In Italia nascono pochi bambini. Forse non c’è da stupirsi visto che un terzo delle donne nel periodo cruciale per la fecondità ha un contratto a tempo determinato. Favorire l’accesso delle donne al tempo indeterminato per aumentare la natalità.
Autore: Daniela Piazzalunga Pagina 1 di 2
Daniela Piazzalunga è ricercatrice di Economia presso il Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Trento. È affiliata a IZA e a CHILD Collegio Carlo Alberto.In precedenza ha lavorato come postdoctoral researcher in FBK-IRVAPP, dopo aver ottenuto il dottorato in Economia presso l'Università di Torino. Si occupa di economia del lavoro, diseguaglianze di genere, ed economia della famiglia, con un focus su policy evalutation.
La chiusura delle scuole dovuta alla pandemia ha avuto forti ripercussioni sugli apprendimenti degli alunni. Un primo studio per l’Italia mostra che ne fanno le spese i bambine e le bambine più bravi quando sono figli di genitori non laureati.
Le bambine ottengono punteggi più bassi dei maschi nei test di matematica. In Italia il divario è particolarmente elevato. Lo si può ridurre attraverso metodologie didattiche di apprendimento attivo e cooperativo, come mostrano i risultati di uno studio.
Con l’apertura a singhiozzo delle scuole, la pandemia causa importanti perdite negli apprendimenti dei bambini. Ma da mesi sono ferme pure le attività extrascolastiche, che influenzano il loro sviluppo socio-emotivo. E le ripercussioni sono significative.
Frequentare il nido favorisce lo sviluppo cognitivo e non cognitivo dei bambini. Ma se ne avvantaggiano soprattutto i maschi, perché le femmine, a due anni, sono più mature. Ecco perché bisogna aumentare non solo l’offerta, ma anche la sua qualità.
Le politiche familiari introdotte in Italia sono spesso “sperimentali”. Lo era anche il bonus infanzia appena cancellato dal governo. Servono invece misure stabili all’interno di una strategia complessiva di sostegno a fecondità e occupazione femminile.
Lo stereotipo che le ragazze siano meno brave dei maschi in matematica ha profonde conseguenze sui percorsi di studio e di lavoro delle donne. Non è la sola causa delle differenze di genere nel mercato del lavoro, ma è un atteggiamento da contrastare.
Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. I dati mostrano segnali di miglioramento in Italia, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Soprattutto servirebbero politiche specifiche di ampio respiro.
Se più mamme lavorano, più bambini vanno all’asilo nido. Con quali effetti sul loro sviluppo? Migliorano le abilità cognitive di chi proviene da situazioni di svantaggio. Ma durano di più le ripercussioni positive sulle capacità non cognitive.
L’Italia continua a non brillare nelle classifiche sulla parità di genere. Il tasso di attività femminile è basso rispetto alla media europea. E gli stipendi annuali delle lavoratrici sono nettamente inferiori a quelli degli uomini. L’importanza delle politiche di conciliazione lavoro-famiglia.