Il mercato immobiliare è fermo. Colpa anche dell’Imu? L’imposta ha un impatto rilevante sugli affitti mentre l’andamento della proprietà è determinato da altre cause strutturali. E per ridare vigore al mercato dell’edilizia residenziale è su quei fattori che occorre intervenire.
IL MERCATO DELL’AFFITTO
Nel 2012, con l’Imu, è stata reintrodotta l’imposta patrimoniale sulla prima casa di abitazione ed è stato aggravato il suo peso sulle altre tipologie di immobili, residenziali e non. Sul mercato dell’edilizia residenziale, la nuova imposta può avere un impatto rilevante nel segmento dell’affitto, mentre su quello della proprietà l’andamento continua a essere determinato prevalentemente dalle cause strutturali all’origine della crisi.
Per effetto del forte incremento della base imponibile e delle aliquote (vedi tabella 1), l’Imu richiede, ai proprietari degli alloggi affittati, il pagamento di un’imposta doppia e anche tripla rispetto all’Ici, con la conseguente riduzione del rendimento corrente degli investimenti.
Per un alloggio tipo, il passaggio dall’Ici all’Imu determina una perdita crescente con il reddito del proprietario (vedi tabella 2).I proprietari che, prima dell’introduzione dell’Imu, applicavano l’Irpef, soprattutto se appartenenti agli scaglioni di reddito più altri, possono recuperare la redditività dell’investimento passando alla cedolare secca; quelli che l’avevano già scelta subiscono una perdita netta.
Se le condizioni di mercato non permettono di riportare il rendimento del capitale
investito ai livelli Ici neanche attraverso un aumento dei canoni, l’Imu potrebbe determinare una riduzione degli investimenti in abitazioni da destinare all’affitto.
Le agenzie immobiliari rilevano che un certo numero di proprietari è disposto ad accettare le richieste degli inquilini di riduzioni degli affitti, anche fino a 100 euro al mese. Preferiscono rinegoziare al ribasso i canoni, per non correre il rischio di dover pagare oltre all’Imu anche le spese di condominio, se gli alloggi fossero rilasciati dai loro attuali inquilini e restassero sfitti.
Sul mercato degli affitti l’introduzione dell’Imu produce effetti paradossali, per certi versi. Da un lato, la riduzione del rendimento degli investimenti non favorisce un incremento dello stock di abitazioni destinate alla locazione. Dall’altro, l’accresciuto peso della nuova imposta patrimoniale sugli immobili non locati può produrre, nel breve periodo, proprio gli effetti attesi: aumenta l’offerta di case in affitto, perché diviene “conveniente”, per i loro proprietari, immettere sul mercato anche gli alloggi che in precedenza non erano disposti ad affittare; si riducono i canoni non solo delle abitazioni i cui contratti giungono a scadenza, ma anche di quelle già affittate.
IL MERCATO DELLA PROPRIETÀ
Nel 2012 il numero delle compravendite di abitazioni si è ridotto del 25 per cento rispetto all’anno precedente, attestandosi a poco meno di 450mila unità: è un valore al di sotto di quello che era stato l’andamento medio del mercato tra il 1985 e il 1996. (1)
Dalle analisi sulle operazioni intermediate da una catena di agenzie immobiliari che operano in franchising risulta che, negli ultimi anni, circa i tre quarti del numero totale delle compravendite ha riguardato la prima casa di abitazione, un 20 per cento è stato costituito da acquisti per investimenti e la quota restante da seconde case. (2)Sul mercato delle prime case, la reintroduzione dell’Imu non sembra possa avere conseguenze differenti da quelle dell’Ici, quando era applicata anche su di esse.
Per abitazioni di valore catastale medio, la differenza tra l’imposta che il proprietario pagava con l’Ici e quella pagata con l’Imu non è tale da potere essere considerata un fattore determinante sulla decisione di acquistare la casa in cui vivere; per esempio, per una prima casa con una rendita catastale di 1.500 euro, l’aggravio è di 108 euro, una cifra che sostanzialmente si annulla per le famiglie con due figli che rientrano nei limiti di età per la franchigia aggiuntiva.
Con un appesantimento dell’imposta di quest’ordine di grandezza, sarebbe una forzatura sostenere che la reintroduzione dell’Imu abbia costituito un elemento di freno della domanda di abitazioni per la proprietà. La serie storica delle compravendite prodotta dall’Agenzia del Territorio evidenzia una riduzione del loro numero nel 2012 – anno della reintroduzione dell’Imu sulla prima casa -, ma una riduzione si registrò anche nel 2006 e nel 2007, anni in cui sulla prima casa si applicava l’Ici, e soprattutto nel 2008, anno a partire dal quale quest’ultima imposta non si pagò più.
È possibile, anzi molto probabile, che (almeno finché il Governo Letta resterà in carica) la prima casa sarà di nuovo esentata dall’imposta patrimoniale. Anche questa è però una decisione che avrà scarso impatto sul mercato dell’edilizia abitativa. A sostegno della previsione si può portare una controprova: la crescita del numero delle compravendite, nel lungo periodo iniziato a metà degli anni Novanta e culminato nel picco del 2006, non fu ostacolata dall’imposizione dell’Ici sulla prima casa, mentre fu sicuramente alimentata da condizioni favorevoli sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta. Per ridare vigore al mercato, è allora sui fattori strutturali della crisi che occorre provare a intervenire.
Tabella 1. Parametri di calcolo di Ici e Imu
Tabella 2. Rendimento % di un alloggio tipo (rendita catastale 1.250 euro, valore 250.000 euro, canone mensile di libero mercato 800 euro)
(1) Agenzia del territorio, Rapporto immobiliare 2013.
(2) Tecnocasa, “Il mercato immobiliare tendenze e previsioni”, anni vari.
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Salvatore
Il problema maggiore è quando un inquilino non paga l’affitto e bisogna iniziare una procedura di sfratto. Se io pago le tasse dovute perchè in caso di morosità lo Stato non mi viene incontro esonerandomi dal affrontare notevoli costi per rientrare in possesso dell’appartamento? Che le pago a fare, allora, le tasse?
Giulio
Giustissimo quello che hai detto!!! E’ il problema principale per quanto riguarda gli affitti…
Giovanni
C’è anche un altro problema: ho un inquilino che nel corso dell’anno salta uno o più affitti. Accetto la cosa perché è una brava persona e se non paga significa che proprio non ce la fa e perché oggi è difficile trovare persone affidabili. Quando faccio il 730 devo calcolare il reddito come se avesse sempre pagato, nonostante dalle ricevute risulti il contrario.
Carlo
Bell’articolo, conciso e illuminante, grazie.
Rebel Ekonomist
Segnalo anche quello che ho scritto io un mesetto fa che arriva agli stessi risultati 🙂 http://rebelekonomist.blogspot.com/2013/05/la-balla-dellimu-come-causa-del-crollo.html
plapla60
Si l’Imu ha affossato il mercato immobiliare e questo si evince proprio dall’articolo. C’è stata una contrazione del 25% dovuta essenzialmente dal fatto che nessuno comprerà più con queste tasse, un immoblie da affittare o ad uso casa di vacanze. Rimarrà solo la compravendita sulla casa da abitazione con drastica riduzione del valore degli immobili in generale, con buona pace dei cittadini che hanno investito i risparmi nel mattone.
Un bel colpo al ceto medio per avvicinarci sempre più rapidamente al modello sudamericano.
Una oligarchia di pochi super ricchi nel mare magnum dei poveri..
House Crash
E certo… è come quando uno investe sui titoli e l’emittente non ti paga più le cedole o addirittura l’obbligazione… quando decidi di far causa lo Stato ti esaonera dagli adempimenti per rientrare di ciò che ti è dovuto…. signori miei, quando si investono i soldi si deve essere consapevoli che ci sono dei rischi di natura intrinseca all’investimento stesso… per l’immobiliare messo a reddito sono l’inquilino moroso e le catastrofi naturali… per gli investimenti obbligazionari sono il rischio emittente… e così via
Investire ed essere soddisfatti finchè tutto va bene, salvo poi piagnucolare quando i rischi si manifestano è da persone che farebbero meglio a non investire.
Infine, vorrei ricordare che il tema del post non era questo, ma se l’IMU affossa il mercato immobiliare … e la risposta sintetica è NO… ad affossare il mercato immobiliare è la restrizione del credito e le mutate condizioni economiche degli italiani (che a loro volta in parte derivano dalla restrizione del credito)
Luca Benotto
Sarebbe stato interessante però leggere degli effetti dell’IMU sugli immobili strumentali.
irene beerwald
certamente l’imu influenza notevolmente il mercato, in quanto le spese da sostenere nel caso di acquisizione di una proprietà immobiliare sono notevolmente salite sopra tutto per le case di livello alto..si sommano alle spese di gestione ovunque accresciute e quindi rendono meno interessante l’acquisto. si aggiunge una ulteriore riflessione, che nel caso si voglia affittare la casa a terzi, essa costituisce un investimento poco sicuro e con redditività decrescente
Aldo Maugeres
Chi ha la casa affittata almeno recupera qualche cosa.A piangere sono coloro che possiedono una seconda casa che non può essere affittata cosa comune per chi eredita la casa dei genitori al paese ad esempio
Nicola Andrea Cisbani
L’IMU risulta ingiusta per il parametro distintivo tra 1.a e 2.a casa, Mi spiego: Tizio e Caio hanno identico reddito da lavoro ed identico stock di patrimonio immobiliare. Solo che Tizio vive in una casa di 50 mq del valore di 150 mila euro ed ha un piccolo appartamento al mare dei altrettanto valore mentre Caio vive in un solo appartamento – sua prima casa – del valore di 300 mila euro. Tizio pagherà l’IMU con aliquota ordinaria per la prima casa e con aliquota maggiorata che incide sulla seconda mentre Caio pagherà la sola aliquota ordinaria sull’unica casa in cui risiede. A parità di reddito ed a parittà di ricchezza immobiliare posseduta Tizio pagherà ingiustamente di più. Quindi non ditinzione tra 1.a o 2.a casa ma un’ aliquota a scaglioni con un coefficiente x (ad es.) per i primi 200.000 euro di valore immobiliare posseduto ed un’aliquota maggiorata per la quota parte di valore che supera tale soglia. Senza tener conto che immobili sostanzialmente unitari sotto il profilo funzionale che sono unici appartamenti per questioni meramente catastali risultano divisi in più unità con la conseguenza che ciò che solo formalmente è 2.a unità abitativa paga l’IMU maggiorata.
giorgio ponzetto
Un po’ di chiarezza, finalmente. L’articolo, quanto mai opportuno, smentisce molti luoghi comuni e cattiva informazione in materia di tassazione della prima casa diffusa in questi ultimi mesi da un gran numero di politici e commentatori sui media.
luca torino
Trovo l’articolo fuorviante perché basato sulla famosa media del pollo.
Nelle grandi città ad esempio l’aggravio rispetto all’ICI (che da anni non si pagava più) non è di 108 ma di almeno 500. (sempre per l’esempio citato)
Ma la cosa peggiore è che il valore dell’immobile di chi pagherà solo 108 euro in più rispetto all’ICI che però non si pagava più) preso ad esempio, in base alle tabelle facilmente trovabili in qualsiasi dito di intermediazione immobiliare
potrà nel caso estremo valere la metà di quello che invece paga 500 euro ovvero 5 volte tanto .
l’IMU conviene a chi ha fatto il furbo e accatasta la casa con valori scorretti
Mario
Secondo me qui si svia il problema. Nessuno ha mai detto che l’Imu è stata la causa del crollo del mercato immobiliare, che ha ragioni nello scoppio della bolla speculativa e della crisi internazionale. Ma certo non si può dire che l’introduzione dell’Imu ha contribuito a rilanciare il settore. Quando una diga è stracolma, anche una goccia d’acqua la può far esplodere, ma non per questo l’ultima goccia d’acqua è la causa dell’inondazione.
Alberto
Chi acquista casa per abitarci, il versare l’IMU, con le aliquote ridotte e ladetrazione per i figli, non è un deterrente. Chi investe nell’immobile un
capitale X per locarlo lo fa per guadagnare. Se con l’ICI era ancora un investimento degno di tale nome, l’IMU con l’aumento delle rendite del 60% e le aliquote spesso oltre il 10 per mille (sono qualche migliaio di € annui) non è
più conveniente. L’importo dell’IMU non è più spalmabile con aumenti delle pigioni perché la tendenza è nel verso opposto: i canoni stanno diminuendo per le difficoltà economiche generali. L’aumento della base imponibile su cui pagare l’IRPEF + IMU rendono l’investimento nel mattone, per locarlo, in generale non è più conveniente.
Paolo36
La tabella 2 indica per l’imu un valore di 0,106% in realtà è dieci volte più alta. Comunque i valori di redditività non tornano, o almeno mancano delle voci di calcolo!
plapla60
Mi chiedo .come mai sul risparmio convertito in immobili si ritiene giusto applicare una tassazione di circa l’1 % mentre sulla liquidità c’è una tassazione del 1-1,5 x 1000 ? E’ questa l’equità di cui si parla ? Forse una risposta risiede nel fatto che chi ha un bene proprio se lo può gestire da solo, mentre i liquidi si devono dare alle cosiddette istituzioni finanziarie che poi ne dispongo a piacimento ( vedasi esempio di Cipro………..).
Questa è la democrazia del nuovo millenio .
Alberto
Cit di plapla60 “Mi chiedo .come mai sul risparmio convertito in immobili si
ritiene giusto applicare una tassazione di circa l’1 % mentre sulla liquidità
c’è una tassazione del 1-1,5 x 1000 ? E’ questa l’equità di cui si parla ?”
Sono del parere che tassare il patrimonio a prescindere dal rendimento che genera sia sbagliato. Faccio un esempio. Tizio e Caio hanno un reddito di 100.000 € annui netti, Tizio, la cicala, se li gode spendendoseli tutti, Caio, la formica, più morigerato risparmia 60.000 € all’anno. Dopo qualche anno Caio decide di acquistare un immobile all’estero per il quale deve corrispondere l’IMU. Poiché si chiama Imposta Municipale Unica, non si comprende (1) perché Caio che ha optato per il risparmio e l’ha trasformato in immobile, debba essere penalizzato rispetto Tizio e pagare l’IMU su un bene (2) perché debba pagarla se l’immobile si trova all’estero e per il quale il comune non eroga alcun servizio. (3) e se avesse deciso di investire il risparmio in un quadro, non ne sarebbe stato penalizzato (4) rispetto Tizio che li spende tutti, non si evince come lo stato incoraggia il risparmio come prevede l’art. 47 della Costituzione.
Marcello
Piuttosto che occuparsi della salute precaria del mercato immobilare, bisognerebbe ragionare a mente libera sull’IMU e rispondere a due domande:
1- Chi investe in immobili e li mette in affitto svolge una azione utile alla società e necessaria visti i risultati della gestione comunale delle case popolari?
2- Visto che l’IMU come l’ICI è una tassa patrimoniale su beni che non possono sfuggire come gli investimenti finanziari, non sarebbe giusto pareggiare l’imposta sulle due categorie di investimento? Oltre tutto l’IMU è stata concepita come il bancomat dei Comuni e dobbiamo solo ringraziare il cielo che è stato messo un limite superiore, purtroppo già elevatissimo
Maurizio Cocucci
Pagare l’IMU per un immobile che si trova all’estero? Ma è sicuro di quel che dice? Cioè con quali parametri catastali pago una imposta italiana per una casa che si trova ad esempio a Londra?
Alberto
La Circolare 28/E del 2 luglio 2012 dell’agenzia
delle entrate chiarisce che il calcolo avviene sulla base del prezzo di acquisto.
Cordialità
Maurizio Cocucci
Quella si chiama IVIE ed è al netto dell’imposta che eventualmente si paga allo Stato dove l’immobile è ubicato.
Alberto
“la rosa con un altro nome, lo stesso profumo avrebbe”. Il nome dell’imposta non cambia la sostanza : è comunque un’imposta patrimoniale sull’immobile e lo stato ne esige il pagamento. Se poi nello stato estero si pagano le tasse sull’immobile, queste non verranno compensate con un imposta. Qui poi le fattispecie, a mio avviso, sorprendenti non mancano come quella, ad
esempio, di un Libico, residente in Italia, debba corrispondere l’IVIE per un suo immobile sito in Libia. Ma non è sugli immobili esteri che il mio ragionamento si concentra; la riflessione iniziale era la ragione di un’imposta sul bene, indipendentemente da dove si trovi e qualcuno ha fatto notare con aliquote nettamente diverse (0,15% sui depositi e fino al 1,06% sulla seconda casa), quando chi non risparmia, a parità di reddito, o lo fa in beni di diversa natura, come ad esempio un quadro, ne è esente.
Maurizio Cocucci
Sull’assurdità della IVIE concordo, ma sull’IMU, no! Io sono favorevole ad una imposta sul patrimonio oltre che sul reddito e la casa, dalla prima all’ultima che si possiede, è un patrimonio. Certamente si può discutere sul contenuto e sulle aliquote ma una imposta ci deve essere. l’Imposta sulla prima casa si è pagata per decenni e all’estero si paga praticamente dappertutto e gli italiani che possiedono immobili (all’estero) pagano senza fare tante storie come sta avvenendo qui oggi. Capisco che il problema sta nel fatto che se togli una tassa e poi la reintroduci crei solo scontento.
Alberto
Qui si potrebbe allargare il confronto sulle scelte ideologiche di una società, di chi gestisce e come
gestisce (o spreca) le risorse condivise. Il tema verte sull’IMU e se questa è correlatrice principe dell’affossamento del mercato immobiliare. A mio avviso è fondamentale distinguere le scelte, durature nel tempo, per scopi abitativi sia prima che seconda casa da una parte e locatori dall’altra tralasciando altre fattispecie.
Nei primi è una scelta soggettiva determinata dalle possibilità economica e/o scelte personali, nel secondo dettate da puro calcolo di convenienza in competizione con altre forme di investimento. In questo secondo caso il parametro di paragone è sempre stato (qualcuno corregga l’eventuale errore) l’entità dell’investimento in un mercato relativamente stabile (con cicli decennali) al netto dell’inflazione detratti gli obblighi fiscali.
Si facciano dei calcoli realistici confermati dall’attuale mercato immobiliare : prezzo immobile compresi IVA, imposta registro, rogito ecc.., costi di gestione e manutenzione, solvibilità del locatario ed eventuale tutela giuridica a favore del proprietario e relativi tempi e costi in caso di morosità, imposizione
fiscale complessiva e se traggano le conclusioni.
AM
Il prezzo d’acquisto è assai poco significativo se l’immobile è stato acquistato negli anni ’80 o ’90. E se è pervenuto per successione? R poi quale tasso di cambio si applica: quello attuale o quello al momento dell’acquisto?
plapla60
sono d’accordo che tassare i risparmi sia in contrasto con l’art.47 della Costituzione ,ma la differenza assurda tra tassazione risparmio immobiliare e mobiliare rimane.Occorrerebbe tassare soprattutto il reddito derivante da risparmio, inserendolo nella dichiarazione irpef ( come già avviene x gli immobili affittati) e pagare quindi in modo equo e proporzionale art. 53 della costituzione.
Ma dato che chi comanda in questo bistrattato paese ha redditi altissimi e risparmi nascosti in chissà quali paradisi fiscali, non vuole tassare più di tanto i redditi ma espropiare il cittadino medio( che di reddito ne ha poco) dei beni magari ereditati dalle precedenti generazioni a costo di grandi sacrifici.
Si vuole imporre il modello sudamericano ,pochi ricchissimi e una marea di vecchi e nuovi poveri .
Alberto
http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/articoli/1105532/casa-mercato-fermo-anche-per-colpa-dell-imu.shtml
Se lo dice il presidente dei costruttori edili italiani Ance Buzzetti che l’IMU è stato il colpo di grazie, la risposta alla tesi dell’articolo è stata data.
giuseppe tura
Io non sono contrario, come principio all’IMU.
Diverso è valutare la % di tassazione.
Ritengo ed è il primo motivo per cui sono favorevole all’imposta -e per rimanere in argomento – che l’introduzione dell’imposta abbia reso sconveniente il possesso di immobili inutizzati e quindi possa essere un motivo per immetterli sul mercato.
il fatto che l’immobiliare sia in crisi nera è semplicemente legato al fatto che pochi possono permettersi spese consistenti.
Diego Ender
Salve a tutti,
sarà anche tutto vero quello che si dice sulla tassazione ma vi vorrei raccontare ciò che vedo tutti i giorni nei cantieri del trevigiano e pordenonese:
la stragrande maggioranza (oserei dire bulgara) degli immobili in vendita/affitto è in condizioni pietose. Vi è un approssimazione, una superficialità, una ignoranza (inteso non come offesa ma come mancato aggiornamento alle evoluzioni della tecnica edilizia) ed una incapacità a saper lavorare che rende gli immobili degni di essere demoliti prima di essere ancora ultimati.
Vedo muri storti, pilastri errati, scale realizzate con errori grossolani di tracciatura, ponti termici gravi, per non parlare dell’utilizzo di materiali a basso costo (laterizi, serramenti ed isolamenti per cappotti in primis). Sul discorso impianti dipende tanto dagli impiantisti, ma se l’impresa edile cura da sé i primi momenti della costruzione potrete vedere tubi in PVC rosso usati come canne fumarie per le caldaie, scarichi con lo stesso materiale.
Poi, se siamo fortunati e la struttura è “passabile” ecco arrivare chi mette su il cappotto che spesso riesce sempre a forare una colonna di scarico, i tempi vengono ridotti all’osso e non vengono rispettati i periodi di asciugatura dei prodotti. Chiaramente malte e cementi economici, intonaci e pitture di quarta scelta.
Questi sono gli immobili nella stragrande maggioranza qui nei paraggi.
Poi ci sono coloro che si possono permettere di costruire su un terreno (pagato un occhio della testa solo perché edificabile o nei casi più fortunati già di loro proprietà) o ristrutturare la casa che il nonno o i genitori hanno costruito quando ancora tutti avevano un pezzo di terra e bastava costruire senza tanti permessi. Loro riescono a costruire una casa con tutti i crismi, di buona qualità dove le piastrelle del bagno non “suonano” una vuota e una piena.
Girando in macchina troviamo una caterva di “vendesi” ma se chiedi loro il prezzo non si rendono conto che dovrebbero regalarlo o quasi l’immobile talmente tanti sono gli interventi per adeguarlo ad uno standard da XXI secolo (vorrei solo aggiungere che alla fine di tutta la fiera il costo dell’immobile non può superare quello di mercato per far sì che sia stato un investimento oculato). C’era un signore che per una catapecchia da demolire, ma in centro ad un simpatico paese di 10000 abitanti, chiedeva 350.000 € ma “era in attesa di una perizia perché forse si arriva a 500.000”
Neanche fosse stato Forte dei Marmi.
Mi permetto di essere caustico perché la crisi immobiliare è giusto che ci sia, che continui e che perduri e che se possibile si aggravi. Purtroppo ad esserne colpiti non saranno gli immobiliaristi o i padroni dei cementifici (tutte “srl” a cui al massimo pignori un fax ed un telefono modello Sirio) ma i lavoratori mentre i loro padroni hanno ville mega-galattiche e conti in banca a molti zeri.
E le banche dovrebbero soffrire pene ancora peggiori.
Ma in fondo il cittadino cosa può fare? Sabotare il sistema, evitando l’acquisto (quando a lui possibile economicamente) di immobili di terza fascia (la maggioranza) al fine di costringere i costruttori a rivedere le loro politiche di lucro. miglior qualità allo stesso prezzo se non inferiori.
E se i soldi non li hai? Niente banca se non per poche decine di migliaia di euro. O si prova con la vendita con riserva di proprietà senza intermediari o aspetta qualche utopistica alternativa monetaria (che utopistica lo è solo perché il 99% siamo ignoranti in materia economica ed il 100% siamo giustamente “uomini di poca fede”).
Le banche non falliranno di certo senza alcuni di noi, ma forse ci “penseranno su” senza tutti noi.
Il male è più profondo di una tassa. Essa può rappresentare la goccia che fa traboccare il vaso ma,come tutti i problemi di questo paese ( e del mondo), i soldi sono solo l’esteriorità. Il problema del nostro paese è che mancano “principi” intesi non come “principi morali” (che sono soggettivi) ma principi intesi come obiettivi. E gli obiettivi mancano perché i politici odierni non hanno alcuna preparazione. Nessuno di loro è uno statista e sarei davvero curioso sapere a chi si ispirano e su che libri hanno studiato (Locke? Marx? Macchiavelli? andrebbe bene dire che hanno studiato il Mein Kampf, almeno si direbbe che hanno studiato).
Scusate se sono stato prolisso e grazie per aver letto tutto
E.D.