Se si tiene conto della storia occupazionale di ciascun individuo, i lavoratori a tempo determinato vengono pagati più dei loro corrispettivi “indeterminati” al momento dell’assunzione. E a ottenere i vantaggi maggiori sono le donne e i giovani.
Autore: Andrea Albanese
Ricercatore presso il Dipartimento di Mercato del Lavoro al Luxembourg Institute of Socio-Economic Research (LISER) ha completato il dottorato presso Ghent University e DEFAP doctoral school (Università Cattolica e Università Bicocca). Si occupa di economia del lavoro e valutazione di impatto delle politiche pubbliche tramite analisi microeconometriche. Nel 2016 ha vinto una VisitINPS Fellowship e ricevuto il premio per migliore tesi di dottorato per gli anni accademici 2014-2016 dall’Associazione Italiana per lo Studio dei Sistemi Economici Comparati (AISSEC).
Il reddito di cittadinanza è stato introdotto anche in Italia. Andrà a rafforzare gli strumenti di sostegno al reddito. Potrà però avere effetti collaterali non solo sull’integrazione lavorativa dei disoccupati, ma anche sul tasso di licenziamento.
Sono passati quasi quindici anni dall’introduzione dell’apprendistato professionalizzante con la legge Biagi. E un confronto con il vecchio apprendistato mostra che ha avuto effetti positivi per i giovani. Ma è un contratto poco utilizzato dalle imprese.