Nonostante la politica migratoria molto rigida, ogni anno in Australia entrano più immigrati che in Italia, contribuendo a mantenere un saldo positivo della popolazione. Sono arrivi legati alle esigenze del mercato e con il coinvolgimento di sponsor.
Autore: Andrea Stuppini Pagina 3 di 7
Deceduto nel gennaio 2020. Era dirigente della Regione Emilia-Romagna e si occupava prevalentemente di welfare, esclusione sociale ed immigrazione. Negli anni novanta ha diretto l'Agenzia regionale per l'impiego dell'ER. Era rappresentante delle regioni nel Comitato tecnico nazionale sull'immigrazione. Annualmente redigeva il Dossier Immigrazione di Caritas-Migrantes. Faceva parte del comitato editoriale della rivista 'Autonomie locali e servizi sociali'.
Le sanatorie non sono l’unico strumento di gestione dei flussi migratori. In particolare nel lavoro domestico e di cura potrebbe essere più vantaggioso ricorrere a interventi come la reintroduzione dello sponsor o la formazione nei paesi di origine.
I lavoratori domestici – badanti comprese – sono in Italia oltre 2 milioni, molti dei quali stranieri. E quasi il 60 per cento non è in regola. Ricorrere come in passato a una sanatoria non basterebbe a garantire benefici sostenibili a lungo termine.
Durante la crisi economica, l’Italia ha ridotto nettamente le quote annuali di ingresso per lavoratori extra-UE. Ma di manodopera straniera abbiamo ancora bisogno. Serve una strategia che scoraggi il lavoro nero e favorisca canali di ingresso legali.
Il Consiglio europeo non ha risolto nessuna delle grandi questioni legate ai flussi migratori: gestione delle frontiere esterne, campi profughi in Africa e revisione del regolamento di Dublino. Mentre continua il braccio di ferro tra due visioni opposte.
I ministri dell’Interno dell’UE hanno respinto il compromesso della presidenza bulgara sulla riforma del trattato di Dublino. Il Consiglio europeo di fine mese potrebbe perciò decidere di mantenere le norme attuali. Per l’Italia non sarebbe una vittoria.
Il contratto di governo Lega-M5s promette il rimpatrio di 500 mila migranti irregolari. Un obiettivo difficile da raggiungere senza la cooperazione con i paesi di origine e di transito e la condivisione delle responsabilità con gli altri stati europei.
L’immigrazione è uno dei temi più cari ai populismi e le fake news si sprecano. Si diffondono così false certezze su presunti complotti, che hanno il duplice pregio di individuare facili nemici e di evitare di doversi cimentare con problemi complessi.
Onu e Unhcr hanno presentato le prime bozze dei Global compact su migrazione regolare e rifugiati. Perché nessun paese da solo può gestire il fenomeno e coglierne le opportunità e le sfide. Dubbi sulla distinzione tra rifugiati e migranti economici.
Il tema dell’immigrazione andrebbe affrontato con una politica complessiva che tenga conto della sempre maggiore articolazione del fenomeno. E si dovrebbe puntare su quello che finora in Italia è mancato: percorsi di integrazione sociale e culturale.