Il governo ha deciso che primo turno delle amministrative e referendum abrogativi si svolgeranno lo stesso giorno. Non era scontato, ma l’accorpamento non cambierà la situazione per quanto riguarda il raggiungimento del quorum a livello nazionale.
La decisione del governo
Il governo ha fissato ufficialmente la data per le elezioni amministrative del 2022, che si terranno il 12 giugno in 977 comuni appartenenti a regioni a statuto ordinario, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia; il 15 maggio invece si andrà al voto in quattro comuni della Valle d’Aosta e il 29 maggio in un comune del Trentino-Alto Adige.
Il 12 giugno si voterà in contemporanea anche per i cinque referendum abrogativi sulla giustizia. Una scelta non scontata, quella presa dal governo di sovrapporre le due elezioni, dal momento che la legge sull’election-day prevede l’accorpamento in un’unica data di tutte le altre tipologie di votazioni, ma non disciplina esplicitamente cosa fare con i referendum abrogativi. I quali, tra l’altro, non possono essere sovrapposti per legge alle elezioni politiche per il Parlamento.
È capitato in passato che referendum abrogativi fossero abbinati ad alcune elezioni amministrative, ma la platea degli elettori coinvolti non è mai stata così ampia come quest’anno. A essere chiamati al voto nei 977 comuni interessati (il 12 per cento del totale) saranno infatti circa 8 milioni e mezzo di elettori (circa il 18 per cento del totale). Quali potrebbero essere gli effetti di questa inedita sovrapposizione? E sarà in grado fare la differenza per il raggiungimento del quorum?
Il caso del 2020
Un utile paragone può essere fatto con il referendum costituzionale del settembre 2020, che era accorpato sia con elezioni comunali che regionali. Nonostante in quel caso non fosse necessario il raggiungimento del quorum per la validità del risultato, l’accorpamento delle diverse elezioni ha avuto chiari effetti sul risultato referendario, come mostrato allora dal think-tank Tortuga (qui e qui) e approfondito in un più recente nostro working paper. Nei comuni interessati dalle elezioni comunali, l’affluenza al referendum è stata in media più alta di 24 punti percentuali rispetto agli altri, mentre nei comuni interessati dalle elezioni regionali l’incremento medio di votanti è stato di 14 punti percentuali. All’aumento dell’affluenza si è associata anche un’importante crescita delle schede non valide (sia bianche che nulle) e un piccolo incremento dei voti a favore del no.
Previsioni sul quorum
Alla luce di queste evidenze, possiamo sbilanciarci in una previsione su cosa accadrà il 12 giugno, tanto più che stavolta, a differenza del settembre 2020, raggiungere il quorum del 50 per cento degli aventi diritto al voto sarà necessario per conferire validità ai risultati referendari.
Il grafico nella Figura 1 mostra l’andamento negli ultimi anni dell’affluenza alle comunali nei comuni che andranno al voto il 12 giugno. Se ci focalizziamo su 2002, 2007, 2012 e 2017, ossia gli anni in cui si sono tenute elezioni comunali per un buon numero di questi comuni (l’affluenza media è più verosimile per predire l’affluenza futura), è evidente il trend decrescente.
Nello scenario più ottimistico, possiamo immaginare che l’affluenza non scenderà ulteriormente. In altre parole, ipotizziamo che rimanga attorno al 60 per cento. Ciò farebbe sì che, dei circa 8 milioni e mezzo di aventi diritto, si rechino alle urne per il primo turno delle comunali circa 5,1 milioni. Questo blocco di elettori sarebbe un “pacchetto garantito” ai fini del raggiungimento del quorum (pari a circa 23,2 milioni di elettori, in termini assoluti). Per raggiungere il fatidico 50 per cento su base nazionale mancherebbero “solo” 18,1 milioni di elettori, circa il 47,8 per cento degli aventi diritto nei rimanenti 6.972 comuni non interessati dalle elezioni amministrative. Non un aiuto particolarmente significativo per facilitare il raggiungimento del quorum.
Insomma, nonostante l’accorpamento di elezioni diverse sia un metodo efficace per aumentare la partecipazione, è probabile che il 12 giugno la compresenza delle elezioni comunali non avrà particolari effetti sul risultato nazionale dei referendum abrogativi, data la platea relativamente ristretta di comuni ed elettori coinvolti. Se l’affluenza al referendum negli altri comuni alla fine sarà intorno al 35-40 per cento (come dicono i sondaggi più recenti a disposizione) è difficile che il quorum venga raggiunto.
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Fabrizio Fabi
Dato che finora l’INFORMAZIONE in TV sui 5 referendum è pari a ZERO, prevedo che le astensioni saranno ancora più alte. In TV si è addirittura parlato di più dei referendum bocciati, rispetto a quelli ammessi …
Isy2
Perché parlare di “Pacchetto garantito”? I cittadini all’election day potrebbero votare solo per le amministrative e non per il referendum? E non dico scheda nulla o bianca, ma proprio la non presenza! Io non sono d’accordo all'”Effetto trascinamento”!