Banca d’Italia va riformata, per cambiare governance e Governatore. In un paese normale, lo si farebbe subito. Da noi si temporeggia. La riforma dovrebbe prevedere il mandato a termine, istituire un ristretto board che renda collegiali le decisioni in materia di vigilanza, risolvere la questione della struttura proprietaria, dettare norme transitorie per il passaggio al nuovo regime. Basterebbe un decreto legge. Ma la nostra classe politica, per interesse o debolezza, preferisce non intervenire. Con il rischio di pericolose supplenze giudiziarie.