Province sotto accusa, in Italia e in Francia, in nome del rigore. Eppure negli ultimi anni in molti paesi ci sono state riforme verso assetti costituzionali più decentrati. Siamo sicuri che il numero di livelli di governo sia effettivamente associato a maggiore spesa pubblica, debito o deficit?
Autore: Andrea Filippetti
Andrea Filippetti, economista, è Dirigente di Ricerca presso l’Istituto di Studi sui Sistemi Regionali Federali e sulle Autonomie (ISSiRFA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). E’ stato Marie Curie Fellow presso la London School of Economics nel 2013-2015. Nel 2011 è stato Fulbright-Schuman Post-Doc presso il Center for European Studies - Harvard University. Si occupa di politiche regionali di sviluppo, decentramento e istituzioni, politiche di coesione, innovazione e cambiamento tecnologico.
L’efficacia dei fondi strutturali, il principale strumento della politica di coesione della UE, dipende da due fattori: decentramento e qualità dei governi locali. E i due fattori sembrano influenzare anche la capacità di spendere quelle risorse. I ritardi italiani.
Quali sono gli effetti della crisi sull’innovazione, un fattore chiave per uscire dalle difficoltà attuali? Un’analisi condotta a un anno dal crack Lehman Brothers mostra come l’attività di ricerca sia influenzata dalla congiuntura negativa. Tuttavia, gli investimenti non crollano e ciò suggerisce la presenza di una componente strutturale che caratterizza l’attività innovativa delle aziende e che dipende da loro caratteristiche specifiche. La dimensione dell’impresa non è rilevante, contano invece le dinamiche di crescita. E l’Italia fa meglio di altri.