Una sugar tax dovrebbe disincentivare l’adozione di regimi alimentari non salutari. Così come formulata, quella italiana sembra derivare solo dalla necessità di recuperare risorse. Resta lontano, invece, l’obiettivo di migliorare la salute dei cittadini.
Autore: Alessia Cavaliere
Alessia Cavaliere ricopre il ruolo di RTD-B presso il Dipartimento di Scienze e politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Da novembre 2018 presso lo stesso Ateneo è membro del Senato accademico. È docente di Economia Agro-alimentare e Legislazione Comunitaria e di Economia e politica alimentare. Nel 2010 ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Agricultural Economics ed è stata Research Fellow presso il "Centre de recerca en economia i desenvolupament agroalimentari" (CREDA) di Barcelona. Ha partecipato a numerosi congressi nazionali e internazionali in qualità di relatore e coautore di papers. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici in riviste internazionali su una varietà di temi di economia applicata. I suoi interessi di ricerca si rivolgono allo studio del comportamento del consumatore, con particolare riferimento alle scelte di consumo salutari e sostenibili, e all’analisi delle politiche di intervento in campo alimentare.