puglia il presidente della regione Michele Emiliano si è espresso contro l’estensione delle vaccinazioni obbligatorie da quattro a dieci durante un incontro con una delegazione di cittadini pugliesi contrari all’obbligo vaccinale, avvenuto il 28 agosto. In particolare, ha dichiarato:
“La nuova legge sta seminando panico, creando sospetti e reazioni negative. Persino una regione come la Puglia, tra le più virtuose d’Italia in materia di vaccinazioni, da quando il governo ha deciso di intervenire con tanta decisione, sta registrando un calo della propensione a vaccinarsi”.
La dichiarazione, diffusa da Ansa e da un comunicato stampa della Regione Puglia, è stata poi ripresa anche sul profilo Facebook di Emiliano.
Il presidente della Regione Puglia – pur sottolineando con forza la sua posizione favorevole alla vaccinazione – sostiene che l’obbligo vaccinale genererebbe un effetto opposto: i cittadini che non si fidano della politica perché dovrebbero rispettare un obbligo imposto proprio dai politici? La legge sull’estensione delle vaccinazioni obbligatorie è tuttavia in vigore solo da fine luglio ed è quindi impossibile stabilire se effettivamente ci sia stato un calo dei vaccinati.
Il tema è molto caldo e sensibile, dal momento che influenza la sicurezza sanitaria. Vale quindi la pena verificare la seconda parte della dichiarazione: cioè se la Puglia è effettivamente tra le regioni più virtuose in tema di vaccinazioni, come rivendicato con orgoglio dal suo presidente.
Come si misura la virtuosità nelle vaccinazioni
Due sono i criteri che si possono prendere in considerazione per valutare l’efficacia delle campagne vaccinali regionali e quindi per stabilire se la Puglia è realmente “tra fra le più virtuose regioni d’Italia”.
Il metodo più immediato è la verifica della copertura vaccinale regionale, ossia la percentuale di soggetti vaccinati rispetto alla popolazione da vaccinare, per verificare se si raggiunge la soglia minima del 95 per cento raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità. Soglia fondamentale affinché si interrompa la circolazione degli agenti patogeni, con conseguente protezione dei soggetti che presentano controindicazioni alle vaccinazioni o su cui la vaccinazione non risulta efficace.
In secondo luogo, si possono contestualizzare, sempre attraverso i dati della copertura vaccinale, le condizioni di ogni regione e confrontarle fra loro, in modo da osservare quali emergano come virtuose e quali no.
Quando si utilizza il dato della copertura vaccinale è bene tenere a mente che non tutte le regioni dispongono di un’anagrafe vaccinale informatizzata efficace, e che dunque le percentuali non sempre risultano affidabili; ad ogni modo, la regione Puglia dispone di un’anagrafe aggiornata ed attendibile.
I dati sulle coperture vaccinali in Puglia
Dati del ministero della Salute alla mano, verifichiamo dunque la situazione della regione Puglia sulle coperture vaccinali. Prendiamo in considerazione le coperture del vaccino esavalente e quello Mpr, contro morbillo, parotite e rosolia. In entrambi i casi, consideriamo la coorte di bambini entro i 24 mesi di età.
Tabella 1 – Copertura vaccinale in Puglia per anno e antigene (%)
Fonte: ministero della Salute
Nota: le percentuali riferite ai sei antigeni dell’esavalente differiscono fra loro di alcuni centesimi. Per questo abbiamo scelto il valore più alto per ogni anno.
Come si nota dalla tabella 1, le coperture vaccinali sono scese a partire dal 2013, quando per il vaccino esavalente raggiungevano ancora la soglia del 95 per cento. Il calo è più evidente per il vaccino Mpr, che ha perso quasi cinque punti percentuali.
Andando a ritroso nel tempo (figura 1), per il morbillo, la Puglia ha goduto storicamente di una buona copertura vaccinale, che nel 2010 raggiungeva quasi il 94 per cento. Ma dal 2013 in poi, il dato non solo peggiora, ma scende addirittura al di sotto della media italiana.
In sintesi, la Puglia ha visto un peggioramento netto della propria condizione e non raggiunge i valori minimi di sicurezza.
Figura 1 – Copertura del vaccino contro il morbillo in Italia e in Puglia (24 mesi – %)
Fonte: ministero della Salute
Nota: l’asse verticale è incompleto per mostrare con maggiore chiarezza le variazioni annuali.
Inoltre tra le venti regioni italiane, come si nota dalla tabella 2, la Puglia si posiziona mediamente nella seconda metà nella classifica, spesso poco distante dalla media nazionale. Non esattamente tra le più virtuose, come invece sostiene Emiliano.
Tabella 2 – Posizione della Puglia nella classifica delle coperture vaccinali (sulle regioni e province autonome italiane)
Fonte: Elaborazione su dati del ministero della Salute
Grazie all’ufficio stampa del presidente pugliese siamo venuti in possesso dei dati sulla base dei quali Emiliano ha basato la propria dichiarazione: si tratta delle coperture vaccinali a 36 mesi riferiti al 2015. Anche in questo caso in realtà la Puglia si trova in circa decima posizione per le coperture dell’esavalente, ed in undicesima per il morbillo.
La regione del governatore d’altra parte appare invece all’avanguardia nell’introduzione di nuovi vaccini, come antimeningococco B e l’antipneumococcico coniugato. Tuttavia questo non è sufficiente per modificare un giudizio generale non positivo sulle vaccinazioni in regione.
Il peggioramento dei dati pugliesi va contestualizzato in un aggravamento generale della situazione italiana. L’analisi dei dati mostra che in Italia, dal 2013, si è osservato un calo progressivo del ricorso a tutti i vaccini. Le coperture risultano in molti casi inferiori al 95 per cento.
La costante riduzione dei vaccinati verificatasi negli ultimi anni sembra avere origine sia nel clamore sui presunti rischi di effetti negativi (comunque ben meno probabili delle malattie da cui i vaccini proteggono) che nella bassa percezione di quelli legati alle patologie. Particolarmente grave è il caso del morbillo, del quale, con una copertura vaccinale attorno all’85 per cento, da inizio 2017 si sono registrati 4.328 casi e tre decessi. E l’88 per cento dei casi riguarda individui non vaccinati.
D’altra parte, nel 2016, le coperture a 24 mesi di età hanno raggiunto la soglia del 95 per i sei antigeni dell’esavalente solo in Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Sardegna, mentre nessuna regione l’ha ottenuta per l’Mpr.
I dati sono osservabili per intero nella mappa interattiva pubblicata da Repubblica.
Il verdetto
Dunque, per quanto si possa contestualizzare il risultato pugliese in una generale riduzione dei vaccinati in Italia, resta difficile trovare riscontro alla dichiarazione di Emiliano, secondo cui la Puglia è tra le regioni più virtuose. Non raggiunge i valori minimi accettati internazionalmente, né è una delle regioni italiane con la più alta copertura vaccinale. Tra l’altro, come mostra la figura 1, la Puglia è peggiorata di più rispetto al resto d’Italia. E a meno che essere virtuosi non significhi essere i primi tra gli ultimi, la dichiarazione di Emiliano è FALSA.
Ecco come facciamo il fact-checking.
Lavoce è di tutti: sostienila!
Lavoce.info non ospita pubblicità e, a differenza di molti altri siti di informazione, l’accesso ai nostri articoli è completamente gratuito. L’impegno dei redattori è volontario, ma le donazioni sono fondamentali per sostenere i costi del nostro sito. Il tuo contributo rafforzerebbe la nostra indipendenza e ci aiuterebbe a migliorare la nostra offerta di informazione libera, professionale e gratuita. Grazie del tuo aiuto!
Aldo Frediani
Dunque pare che Emiliano sia un chiacchierone che parla senza sapere cosa dice. Tutti possono sbagliare ma dovrebbe fare una dichiarazione per spiegare la ragione della sua affermazione; sarebbe gradita comunque, Grazie per questo contributo. Ma siamo sicuri che non ci siano interazioni fra molti virus seppure attenuati? Molti virus significa molte possibili interazioni, soprattutto tutti insieme. Ci sono dati statistici consolidati?
Lorenzo Borga
Gentile Aldo, cosa intende con “molti virus seppur attenuati”? Non capisco.
franco
Buongiorno, spero abbiate inviato l’analisi all’ufficio stampa del Presidente della Regione Puglia
Lorenzo Borga
Sì, abbiamo inviato. Pubblicheremo e replicheremo volentieri in caso di risposta.
Savino
Nessuna ripartizione di competenze e nessuna vera o presunta autonomia autorizzano i rappresentanti dei territori regionali a fare la parte dei ribelli verso lo Stato e, su questo, Zaia sta facendo persino peggio di Emiliano (cose che non ha detto e fatto in occasione del salvataggio delle banche venete, pagato da tutti gli italiani). Piuttosto, siamo propensi a dire che la vicenda dei vaccini è l’ennesima dimostrazione del fatto che, per la salubrità del cittadino, la materia sanitaria va tolta dalle potestà baronali degli enti locali e riportata ad una politica omogenea per la salute di tutta la Nazione.
Amegighi
Forse Emiliano ha involontariamente detto una sacrosanta verità: “i cittadini che non si fidano della politica perché dovrebbero rispettare un obbligo imposto proprio dai politici?”
Ecco, appunto, qui non si tratta di “obbligo imposto dai politici” ma di necessario intervento basato sui fatti scientifici e medici. Se vi fosse una fuga di gas velenoso da una fabbrica, dovremmo forse discuterne da un punto di vista politico ?
La politica ha l’obbligo di indicare ai cittadini un percorso per effettuare il quale sono necessarie delle decisioni e delle scelte che incidono sulla nostra società e vivere civile. Sta a noi decidere se scegliere uno o ll’altro percorso in base alle nostre convinzioni, durante una votazione elettorale. Ma nella gestione e nell’amministrazione giornaliera vi sono delle decisioni che travalicano il “percorso” scelto e che sottolineano la capacità di gestione e la responsabilità nei confronti dei cittadini, degli amministratori stessi. Emiliano, Zaia e gli altri, dovrebbero essere pienamente responsabili di queste scelte legate alle situazioni contigenti. Responsabili non politicamente, perchè non sono scelte politiche. Responsabili penalmente e chiaramente. Sono convinto che in questo caso ragionerebbero di più con la mente e valutarebbero di più la conseguenza delle loro scelte.
Un appunto, semi posso permettere, agli autori. Il problema vaccini NON è politico, ma MEDICO e BIOLOGICO. Sarebbe interessante ribadirlo ad esempio con un link all’OMS.
Lorenzo
Complimenti. Poche parole che centrano l’obiettivo. È mai possibile che media, politici e qualche scienziato non siano consapevoli dei disastri che compiono con interventi logorroici e inutili?
Paolo Gelain
Potreste applicare la stessa analisi alle dichiarazioni del governatore del Veneto Zaia in merito al virtuosismo di tale regione nella pratica dei vaccini e raggiungere le stesse conclusioni. In molti casi il Veneto fa molto peggio delle altre regioni.
Rocco Artifoni
La soglia del 95% per l’effetto gregge è vera soltanto per il morbillo. Per il tetano non esiste effetto gregge, poiché non si trasmette. Per evitare le bufale sia di alcuni no-vax sia del ministero della salute, consiglio di leggere il documento del SIPNEI: http://sipnei.it/wp-content/uploads/2017/07/SIPNEI-SULLA-LEGGE-SUI-VACCINI.pdf
Savino
Zaia deve dimettersi.
Il popolo veneto deve comprendere che non è un esempio come rappresentante di un’intera Regione nè quando nega la leale collaborazione allo Stato, nè quando si ravvede dopo aver fatto perdere tempo prezioso alle famiglie.