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Autore: Carlo Sdralevich

Lo tsunami e gli aiuti allo sviluppo

Gli aiuti ai paesi in via di sviluppo sono una questione più complessa di quanto non sembri a prima vista. Anche se i loro effetti positivi possono essere attenuati dalla capacità di assorbimento dei paesi riceventi, rimangono tuttavia un elemento essenziale per lo sviluppo e la ricostruzione delle zone colpite da disastri. Indirizzare e scadenzare gli interventi in modo da rimuovere i colli di bottiglia e costruire su riforme e investimenti attuati in precedenza, può aumentare la capacità di assorbimento e rendere possibile un uso produttivo dei grandi flussi di aiuto.

L’aiuto cartolarizzato

La necessità di aumentare i contributi allo sviluppo ha aperto il dibattito sulle cosiddette fonti innovative di finanziamento. Accanto alle tradizionali “tasse globali”, la proposta più interessante è quella britannica della International Finance Facility, basata su un meccanismo di cartolarizzazione dei flussi futuri di aiuto. Ma non mancano i dubbi. Soprattutto, perché i paesi industrializzati dovrebbero impegnarsi di più, se le difficoltà politiche non sono poi molto diverse da quelle che frenano gli aiuti diretti?

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