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Una patrimoniale è possibile

Sono vari gli argomenti a favore e contro una patrimoniale personale. La via di uscita potrebbe essere l’introduzione di un’imposta complementare con base imponibile costituita dalla somma di quelle di Imu e imposta di bollo sulle attività finanziarie.

Gli argomenti a favore dell’imposta patrimoniale

Il dibattito sulla patrimoniale – recentemente riacceso da una proposta di emendamento alla legge di bilancio 2021, poi ritirata – si è articolato intorno a ben note argomentazioni a favore e contro l’introduzione di un’imposta personale di carattere generale (vedi Audizione Banca d’Italia dinnanzi le Commissioni riunite VI della Camera e 6a del Senato, 11 gennaio 2021).

Tra le argomentazioni a favore si ricorda, innanzitutto, che un’imposta sul patrimonio netto delle persone fisiche sarebbe non solo teoricamente e costituzionalmente fondata e legittima, ma verrebbe anche a completare il sistema impositivo, consentendo altresì di meglio razionalizzarlo sia sostituendo i tributi patrimoniali di tipo reale attualmente esistenti, quali l’Imu o l’imposta di bollo sulle attività finanziarie, sia armonizzandosi con tributi para-patrimoniali, quali la tassa di iscrizione al Pra, il canone Rai o anche l’imposta di successione.

D’altro canto, che l’imposta patrimoniale possa svolgere una funzione di razionalizzazione e completamento del disegno complessivo del sistema impositivo fu, a suo tempo, tema discusso in occasione della riforma tributaria del 1971, anche se, a seguito dello “scontro” fra Cesare Cosciani (favorevole) e Bruno Visentini (contrario), la sua introduzione fu accantonata a favore dell’Ilor.

Un’imposta globale netta sui patrimoni delle persone fisiche avrebbe poi un effetto perequativo e redistributivo. L’imposta patrimoniale potrebbe essere uno strumento particolarmente efficace per combattere le diseguaglianze fra ricchi e poveri, nonché le diseguaglianze territoriali e generazionali.

Il cosiddetto “divario generazionale” (che misura la distanza fra la popolazione matura – over 35 – e i giovani – under 35 – con un indicatore che negli ultimi vent’anni tende inesorabilmente ad aumentare) trova nella differenza della ricchezza fra le due fasce di età uno dei fattori economici di maggiore rilievo, tanto da far ritenere che i giovani non potranno mai raggiungere l’indice di ricchezza degli anziani se non dopo la morte di questi ultimi (Fondazione Bruno Visentini).

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Un ultimo argomento, che è stato sollevato di recente e che trova fondamento nell’attuale crisi economica dovuta alla pandemia, è che l’introduzione di un’imposta patrimoniale avrebbe un minor impatto negativo sull’economia produttiva rispetto a un aumento dell’imposizione sui redditi o sul consumo (Andrea Manzitti, Per una nuova imposta italiana sul patrimonio netto, Astrid).

Gli argomenti contro la patrimoniale

I principali argomenti contro l’introduzione di un’imposta patrimoniale personale e generale sulla ricchezza delle persone fisiche possono, invece, riassumersi nelle seguenti tre considerazioni:

i. la maggior parte dei paesi europei ha abbandonato l’applicazione di un’imposta patrimoniale: mentre fino a qualche anno fa l’imposta patrimoniale era applicata da circa dodici paesi, oggi continua a essere prevista solo da Spagna, Norvegia e Svizzera;

ii. l’imposta patrimoniale comporta un’intrinseca difficoltà di accertamento sia per la volatilità della ricchezza (finanziaria e non) sia per la difficoltà di individuare in concreto molti dei cespiti che dovrebbero concorrere alla determinazione della base imponibile, nonché di determinare il loro valore (si pensi ai gioielli, alle opere d’arte e alla ricchezza mobiliare in generale), il che potrebbe facilitare l’evasione;

iii. la sostituzione delle imposte patrimoniali di carattere reale attualmente esistenti (Imu e imposta di bollo sulle attività finanziarie, in particolare) con una globale sulla ricchezza potrebbe determinare una perdita di gettito, laddove – come proposto dall’emendamento alla legge di bilancio – le aliquote della nuova imposta dovessero essere contenute entro il 2-3 per cento.

Verso un’imposta patrimoniale personale complementare

Riguardo all’ultima obbiezione, ricordo che attualmente le principali imposte patrimoniali esistenti nel nostro ordinamento (Imu, imposta di bollo sulle attività finanziarie, e le omologhe imposte per i beni all’estero – Ivie e Ivafe) danno un gettito di circa 23 miliardi, di cui 18,7 Imu e 4,5 imposta di bollo (dati 2018), a cui non è ipotizzabile rinunciare, tanto più che la soppressione dell’Imu creerebbe un problema per la finanza dei comuni, che si fonda principalmente su tale imposta.

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Almeno nel breve periodo, una soluzione potrebbe essere quella di prevedere un’imposta patrimoniale di carattere personale complementare rispetto alle imposte patrimoniali reali esistenti, la cui base imponibile sarebbe costituita dalla sommatoria della base imponibile Imu e di quella dell’imposta di bollo sulle attività finanziarie, ovviamente dedotte – visto il carattere personale – le inerenti passività. L’imposta potrebbe avere carattere progressivo prevedendo una prima fascia di franchigia e aliquote progressive che da un minimo dello 0,1-0,2 per cento non dovrebbero comunque superare l’1-1,5 per cento. E laddove non necessaria nell’immediato a finanziare il debito pubblico, potrebbe essere destinata a colmare almeno in parte il “divario generazionale” fra giovani e anziani che si manifesta anche nel possesso della ricchezza.

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Il Punto

14 commenti

  1. Enrico

    Interessante articolo. Il tema e´ per definizione, divisivo.
    Da assoluto ignorante del modello economico che sottende la tassazione in Italia posso fare solo una considerzione “di pancia”: la mia impressione e´ che il sistema di tassazione sia diventato incredibilmente complesso e incomprensibile nelle sue logiche. Esempio: il patrimonio immobiliare spesso e´ acquistato con i propri risparmi, cioe´ con soldi che sono stati gia sottoposti a tassazione. Il patrimonio cosi costruito non e´ corretto che sia soggetto ad ulteriore aggressione. Su questa falsa riga in Italia si sconta un deficit culturale che guarda alla ricchezza con diffidenza. Il rischio di fondo comunque e´ quello di guidare una mentalita´ in cui e´ meglio “non possedere” con le inevitabili ripercussioni.

    • Belzebu'

      Caro Enrico,
      lei non potrà mai convincere gli odiatori sociali, prepotenti predatori della altrui proprietà. Sono alla frutta, sanno bene che se andiamo al voto, la sinistra non potrà piu’ rubare per almeno 75 anni.

      Il problema in questo paese è la forte disuguaglianza tra chi, con tutte le inevitabili incertezze e rischi, produce beni o servizi, per ottenere il proprio reddito legittimo, sempre dopo avere dimostrato il risultato ottenuto dal suo lavoro. E chi invece il reddito lo ottiene, ex lege, a prescindere, senza dover dimostrare di avere prodotto alcunchè. Questi ultimi in Italia stanno diventando la maggioranza inoperosa, svogliata e parassitaria a cui i soldi non basteranno mai.
      Pertanto giustificare le patrimoniali significa depauperare qualcuno operoso, rubandogli il frutto del proprio lavoro, per trasferirlo, attraverso ideologie disfattiste e criminali, ai pirati del sistema, navigator, dirigenti inutili, politicanti incompetenti e non solo.
      La dittatura statalista è molto forte,

  2. Alessandro

    Premessa necessaria è che sia una tassa identica in UE, da destinare alle Regioni e EELL. 1) IMU: troppo elevata rispetto ad altri paesi UE e nel quadro attuale non sostenibile unitamente al blocco sfratti; 2) necessario riequilibrio tra IMU e altre tasse su patrimonio finanziario con aumento di tassazione su quest’ultimo comunque prima aliquota da 1,5 milioni di patrimonio complessivo a valori catastali e finanziari attuali per persona fisica o giuridica a stato patrimoniale con immobili a valore catastale ed aliquota da 0,3 sino al 3% progressiva; 3) Necessità di forte aumento perequazione tra trattamenti pensionistici attuali con tetto massimo a 3000 € lordi al mese (se ho guadagnato di più lavorando avrò anche accantonato di più in vita come risparmio e volendo posso integrare con pensione privata).

  3. PURICELLI BRUNO

    Si continua su una strada divisiva e penalizzate per i tassati e per il paese.
    La cosa è semplice: bisogna creare l’interesse a lavorare con un compenso diverso dalla banconota euro che pesa sullo spread e sul debito! Esistono strette di mano (non affidabili), esistono assegni o cambiali che avrebbero più fiducia,. esistono pagherò certamente coperti da beni ovunque riconosciuti come la propria casa. Un titolo rappresentativo di una percentuale del patrimonio immobiliare preso come sottostante per emettere titoli ad hoc circolanti in Italia non ricadrebbe sul debito e evidenzia il pagatore di ultima istanza. In tal caso, noi proprietari saremmo motivati a farli circolare (in Italia) facendo risparmiare interessi che, dopo 30 anni consentirebbero di retrocedere un premio agli stessi proprietari sottoscrittori pari alla disponibilità offerta con i pagherò a 30 anni senza aver tirato fuori un euro dalle nostre tasche. A mio avviso non sarebbe una seconda moneta perchè non non pesa sullo Stato ed è coinvolgente. Questa deve essere la strada da percorrere!

  4. Giampaolo Vitali

    A questo punto, e’ piu’ semplice aumentare IMU e bollo, separatamente, in modo da non far nascere l’idea che creiamo una nuova imposta.

  5. Savino

    Un’uscita a sinistra dalla pandemia e dalle sue conseguenze era possibile, ma i partiti progressisti e con valori nell’uguaglianza sociale si sono arroccati in una incomprensibile posizione di difesa, lasciando correre le disuguaglianze, abbandonando i deboli, abolendo i poveri più che la povertà e addirittura portando indietro dolorosamente le lancette del tempo per le libertà individuali. Una seria riflessione va fatta sull’imponibile fiscale sulla base dello stock di patrimonio anzichè il flusso di reddito derivante dalla produzione e dai fattori produttivi, a cominciare dal lavoro.

  6. Cicci Capucci

    Questo, come altri panphlet che inneggiano alla tassazione dei beni regolarmente accumulati e detenuti dai cittadini che già strapagano le tasse, in nome della riduzione delle diseguaglianze, propone di ottenere maggiore eguaglianza portando tutti su un livello più basso, più povero. Mi pare comunismo arcaico, da accatto, fallito e strafallito ovunque. Il risultati sono che tutte le nazioni che ci hanno provato, dalla Cina all’URSS da Cuba al Venezuela o son fallite o si sono convertite ad un capitalismo senza freni, smodato. Cominciamo per favore a far pagare le tasse a chi sfugge da sempre.

  7. Roberto

    Ottima soluzione, perché non è giusto che chi ha 20.000 euro di titoli paghi come quello che ha venti milioni di euro in titoli.
    Purtroppo dalla riforma del 1972 in Italia ci si è abituati a ragionare che ogni imposta si accompagni una dichiarazione cioè si sono abbandonati i modelli di sovraimposta o di imposta complementare a favore di imposte complesse che necessitano ognuna di dichiarazione annuale, esenzioni, agevolazioni, aliquote varie, acconti, saldi, rimborsi ecc e poi danno gettiti bassi come l’Irap il cui gettito derivante da soggetti privati è pari al 3 % delle entrate tributarie o ancor meno se si considerano le entrate da contributi previdenziali/assistenziali.

  8. Alberto Isoardo

    Come al solito quando si è grattato il fondo si parla di patrimoniale ben sapendo che le grandi ricchezze sono al riparo e che quindi a pagare sarebbero i soliti rappresentanti del ceto medio. Prima di tutto bisognerebbe affrontare l’evasione fiscale in modo sistematico e continuo, magari obbligando la GdF ad occuparsene abbandonando altri compiti già portati avanti da altre forze di polizia. Certo non servono gli esploit di Monti che mandò i finanzieri aCortina…..che non sapesse che esiste il registro delle auto con i nomi di tutti i possessori? Inoltre c’è il problema degli immobili, del loro attuale valore commerciale e degli obsoleti valori catastali. Insomma a fronte dell’attuale insensata, inutile e molto spesso tardiva pioggia di denaro pubblico, servirebbe permettere alla gente di lavorare e di controllarne poi gli introiti. Ma in Italia si preferisce non affrontare i problemi per poi trovare forme alternative di imposizione. Si potrebbe iniziare tagliando del 50% il numero dei parlamentari ed il valore dei loro emolumenti.

  9. Fernando Di Nicola

    La base imponibile IMU è un valore estremamente lontano da quello di mercato dei fabbricati, a causa della obsoleta, distorsiva e iniqua vigenza delle vecchissime rendite catastali. Dall’esame dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare (OMI) dell’Agenzia delle Enetrate si desume che la base imponibile ai fini IMU è mediamente circa la metà del valore di mercato. In attesa delle nuove rendite catastali, si potrebbe modificare il moltiplicatore delle rendite catastali, magari differenziandolo sulla base dei valori OMI. Per non mantenere disparità di tassazione tra forme di patrimonio e per migliorare l’attuale redistribuzione perversa della tassazione immobiliare.

  10. Roberto

    Trovo oltremodo complesso e inutile aggiungere un’imposta patrimoniale complementare a quelle già esistenti. E’ più che sufficiente sistemare le attuali imposte patrimoniali garantendo una maggior equità e soprattutto una certezza di accertamento. Sui patrimoni immobiliari bisogna prima aggiornare i valori catastali ai prezzi correnti e dopo si potrà scegliere l’aliquota migliore, senza rincorrere la pia illusione della parità di gettito. Inoltre, si può rimettere l’imu sulla prima casa seguendo l’impostazione fatta da Monti con la franchigia, così da ridurre o eliminare l’imposta per le case di basso valore. La patrimoniale sulle attività finanziarie si può rendere più progressiva differenziando le aliquote in base al patrimonio complessivo. Infine per le imposte di successione si possono aumentare le aliquote visto che sono tra le più basse nei paesi europei.

  11. Judit

    Lo stato dovrebbe operare per assicurare parità di opportunità, e non redistribuire la ricchezza. Partendo dall’istruzione, rendendola accessibile a tutti, e da un sistema semplice ed economico per aprire, ridimensionare e chiudere le attività produttive. I redditi tassati non dovrebbero essere tassati di nuovo. Lo stato dovrebbe “trovare” i redditi non tassati, per aumentare l’equità sociale. Il sistema di tassazione dovrebbe essere semplificato, per permettere al settore privato di concentrarsi sulla produttività e sulla crescita e non sulle scorciatoie di pagare meno tasse. Le tasse “vessatorie” dovrebbero essere ridimensionate (IMU, imposte sull’acquisto di automobili e case etc). Alcuni settori della PA, soprattutto INPS e tribunali, andrebbero razionalizzati e resi funzionanti. Lo stato dovrebbe spendere le tasse raccolte con oculatezza, questo sarebbe il primo incentivo a pagare le tasse da parte di tutti. Le tasse pagate non dovrebbero essere usate a regalare soldi a chi non ha lavorato. Oggi, chi sbaglia, non paga, chi fa un torto ad un altro, non viene punito. Il sistema attuale incoraggia la disonestà, l’evasione, la truffa. Chi ha pagato le tasse, ed è stato onesto e giusto, viene sfruttato dallo stato e dai privati in mala fede. Quindi, la soluzione non è il patrimoniale, che sarebbe facile ma non equo, ma lavorare sul miglioramento del SISTEMA, che è molto più complesso e difficile.

  12. Aldo Maugeri

    Tutti coloro che parlano di patrimoniale da prodi a de benedetti al presidente della corte dei conti sono persone con redditi altissimi che non impiegherebbero nulla a ricostituire quanto perso.Chi ha un reddito basso non riuscirà mai a recuperare quanto perso.Quando si vuole applicare una tassazione tanto gravosa bisogna pensare anche al tempo che è stato necessario per accumulare i propi risparmi e non solo al valore raggiuntp.

    • Marco

      a cui non è ipotizzabile rinunciare

      Quindi gli immobili verrebbero tassati con due patrimoniali. Una proposta totalmente irricevibile.

      Una patrimoniale sulla ricchezza dovrebbe partire dalla tassazione dell’intero patrimonio, quindi conteggiando immobili, conti bancari e titoli finanziari.

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