Nel 2024 l’imposta di soggiorno ha portato nelle casse dei comuni più di un miliardo. Ha però vari difetti. Per esempio, non tutti gli enti possono introdurla. Servirebbe più omogeneità nelle regole e più trasparenza sulla destinazione del gettito.
Autore: Emanuela Randon
Emanuela Randon è Professoressa Associata di Scienza delle Finanze nel Dipartimento di Scienze Economiche presso l’Università di Bologna. Le sue tematiche di ricerca comprendono l’analisi positiva e normativa dell’esternalità, la disuguaglianza e le politiche redistributive di tassazione, con applicazioni al gioco d’azzardo e all’imposta di soggiorno. Recentemente ha valutato l’impatto dell’incertezza sulle politiche pubbliche di contrasto alla pandemia.
Ha conseguito un Master in Economics (Università Bocconi), un Dottorato di Ricerca in Economia Politica (Università Bocconi- Università Cattolica - Università degli Studi di Milano) e un Phd in Economics presso University of York. Ha trascorso soggiorni di visiting presso UCSD - University of California San Diego (USA).
È attualmente Vicedirettrice del CAST (Centre for Advanced Studies in Tourism) e Presidente del Comitato Scientifico della Biblioteca Centrale del Campus di Rimini- Università di Bologna. È stata membro dell’Advisory Board dell’Osservatorio Mercati Regolati – Progetto Gioco Legale, costituito da LUISS Business School e Ipsos (2021-2024) e dell’Osservatorio “Gioco e Giovani” costituito da Nomisma e Università di Bologna.
Ha conseguito il Diploma in Pianoforte presso il Conservatorio G. Nicolini di Piacenza.