La proposta di Letta di una dote per i giovani da finanziare con un aumento delle imposte di successione riapre il dibattito sull’equità generazionale. Una proposta per evitare che patrimoni ed eredità pesino troppo sull’economia.
Autore: Elena Granaglia
Elena Granaglia è professoressa di Scienza delle Finanze al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma3. Si occupa da sempre del rapporto fra giustizia distributiva, efficienza e disegno delle politiche sociali. Gli ultimi lavori includono Dobbiamo preoccuparci dei ricchi?, Il Mulino, 2014 (insieme a M. Franzini e M. Raitano), e Il reddito di base, Ediesse, 2016 (insieme a M. Bolzoni)
Cresce in Italia l’incidenza dei patrimoni e delle eredità, insieme alla loro concentrazione. Per favorire un passaggio generazionale più giusto andrebbe introdotta un’imposta progressiva sui “vantaggi ricevuti”, accompagnata da un’eredità universale.
La discussione sulla Finanziaria 2005 ripropone l’annosa discussione sui finanziamenti al sistema sanitario nazionale: pochi i soldi destinati al settore o troppi gli sprechi? Dai dati a disposizione sembrano vere entrambe le cose. Adottare anche per i prossimi anni un tasso di crescita del 2 per cento implica un aumento della spesa sanitaria inferiore a quello del Pil nominale. Un obiettivo irrealistico che rischia di compromettere la tenuta del sistema. D’altra parte, le Regioni mostrano capacità diverse di controllo della spesa.
La recente proposta del ministro Sirchia di incentivare le polizze assicurative per lintra moenia rischia di generare effetti opposti rispetto alla auspicata interazione virtuosa tra pubblico e privato. Nella situazione attuale, le maggiori entrate finirebbero nelle casse delle cliniche convenzionate e non in quelle delle aziende sanitarie pubbliche