Per il risparmiatore che vuole investire nei fondi azionari è fondamentale capire opportunità e rischi offerti dagli innumerevoli prodotti presenti sul mercato. Per questo, ogni fondo è obbligato a indicare con precisione un paniere di riferimento, costituito da uno o più indici generali di mercato. Il benchmark ha il ruolo fondamentale di indicare il rischio e il rendimento della cui responsabilità il gestore si sente sollevato nei confronti dell’acquirente. Attenzione, perciò, alle pratiche disinvolte che “abbelliscono” i risultati ottenuti dal gestore.
Autore: Carlo Favero
Carlo Favero ha conseguito il D.Phil. in Economics presso la Oxford University dove è stato membro del Oxford Econometrics Research Centre. Attualmente è professore ordinario di Economics presso l’Università Bocconi. E’ membro del comitato di direzione del Giornale degli economisti e Associate Editor della European Economic Review. Inoltre è research fellow del Cepr, membro del comitato scientifico del Euro Area Business Cycle Network, del Centro Interuniversitario Italiano di Econometria (Cide) e della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa. Le sue aree di interesse scientifico sono la politica monetaria, il comportamento delle Banche Centrali, i modelli econometrici del meccanismo di trasmissione della politica monetaria.
Con la scomparsa del rischio di cambio per l’Italia relativamente alla Germania dopo l’entrata nell’euro, anche il rischio di default si è drasticamente ridotto e i differenziali di interesse tra i due paesi si sono quasi allineati. Ora, però, sembrano tornare ad aprirsi. Un motivo di preoccupazione? L’evidenza empirica ci dice che il recente rialzo dello spread Btp-Bund può essere spiegato interamente da fattori totalmente indipendenti dall’andamento dei fondamentali fiscali italiani. Questo fatto sottolinea il fondamentale ruolo dellEURO per il contenimento del costo del finanziamento del debito pubblico italiano, in un ambito di aspettative di stabilizzazione dei nostri fondamentali fiscali.
Diventa sempre più ampio il divario tra dottorato italiano e estero. Troppi gli anni necessari nel nostro paese per conseguirlo e insufficiente il bagaglio di strumenti offerto agli studenti per svolgere ricerca avanzata. Per competere a livello internazionale, una soluzione possibile è proporre programmi modellati sugli standard stranieri, rinunciando ai finanziamenti ministeriali per cercarli nel settore privato. Ma serve coraggio, da parte delle università, dei dottorandi e delle imprese.
I mercati non hanno punito le violazioni al Trattato di Maastricht da parte di Francia e Germania. Ma non si tratta di unautorizzazione generalizzata a interpretazioni flessibili delle regole. Perché a non rispettarle sono stati due paesi dai fondamentali fiscali storicamente stabili, la situazione è percepita come transitoria e l’avversione al rischio sui mercati è in questa fase particolarmente bassa. Latteggiamento dei mercati sarebbe probabilmente diverso se protagonisti e situazioni fossero altri.
L’invasione degli extra-comunitari
Immersa nei debiti, la Federcalcio decide di chiudere le frontiere agli extra-comunitari “anticipando le norme della legge Bossi-Fini”. Se ne potrà tesserare ancora uno per squadra fino al 31 agosto, poi basta.