Approvate dal governo le nuove regole del Jobs act sulla conciliazione famiglia-lavoro. La principale novità è l’allungamento del periodo di tempo entro cui si può beneficiare del congedo parentale. Bene l’aumento della flessibilità nella gestione del tempo, ma si tratta solo di un primo passo.
Autore: Alessandra Casarico
Alessandra Casarico è Professoressa di Scienza delle finanze all’Università Bocconi. È inoltre Research Fellow del CESifo di Monaco e del Centro di ricerca Dondena sulle dinamiche sociali e politiche pubbliche. È membro dello Scientific Advisory Council dell'Ifo di Monaco e della Commissione di Genere della Società Italiana di Economia. Ha conseguito il dottorato di ricerca in economia all’Università di Oxford. I suoi interessi di ricerca si rivolgono all’economia di genere e all'economia pubblica. Ha pubblicato su riviste scientifiche internazionali di prestigio ed è autrice di libri con editori nazionali e internazionali. È attiva nel dibattito accademico e di policy in Italia e all’estero sul tema dell’occupazione femminile e delle politiche che possono sostenerla.
Negli ultimi anni le donne italiane in cerca di lavoro sono aumentate. E la legge sulle quote rose ai vertici delle aziende ha dato buoni risultati. Ma l’occupazione femminile resta bassa. Le politiche indispensabili per consolidare i segnali positivi e l’attuazione delle misure già prese.
Gli studi di settore saranno rivisti. Ma sono utili per indurre i contribuenti a conformare i redditi dichiarati a quelli reali? E hanno permesso di identificare gli evasori? I dati dicono che le misure sono efficaci se inaspettate. Ma anche che la capacità di adattamento al nuovo regime è rapida.
Dei 44mila occupati in meno registrati a febbraio, 42mila sono donne. Gli ultimi dati ci dicono che le donne hanno cercato maggiormente lavoro, ma lo hanno trovato di meno. E anche che lo hanno perso con più facilità . Ma la ripresa del mercato del lavoro non può prescindere dall’occupazione femminile.
Uno dei decreti attuativi del Jobs act contiene varie misure per la tutela della maternità e per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. Ma il vero banco di prova per capire quanto il governo intenda investire sul lavoro delle donne saranno i decreti sugli incentivi fiscali.
L’Istat ha pubblicato un focus sulla distribuzione del carico fiscale in Italia. Utile anche perché consente confronti con altri paesi europei e con i dati del ministero dell’Economia. Reddito di dipendenti e autonomi, cuneo fiscale, aliquote e detrazioni per i familiari tra sorprese e conferme.
Il Jobs act cerca di affrontare i due nodi cruciali della bassa partecipazione delle donne italiane al mercato del lavoro e della scarsa fecondità . E lo fa attraverso misure condivisibili. Ma non sarà semplice realizzarle, se le risorse devono essere trovate senza aumenti di spesa per lo Stato.
Il tempo pieno è un servizio educativo importante e un punto fermo nell’organizzazione delle famiglie italiane, in particolare quando la mamma lavora. Esiste un legame stretto tra questa modalità d’orario nella scuola dell’infanzia e primaria e l’occupazione femminile. Le donne che escono dal mercato del lavoro per le difficoltà a conciliare vita lavorativa e familiare, difficilmente riescono poi a rientrare. Il tasso di occupazione delle madri italiane è già molto basso. Non abbiamo certo bisogno di politiche che disincentivino ulteriormente il lavoro femminile.