Il divieto di discriminare il premio Rc-auto secondo il genere ha comportato un aumento di quasi il 18 per cento per le giovani donne appartenenti alla classe di rischio più alta. E una netta diminuzione per gli uomini nella stessa classe. In futuro, più importanza alla variabile occupazione.
RC-AUTO SENZA DISCRIMINAZIONI
Dopo la sentenza della Corte di giustizia europea del 1° marzo 2012 sulla direttiva comunitaria n. 113 del 2004, dal 21 dicembre 2012 anche nel nostro paese non è più possibile discriminare fra uomini e donne nel calcolo dei premi di assicurazione nel ramo Rc-auto non è più possibile discriminare fra uomini e donne. (1)
Donatella Porrini su lavoce.info aveva previsto che l’introduzione delle tariffe unisex sui premi di assicurazione avrebbe penalizzato le donne, una categoria di assicurati che, essendo di fatto meno rischiosa, beneficerebbe invece di premi ridotti se le compagnie li potessero differenziare secondo il genere.
Previsioni analoghe sono state fatte da altri economisti, ma l’allarme è stato recepito anche dalla stampa in Italia e all’estero e dalle stesse imprese di assicurazione (nella sua homepage, un’assicurazione italiana invitava i clienti ad affrettarsi perché dal 21 dicembre “Arrivano le tariffe unisex… Si sa che le donne sono prudenti alla guida, ma tra qualche mese per stipulare una polizza Rc-auto dovranno pagare esattamente quanto gli uomini… Chi ha tempo non aspetti tempo!”).
Invece, qualche recente intervento sul tema apparso sui quotidiani sembra minimizzare l’effetto sui premi e anzi arrivare alla conclusione opposta: le donne al volante risulterebbero addirittura avvantaggiate dal divieto di discriminazione. Che cosa dicono i dati?
POLIZZE PER DONNE E UOMINI
Nel mese di luglio 2012 abbiamo raccolto i preventivi per una polizza Rc-auto di base per un’utilitaria per una provincia italiana. Abbiamo considerato i profili di giovane neopatentato uomo e donna, nella classe di merito 14, e di uomo e donna di mezza età nella classe di merito più bassa. Per ognuno di questi quattro profili abbiamo chiesto un preventivo per dodici diverse categorie professionali (quattro tipicamente maschili, quattro tipicamente femminili, quattro neutre). Abbiamo ripetuto la raccolta dati nel mese di gennaio 2013, questa volta non essendo più necessario distinguere per genere. In totale abbiamo raccolto circa 2.500 preventivi.
Questi i primi risultati. Prendendo in esame le compagnie che applicavano tariffe diverse fra uomini e donne e considerando il profilo del guidatore più esperto, prima del 21 dicembre 2012, la differenza fra i premi richiesti alle donne rispetto a quelli richiesti agli uomini era piuttosto contenuta e comunque a sfavore delle donne che si trovavano a pagare circa il 3 per cento in più degli uomini. Dopo il 21 dicembre, con l’introduzione della tariffa unisex, c’è stato un sostanziale livellamento delle tariffe applicate alle donne a quelle in precedenza applicate agli uomini, cioè un modesto calo nelle tariffe applicate alle donne in classe di massimo sconto.
Marcate differenze, invece, si verificano per i profili che presentano un divario di rischio più ampio. Le tariffe unisex sono una vera stangata per le giovani guidatrici al primo contratto di assicurazione. I premi di assicurazione richiesti dalle compagnie che prima operavano una discriminazione di genere sono in aumento di quasi il 18 per cento per le giovani donne appartenenti alla classe 14. A questo aumento corrisponde invece una netta diminuzione – del 10 per cento – per gli uomini nella stessa classe di rischio.
Inoltre, il risultato andrebbe considerato insieme ai dati diffusi dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (Ivass, ex Isvap) che indicano che già prima le compagnie avevano iniziato ad adattarsi alle tariffe unisex. In particolare, fra il luglio 2011 e il luglio 2012 il prezzo di listino, per questa classe di rischio, aveva già subito un rincaro percentuale doppio per le donne (+10,3 per cento) rispetto agli uomini, mentre ad esempio l’aumento percentuale era stato all’incirca lo stesso per i due sessi per il profilo del guidatore quarantenne in classe 1. (2) Con le polizze unisex, come ci si aspettava, le giovani donne si trovano dunque a sussidiare il costo dell’assicurazione dei loro coetanei maschi.
Teoricamente, si potrebbero avere anche altri effetti sui consumatori. Il primo è il classico effetto di selezione avversa: con le tariffe unisex le giovani donne (a basso rischio) hanno minor convenienza di prima ad assicurarsi (e il contrario vale per i loro coetanei maschi). Se meno persone a basso rischio si assicurano, il portafoglio degli assicuratori diventa più rischioso e il costo dell’assicurazione deve aumentare. Comunque, la selezione avversa non sarà probabilmente importante nel settore Rc-auto, visto che è obbligatoria per chi vuole mettersi alla guida.
Un altro effetto si potrebbe avere, sempre in teoria, sul numero di incidenti stradali. Pagando premi di assicurazione più bassi, i giovani maschi possono acquistare automobili di maggior potenza e quindi costituire un maggior pericolo. (3) Tuttavia questo effetto non è stato rilevato come significativo in un altro lavoro che ha preso in esame un caso analogo negli Stati Uniti. (4) Inoltre, in Italia vige una limitazione di legge sulla potenza delle automobili che possono essere guidate da neopatentati. Un certo effetto sulla sicurezza delle strade, verosimilmente marginale, potrebbe comunque derivare dal maggior numero di giovani automobilisti maschi in circolazione.
Forse, in futuro, nel calcolo del premio potrebbero pesare di più altre informazioni, come ad esempio l’occupazione, che attualmente incide assai poco. D’altro canto, alcune professioni sono ottime proxy per il genere e stupisce che nel passaggio dal regime con discriminazione a quello con neutralità rispetto al genere, le compagnie non abbiano usato di più questo aspetto come variabile discriminante.
(1) Sentenza nella causa 236/09 “Test Achats” del 1 marzo 2011.
(2) Ivass, Indagine sui prezzi Rca al 1 luglio 2012, Roma, 12 novembre 2012.
(3) Questo effetto e il precedente (selezione avversa) sono ad esempio ipotizzati dal Governo britannico nel documento del Tesoro che discute il possibile impatto della decisione della Corte di giustizia europea: UK response to the 1 March ECJ ruling that insurance benefits and premiums after 21 December 2012 should be gender-neutral – July 2012.
(4) A. J. Stanislawski e K. J. Meier, “Gender-neutral automobile-insurancerates: have they made a difference?”, Environment and Planning C: Government and Policy, 1998, 505-516.
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luca
Se le assicurazioni sono private e il calcolo dei premi si basa sul rischio, perchè i premi debbono essere unificati? Ci guadagneranno come sempre i furbi e gli omertosi! A me sta bene l’attuale sistema. Peccato che per le truffe alle assicurazioni si vada difficilmente in carcere!
samuele baggio
siamo d’accordo. il problema è che serve anche più concorrenza perchè nel settore italiano è veramente scarsa.
Enzo Pisano
Se al sud un giovane neopatentato vuole assicurare un veicolo, magari perchè gli serve per raggiungere un posto di lavoro (certamente precario) deve sborsare per una utilitaria non meno di tremila euro all’anno. come mai nell’articolo non si fa cenno a questa problematica? di cosa si sta parlando? di un 10% in più o in meno a secondo del sesso del giovane? è semplicemente vergognoso. se ci fosse una forza politica degna del nome eliminerebbe l’obbligatorietà dell’assicurazione auto e poi vedremmo se nel giro di un anno non avremmo tariffe adeguate alla realtà.